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WildeStarr - A Tell Tale Heart
( 1717 letture )
Edgar Allan Poe è indubbiamente stato uno degli scrittori più importanti ed affascinanti degli ultimi secoli: I suoi racconti, fortemente intrisi di atmosfere gotico/horror e di elementi di psicologia, hanno difatti conquistato orde di appassionati lettori in tutto il mondo ed influenzato fortemente la letteratura poliziesca e del brivido degli anni a venire; riuscite ad immaginare una figura migliore per costruirvi sopra un album di caro, vecchio classic heavy metal a tinte gothic? Difficilmente il connubio risulterebbe più azzeccato ed è per questo che gli americani WildeStarr, dopo il loro esordio Arrival, hanno deciso di comporre un intero album ispirato ai racconti di Poe, intitolato A Tell Tale Heart dal nome di una sua celebre opera (nota in Italia come Il cuore rivelatore, in cui un uomo, dopo aver ucciso un vecchio avvocato, svela ai poliziotti la posizione del cadavere perché immagina di sentire ancora il veloce battito del cuore della sua vittima mentre veniva uccisa).

Gli elementi tipici del soun della band, già riscontrati nel precedente lavoro, non cambiano di una virgola: vigoroso heavy vecchio stampo manifestamente ispirato ai mostri del genere quali gli immancabili Judas Priest e Dio, momenti più lenti alla Black Sabbath, spruzzate di gothic e power e canzoni basate sul connubio fra i riff di Dave Starr e la potente voce della bionda singer London Wilde. Ne è una dimostrazione già la traccia d’apertura, la veloce Immortal, che potrebbe tranquillamente essere tratta da Painkiller dei Priest per ritmo e soluzioni proposte; il ritornello, con un espediente che ritroveremo parecchio nel corso del disco, vede invece un lieve rallentamento, caratteristica non esattamente originale ma che tutto sommato fa la sua figura. La canzone, in sostanza, è piacevole pur non essendo indimenticabile; Transformis Ligeia ha un inizio decisamente più lugubre, affidato al basso suonato sempre da Dave Starr, che poi traghetta il brano verso un ritmo più lento rispetto a quello di Immortal: i testi, qui, sono naturalmente ispirati al racconto Ligeia, il cui protagonista è un uomo che, dopo la perdita dell’adorata moglie (Ligeia per l’appunto), cade preda dell’oppio; nonostante un nuovo matrimonio, induce nell’abuso della sostanza fino a non riuscire più a distinguere la realtà dalle allucinazioni, a tal punto da vedere la nuova consorte, a sua volta deceduta dopo una malattia, trasformarsi in Ligeia dopo la morte. A Perfect Storm è un altro mid tempo, sicuramente più efficace del precedente, in cui il batterista Johs Foster mostra le sue abilità, mentre la solita London Wilde da sfogo a tutta la propria potenza vocale; Valkyrie Cry insiste nuovamente sul binomio strofa pesante-ritornello più lento, piazzando inoltre dei brevi interludi dove le tastiere, suonate sempre dalla cantante, conoscono il loro quarto d’ora di celebrità; anche qui siamo di fronte ad un brano non sgradevole, ma neppure sfavillante nella sua eccessiva convenzionalità. Molto più interessante, pertanto, è Last Holy King, che enfatizza gli interludi melodici ed atmosferici ascoltati su Valkyrie Cry, ma in modo più omogeneo rispetto alle altre sezioni del brano. In Staccata e Not Sane riportano il disco verso atmosfere più classic heavy, donandoci due brani, come detto, piacevoli ma non indimenticabili, senza infamia e senza lode; anche Seven Shades of Winter viaggia in questa direzione, ma fra le tre è senza ombra di dubbio la più ispirata, anche grazie ad un ritornello non originalissimo ma coinvolgente e ben interpretato dalla cantante. The Pit or The Pendulum è viceversa uno degli apici di questo A Tell Tale Heart per la sua varietà di soluzioni musicali e, almeno personalmente, anche per il soggetto scelto: Il Pozzo e il Pendolo è infatti uno dei miei racconti preferiti di Poe e certamente uno dei più riusciti, dove lo scrittore narra delle torture subite da un prigioniero dell’Inquisizione Spagnola, rinchiuso in una cella dalle dimensioni indefinite al cui centro si trova un pozzo molto profondo; dopo esser scampato per un nonnulla ad una fatale caduta, l’uomo si risveglia completamente legato e si accorge di una grossa lama che, oscillando come un pendolo, si avvicina lentamente al suo petto, minacciando di segarlo lentamente in due e quindi di ucciderlo dopo atroci sofferenze. Sfuggito ancora una volta per miracolo alla morte, il prigioniero si accorge che le mura della cella sono diventate incandescenti e si stanno avvicinando verso di lui, in modo da costringerlo una volta per tutte alla morte dentro il pozzo, quando, un istante prima della caduta, viene salvato dai soldati francesi che hanno fatto irruzione nella prigione. A concludere l’album non poteva mancare un brano ispirato a La Caduta della Casa degli Usher ed ecco infatti Usher In The Twilight: il brano è anch’esso abbastanza valido, soprattutto nelle sue iniziali atmosfere tipicamente gothic e chiude abbastanza bene il disco.

A Tell Tale Heart, come abbiamo visto, è in sostanza un album fortemente altalenante, che alterna momenti estremamente validi e piacevoli ad altri decisamente ripetitivi e privi di mordente, per non dire completamente banali. E’ un peccato, date le indubbie qualità dei musicisti, soprattutto della cantante London Wilde, ma del resto le capacità dei singoli non sempre (anzi) riescono a fondersi a dovere per creare canzoni davvero valide. Il lavoro, in sostanza, è certamente sufficiente ed anche qual cosina in più, ma avrebbe certamente potuto essere migliore se i nostri si fossero sforzati di non eseguire il solito compitino trito e ritrito. Speriamo dunque che, per il terzo album, storicamente il lavoro cruciale di ogni band, i ragazzi dei WildeStarr trovino la quadratura del cerchio.



VOTO RECENSORE
63
VOTO LETTORI
99 su 1 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2012
Scarlet Records
Heavy/Power/Gothic
Tracklist
1. Immortal
2. Transformis Ligeia
3. A Perfect Storm
4. Valkyrie Cry
5. Last Holy King
6. In Staccata
7. Not Sane
8. Seven Shades of Winter
9. The Pit or the Pendulum
10. Usher in the Twilight
Line Up
London Wilde (Voce, Tastiere)
Dave Starr (Chitarra, Basso)
Josh Foster (Batteria)
 
RECENSIONI
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