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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3506 letture )
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A tutti i fan di "Intervista con il Vampiro" questo album piacerà sicuramente. Un valente contributo alla scena del gothic metal, dove l'organo sintetizzato la fa da padrone, gli strumenti sono freddi e puntuali e i costumi sono originali (anche se piuttosto stereotipati). Et voilà ecco uno schizzo dei Moi Dix Mois, provenienti da Tokyo e attivi addirittura dal 2002. Un marchio di fabbrica è anche il gioco dei membri a confondere i sessi, piuttosto accattivante poiché si tratta di cinque maschi che si sfidano a rendersi quanto più ambigui - loro direbbero "empaticamente ermafroditi" - grazie anche al contributo del loro leader Mana, uno dei migliori sostenitori del movimento Japan's Gothic Lolita. E già il nome dice tutto.
I ragazzi hanno alle spalle un buon numero di lavori tutti incentrati su temi gotici: l'ambivalenza tra bene e male, l'idea di inferno paradisiaco e sul valore simbolico del numero dieci. In effetti questo gruppo è anche un po' la croce e la delizia di chi ama il poliglottismo, dal momento che è divertente trovare sincronie tra l'androgina raffinatezza francese che risuona nel loro nome, i titoli "aperti al pubblico" in inglese e il cantato di Seth in perfetto giapponese. Quello che proprio non si riesce a trovare - e si tratta forse del punto più importante - è la sincronia tra quello che fanno e quello che sono. Per chiarire meglio il concetto: è effettivamente possibile trovare un punto di incontro tra il metal e la cultura giapponese (i Dir en Grey ad esempio) ma non è possibile trovarlo tra i Moi Dix Mois e il gothic metal in senso assoluto. È noto che le culture orientali tendano ad avvicinarsi al mondo occidentale con una solerzia quasi maniacale, ma questo purtroppo spesso li porta a risultati poco credibili; e ne sono l'esempio per eccellenza i manga popolati da giapponesi alti un metro e ottanta, biondi e con occhi azzurri da cerbiatto. E se un gruppo di ragazzi giapponesi decidesse di fare il gothic metal che cosa avremmo? Dialogue Symphonie, cavalcata wagneriana di organo sintetico in cui spiccano dei buoni giochi melodici accompagnati però da dilettantesche voci d'oltretomba per poi lasciare a Seth lo spazio per vagare con le parole verso lidi che probabilmente conosce solo lui. Solitude, a dispetto del nome, è abbastanza allegra e invece dell'organo troviamo un pianoforte usato sporadicamente con un effetto "sigla di cartone animato" assicurato. La seguente Prophet è abbastanza confusionaria, tanto che c'è da chiedersi se per caso la band non stesse improvvisando durante le registrazioni, proprio in questa sentiamo finalmente anche l'altro vocalist K, che recita la parte della "metà cattiva" e graffiante, tutto da copione visto il titolo e il pezzo in sé in cui sentiamo un profeta invasato circondato da cori angelici. Invite to Immorality è un brano strumentale in cui, proprio nel momento in cui cominci a chiederti dove possa essere questa millantata immoralità, termina di colpo lasciando una scia vagamente medioevale (senza niente di gotico) rendendo il tutto null'altro che trentatré anacronistici secondi. Con Nocturnal Romance ci troviamo in un'atmosfera da cattedrale in cui ritorna l'organo, che in accordo con la batteria - strumento suonato questo sì in maniera notevole - velocizza tutto l'insieme, mentre il cantato segue maldestro (arriva anche il tocco di originalità: la voce sussurrata, semi-angelica, che in inglese parla di sacrifici). Secret Longing è dolce, ricorda quasi l'incedere di un carrillon, almeno finché anche questo breve momento di ristoro non si interrompe bruscamente - stile cesoia - togliendo ogni voglia di ascoltare anche la seconda parte e facendo anche rimanere piuttosto infastiditi. Je l'aime è infine l'apice di organo e voci solenni (riesco anche a visualizzare l'immagine di Seth vestito di bianco con l'aureola, provare per credere), dove una chitarra veloce dà corpo al brano, anche se è tutto il resto che manca. E così si arriva alla fine dell'album, esausti.
Dalle mie parole potrebbe trasparire quasi una sorta di "xenofobia" canora, ma la verità è che il giapponese è una lingua espressiva molto interessante, che tuttavia a contatto con l'atmosfera gotica diventa caricaturale ed esagerata. Se a questo aggiungiamo strumenti quali l'organo (che avrebbe bisogno di altrettanta forza nonché di una armonia musicale elegante o malinconica) diventa confusa e del tutto fuori luogo. Mettiamoci anche la pantomima dei componenti vestiti da eunuchi del settecento con le ali da cherubino, ed ecco che proprio diventa l'ascolto diventa inaffrontabile. Reprise va forse sentito solo per verificare che quello che leggete qui sia effettivamente riscontrabile. Roba da odiare l'eyeliner.
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9
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Io non ho mai ascoltato più di tanto i Moi Dix Mois però conosco bene i Malice Mizer anche se dei loro 4 album ho solo il CD originale Giapponese di Merveilles con Gackt alla voce, che é pure il loro disco più famoso ed ebbe un grande successo in Giappone.
In realtà era uno stile abbastanza unico che combinava J Pop/Rock con New Wave dal gusto barocco e Synth Pop (a loro piaceva molto Mylene Farmer) il tutto cantato in Giapponese e con parole Francesi e Inglesi che facevano capolino ogni tot.
Mi piaceva? Si, perché mi piace il Giapponese ed era musica facile da ascoltare, almeno Merveilles,
Andato via Gackt ne fecero un altro dopo (che fu anche l\'ultimo) dove adottarono un immagine più Total Black e Vampiresca, abbandonando atmosfere Pop in favore di una Darkwave Neoclassica....
I Moi Dix Mois hanno un po continuato quel discorso a livello di immagine ma più in direzione Gothic Metal ed estrema.
Mi interesso da sempre al Giappone e alla sua cultura e per forza di cose sono venuto a conoscenza anche delle varie culture giovanili Giapponesi e ce ne sono di particolarissime. Perché il Visual Kei dovrebbe farmi strano? |
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7
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Non conosco il disco, ma trovo questa recensione parecchio offensiva nei confronti dei giapponesi. |
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6
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@Insanity: può essere, però ascoltandolo così non è che mi ha colpito, come è successo per esempio con Burzum, che anche non capendo un accidenti si lascia ascoltare volentieri. |
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5
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@Frostchild: Non brillerà di luce propria (e chi brilla di luce propria oggi?), ma questo mix di sound giapponese, strumentazione Gothic, melodie neoclassiche e quant'altro è stato portato al successo proprio da Mana, prima con i Malice Mizer e poi con i Moi Dix Mois. La scelta della lingua giapponese è azzeccata perchè la base della proposta segue scale e melodie tipiche del Rock/Metal giapponese. Se poi da fastidio il fatto che non si capisca basta un minimo sforzo per avere una traduzione non dico esatta ma più o meno capibile; e in ogni caso a mio parere non è qualcosa che debba allontanare possibili ascoltatori, tutta la gente che non parla neanche l'inglese cosa fa, si limita ad ascoltare canzoni in italiano? |
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4
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@insanity: io non volevo criticare il fatto che cantino nella loro lingua, però chiaramente chi non la comprende è abbastanza tagliato fuori e non può apprezzare il lavoro più di tanto, che cmq a conti fatti non si può dire brilli di luce propria sul piano gothic o symphonic o power che sia. |
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3
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Forse invece di dire che Mana è un sostenitore del movimento Gothic Lolita sarebbe stato il caso di dire che è anche membro fondatore dei Malice Mizer, insieme ai Moi Dix Mois una delle band più influenti del versante "dark" della scena Rock/Metal giapponese. Per quanto mi riguarda non si meritano un trattamento simile, come dice Undercover bisogna analizzarli con una mentalità orientale per capirli e qua evidentemente non è stato fatto. C'è molto, molto di peggio e bocciare loro significa bocciare metà del panorama orientale, obiettivamente una boiata perchè di roba valida ce n'è. Non capisco poi il problema della lingua, da quelle parti sono molto legati alla propria nazione e come noi siamo sempre contenti quando becchiamo qualcuno che canta in italiano per loro vale ancora di più; sta male con il Gothic Metal? Può darsi, ma in realtà questo non è Gothic Metal "vero", è piuttosto qualcosa che prende ispirazione da esso per creare un sound personale. |
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2
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Ho ascoltato qualcosa su Youtube, non l'ho trovato così male, lo stile è quello da "anime", ma si deve tener conto di non aver a che fare con musica di stampo occidentale e come voler dire che ne so ai Versailles di non fare baracconate, non ha molto senso. Inoltre andando a cercare notizie sul disco, è evidenziato che questo lavoro raccoglie brani vecchi totalmente riregistrati e tracce non rilasciate in antecedenza, notizia utile a esempio a uno come me che non sapeva manco chi fossero 'sti ragazzi e non vedo nessun termine di paragone con il passato quindi suppongo non siano state analizzate (?). Certo se non si ama il jappo sound non te li fili di striscio, però c'è notevolmente di peggio in giro. |
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1
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sono abbastanza inaccessibili per via della lingua. peccato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. En Lumière 2. Dialogue Symphonie 3. Front et Baiser 4. Solitude 5. The Prophet 6. Invite to Immorality 7. Nocturnal Romance 8. Vestige 9. La Dix Croix 10. Secret Longing 11. Pageant 12. Je l'aime
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Line Up
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Seth (Vocals) Mana (Guitar, Keyboards & Programming) K (Guitar, Backing Vocals) Sugiya (Bass) Hayato (Drums)
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RECENSIONI |
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