|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
|
( 4773 letture )
|
La prima decade di carriera dei Thyrfing è costituita da una densità di uscite piuttosto elevata, ben sei risultano essere infatti i full-length rilasciati dal 1998 al 2008, anno di pubblicazione dell’ultimo Hels Vite, un disco che andava un po’ a dividere la critica, ma delineava ulteriormente il percorso della band indirizzato verso sonorità tendenti al dark. Ora che gli anni passati risultano essere ben cinque, il senso di incertezza su cosa ci si aspetta è sicuramente elevato, anche se nel corso del tempo la capacità del gruppo svedese di rimettersi ogni volta in gioco si è dimostrata essenziale per elevare i Thyrfing al di sopra di quasi tutti i gruppi che vanno a costituire la scena viking black metal internazionale. Riferendoci al nuovo De Ödeslösa ci rendiamo subito conto di quanto gli elementi maggiormente legati al folklore siano ridotti all’osso, ma in questa nuova opera è possibile sentire più volte un riavvicinamento tra il vecchio e il nuovo, una sorta di sintesi che viene eseguita con una classe che solo poche band possiedono.
L’entrata in scena di Jens Rydén (storico cantante dei Naglfar) è stata più che mai importante per portare la band verso le sonorità che andava cercando: la prova del frontman svedese è infatti eccezionale, lo screaming si differenzia durante tutto l’album tra tonalità diverse e soprattutto emozioni diverse, riuscendo a dare la carica nei momenti in cui risulta essercene bisogno e allo stesso tempo donando quel tocco di melanconia sulla quale si basa l’intero disco. Parlare del sound di De Ödeslösa sembrerebbe piuttosto semplice se paragonato alle innumerevoli sensazioni che la nuova opera targata Thyrfing è in grado di trasmettere: innanzitutto ci troviamo di fronte ad un black metal costruito principalmente sui mid-tempos e sui magnifici ricami tastieristici di Peter Löf, mentre dal punto di vista emotivo lo scenario si configura particolarmente cupo e più in generale è presente un elevato tasso di drammaticità che va a costituire la base per ogni composizione. È giusto inoltre chiarire che non stiamo parlando di una melanconia forzata in stile “adolescente depresso arrabbiato col mondo”, ma chi ascolterà questo album verrà letteralmente trascinato dal potenziale artistico e riflessivo che questi quaranta minuti abbondanti di musica sono in grado di offrire.
Il fascino catartico di De Ödeslösa si mette immediatamente in gioco nel primo pezzo intitolato Mot Helgrind, una canzone che vanta un intro vagamente in stile Summoning e che proietta l’ascoltatore verso quelle sonorità e quelle atmosfere malinconiche che accennavo in precedenza. Ovviamente le variazioni e i particolari presenti all’interno del disco sono innumerevoli: ad esempio in Illvilja è possibile rimanere travolti dal lato battagliero della band, che si mostra comunque in grado di far convivere perfettamente la propria anima aggressiva con una serie di melodie assolutamente delicate e sognanti. Durante lo scorrere delle canzoni ci ritroviamo catapultati anche in scenari caratterialmente più progressivi come la sesta Relik, oppure rimaniamo completamente intrappolati dalla capacità del combo svedese di giostrare pause e ripartenze (cosa che accade all’interno di Fordom), dove il tutto è abbellito da inserti acustici di pura classe. La canzone più strana è senza dubbio Kamp: l’intro, ma in generale l’intera composizione, è puro hard rock reso estremo dalla voce di Rydén e dai distorti riff del duo chitarristico formato da Patrik Lindgren e Fredrik Hernborg. In questo caso la cura del particolare è decisamente minuziosa, basta infatti rendersi conto dell’elevatissima qualità delle trame di tastiera e notare le diverse variazioni che evitano di rendere il brano scontato e prevedibile. Per il finale mi sono lasciato da parte Veners förfall e la title-track, che, per dirla breve, sono due tracce semplicemente maestose: la prima per una perfezione generale che col passare degli ascolti aumenta sempre di più, come aumenta anche l’efficacia e la spettacolarità dei cori contenuti in essa; mentre la seconda è praticamente un treno in corsa che travolge chiunque mettendo in campo tutta la ferocia e il carattere più estremo dei Thyrfing; ma c’è comunque dell’altro: infatti alla veemenza generale del brano si accostano una serie di ricami folkloristici e di elementi sinfonici che esaltano ancora di più lo splendore di questi ultimi minuti del disco.
Prima di concludere è doveroso rendere omaggio a tre persone in particolare che sono “esterne” alla band: Toni Kocmut, l’autore delle meravigliose voci in clean; Jens Bogren, un produttore eccellente vista la qualità sonora del disco, il quale gode di una produzione perfetta che mette in risalto ogni singolo elemento possibile; e infine Costin Chioreanu, a cui dobbiamo l'elaborazione dell'esemplare artwork.
L’entrata in scena dei Thyrfing in questo 2013 è come un atto di prepotenza che spazza via tutto il simil-viking/black uscito di recente, un genere che ha completamente perso quell’aria di incisività che vantava un tempo. Senza troppi giri di parole De Ödeslösa si preannuncia uno degli album dell’anno ed è destinato a girare nel mio lettore per parecchio tempo. Non esitate dunque ad ascoltarlo e a farlo vostro perché questo è un pezzo d’arte che merita veramente tanto.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
12
|
Disco molto buono, senza cali e nobilitato dalle sempre stupende scream di Jens Rydèn e da un uso intelligente delle tastiere mai troppo invasive, bene anche il guitar-work. Lontani anni luce dalle baracconate circensi di tanto epic-viking-folk-quellochevipare-metal, meritano di essere seguiti e supportati. |
|
|
|
|
|
|
11
|
un buon disco, che si inserisce nel filone del viking più "scuro" e gode del talento vocale immenso di Jens Ryden. bello! |
|
|
|
|
|
|
10
|
85 e lode..corro a prenotarlo dal discolaio di fiducia! |
|
|
|
|
|
|
9
|
Devo approfondire, ma posso già dire che si tratta di un buon disco di Black/Viking, Veners förfall mi ha catturato subito. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Non so perché non mi abbia pubblicato il commento che avevo scritto. Ad ogni modo sono concorde con recensione e voto. In alcuni frangenti il disco mi ha ricordato i vecchi classici che uscirono più di una decina di anni fa... Ottimo, ottimo, uno dei dischi dell'anno. 85. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Mi avete incuriosito, lo prendo! |
|
|
|
|
|
|
6
|
Max: per non ripetermi e andare OT il mio pensiero sui Naglfar lo trovi sotto la rece dell'ultimo disco, magari si continua lì. |
|
|
|
|
|
|
5
|
diciamo che "odio" il black ma questo disco ha un no so che di vikingo e allo stesso tempo black bravi ma non lo comprerò. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Apro parentesi: Enry concordo su Jens Rydèn, che è il mio cantante estremo preferito ( a proposito spero dia un seguito al suo progetto Profundi che è favoloso), però dire che i Naglfar non ne hanno azzeccata una mi sembra esagerato, hanno ancora fatto dischi belli che purtroppo hanno risentito della perdita di Jens alla voce. Chiudo parentesi visto che si parla di Thyrfing ...  |
|
|
|
|
|
|
3
|
Lo prenderò anche solo per Jens Rydèn, adoro le sue scream, sarà un caso ma da quando è andato via lui i Naglfar non ne hanno più azzeccata una. |
|
|
|
|
|
|
2
|
il disco è bellissimo, con alcune novità e tanta, tanta qualità. 85 meritato. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Sto sbavando...dovrebbe arrivarmi a giorni! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Mot Helgrind 2. Fordom 3. Veners förfall 4. Illvilja 5. Kamp 6. Relik 7. Vindöga 8. De ödeslösa
|
|
Line Up
|
Jens Rydén (voce) Patrik Lindgren (chitarra) Fredrik Hernborg (chitarra) Peter Löf (tastiera) Joakim Kristensson (basso) Dennis Ekdahl (batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|