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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 5637 letture )
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Vent’anni di carriera sono un evento da festeggiare; non molte band possono (o potranno) vantarsi di un simile risultato. Beh, cari amici, i Pendragon sembrano ben sapere come celebrare un simile traguardo. Dopo 4 anni di silenzio e di lavoro, infatti, ecco l’ennesima perla del combo inglese. Believe è un semi-concept sulla fede, la forza interiore che guida ogni uomo, e sui grandi rischi che credere (o credere di credere) possono materializzare ad ognuno nel suo cammino verso il destino. Un album dai suoni immensi, delicati, ricercati con cura maniacale; un lavoro pieno di Anima, sensazioni sonore che si rincorrono come spiriti in un bosco fatato; un CD da bere, mangiare, iniettarsi, non certo solo da ascoltare. Se mai vi verrà la buona idea di acquistarlo, potrete capire meglio di cosa parlo: chitarre dai suoni ricercatissimi, partiture emozionali, strumenti spesso ‘secondari’ al servizio di melodie bilanciate tra sogno e realtà. La prima parte del platter, di certo più ‘chitarristica’, è territorio indiscusso di Mr. Nick Barrett, che gioca spesso a fare Peter Gabriel con la voce, e che potrebbe dare lezioni di stile chitarristico a chiunque. Ma dalla lunga, morbida ed emotiva suite The Wishing Well vi ricorderete, se mai si possa dimenticare, che alle tastiere c’è un certo Clive Nolan… poesia. Il disco continua a condurci entro stanze strane e inaspettate: come dei novelli Alice nel Paese delle Meraviglie, scopriremo mondi bizzarri, buffi, misteriosi, pericolosi o semplicemente affascinanti (c’è da squagliarsi ad ascoltare la delicata perfezione della conclusiva The Edge of the World). Il progressive rock è questo, in fondo: emozioni non scontate, sonorità ricercate ma al servizio di un sogno lucido e folle, quale ogni composizione nata dalla mente dell’uomo è, o dovrebbe essere. Non c’è calcolo, non c’è intenzione commerciale in una perla come Believe, i Pendragon hanno un nome talmente forte ed ingombrante che altri ne risulterebbero schiacciati, sentendo quasi il dovere di comporre per dimostrare qualcosa. Ma la Musica, quando ha la M maiuscola, si dimostra da sé. Neal Morse, gli Spock’s Beard, tutta la nuova generazione del prog rock, staranno piangendo lacrime amare, o di gioia: i Pendragon SONO il progressive rock, e vent’anni di classe non si cancellano. Believe dei Pendragon in una sola frase? “When Dream and day unite”, con buona pace dei miei amatissimi Dream Theater.
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VOTO LETTORI
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77.78 su 123 voti [
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3
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Non tra i miei preferiti, ma i dischi dei Pendragon mi piacciono comunque tutti. |
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2
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Contrariamente alle perle "The Masquerade overture" e "Not of this world" nelle quali l'influsso Genesis Pink Floyd è meravigliosamente presente e fa dei Pendragon degli epigoni alla massima potenza, qui si respira una intensa atmosfera di distacco e di profonda personalità. Insomma Believe sta ai Pendragon come In absentia sta ai Porcupine Tree. Maturazione elegiaca con accenti hard-prog che potranno piacere agli amanti del metal. Tutte disquisizioni tipicamente personali che però potranno aprire la strada a chi ha ancora dubbi sulle capacità musicali di Barret e C. Believe 10 con lode. |
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1
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Disco imho inferiore ai precedenti, ma sempre con dei pezzi di assoluto valore come la suite parte b. voto giusto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Believe 2. No Place For The Innocent 3. The Wisdom Of Solomon 4. The Wishing Well a. for your journey b. so by sowest c. we talked d. two roads 5. Learning Curve 6. The Edge Of The World
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Line Up
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Fudge Smith - batteria Clive Nolan - tastiere Peter Gee - basso Nick Barrett - voce e chitarre www.pendragon.mu
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