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Spanking Hour - Divination
( 4129 letture )
Il progetto Spanking Hour nasce in quel di Parma nel 2007 a seguito dell’incontro tra John K., Quinta e Nicola “Gio” Giovati, ma bisogna aspettare il 2009 perché il combo trovi in Franco Campanella, dotato singer milanese di grande esperienza, l’uomo giusto per completare la line-up del gruppo; i quattro quindi danno alle stampe un promo, seguito l’anno successivo dal full Revo(so)lution che uscirà sotto Buil2Kill Records: la label dimostra di aver fiducia nella band ed ecco quindi i Nostri entrare durante l’arco del 2012 nei Realsound Studios e partorire infine questa nuova fatica, intitolata Divination. La maturazione e i miglioramenti compiuti in questa release dagli Spanking Hour sono evidenti e hanno quasi dell’incredibile, probabilmente dovuti -oltre alla grande ispirazione che la permea- anche all’accresciuta amalgama tra i membri stessi.

Ma passiamo ad analizzare nel dettaglio questo Divination. La prima cosa che salta all’occhio è il curatissimo artwork ad opera del bassista dei Septicflesh Seth Siro Anton, una garanzia (l’artista greco ha infatti già collaborato con band del calibro di Moonspell, Exodus, Kamelot, Soilwork e tantissime altre): sempre magnifiche le sue copertine raffiguranti inquietanti creature da incubo e notevole anche l’interno del booklet, un ulteriore pregio che si va ad aggiungere ai molti di questo sorprendente disco. Sì, perché a parte la splendida veste grafica, i contenuti non sono da meno, anzi. La produzione, a cura della band stessa, è moderna e potente come si addice alla proposta prettamente groove/thrash, col risultato quindi di un sound particolarmente pesante e pieno, esaltato dai bassi che spiccano in maniera più che adeguata. Gli emiliani si rifanno alle sonorità tipiche dei Mostri Sacri del genere e in particolare rievocano i Machine Head: ascoltando il “Motherfucker!!!!” di Campanella in apertura di Personal War non possono non tornare alla mente le urla sguaiate tipiche di Robb Flynn. Un’altra cosa che accomuna gli Spanking Hour alla band di Oakland è l’uso della chitarra acustica (l’intro Fragments) che contrasta con i riff monolitici e opprimenti, palm mute a volontà e il drumming spaccaossa delle altre composizioni; infine, come negli ultimi lavori di Flynn & Co., si nota il fatto che i pezzi, assai articolati, constano di una certa lunghezza (intro a parte, il più breve supera i sei minuti), non risultando comunque per nulla stancanti o di difficile assimilazione; si può mettere il disco a rotazione più volte e il tempo passerà in fretta nonostante la sua ora abbondante di durata. Dopo l’eterea apertura chitarristica di cui si è appena detto, arriva la prima botta e rimaniamo annichiliti: Echoes of Violence è una scheggia impazzita e il vocalism di Franco Campanella (autore di tutti i testi) trasmette appieno la rabbia insita nelle lyrics, denotando la furia del pezzo in tutta la sua brutalità, non tralasciando un break più cadenzato e un chorus coinvolgente. Personal War ci passa sopra con la stessa delicatezza di un carro armato sopraffacendo i nostri timpani con la sua furiosa carica, mentre la successiva Against ha un retrogusto quasi southern, con un riff che sembra uscito da uno degli ultimi dischi dei Pantera; Parody ha una parte di basso interessantissima e una ripartenza fatta di stop n’ go e cambi di tempo a dir poco avvincente, a dimostrazione della grande tecnica dei musicisti sempre precisi e puntuali nell’esecuzione. Davvero apprezzabile anche la citazione presente in Symptoms, la quale vede come intro un dialogo tra Jack Torrance -la voce di Nicholson è tutto un programma- e l’inquietante barman fantasma Lloyd, tratto da quel capolavoro cinematografico che risponde al nome di The Shining; la botta che segue spingerebbe al pogo incontrollato anche una statua di marmo tanto è coinvolgente! La bellissima The End è una semi-ballad che si avvale della formula arpeggio/bordata/arpeggio: dapprima si parte con un refrain quasi ipnotico che ci avvolge, salvo darci subito la sveglia con la parte più movimentata fatta di violenza sonora e mazzate a tappeto, per concludere infine con le stesse delicate note iniziali, chiudendo così il disco in maniera malinconicamente affascinante. La struttura dei pezzi prevede che i solos di John K. -mai troppo elaborati o complessi, nel groove metal si dà ovviamente maggior risalto alla parte ritmica- siano praticamente sempre collocati nella seconda metà delle canzoni ma il lavoro “riempitivo” dell’eclettico chitarrista è di grandissima fattura, per non parlare di Gio: il batterista è autore di una prestazione a dir poco eccelsa, con un uso sapiente dei piatti e una doppia cassa tellurica che tutto distrugge; a ciò si aggiunge il basso pieno e corposo di Quinta che pompa a dovere dando grandissima intensità al sound dei brani.

Un assalto frontale in piena regola, un maglio di granito che ti investe in pieno, chitarroni pesanti, potenza e furia in funzione di testi rabbiosi, atti all’headbanging più selvaggio, senza rinunciare a stacchi più melodici. Non ci sono filler qui, le canzoni sono tutte impeccabili, il songwriting è di grandissima qualità e, come detto, la produzione è ottima; ciò non fa che accentuare i pregi del platter che farà la felicità dei patiti del genere e più in generale dei metallers che adorano le sonorità pesanti. La dimostrazione che non bisogna andare per forza a cercare all’estero proposte interessanti (e se la band parmigiana è finita sotto l’ala protettrice del buon Trevor e della sua Nadir Promotion un motivo ci sarà). Divination è un ottimo disco, l’album del definitivo salto di qualità per gli Spanking Hour, una magnifica realtà italiana. Un vero e proprio schiacciasassi: da avere.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
72.27 su 11 voti [ VOTA]
amaral
Mercoledì 25 Giugno 2014, 14.07.16
9
FINALMENTE QUALCOSA DI NUOVO NEL PANORAMA METAL ITALIANO
Lizard
Lunedì 30 Settembre 2013, 10.25.12
8
Bella analisi J.
J.
Lunedì 30 Settembre 2013, 10.20.57
7
in effetti; cmq sta di fatto che molti album italy, di cui ho letto le recensioni durante il 2013 son tutti con buonissime idee. Il livello può essere una cosa ok, lo si sente subito, prendi ad esempio l'ultimo annilathor, ottimo album, si sente subito una "scafatezza" nel creare sound ed un livello sopra nel suonare e produrre, ma è lì..... privo di idee sonore, seppur un ottimo album prendi alcuni gruppi italiani...questi per esempio.... trasudano creatività, chi ti riesce a sparare idee di riff, melodie, dentro pezzi che ti durano 9 minuti? questa è pura voglia di fare e creatività, da quei pezzi altre band più scafate ne tiravano fuori 3. E tanti gruppi Italy ultimamente dimostrano questa voglia o "foga" di dire qualcosa. bye
Matocc
Giovedì 26 Settembre 2013, 21.40.59
6
@ J. ma sai che lo avevo pensato anch'io?
J.
Giovedì 26 Settembre 2013, 20.49.21
5
L'Ultima ondata Italiana (2013) di Metal è di gran livello... Dev'essere la crisi, che ci ha fatto incazzare al punto giuto X-D fatela girare
hellbound
Giovedì 19 Settembre 2013, 0.42.57
4
VIULENZA.....VIULENZA!
Daniele
Lunedì 16 Settembre 2013, 20.03.46
3
Ho ascoltato qualcosa su youtube,veramente grandiosi
LUCI DI FERRO
Domenica 15 Settembre 2013, 12.09.25
2
grande album fatelo vostro, super consigliato
Hm is the law
Domenica 15 Settembre 2013, 11.23.31
1
Sono stato un buon profeta 😃
INFORMAZIONI
2013
Buil2Kill Records
Groove
Tracklist
1. Fragments
2. Echoes of Violence
3. Personal War
4. Against
5. Divination
6. Parody
7. Symmetries
8. Symptoms
9. The End
Line Up
Franco Campanella (Voce)
John K. Sanchez (Chitarra)
Quinta (Basso)
Nicola Giovati (Batteria, Percussioni)
 
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