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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Un concept album sugli elementi? Probabilmente ciò, in prima battuta, non farà pensare a qualcosa di particolarmente originale. Tuttavia, sarà sufficiente inserire Elements nel lettore per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un lavoro davvero innovativo, che ha fissato nuovi standard non solo per il progressive death, ma anche per la maniera di intendere i concept album in ambito metal. Perché l’ultimo (almeno sino all’album post-reunion del 2010, Jupiter) nato in casa Atheist stupisce non solo per la tecnica incredibile e per le idee strabilianti in campo strumentale, ma anche per la cura riposta nella creazione di un’atmosfera ben precisa, di un percorso nel quale musica e testo procedono tenendosi mano nella mano fino allo sbalorditivo epilogo.
Ogni traccia di Elements tratta di un preciso aspetto del nostro pianeta e della sua correlazione con l’essere umano, scellerato ed arrogante; troviamo anche quattro brevi interludi strumentali che collegano tra loro alcune canzoni. L’album si apre con Green, che accoglie con un sereno arpeggio acustico prima di esplodere in una canzone trascinante, decisa, specchio perfetto dello sdegno delle piante trattate in modo ingrato, sradicate e tagliate via per l’interesse dell’uomo. Il giusto spazio è lasciato tuttavia anche a dei break, che riprendono la melodia di apertura e la arricchiscono con stacchi di basso e assoli virtuosistici, a simboleggiare la bellezza e la generosità di queste forme di vita assolutamente indispensabili per la sussistenza stessa dell’uomo. Immediatamente si nota il discostamento dei nostri dalle componenti thrash che ancora caratterizzavano Unquestionable Presence, in favore di un approccio sempre più sperimentale, di un ibrido più concentrato sulle influenze jazz e, soprattutto, latine. Dopo la splendida Water, è soprattutto Samba Briza a sottolineare l’ulteriore evoluzione della band: si tratta di un pezzo assolutamente inaspettato per l’epoca, straniante nella performance al basso ed alla batteria, nell’uso del pianoforte e nel gusto assolutamente extra-metal della composizione, che tuttavia non stona affatto in un album come questo. Proseguendo, troviamo l’affascinante Air, una delle tracce più lunghe dell’album e particolarmente riuscita nel sintetizzare in musica le sensazioni provate grazie al vento ed alle correnti aeree. La coppia Animal/Mineral si dimostra memorabile e qualitativamente meritevole, grazie ad un ottimo lavoro, rispettivamente, di chitarra e sezione ritmica. Fire è forse la canzone più orientata al jazz/fusion, mentre Earth è sviluppata su una struttura molto creativa e multiforme, con passaggi quasi rhythm & blues. A chiudere perfettamente l’album, troviamo l’epica title track, una sorta di compendio dell’intera opera, musicalmente e testualmente, che gioca con cambi di tempo ed implementazioni di misure inconsuete.
Narra la leggenda che gli Atheist, in procinto di sciogliersi, per ragioni legate ad impegni con l’etichetta discografica abbiano composto e registrato Elements nell’arco di soli quaranta giorni. La cosa sbalorditiva è che Elements non suona raffazzonato, messo assieme alla buona. Le tre chitarre di Shaefer, Burkey ed Emmi macinano riff su riff e si esibiscono in assoli complicati ed il tutto suona ragionato fino all’ultima nota. La voce del frontman, poi, vive i testi alternando il suo caratteristico timbro tagliente con sezioni parlate e sussurrate in maniera assolutamente non casuale. Che dire, infine, della sezione ritmica composta da Tony Choy e Josh Greenbaum? È il vero punto di forza dell’opera: il gusto e l’innovazione applicati alle linee di basso e batteria non paiono certo figli di un processo compositivo forzato e frettoloso. La cura certosina degli Atheist non si ferma qui, ma risplende anche nel concept, negli splendidi testi e nel magnifico artwork. Nemmeno la produzione appare improvvisata, anzi dona pienezza e spazio ad ogni strumento, specialmente al basso, mantenendo al contempo un feeling splendidamente da vecchia scuola.
Elements è un album audace, innovativo, terribilmente tecnico e splendidamente curato, parto di una band assolutamente preparata, efficiente e consapevole delle proprie capacità e risorse. Il suo unico limite, se vogliamo, è l’essere arrivato dopo un classico indimenticabile come Unquestionable Presence. Tuttavia, lasciandosi alle spalle scomodi ed insensati confronti, una cosa è subito chiara: la classe non è acqua e nemmeno fuoco, aria o terra. Gli Atheist ne hanno da vendere e con Elements non mancano di dimostrarlo per la terza volta.
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Scritto e registrato in 40 giorni, il tempo che un brocco come me impiega per preparare una canzone semplice....assurdo! Qui il termine capolavoro non mi sembra eccessivo anche perché ne gli stessi Atheist ne altri gruppi sono stati in grado di replicare cotanta beltà. Un concept divino su tutto ciò che ci circonda e su ciò che il pianeta Terra ci regala. Voto 99 |
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il miglior disco metal di sempre, e Shaefer lo ha dimostrato ancora una volta nel recente tour |
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Capolavoro della definitiva maturazione della band. Di fronte a brani come Water, Air o la title-track c'è solo da togliersi il cappello e genuflettersi. A me fa piacere magari di più ascoltare gli album precedenti, un po' più aggressivi, ma è chiaro che è solo una questione di gusti. Credo che oggettivamente i primi 3 album di questa immensa band siano assolutamente da incorniciare. Voto 93 |
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Sublime,scoperto un mondo con questo album,mai sentito un grupo death cosi inovativo,inoltre bella recensione,complimenti... |
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Non per niente ITP é stato il mio primo disco dei Death, cosa credi? (ammetto però che non é il mio preferito). |
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In questi termini non posso che essere d'accordo, Andy aveva parlato di triade perfetta (a onor del vero rileggendo ha anche detto che caratteristiche avevano quei 3 capolavori, quindi avrei potuto seguire il tuo ragionamento) e io considero Individual l'album metal migliore di sempre, quindi catalogabile come perfetto di prog, sono d'accordo, c'è poco o niente, di tecnica ce n'è a secchiate in compenso! |
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@The Preacher: In effetti anch'io l'ho sempre considerato parte del mitico "technical death 1993", ma da un punto di vista strettamente prog, di sperimentazione, è quello meno significativo (mi piange il cuore) in quanto prosegue e porta al parossismo la svolta tecnica di Human (quello sì che sperimenta!) senza tuttavia innovare come fecero in quell'anno Atheist Cynic e Pestilence. Non a caso tutte e tre quelle band, avendo "osato troppo" si sciolsero di lì a poco, mentre i Death proseguirono mutando sound nei successivi album. Tutto ciò lo dico da fan assoluto di Chuck eh . |
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@Andy '71 calma, nel '93 è uscito anche Individual Thought Patterns, deve per forza avere un posto nel tuo elenco! |
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Capolavoro!1993,l'anno della triade perfetta,Atheist"Elements",i Pestilence"Spheres"e i Cynic con "Focus",annata strepitosa questi sono 3 capolavori assoluti,dove le similitudini sono molte,soprattutto la voglia di osare,di progredire,di mescolare vari elementi.....Voto 95! |
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che goduria sentire il basso in quest album... davvero bellissimo. di death c'è la voce e qualche riff, ma nulla più, è progressive nel vero senso del termine! |
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Grazie a voi ragazzi, in primo luogo per lo spirito con cui affrontate le cose (ancora più apprezzabile dei già ottimi interventi), ma sfatiamo un mito: è vero che non si ha mai finito di imparare ed il sottoscritto, credetemi, è il primo a doverlo fare. Un mio ipotetico articolo su quest'opera sarebbe stato sicuramente più condizionato da motivazioni affettive (vedasi anche il commento), ma fa davvero piacere trovare su questa comunità persone con le quali condividere la passione comune della musica mediante una dialettica improntata sul reciproco rispetto, la voglia di accrescere le proprie conoscenze e di condividerne la portata con altri. |
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Gran disco, gli preferisco leggermente i primi due (forse per la venatura thrash ) ma siamo su valori di eccellenza. |
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Adoro il loro modo di suonare dopo di loro adoro gli OPETH,,,, sono per me gli unici gruppi che hanno unito veramente il Prog al death,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, Mi tolgo il cappello al cospetto del creato ed al suo ordine ammirevole Formato da un qualcosa che non manca di nulla, qui Un qualcosa di così divino, Uno spettacolo di elementi,,,,,, HTEPO,,,,,,,,,,,,,, |
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Vi ringrazio per i complimenti, ragazzi. Anche io ne ho di strada da fare (moltissima), ma sono felice che il mio scritto sia stato all'altezza del signor disco che ho trattato  |
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Grazie,Nightcomer, ma sappi che io "invidio" la tua cultura musicale esagerata e anni d'esperienza. Più ascolto musica e più capisco che in realtà non so niente ! Si impara sempre e si può sempre imparare qualcosa da qualcuno,basta avere l'umiltà di ascoltare/leggere/informarsi e abbassare la testa e ammettere quando si cappella alla grande. Ho una grande stima delle tue conoscenze musicali e un tuo complimento mi lusinga molto. Rinnovo anche i complimenti a Federico,per aver scritto una recensione davvero esaustiva e professionale su un disco,che ripeto,per è un argomento "spinoso" da trattare dal mio punto di vista. |
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Conosco questo disco dal periodo in cui uscì ed ammetto di provare una strana sensazione nel leggere rece e commenti, non tanto per il loro contenuto (che apprezzo), quanto per gli anni passati... Sigh... Mi sembra l'altro giorno quando girava incessantemente una cassetta contenente Elements e Thresholds dei Nocturnus (a breve sarebbero arrivatI anche i supporti originali)! Che anni e che lavori, musicalmente parlando... Ne è la testimonianza il fatto che oggi praticamente tutti riconoscano il valore di queste opere e dei musicisti che le hanno plasmate. Sottoscrivo il commento del buon xutij, che forte della sua giovane età ha tutta la mia invidia (in senso buono ), nonché l'entusiasmo che ricordo di aver anch'io provato di fronte ad un simile album. In quanto ad Elements c'è poco da aggiungere: è la degna conclusione di un percorso di trasformazione effettuato da una band straordinaria, sia per doti tecniche che espressive. |
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Qui si può tranquillamente parlare di "vero capolavoro" senza mezze riserve e dubbi di sorta, questo per quanto mi concerne è Prog nel vero senso del termine ed in merito mi trovo d'accordo con xutij. |
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Disco geniale ancora oggi, figuriamoci nel 1993. Per una semplice questione di gusto personale (in generale non sono un grande amante del Prog) lo metto sotto ai primi due, ma quello che conta è che qui si parla di Arte. |
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10
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Capolavoro assoluto! Questa recensione capita proprio nel periodo in cui ho cominciato ad ascoltarlo dopo aver assaporato bene le prime due perle... Che dire, probabilmente il migliore, mi fa impazzire la commistione di ritmi latini e il loro Death con la voce lancinante di Shaefer! Per ora voto 93 come il recensore (complimenti!), quando l'avrò consumato voterò ma credo che si aggiungeranno un paio di punticini |
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9
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Capolavoro immancabile. |
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Incredibile, innovativo fino al midollo e bellissimo. Lo metto appena sotto Unquestionable Presence per pura questione di gusto, ma questo é il loro culmine di sperimentalismo. Complimenti a Federico per l'ottima recesione e a xutij per la splendida analisi . |
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Technical Death Metal, Progressive Death Metal, = ATHEIST !!!!!!!!! da avere tutta la loro discografia, punto e basta, dei veri geni. 100/100 . |
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C'è troppo caldo per scrivere...Voto 100..così rende l'idea.. |
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Torno ora per un commento più approfondito. Prima di tutto faccio i complimenti a Federico per la recensione obbiettiva che ben descrive i "sentimenti" di questo disco epocale,io al suo posto non ci sarei riuscito,perdendomi in continue e logorroiche adulazioni senza descriverlo in pieno. Questo a Federico non è successo,anche se è di un disco difficile da trattare,quindi bravo ! Anche se il disco viene classificato come Prog Death, a mio avviso la componente Death è superficiale. Qui siamo davanti a un puro Prog Metal,se possibile ancora più "folle" del predente Unquestionalble Presence (che guarda caso è stato la mia sveglia di stamani ) Prog,dunque ecco cosa è nel suo nucleo questo disco,al di la' dei suoi rivestimenti Death,Fusion o Latini che dir si voglia. Contestualizzato nella sua epoca,il '93, si capisce in che nuova prospettiva stavano andando i cinque del Sarasota Mentre i Pestilence si davano all'esplorazione in massa dei sintetizzatori e architetture musicali fredde e "spaziali"; i Death si dedicavano all'esaltazione tecnica - esecutiva, gli Atheist,ma anche i Cynic, si aprivano a una musica più "viva", più calda e più sentita.Proprio queste atmosfere calde,vive e quasi spensierate-miracolo della musica latino americana ! - rendono,non solo musicalmente, lontano il disco dal Death Metal. E' proprio un distaccamento di mentalità che lo rende diverso da tutti i dischi Death usciti fino a quell'anno ! Si,pure Focus, che ne condivide in parte le intenzioni, è più Death di Elements. Tant'è che se dovessi scegliere un disco per rappresentare la stagione estiva sceglierei senza indugio alcuno proprio questo album : Rinfrescante come un bicchiere di acqua gelida in un pomeriggio particolarmente afoso,armonioso come il vento che placidamente smuove le fronde degli alberi con le rondini che svolazzano libere in cielo,maestoso come il cielo stellato di una notte d'estate. E' anche incredibile pensare in che condizioni è stato composto questo disco, un nuovo batterista (sicuramente più adatto di Flynn per la materia proposta ), un nuovo chitarrista solista,il mostruoso Frank Emmi, a sostituire Shaefer impossibilitato come solista, ben amalgamato a Burkey - l'unico,insieme alla voce di Shaefer, a essere presente nei dischi precedenti- e in fine Choy,che entra veramente nel gruppo dopo essere stato l'esecutore delle ultime "volontà musicali" del sottovalutatissimo Roger Patterson. Oltre le canzoni cantate,che formano un bella favola ecologica, ci sono,infine, quattro pezzi strumentali,che a mio avviso presentato un sub-concept se così possiamo chiamarlo,ovvero le prime due che fanno d intro/outro a Air e le altre due che fanno lo stesso con Earth,un caso ? Aria e Terra (intesa come il nostro pianeta),due sfere che si includono una sull'altra,quasi essendo due esatti opposti,uno prettamente solido e liquido e l'altro etereo e gassoso. Trovo quei pezzi davvero interessanti,anche se qualcuno li considera dei meri interludi, a partire da Samba Briza di cui si è già detto abbastanza, per poi continuare con Displacement e Fractal Point,ovvero due brevi e struggenti esecuzioni di chitarra da parte di Burkey,che non vorrei ricordarmi male è l'autore più proficuo del disco dato che firma tutti i pezzi tranne Samba Briza e See You Again. Quest'ultima è il pezzo strumentale che preferisco del disco,dove Emmi fa un mezzo miracolo con la chitarra acustica,da brividi ! Credo di aver scritto un po' troppo :-/ e lascio solo un ultima frase prima che mi caccino da Metallized per eccessiva parlantina. " Something so divine/The spectacle of Elements" |
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Sopra ogni cosa e ogni gruppo che ha provato solo ad avvicinarsi a questa perla di genialità. Unico. |
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3
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Mi piace di più il precedente, ma pure questo è una bomba! |
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2
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a dispetto di tutto sarà sempre il mio preferito. unico un 'emozione nuova, un dettaglio in più da scovare ad ogni ascolto( e di ascolti gliene ho dati...)... bravo fede! |
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1
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IL disco Prog Death. Voto massimo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Green 2. Water 3. Samba Briza 4. Air 5. Displacement 6. Animal 7. Mineral 8. Fire 9. Fractal Point 10. Earth 11. See You Again 12. Elements
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Line Up
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Kelly Shaefer (voce, chitarra) Rand Burkey (chitarra) Frank Emmi (chitarra) Tony Choy (basso) Josh Greenbaum (batteria)
Musicisti Ospiti: David Smadbeck (pianoforte su traccia 3)
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RECENSIONI |
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