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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Necrotic Disgorgement - Documentaries of Dementia
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( 1788 letture )
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Rimango qualche minuto su "Google Immagini" per vedere meglio la copertina dell'album. Lui passa di lì, vede le foto e dice: oh, ma chi sono 'sti marci? Sorrido e dico: i Necrotic Disgorgement. E lui lapida con un: "ma tu solo roba malata ti ascolti?".
In effetti la copertina di Documentaries of Dementia suggerirebbe un profondo disagio psicologico. In realtà, i nostri dell'Ohio non si discostano molto da ciò che sono sempre stati (vedi anche la copertina del precedente Suffocated in Shrinkwrap): degli appassionati di splatter, di tutto ciò che è grottesco, horror, fatto di sangue e sbudellamenti. Così come non si allontanano dal loro stile, impresso con il loro primo rilascio: li ritroviamo condurre (nove anni dopo il loro debutto, con un nuovo cantante e un nuovo bassista) il loro brutal/gore di sempre: tecnico, atroce, bestiale.
L'intera struttura è costruita su ritmiche spietate ed efferate, i riff colano brutalità adagiando il piombo fuso degli assoli. La chitarra risulta un elemento indipendente e di spicco, protagonista in quest'inferno che ribolle di violenza. È una chitarra torpida, che consuma moduli medio-lenti tipicamente gore, impreziositi da melodie lucide e ben definite. Ed è proprio questo l'aspetto che mi ha più rapita nell'ascolto: nonostante la pesantezza magmatica tipica del genere, si avverte il rogo insanabile di ritmiche e il ribollire di partizioni limacciose, il suono è coinvolgente, implicante. I quadri sonori sono energici, vigorosi, non ti impaludano nella loro deformità, non ti asfissiano schiacciandoti in solchi ripetitivi e ossessivi, il materiale è dinamico e assolutamente orecchiabile. La batteria ha una potenza esplosiva, è rigorosa ed espressa in modo esperto ed efficace. Il risultato è immediato, diretto; il drumwork cuce una corrispondenza tra gli strumenti che rende - come dicevo prima - l'ascolto famelico, vorace. La voce è un profondo ringhio cavernicolo che si scaglia dalle viscere, con alcuni passaggi in screaming abilmente cantati. È pertinente al sound e veste alla perfezione le descrizioni folli e pervertite dei testi. Il basso - com'è onesto che sia - rimane in sordina, tessendo un tappeto scuro che si amalgama senza grumi al patchwork strumentale. La produzione ha un suono spesso e afoso, inserisce perfettamente nel mix ogni elemento senza risultare debitoria verso nessuno. In Postmortem Fluid Evacuation colpisce il groove acquitrinoso e torbido; Crack Whore Compost è una pista derivativa e riconoscente al vecchio stile americano; Grotesque Skeletal Reconstruction è un esempio perfetto di grind: una furia ed un'aggressività vomitata per tutta la durata della lirica; He Wears The Flesh è un brano particolare, che sembra finalmente lasciarti una pausa, un alito di tregua. Ma è soltanto un sollievo apparente: le chitarre ti immergono in un vulcano impazzito che erutta rabbia e psicosi fobica esprimendo tutta l'insania annunciata dalla copertina. E' maniacalità ossessiva allo stato puro.
È un bell'album. Mi è davvero piaciuto. Come ripeto, non è un ascolto indecifrabile e proibitivo, come suggerirebbe il genere, anzi: è accessibile, interessante, soddisfacente. Ti riempie e ti sazia. Esprime una tecnicità gore/brutal sulla quale, secondo me, possono puntare anche i più integralisti deathster.
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comunque dando uno sguardo ai titoli è come se abbiano racimolato quelle poche perversioni e depravazioni ancora sfuggite ai corpse e siano riusciti a creare una tracklist tutto sommato originale... e bravi i nostri amici dai nomi improbabili! |
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Hahahahahahahaha possente iddio |
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eh eh eh, anche quella è bella!  |
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E di "Feel Good" al basso che mi dite?  |
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il batterista è il miglior porno attore del mondo!  |
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Sì, ma la pronuncia del loro cantante potrebbe essere tipo "TRICHEISI" , non renderebbe molto l'idea, piuttosto vorrei la presentazione, magari di una signorina italiana, come si fa nelle sagre paesane, allora alla batteria....JASON TRECAZZI, UN APPLAUSO.....vi immaginate il pubblico???? |
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Hahahaha aspetta solo che venga a suonare in Italia! Mi immagino già "and now a solo from our drummer... Jason Trecazzi!" Folla in delirio  |
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L'enciclopedia famosa, dà come vero nome del batterista proprio JASON TRECAZZI....sto male......mo mama..... |
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Tre bacchette supplemantari = due blast beat contemporaneamente? XD siamo sicuri che non sia un cognome fake? |
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Di sicuro sarà il più "dotato" e alla batteria fanno comodo più "membri" |
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AHAHAHA!! Trecazzi!!!  |
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solo per il nome del batterista devo ascoltarlo, lol XD |
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Ah, ottima recensione naturalmente! |
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Grande ritorno, e grandissimo album. C'è di tutto un po', dallo slam di stampo americano agli assalti sparatissimi, fino agli sprazzi melodici di scuola Gorgasm. E tutto ottimamente congegnato, il disco ha un tiro ottimo che non cala durante il disco. Non è, ovviamente, nulla di originale, ma è una release brutal veramente completa e soddisfacente. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intronitiation 2. Pincushion Pussy 3. Conceived For Incest 4. Postmortem Fluid Evacuation 5. Crack Whore Compost 6. Anal Trauma 7. Icepick Ear Sodomy 8. Grotesque Skeletal Reconstruction 9. Defecation Delicacy 10. He Wears The Flesh
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Line Up
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Jimmy Javins (Voce) Ben Deskins (Voce, Chitarra) Tony Tipton (Chitarra) Phil Good (Basso) Jason Trecazzi (Batteria)
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RECENSIONI |
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