|
27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
|
|
Dust Storm Warning - Dust Storm Warning
|
( 2803 letture )
|
Se l’atmosfera e le sensazioni che la zona di Palm Desert suscita non possono -purtroppo- essere percepite di persona tutti i giorni, ci pensano i Dust Storm Warning a farci sentire veramente “a casa”, potete scommetterci. Dal 2010 la band leccese si dedica ad uno stoner rock di chiara matrice desert, figlio di formazioni come Fatso Jetson, Naam, Nebula, Kyuss, Earthlings?, Monster Magnet, ricercando le strutture compositive di un gruppo come gli Orquestra Del Desierto e la loro psichedelia. La lezione proveniente dai deserti della California è stata ingurgitata con ardore e passione; ed è proprio questo ciò che si percepisce maggiormente nei brani proposti all’interno di questo auto intitolato EP di debutto, pubblicato dall’indipendente Acid Cosmonaut Records.
Con l’ingresso del nuovo cantante Wolf, i Dust Storm Warning presentano sul mercato discografico un prodotto di elevata caratura, suddiviso in undici tracce colme di distorsioni, saturazioni, groove a palate e immensa fiducia (cosa non da poco) in quello che si sta suonando. Il risultato è un disco articolato come il migliore dei trip, compatto ma variegato al contempo, che dalla prima canzone, l’entusiasmante Outrun, procede a tappe spedito e senza grossi incidenti, supportato dai riffs heavy -di scuola hawkwindiana- ad opera di Marco (come in Dune), e dal basso ora sabbioso ora mastodontico di Stefano, che dà il meglio di sé in Monkey Woman, in Sherpa e nella spirale intessuta dalla psichedelica Wasteland, vero e proprio nomen/omen. La capacità di cambiare tiro e conferire sfumature differenti alle varie tracce è ben evidente in Lonely Coyote, brano in cui alcune digressioni peculiari del progressive rock si affiancano e si accavallano alla pura struttura stoner di base. Che dire poi della cavalcata rabbiosa che esplode in 666.1.333 (a quanto pare questo è il valore che è apparso al loro sound engineer durante la fase di missaggio del brano)? Il lavoro di Fabio alla batteria assicura all’intero pezzo un tiro micidiale, paragonabile a quello di Tony Tornay all’interno dei Fatso Jetson. Menzione particolare va alla buonissima performance di Wolf alla voce, che si mostra sicuro in incisività e espressione.
Un album da avere, e una band da supportare al massimo dal vivo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
ottimo disco e ottima band!lo comprerò appena be avrò l'occasione |
|
|
|
|
|
|
2
|
Grandissimi i DSW! dal vivo poi fanno degli spettacoli incredibili con tanto di performance artistiche in diretta durante i concerti! |
|
|
|
|
|
|
1
|
Bella storia, qui il sound è quello giusto manca solo un pizzico ma proprio un pizzico di fattore "stoned", ci sono dei lievi frangenti nei quali la psichedelia perde un po' contatto con la base musicale ma si parla di piccolezze. Se continuano su queste coordinate ci scappa il tour con gente che conta senza sborsare una cippa. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Outrun 2. Space Cubeship 3. 666.1.333 4. Dune (instrumental jam session) 5. Lonely Coyote 6. Sherpa (instrumental jam session) 7. Monkey Woman 8. Trippin The Drill 9. Rise 10. Wasteland (instrumental jam session) 11. Requiem
|
|
Line Up
|
Wolf (vocals) Marco (guitar) Stefano (bass) Fabio (drums)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|