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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Clientelle - Destination Unknown
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( 992 letture )
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Lo abbiamo ripetuto infinite volte ed altrettante probabilmente lo faremo, ma molti gruppi finiti nel dimenticatoio e/o mai usciti dall’anonimato quasi assoluto, oggi ricordati solo da una ristretta schiera di cultori di un certo genere, non avevano in realtà nulla da invidiare a quelli posti sotto i riflettori. In altri casi invece, magari erano oggettivamente inferiori in senso assoluto, ma comunque degni di avere almeno un po’ di quella visibilità invece mai raggiunta. Al giorno d’oggi, infatti, farsi notare è infinitamente più semplice di quanto non lo fosse all’alba degli anni 80 -almeno in via teorica-, quando per ogni gruppo che sfondava, mille altri rimanevano confinati ad un giro cittadino, regionale o poco più, anche quando riuscivano ad incidere un disco. Uno dei nomi riferibili a questa fattispecie è quello dei Clientelle. La band nacque nel 1978 e fu attiva fino al 1985, suonando moltissimo dal vivo (con Lionheart ed Angel Witch tra gli altri), producendo in questo lasso di tempo un singolo ed un album ambedue divenuti oramai ultra-rari, prima di sciogliersi a causa dell’impossibilità di mantenere una line up stabile, con la conseguente perdita di identità del gruppo. Eppure i Clientelle non erano affatto male. Una volta poste in relazione le date riguardanti la nascita del gruppo e l’anno di uscita dell’album, è facile evincere quali fossero le sonorità della proposta dei Clientelle: N.W.O.B.H.M. di quella primigenia, più irruente, ingenua, fresca e divertente possibile, con tutti i pro ed i contro ravvisabili al giorno d’oggi, a distanza di oltre trent’anni. Volendo dare un punto di riferimento noto a tutti, uno dei gruppi simili per suoni ed atteggiamenti erano i Tygers of Pan Tang di Wild Cat, non a caso uscito pochi mesi prima.
I Clientelle probabilmente non possedevano la classe e la carica dei Tygers, ma erano in grado di confezionare brani spiccatamente melodici ed allo stesso tempo aggressivi per l’epoca. In particolare Play to Win, Destination Unknown, Nice Girl e Missing Persons si facevano preferire, ma l’intera tracklist -costituita dai tre pezzi del singolo più sei composti in seguito- era molto godibile, a patto di non pretendere particolari raffinatezze sotto nessun profilo (men che mai quello produttivo) per valutare solo l’immediatezza delle melodie e delle interpretazioni ed il festoso brio con cui si approcciava il metal, all’epoca ancora in forma embrionale.
Destination Unknwon fu stampato dalla piccolissima Banana Records, una delle micro etichette che animavano il sottobosco della N.W.O.B.H.M., in sole 500 copie, pertanto reperire l’originale è praticamente impossibile, tranne che non lo abbiate acquistato all’epoca. La band però, in occasione del ventesimo anniversario dell’uscita dell’album, ha provveduto a ristampare il tutto includendo alcuni contenuti supplementari. Il CD dovrebbe pertanto essere reperibile tramite il loro sito, tranne che nel frattempo non sia andata esaurita anche quella tiratura ormai risalente a circa dodici anni fa. Destination Unknown non è un capolavoro, ma si tratta un disco che probabilmente ha girato molto sul piatto di qualche appassionato della prima ora ed una romantica testimonianza dei tempi andati.
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Posseggo il vinile originale autografato dai quattro componenti, reperito però non all'epoca bensì in seguito, grazie al mercato collezionistico. A parte la mera valutazione numerica (imho troppo bassa), condivido la sostanza della recensione, anche per quanto riguarda le analogie evidenti con i più conosciuti Tygers of Pan Tang. Secondo me Destination Unknown è un album più che buono, che merita di essere avvicinato ad altri classici del periodo, quali No Quarter, Jameson Raid, Limelight, Trespass, Warrior, Legend, etc. etc. Voto 78. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Play to Win 2. My Lady 3. Can’t Forget 4. Destination Unknown 5. Nice Girl 6. Sky Flyer 7. Missing Persons 8. Bike 9. Missing Presumed Dead
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Line Up
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Roy Powell (Voce, Chitarra) Rik Taylor (Chitarra, Voce) Stevie Trudgett (Basso, Voce) Phil Goodfellow (Batteria, Voce)
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RECENSIONI |
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