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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Continuiamo a parlare degli Asphyx con un album che rappresenta un punto di rottura all'interno della loro discografia, non solo per quel che concerne il suono tipico della band, ma soprattutto per gli avvicendamenti all'interno della line up. Difatti all'indomani delle recording sessions di Last One on Earth il leader carismatico Martin Van Drunen lascia la band insieme al bassista ed al batterista fondatore Bob Bagchus. Il buon Eric Daniels si ritroverà da solo a dover rimettere insieme i cocci di una grandiosa band così, di lì a poco, recluterà Ron Van Pol dai conterranei Malignant come cantante/bassista e l'ottimo Sander Van Hoof dietro le pelli. Con questa line up la band registrerà quest'unico album, al quale seguiranno altri cambi di line up ed ulteriori problemi intestini che porteranno allo scioglimento della band nel 1996 ma, tornando al 1994, il problema del momento è assai arduo: cercare di eguagliare due autentici capolavori come The Rack e Last One on Earth.
L'ingresso in formazione dei nuovi membri porta una (leggera) ventata d'aria nuova ed il sound della band subisce un'ulteriore sterzata verso sonorità doomy, che erano andate delineandosi nei precedenti lavori e che oggi sono parte integrante dell' Asphyx's sound. L'album si apre con la nerissima Prelude to Unhonoured Funeral, lentissima e asfissiante come mai fino ad ora, e sancisce definitivamente lo sconfinamento in territori apertamente doom. Se infatti fino a questo momento si era sempre parlato di death metal con influenze doomy, questo brano è doom al 100% dall'inizio alla fine, mentre con la successiva Dephts of Eternity possiamo sentire il nuovo arrivato dietro il microfono alle prese con il difficilissimo compito di dover rimpiazzare il grandissimo Van Drunen. L'impresa è praticamente impossibile, in quanto il deficitario cantante godeva e gode tutt'oggi di una timbrica vocale assolutamente unica e riconoscibilissima, ma il nuovo arrivato è quanto di meglio possa offrire la scena olandese in quegli anni, così il buon Van Pol propone uno stile per certi versi simile a quello del suo predecessore, ma meno poliedrico e maggiormente orientato verso il growl. Il brano è orientato su tempi molto rallentati sui quali le vocals del nuovo singer trovano terreno fertile per attecchire nei cuori dei fans e non far sentire troppo il divario con l'inarrivabile predecessore. Segue Emperors of Salvations, inizialmente sostenuta ed aggressiva con un ottimo riffing compatto e roccioso in piena tradizione Asphyx, mentre da metà brano si scivola su tempi ultra mosh con tanto di campane a morto per ravvivare l'atmosfera. Grandiosa! L'ascolto prosegue con 'til Death Do Us Apart, anch'essa in bilico tra riff schiacciasassi e parti doom di rara bellezza, mentre con la successiva Initation into the Ossuary si sfiora la soglia dei 10 minuti di musica per un brano lentissimo e angoscioso che finalmente inizia ad incorporare elementi prettamente doom che da li a poco diverranno dei cliché del genere, come ad esempio l'uso di canti gregoriani, i synth orrorifici o le immancabili campane a morto. Nonostante la prevalenza di tempi mosh, il brano presenta diverse accelerazioni classiche del loro sound, compreso il classico "Uh!" alla Tommy G. Warrior, già in uso al caro Van Drunen. Con Incarcerated Chimaeras ed Abomination Echoes si torna a pestare duro con una doppietta che parrebbe uscita dalle recording sessions di Last One on Earth, mentre da Back into Eternity si è nuovamente alle prese con parti cadenzate molto robuste. Con questo lavoro gli Asphyx giungono ad una consapevolezza d'intenti evidente già dai titoli dei brani, che rispecchiano esattamente quello che contengono: si passa dunque da brani aggressivi come Abomination Echoes ad altri più riflessivi che portano titoli come Back into Eternity. Passano i minuti e giungiamo alla ipnotica Valleys in Oblivion, caratterizzata da un riffing ossessivo ed opprimente che si alterna a parti ultra compresse confermando le grandissime doti del talentuoso Eric Daniels che, nonostante i cambiamenti di line up, ha saputo mantenere la via intrapresa sui precedenti lavori ed appesantirla ulteriormente. Chiude le danze la bellissima Thoughts of an Atheist, presente solo nell'edizione in CD e non in quella su vinile, caratterizzata da uno stop 'n go semplicemente mastodontico del quale è difficile immaginare cosa possa suscitare nei fans in sede live.
Assai difficile risulta la valutazione complessiva dell'album in quanto la componente affettiva nei confronti del deficitario Martin Van Drunen gioca un ruolo determinante nella redazione del voto finale. Nonostante questa neppur velata dichiarazione d'amore, ci tengo a dire che per lunghi anni ho considerato questo lavoro come il picco compositivo della band, pur perfettamente conscio che i primi due lavori siano delle perle di puro death metal.
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6
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Rispolverato dopo secoli. Buon album: nonostante le difficoltà dovute agli avvicendamenti di line up, il risultato è notevole. I due album precedenti sono una spanna sopra (certo anche per la presenza di Van Drunen, le sue vocals sono uniche), ma pezzi come la lunga Initiation Into The Ossuary mettono comunque in chiaro che il marchio Asphyx è una sicurezza. Voto 82 |
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5
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Un album che adesso posso dire essere un capolavoro. Si sente netto il distacco coi predecessori. Ma ogni album è sempre una storia a sé. E questo disco, come giustamente rappresentava Gabriele, costituisce il picco compositivo in quell'epoca per Asphyx. Chitarre taglienti e mortifere, base ritmica compattissima, vocals gutturali, genuine per una performance dignitosa, mai un momento di caos o velocità "ad capocchiam" ma perfettamente incastrata e strettamente funzionale alla ricetta catacombale di "Asphyx", EV 1994. Bello. |
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4
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Dietro ad una lineup che all'epoca mi fece sorgere dubbi e pregiudizi c'e' un buon disco di death old school fortemente contaminato di doom. Innovazione zero, interpretazione mille, come da storia Asphyx. |
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3
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Sì un gradino sotto rispetto ai primi due ma siamo sempre vicini all'eccellenza del Death Metal, come tutta la loro discografia del resto. |
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2
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Al di sotto dei primi due capolavori, ma parliamo degli Asphyx, questi producono roba che altri si sogneranno per secoli e secoli. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prelude of the Unhonoured Funeral 2. Depths of Eternity 3. Emperors of Salvation 4. 'Til Death Do Us Apart 5. Initation Into the Ossuary 6. Incarcerated Chimaeras 7. Abomination Echoes 8. Back Into Eternity 9. Valleys In Oblivion 10. Thoughts of an Atheist
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Line Up
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Ron Van Pol (Voce, Basso) Eric Daniels (Chitarra) Sander van Hoof (Batteria)
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