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Quest'oggi Metallized tira fuori dallo scaffale dei rispolverati una pietra miliare della storia del death metal: il debut album degli Asphyx. A dire il vero - da un punto di vista strettamente cronologico - il vero debut studio album della band fu Embrace the Death del 1990 che sarebbe dovuto uscire per un'etichetta differente ma che, per problemi finanziari, non venne pubblicato e che vide la luce solo 6 anni più tardi per mano della potentissima Century Media (l'etichetta in quel periodo di forma della scena death metal vantava una scuderia veramente spaventosa). Gli Asphyx del 1990 erano un giovane trio molto promettente che, dopo qualche avvicendamento nella line up, si stabilizzò con una formazione semplicemente sensazionale composta da: Bob Bagchus alla batteria, Eric Daniels alla chitarra e l'ex Pestilence Martin Van Drunen alle vocals ed al basso. L'ingresso in formazione di quest'ultimo fu un vero toccasana per la band che, da lì a poco, avrebbe calcato i palchi di mezz' Europa in compagnia delle più importanti band della scena decretando definitivamente il proprio ingresso ufficiale nell'Olimpo del death metal. Se si fa eccezione infatti per le primissime produzioni, ancora fortemente influenzate dal death metal americano, il suono degli Asphyx, con l'ingresso di Van Drunen, subirà un'"europeizzazione" ed un miglioramento non indifferente, anche grazie al suo caratteristico stile vocale che - se mi si permette - è tutt'oggi uno dei più marci e brutali, paragonabile solo a mostri sacri come Dead dei Mayhem ed il grande Tom G. Warrior.
The Rack ha un suono grezzo e potente, volutamente sporco e low fi, proprio per adattarsi a dei brani diretti e senza fronzoli che - nella loro semplicità - hanno la capacità di rivoluzionare un genere con il solo utilizzo di pochi accordi. L'album si apre con la classica intro dalle fosche atmosfere che cede il passo alla veloce Vermin, serratissima e veloce nella parte iniziale per poi alternare parti più cadenzate sulle quali la fa da padrone il grandioso guitar work di Eric Daniels, roccioso nelle parti più cadenzate ma, all'occorrenza, tagliente ed affilatissimo nelle parti più sostenute. Insomma, una opening song d'impatto alla quale segue la bellissima Diabolical Existence, brano cadenzato e mortifero sulla scia di bands come Obituary e Bolt Thrower che esaspera dannatamente uno screaming selvaggio e sofferto che non ha eguali. Evocation è il classico brano degli Asphyx: ritmiche cadenzate, urla belluine e riffing schiacciasassi che, in questo caso, lasciano spazio alle prime concessioni doom, le quali solo in un secondo momento entreranno di diritto nelle influenze della band: gli Asphyx del 1990 sono una band death metal al 100%. Giungiamo dunque nella parte calda dell'album e ci imbattiamo nella doppietta Wasteland of Terror e The Sickening Dwell che diverranno dei veri e propri cavalli di battaglia della band. La prima delle due è il classico brano in your face che, in 2 minuti abbondanti, getta addosso all'ascoltatore una quantità di watt talmente poderosa da lasciarlo esanime, mentre la seconda mette il piede sul freno per consegnarci una traccia down-tempo semplicemente grandiosa. Ode to a Nameless Grave è una breve strumentale che non arriva a 3 minuti di durata ma che rappresenta il primo vero e proprio episodio nel quale la band si avvicina a concepire un brano doom/death dall'inizio alla fine. Anche il titolo del brano, trafugato e ripreso da una miriade di followers, lascia presagire emozioni ben differenti da quelle che può trasmettere un brano come Vermin. L'album volge al termine e troviamo 2 dei brani più articolati dell'intero lotto: la magnifica Pages in Blood, caratterizzata da un riffing semplicemente soffocante per la sua potenza, e la conclusiva Asphyx / the Rack, cui è affidata, come spesso accadeva in passato, la parte più sperimentale del disco. Il brano, difatti, ha una durata quasi doppia rispetto alle altre songs oltrepassando i 9 minuti di durata, durante i quali si alternano mid-tempos da paura a rallentamenti al limite del doom e dove appare timidamente anche il primo esperimento con dei synth sul finale del brano.
Su questo album vengono anticipati in maniera un po' grezza tutti i classici stilemi che renderanno celebre il suono degli Asphyx, in special modo sul successivo Last One on Earth e sull'omonimo Asphyx. Senza mezzi termini un capolavoro!
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La settimana scorsa mi è arrivato il vinile, la ristampa doppia, con un disco interamente dedicato alle cover dell'album in questione, interpretate da diversi campioni del death metal mondiale...
Un grande album combinato ad una buona operazione commerciale, costituisce una opportunità per gustarsi questa fetta di culto sui solchi sottili del vinile nero.. |
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Non sono un amante del death ma sentire canzoni come ´´The Rack´
´Evocation´ e ´Ode to a Nameless Grave´ mi danno emozioni provate solo con gli Obituary!!! Canzoni con un approccio diretto, assoli tendenti allo zero ma con un groove che mi manda fuori di testa... per me i numeri uno nel loro genere |
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Risentito in questa domenica di riposo ..stupendo e non aggiungo altro. 90. |
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Un classicone del Death europeo. Imprescindibile. |
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Una band che ho conosciuto attraverso uno storico programma radio che andava in onda il martedì sera intorno alle 18 (hard 'heavy sounds outlaw) . Quante cassette ho registrato.... Grazie Angel"bladerunner"! Fatta sta premessa, del disco in questione tantissimo mi colpì il suono delle chitarre. Sui dischi si declamava il sound "crushing" della chitarra. Van Drunen era già una vecchia conoscenza coi pestilence. Un Death metal pesante e saturo. Accenni doom che davano un tocco più mortifero al loro stile. Un album a tratti acerbo ma molto affascinante. Un album che con gli anni si è ritagliato una sua nicchia di adorazione. Credo a buona ragione... Ma il meglio doveva ancora arrivare. |
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Band incredibile!!..Un doom death da togliere il fiato.Una prestazione disumana(in part. Martin Van Drunen).Cazzo non si puo non rimanere folgorati. Lo adoro ! |
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Incredibile come non avessi ancora commentato... Per me il meglio del Death europeo con "Like an everflowing stream" dei Dismember. Voto 95 |
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Qua si rasenta la perfezione. Disco senza rivali, così come pure lo è Last One on Earth. |
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Secondo me è più giusto dire Title-rack (ok ammazzatemi ) comunque lo sto sentendo in questo momento e sono veramente invasato |
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Che album. La title track da sola vale l'acquisto, una marcia veramente maligna e maestosa. |
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Cos'altro si può dire? Grazie Asphyx. |
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Grandissimo disco, ma il meglio arriva con Last One on Earth... |
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Li tollero ma non ho mai capito l'entusiasmo per questo gruppo, anche quando era uscito se ne parlava come capolavoro, boo...... |
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Malvagio e subdolo, cattivo e strisciante. Non sto descrivendo Niccolò Ghedini, ma uno dei migliori dischi death-doom di sempre. Sono di parte, adoro il suono di questa band, adoro il growl disperato e "agonizzante" di Van Drunen (lo considero tra i migliori di sempre, nel suo genere, se non IL migliore) e adoro mettere a disagio i miei amici mettendo a palla in macchina Pages in Blood. 90/100, e il meglio deve ancora arrivare con "Last One On Earth". |
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facevano (non facevamo) sorry |
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Mi accodo all'ovazione per questo pezzo di storia del death (o se vogliamo del death con sprazzi doom). Ascoltai per la prima volta la title track alla... radio! C'era una trasmissione che facevamo credo su radio due il martedì in tarda serata, si chiamava "Rumore" ed era condotta da Claudio Sorge (??? spero di non sbagliare con i nomi). La registrai dalla radio e la feci girare sul mangianastri decine e decine di volte. Chissà se qualcuno si ricorda ancora... |
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L'unico gruppo che, a distanza di quasi 8 anni da quando li ho conosciuti, continua a farmi salire i brividi, le ritmiche e i rallentamenti da ''fine del mondo'' sono agghiaccianti. Sono il mio gruppo preferito, solo violenza e nient'altro come il death metal deve e dovrebbe essere. Senza mezzi termini esatto, un capolavoro. 90 |
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Ho solo un aggettivo per questo album: ...MARCIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! Voto 90 confermatissimo |
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Lo devo anche commentare? |
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Capolavoro, ho dei grossi dubbi esistenziali quando si tratta di scegliere tra questo e Last One, quindi preferisco non scegliere e godermeli  |
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Se devo essere sincero non sono mai impazzito per gli Asphyx ma questo e Last one on earth, ogni tanto, li ascolto con piacere. |
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gran disco contiene Vermin , una delle mie mazzate preferite. |
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7
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Che dire? Niente, certi dischi si commentano da soli...Voto meritatissimo. |
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Se qualcuno mi chiedesse quale è il suono del male, io gli farei sentire immediatamente questo disco. Last One è magnifico, e su questo non ci piove, ma per me non gli si avvicina minimamente. Magnifico. La title track per sta al Death come Child In Time sta all'Hard Rock. La strumentale Ode To a Nameless Grave è senza ritegno di sorta. La perfezione. |
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4
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Yeah! Molto molto bello, malgrado io preferisca Last One On Earth non posso negare che questo album sia ora puro! |
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Riascoltato proprio questa notte, ed ogni volta provo le stesse sensazioni che ho provato la prima volta che li ascoltai. Capolavoro. |
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2
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Sono di parte, è vero. Ma questo disco è qualcosa di oltre ! Tra i 5 (ma anche 3 ) dischi migliori del genere. Massimo dei voti senza pensarci due volte. |
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1
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Questo album è un gioiello di death doom...dovrebbero insegnare a scuola ogni singola nota che trapela da questo Capolavoro. |
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