|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Skydancer - Land of the Grim
|
( 2105 letture )
|
Gli Skydancer arrivano dalla Spagna con il loro Land of the Grim, quarto album della band che può vantare una militanza quasi decennale sulle scene. Nonostante la calorosa terra di provenienza, gli Skydancer si dedicano totalmente ad un melodic death di stampo nord-europeo e... la recensione potrebbe francamente finire qui, giacché Land of the Grim non mette in gioco nulla che non sia stato già detto più e più volte dai maestri del genere: dai chitarrismi tipici del Gothenburg-sound che rimandano a In Flames, Dark Tranquillity e molti altri, all'implementazione di tastiere riconducibili alla scena finlandese (saltano alla mente i Kalmah), in questo album si trova un po' di tutto, proposto anche discretamente bene, ma in maniera per la maggior parte totalmente impersonale e banale alle orecchie dei navigati fan del melodeath.
Il sound degli Skydancer è in questo full length dal sapore squisitamente anni '90: una produzione chiara ma molto organica e ruvida il giusto, affine a quella di classici come The Jester Race e The Gallery, davvero adatta ad un'opera di questo tipo. Ciò vale soprattutto per la batteria, dannatamente old-school specialmente nel suono del rullante. Alla produzione soddisfacente si accompagnano buone capacità esecutive (anche se la voce è largamente migliorabile; Soengas ricorda molto da vicino Stanne, con molto meno carisma e pochissimo tiro), ed un songwriting che, seppure poverissimo di idee, si dimostra piuttosto snello ed efficace. Le tracce si susseguono senza annoiare più di tanto l'ascoltatore, ma la longevità del platter è davvero scarsa, e gli stimoli per rivivere la mezz'oretta di musica offerta da Land of the Grim sono prossimi allo zero. Swamp Tomb apre Land of the Grim con un'intro atmosferica decente, per poi sfoderare un riffing passabile, qualche accelerazione e decelerazione (le sezioni lente sono piuttosto godibili grazie alle buone melodie) ed una bella prova alla batteria di stampo thrash metal. La chitarra solista aiuta Ancares a brillare un po' di più e a risultare più trascinante, pur conservando la medesima formula compositiva. La seguente Ancestral Lands tenta di distinguersi per un più spiccato uso delle tastiere, ma non riesce a distaccarsi dalle stesse strutture delle canzoni precedenti. L'Even è un bell'intermezzo che dimostra nuovamente le buone capacità degli Skydancer, soprattutto nelle sezioni lente e melodiche; sorge spontanea la domanda "Ma qualche downtempo in più, per variegare un po' la proposta?". The Ferryman, a livello di riff, è l'episodio più convincente, grazie a soluzioni inflazionate ma molto energiche: miracolosamente anche il cantante pare "riaccendersi" un po'. I riff di O Peso do Tempo presentano una decisa impronta thrash, accompagnati dal cantato in spagnolo (sinceramente un po' fuori luogo) che però appare particolarmente spento e poco carico; talvolta fanno capolino buone melodie che sembrano uscite dritte da The Jester Race. In generale non è una brutta traccia, ma è una delle meno interessanti del disco. L'unica canzone che prova ad essere un poco più personale delle altre è The Galician Exile, a conti fatti il miglior pezzo dell'album, che ha dalla sua una spiccata (e stavolta ben riuscita) componente atmosferica, piuttosto oscura e avvolgente, creata sia grazie alle chitarre che ad un uso efficace delle tastiere. Nulla di particolarmente sconvolgente, ma chiude il disco (se non contiamo la buona outro Lembranza) risollevandone un pelo le sorti.
In sostanza, un disco ascoltabile, ma molto impersonale e carente nel cantato. Se si fosse trattato di una band alle prime armi non avrei esitato ad assegnare una sufficienza, in virtù del fatto che comunque il disco si lascia ascoltare e non viene la tentazione di interrompere l'ascolto a metà. Ma da una band con ben quattro (4) album all'attivo un lavoro del genere non è abbastanza. Fan del melodic death metal, rivolgete altrove le vostre orecchie e troverete senza sforzo qualcosa di meglio.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Swamp Tomb 2. Ancares 3. Ancestral Lands 4. L'Even 5. The Ferryman 6. O Paso Do Tempo 7. The Galician Exile 8. Lembranza
|
|
Line Up
|
Daniel Soengas (Voce, Chitarra) Jose Casal (Chitarra) Victor Louzan (Basso) Daniel Dìaz (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|