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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 2369 letture )
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Il nome di questa band deriva da una spada presente in numerose leggende scandinave, leggende alle quali i Thyrfing rendono particolarmente giustizia in questa prima parte di carriera attraverso testi fortemente ispirati alla propria storia e mitologia, a diversi racconti sui vichinghi e, infine, alla denuncia verso gli invasori cristiani, rei di aver distrutto millenni di tradizioni. È chiaro dunque come anche questa nuova realtà svedese risenta del forte influsso dei Bathory e si ponga in linea con quei gruppi che rappresentano il viking di fine anni Novanta (Windir, Einherjer, Manegarm, Mithotyn, giusto per citarne alcuni).
Il sound dei Thyrfing è tanto semplice quanto efficace: i nostri propongono un viking black metal crudo e diretto verso il quale risulta impossibile restare indifferenti durante l’ascolto. Il carattere primordiale e allo stesso tempo melodico della band li pone in una condizione tale da poter esprimere qualsiasi cosa attraverso la propria musica: durante l’album è infatti normalissimo passare da attimi di pura violenza comandati dai blast beats, a momenti più epici e battaglieri gestiti dai sintetizzatori. Inoltre la registrazione si rivela non proprio pulitissima (ogni strumento è comunque riconoscibile senza problemi), ma questo, invece che diventare un punto a sfavore, si dimostra in realtà un fattore positivo che permette al disco di acquisire ancora più carica sia a livello sonoro che a livello emotivo. Questo lato “grezzo” non è comunque la sola caratteristica a vantaggio di queste dieci canzoni, bensì è importante evidenziare l’eccellente lavoro al sintetizzatore di Peter Löf, il quale riesce sempre a proporre l’atmosfera adatta rendendo i pezzi prima evocativi, poi incalzanti e poi ancora ricchi di influenze folkloristiche, il tutto senza mai cadere nella banalità o nella ripetitività. In sostanza l’omonimo debutto dei Thyrfing gioca tantissimo su questa “ambiguità” tra i suoni elettronici (a volte onirici e particolarmente delicati) e la ferocia del black metal, dove quest’ultimo viene ulteriormente rinvigorito dall’ottima prova allo screaming di Thomas Väänänen, il quale è in grado di trasmettere direttamente le svariate sensazioni contenute in ogni singolo brano. In più è doveroso citare anche l’ottimo lavoro delle voci pulite e quindi dei cori: questi vengono inseriti solamente un paio di volte in Raven Eyes e nella spettacolare Going Berserk, ed è proprio grazie a questo uso limitato che quando le parti corali entrano in gioco riescono a rendere l’atmosfera generale ancora più caratteristica e impregnata di immagini relative a miti e leggende di tradizione nordica.
Nel complesso il disco non presenta attimi di noia e il tutto scorre con relativa facilità, grazie anche al fatto che, nella loro interezza, le canzoni risultano essere particolarmente veloci e soprattutto tendono a variarsi continuamente, dunque diventa difficile accusare i Thyrfing di ripetitività. In più i pezzi si alternano molto bene passando da quelli un po’ più “calmi” e maggiormente accostabili al classico viking metal, a quelli caratterialmente più tradizionali e violenti, oppure addirittura ad altri come A Burning Arrow, dove i synth e il punk (o il black più minimale) vengono a stretto contatto con risultati senza dubbio ottimi. La mancanza di ricami eccessivamente melodici o di ridondanti parti acustiche va ulteriormente a favore dell’esito complessivo del disco, il quale non perde mai il proprio ritmo continuando ad aggredire l’ascoltatore con le proprie soluzioni dirette ma efficaci. Dal punto di vista estetico è possibile apprezzare una tra le prime opere artistiche di Kris Verwimp per quanto riguarda questo genere, infatti il disegnatore belga era al momento più concentrato verso il black (Absu, Marduk, Avatar) e verso il mondo fumettistico (Odoric). Anche il booklet è decisamente semplice, le pagine sono semplicemente costituite da particolari contenuti nell’artwork e da una suggestiva immagine finale dove è presente la band immersa in uno dei tanti spettacolari paesaggi scandinavi.
In sostanza quello che abbiamo di fronte è un eccellente debutto che merita assolutamente di essere ascoltato, sia per inquadrare la complessiva evoluzione che i Thyrfing hanno compiuto nel corso della loro carriera, sia per potersi avvicinare ad un album che possa veramente essere accostato al filone viking e che sia realmente in grado di trasmettere determinate emozioni e sensazioni. Se dunque avete voglia di un po’ di grezzo folklore nordico, questo disco fa sicuramente al caso vostro.
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4
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Nel mio cuore c'è e rimarrà per sempre Valdr Galga però... |
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3
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Un bel debut, grezzo, senza fronzoli e discretamente evocativo...un 7.5 se lo piglia tutto. |
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2
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Buon disco, ma niente in confronto a Urkraft. |
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1
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Ottimo disco e bella recensione... Bravo Giacomo. Mi trovo in linea con parole e voto. Pure per me 80. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Raven Eyes 2. Vargavinter 3. Set Sail to Plunder 4. Ur Askan Ett Rike 5. Celebration of Our Victory 6. A Burning Arrow 7. En Döende Mans Förbannelse 8. Hednaland 9. Wotan's Fire 10. Going Berserk
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Line Up
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Thomas Väänänen (Voce) Patrik Lindgren (Chitarra) Peter Löf (Sintetizzatore) Kimmy Sjölund (Basso) Joakim Kristensson (Batteria)
Musicisti Ospiti Markel Månson (Voce) Henke Svegsjö (Voce)
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RECENSIONI |
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