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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Timo Tolkki - Classical Variations and Themes
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( 5790 letture )
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Sono passati oltre 10 anni dall’uscita di questo primo esordio solista di Timo Tolkki (chitarrista degli Stratovarius), ma la freschezza delle sue note è tutt’altro che da mettere in soffitta. Se amate Mattias IA Eklundh, non potrà non piacervi questo album e viceversa. A me piacciono moltissimo quegli album che hanno il potere di regalarti le sonorità e le sensazioni più sfaccettate possibili; questo “Classical Variations and Themes” è un piacevolissimo collage sonoro di risonanze di musica classica, di ritmiche orientali, di gradevolissima brutalità metal nei soli e nei riffs cattivissimi, di curioso folk e di prototipi acustici che non stonano mai. La prima song “Lord of the Rings” emana sonorità popolari che ci ricordano vagamente il particolarissimo suono del sitar e l’acustica si frappone per donare charme e passionalità; dopo breve, però, si innesta un riff d’elettrica bello dinamico e cattivo accompagnato da una batteria dal rullante energico e very anni ‘80, che fa presagire l’andazzo dell’intero album. Anche la seconda “Fire Dance Suite” è spedita e dai riffs tipici delle canzoni degli Stratovarius; in questo pezzo Timo si lancia in una prova vocale che non lascia a bocca asciutta. Emozionante “Guitar Concerto” con i suoi arpeggi di scuola mediterranea e le sue “poche note ma messe bene”, come si suole dire. La quarta “Northern Lights” attinge a piene mani dal repertorio degli Stratovarius, con temi che ricordano fortemente i brani del gruppo finnico. “Capriccio in a Minor” si sviluppa in 26 secondi di note d’elettrica pungenti e acute, palese omaggio alla cultura neoclassica. “Back to the Ice Age” riprende la sonorità dettata dal precedente aperitivo e si espande alla classica maniera Stratovarius. “Death of a Swan” è sul filone della terza: composizione rilassata in minore ispirata a Paco De Lucia e allievi. L’ottava “Soldiers Prayer” è cantata e di stampo epico. “Flying Samir” è un meticcio che da una parte rimembra il folk e dall’altra (in gran parte, anzi!) la scuola Malmsteen. Neoclassicismo portato a livelli inequivocabili. “Sunwinds” è uno dei pezzi meno graziosi, con i suoi virtuosismi forse troppo estremi, in cui sopra un sottofondo neutro si dipanano troppe note. L’ultimo giro di boa lo fa “Greensleeves”, un omaggio alla tradizione popolare più viscerale. Si chiude con la bellissima “Solitude”, un’ottima ballad dal sapore glam anni ’80, con un cantato intonatissimo e una sei corde dal suono ghiacciante, ma non per questo non pieno. Sapiente l’accompagnamento alla batteria, calibrato e preciso. Un album che piace senza ombra di dubbio a: chi cerca la potenza indiscussa dell’elettrica tipica degli Stratovarius, chi cerca ballad semplici e acustiche, chi cerca il virtuosismo (forse oramai un po’ kitsch) degli discepoli malmsteeniani e chi non è per forza un chitarrista e trova gradevoli album solisti sui generis. Un ascolto è d’obbligo!
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Lord of the Rings 2. Fire Dance Suite 3. Guitar Concerto 4. Northern Lights 5. Capriccio in a Minor 6. Back to the Ice Age 7. Death of a Swan 8. Soldiers Prayer 9. Flying Samir 10. Sunwinds 11. Greensleeves 12. Solitude
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RECENSIONI |
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