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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3588 letture )
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Si può tirare un gran sospiro di sollievo quando si parla di nuovi gruppi del nostro panorama musicale che riescono ad emergere dalle paludi ristagnanti dell’underground. Sono riusciti nell’impresa i parmensi Caronte, velocissimi nell’uscire sul mercato con il loro primo full-length dopo appena due anni di gavetta. Gruppo che con un solo EP in cantiere si è ritagliato una discreta visibilità dovuta anche alla partecipazione allo Stoned Hand Of Doom, famoso festival a tema della capitale, nel maggio 2012. Con l’uscita di Ascension, sotto l’etichetta discografica Low-Fi Creatures, i quattro emiliani hanno potuto calcare il palco come spalla di band quali Grand Magus e niente meno che Angel Witch. Splendida ed illuminante l’immagine scelta per la copertina, che incontra esoterismo e cultura pellerossa degli indiani d’America.
L’opener Leviathan ci trascina lentamente nell’oscurità sonora offertaci da questi quattro ragazzi, fatta di tematiche occulte e misteriose come insegnato dai padrini Black Sabbath e portate avanti anche da svariati altri discepoli come - ad esempio - gli Electric Wizard. Si comincia poi subito con la spettrale ugola di Dorian Bones, ex cantante dei Whiskey Ritual, dai toni cupi e demoniaci in stile Glenn Danzig. Dietro la batteria invece siede Mike De Chirico degli Shinin’ Shade , mentre la line up si completa con altri due dei tre "fratelli": Henry Bones al basso e Tony Bones alla chitarra, a cui è affidata la struttura semplice e abbastanza caratteristica del brano, forte di una distorsione incisiva e di mini-assolo con utilizzo del pedalino wah-wah . Il singolo promozionale Ode To Lucifer rincara la dose, racchiudondo la pesantezza di fondo e la già citata distorsione in un riff monolitico ed originale, tutto mentre il singer Dorian può mostrare la qualità, e anche la quantità, delle sue proprietà vocali, impiegate qui in un cantato coinvolgente che raggiunge il suo acme con una energica nota lunga verso le battute finali. Sulla fantasmagorica Sons Of Thelema aleggia un tema funereo e cimiteriale, particolarmente "sabbathiano", dalle solide fondamenta che sposa perfettamente l’approccio canoro usatovi. Horus Eye, dal titolo esotico, coinvolge nuovamente per la struttura efficace e lineare con dei buoni inserimenti di chitarra (in cui si fa risentire il wah-wah) . Black Gold è stato uno dei pezzi contenuti nel loro primissimo EP intitolato Ghost Owl (di cui si parlava poc’anzi), la durata è stata ridotta da venti a otto minuti e grazie a queste modifiche è ora in grado di stregare l’ascoltatore grazie ad un ritornello orecchiabile e facile da ricordare, un'invocazione alla forze maligne intonate dal cantante a colpi di: "Satan! Satan! ". Arriva poi l’immersione nel "limbo" sonoro di Solstice Of Blood, la cui introduzione (basata sull’uso di strumenti molto riverberati) dura quasi un minuto prima di esser scossa da una ritmica lenta e simile ad una marcia, nella quale si inserisce un chorus dai toni neri come la pece. Si chiude il cerchio con la mistica Navajo Calling, avvolta da un aura cosmica e da un sound grumoso, la cui strofa si trascina lenta e sofferente verso un ritornello che ha molto in comune con la famosa forma di musica/danza dei nativi americani detta "pow-wow". Anime inquiete e spiriti tormentati sembrano scaturire fuori da questi suoni e da questi versi piuttosto evocativi, autentici presagi di quella che pare una vera e propria maledizione.
Dunque un ottimo lavoro che non poteva che portare degli ottimi risultati, riscontrati già in parte con la notorietà che stanno meritatamente guadagnando. La punta di diamante non può che essere la prestazione vocale trainante e carismatica del singer, una merce estremamente rara in questo paese, capace di conferire la giusta spinta e una grande solidità. I sette pezzi sono tutti ben architettati e nel complesso anche bel amalgamati tra loro, evitando così cali di intensità troppo bruschi durante tutta la durata dell’ascolto.
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2
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Mettete la recensione di Caronte dei Trip! |
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purtroppo ancora non lo ascolto..ma dalle varie recensioni lette qua e la deve essere un lavoro estremamente interessante...sono particolarmente contento dello spazio che si stà ritagliando questa band italica! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Leviathan 2. Ode to Lucifer 3. Sons of Thelema 4. Horus Eye 5. Black Gold 6. Solstice of Blood 7. Navajo Calling
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Line Up
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Dorian Bones (Voce) Tony Bones (Chitarra) Henry Bones (Basso) Mike De Chirico (Batteria)
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