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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Graveland - Pamiec I Przeznaczenie
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( 3065 letture )
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Gli artisti che scelgono di registrare più volte un proprio album sono sempre stati molti, e non sono rari i casi in cui la decisione ha portato un risultato migliore del precedente, anche se a mio parere è addirittura più frequente la situazione inversa. I motivi per cui una band o un musicista decidono di tornare in studio ad incidere materiale già registrato sono vari: può trattarsi di demo ri-registrate in qualità più alta, di brani registrati in passato con una diversa line-up, oppure dell’anniversario di un grande album. Io personalmente sono molto diffidente riguardo a questo tipo di scelta e probabilmente comprendo solo quella di ri-registrare materiale demo, ma capisco anche che i musicisti cerchino sempre di dare la realizzazione migliore per i proprio brani, senza magari rendersi conto che il risultato può essere notevole anche con qualche piccola imperfezione.
In questo caso lo storico progetto Graveland di Rob Darken riporta alle stampe un disco del 2002, Memory and Destiny , amatissimo dai fan e considerato uno dei suoi migliori album dopo la svolta pagan/viking. Non si tratta di una vera e propria ri-registrazione visto che gli unici strumenti che vengono incisi una seconda volta sono la batteria, la voce ed il violino, il resto è semplicemente soggetto a una revisione di mixing e mastering. Un cambiamento radicale oltre alla resa degli strumenti è rappresentato anche dai testi che sono portati dall’inglese al polacco.
Il cambiamento fra i due dischi c’è senza dubbio, è innegabile che le chitarre abbiano un suono meno grezzo e più professionale e che il suono di un vero violino (suonato da Alruna dei Wallachia) sia del tutto diverso da quello campionato. Ma saranno degli elementi sufficienti per tornare ad incidere un intero disco in studio? Le chitarre grezze e sporche danno indubbiamente un tocco più spettrale ed affascinante al tutto, e sostituendole con delle chitarre più professionali, l’atmosfera ne risente parecchio. La resa sarà dunque migliore, ma il lato artistico ed evocativo a mio parere era già ottimo nella prima versione del disco.
Riguardo all’aspetto prettamente musicale (che è dunque valido per entrambe le versioni), questo disco è inquadrabile nella seconda fase del progetto Graveland meno orientato verso il black metal e più vicino ad un viking metal atmosferico e sinfonico, perfetto per i testi a tematiche pagane scritti da Rob Darken. La musica è ispirata palesemente ai Bathory di Quorthon e in alcuni passaggi il rimando risulta incredibilmente esplicito (basti pensare alla title track). Il resto si muove su coordinate pagan e black metal con moltissimi accenni folk, il tutto ovviamente arricchito da un’orchestrazione molto suggestiva. Si tratta quindi di un album di buonissima qualità e piuttosto omogeneo.
In conclusione si può dunque affermare che non era necessario rilasciare una seconda volta un disco che valeva già molto; inoltre come già detto prima non sempre ciò che è imperfetto va ridimensionato. Pensiamo a un capolavoro come Filosofem di Burzum, ri-registrandolo in contesto più pulito e professionale perderebbe praticamente tutto il suo fascino artistico ed evocativo, e possiamo dire quasi lo stesso in questo caso. L’idea dei testi in polacco e del vero violino sono invece buone, ma comunque non un pretesto sufficiente per dare una seconda vita ad un buonissimo album come Memory and Destiny.
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6
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Non il mio album preferito di Darken...ma comunque il solito album che trasuda epicità e fierezza...Da ascoltare e dedicare al solito troll che inquina il sito e questo tipo di recensioni!!....voto in linea |
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5
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Mi trovo d'accordo con Piggod, ho avuto l'occasione di ascoltarlo sul tubo un paio di sere fa e mi è sembrato un lavoro più che discreto, anche se effettivamente i richiami ai Bathory in certi momenti mi son sembrati quasi eccessivi. |
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4
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Dopo averlo ascoltato qualche volta dico che è la prima volta che mi trovo a dire che la riregistrazione è meglio ell'originale e che merita di essere ascoltata. Miglior produzione dei Graveland del periodo Bathory (magari è prematuro affermarlo, però questa è la mia impressione). |
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3
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questo non l'ho ascoltato, ma è da un po' che continua imperterrito a fare sempre le stesse cose... |
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2
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Se non altro si è deciso a usare la sua lingua madre... |
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1
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attendo con impazienza la recensione di Thunderbolts of the Gods |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Los Wojownika 2.Klejnot Atlantow 3. Pamiec I Przeznaczenie 4. Legion Gigantow 5. Runy Przebudzenia
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Line Up
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Rob Darken (tutti gli strumenti, voce)
guest: Alruna (violino)
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RECENSIONI |
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