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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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ASTAROTH - Parla Shining
09/04/2006 (11354 letture)
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INTERVISTA A SAVERIO “SHINING” PRINCIPINI – LA VERA STORIA DEGLI ASTAROTH.
Spero veramente che questa intervista abbia il riscontro che merita, non certo perché è stato il sottoscritto a farla, ma perché è il soggetto intervistato a meritarlo. Saverio Principini ha fatto parte degli Astaroth, uno dei gruppi che più ha lasciato il segno nella storia del metal Italiano, autore del fantastico EP “THE LONG LOUD SILENCE”, e uno dei pochi gruppi ad avere un seguito fortissimo fuori dei confini nazionali. In questa intervista ripercorreremo la storia degli combo Romano dagli inizi alla fine, per poi seguire Shining nella sua avventura solitaria in America, che ce lo consegna oggi affermato personaggio del mondo della musica internazionale. Occhio , l’intervista contiene una notizia importante, che forse farà luccicare gli occhi a chi ha sempre rimpianto il mancato seguito del disco d’esordio. Buona lettura.
Nella recensione di una vostra vecchia demo ho scritto, andando a memoria, che gli Astaroth sono partiti da Monteverde, ricordavo bene? E come vi siete conosciuti?
E’ vero anche se all’inizio c’era anche Stefano Lenti che era della zona di San Giovanni se ricordo bene – comunque tutti noi altri eravamo a distanza di pochissimi kilometri l’un dall’altro e quindi era praticamente inevitabile che ci andassimo a conoscere visto che eravamo praticamente gli unici a girare in quel periodo in quella zona con capelli lunghi e giubbotti di pelle…
Comunque le prove le facevamo a via Leonina, non lontano dal Colosseo.
Avete preso da subito la direzione musicale che tutti conoscono oppure avete esplorato prima altre strade?
Ci sono stati sicuramente dei passaggi, infatti se vai a sentire il primissimo demo, quello che hai recensito sentirai che la direzione e’ leggermente diversa, forse un po’ piu’ dark per certi riffs di chitarra, con l’entrata di Max Cipicchia il sound divenne piu’ quello che poi ricordiamo anche oggi. Comunque credo che noi non abbiamo mai scimmiottato altri gruppi gia’ famosi, le influenze esistono sempre e sarebbe ridicolo e presuntuoso negarlo, ma noi eravamo alla ricerca della nostra personalita’, come ragazzi che crescevano tra le tante difficolta’ generazionali e come musicisti.
A proposito di line-up e di suono devo dirti che nella tua recensione del nostro primo demo fai riferimento a una registrazione che poi fu la chiave del contratto in Olanda, beh, devo dirti che quel demo non e’ quello che tu hai recensito, credo che tu sia in possesso della primissima registrazione effettuata dal gruppo, assolutamente in presa diretta e con tutte le difficolta’ tecniche che tu hai indicato, li’ c’e’ ancora Stefano Lenti alla chitarra e brani tipo Hell, Evil Touch, Hammer and Sickle, brani che poi sono andati a perdersi col tempo. (ahi, ahi, il tempo passa e la memoria comincia a difettare, c’è dunque anche un errore nella line-up – Nda). Pero’ poi con Max Cipicchia registrammo il secondo demo in uno studio piu’ equipaggiato su multi tracce (credo a sedici piste?) e quello fu il demo che vinse il contratto…
All’epoca l’interesse per l’occulto era molto presente nell’iconografia delle bands. Il nome Astaroth derivava solo dalla moda del momento?
Io dico sempre che la ricerca e’ parte della crescita, ora come allora ognuno di noi era alla prese con quesiti e con fascinazioni diverse, quella per l’occulto era qualcosa che io e Giovanni e Stefano in particolar modo condividevamo, fra l’altro quando io mi unii al gruppo e il nome era gia’ stato selezionato, credo da loro due stessi. Sai, quando cresci in un posto come Roma con preti e chiese da tutte le parti e quando si sente la voglia di ribellione dentro e’ naturale trovare nell’opposto identificazione. Ovviamente questa era una fascinazione piu’ a livello teorico e iconografico, mai ci baleno’ per la mente di partecipare a riti occulti, lo shock che creavamo nella gente attorno a noi con il nostro look quotidiano capelluto e borchiato in una Roma borghese e conservatrice come quella dei primi anni ottanta credo fosse sufficiente.
La ricerca deve essere sempre ben accolta, lo schiavizzarsi a riti e regole poi potrebbe divenire la carta carbone di cio’ dal quale si fugge…
Come abbiamo detto ho recensito da poco una delle vostre demo, mi descrivi quel periodo? Come si arrivava ad incidere un nastro? Come era il giro a Roma? C’era un riscontro nelle vendite?
Roma aveva molti gruppi validi, i Raff, i Thunder, (recensioni più in là – Nda), ragazzi con voglia di fare e suonare. Era un periodo pieno di fermento, pero’ era anche un periodo dove non c’era quasi alcuna possibilita’ di suonare dal vivo. I metallari erano pochissimi e i locali che facessero programmazione di musica metal non esistevano! Ogni tanto si veniva a sapere che qualcuno di noi era stato picchiato proprio per quel look che, chissa’ perche’, dava fastidio… insomma un periodo difficile, pero’ proprio per questo un periodo con tantissima voglia di fare e crescere, noi ad esempio trovavamo posti dove poter suonare, facevamo attacchinaggio notturno in giro per Roma e andavamo a scovare impianti voci e luci da affittare e quindi alla fine riuscimmo a fare una serie di concerti che ancora oggi vengono ricordati dai fortunati presenti come esperienze indelebili.
Di demos a cassette se ne vendevano moltissimi, c’era grande fame di musica metal nostrana e noi cosi’ potevamo usare i soldi per finanziare altre gigs.
Che rapporti avevate con le altre bands italiane?
Con la maggior parte ottimi. Ad esempio durante un viaggio a Tarquinia scoprii una favolosa band che si chiamava Stiff, (come sopra – Nda), recensii un loro demo su Metal Militia (per chi non lo sapesse era una simpaticissima fanzine ciclostilata piena di romanesco e fede - Nda), e poi li invitai ad aprire per noi al Mongiovino, con gli Hate suonammo a Genova, ero amico di Yako degli Steel Crown, molto amico di Daniele e Satana dei Thunder, (devo ripetermi? –Nda), e poi di Davidino e Suan degli Schwartz, ottimi rapporti con i Sabotage, (fantastici – Nda), gli UT di Pescara e i Raff di Roma. Dividevamo la cantina con un fortissimo gruppo Punk gli ShotGunSolution che vedi dal vivo e rimasi colpitissimo, ( li ho visti anch’io, forti , anche se più che altro erano Skinheads– Nda). I rapporti si incrinarono solo nel periodo post disco, qualche invidioso comincio’ a dire che ci eravamo montati la testa e fummo poi vittime di un paio di scherzi malefici di cui forse e’ meglio non aver memoria…
Mi ricordo molte radio che trasmettevano metal, voi come foste accolti in questo giro ?
Sempre bene, credo che un po’ tutte le radio che potevano ci trasmettevano, specialmente nel periodo del disco, era raro che ci fossero gruppi italiani che avessero un vinile registrato così bene.
Che mi racconti di quando vi fregarono gli strumenti?
Momento triste e cupo, subimmo in tutto due furti, nonostante porte blindate e lucchetti…
Comunque fu un test per provare la nostra determinazione, lavorammo tutti per ricomprare chitarre e amplificatori… Io fui fortunato perchè avevo portato il basso a casa per cambiare le corde!!!
Comunque io feci una stagione a lavorare da aiuto manovale fra calce e mattoni e gli altri in una pizzeria e ricomprammo tutto il necessario…
Di chi fu l’idea dei costumi da legionari presi da Rancati? Sinceramente io non ne ero entusiasta, però eravate molto originali. Immagino che all’estero abbiate spopolato, si formarono addirittura delle “legions”.
Ci fu una spaccatura nel pubblico, la maggior parte dei responsi venivano dall’estero. Noi sempre nel discorso di ricerca di personalita’ decidemmo prima di sostituire i tipici bracciali borchiati con bracciali da gladiatore e poi pian piano adottammo tutto il look. Fu un’idea di Bob che ci piacque e così andammo avanti… Le Legioni erano come il fan club, ce ne erano in Olanda, in Belgio , in Svizzera, ragazzi che venivano e viaggiavano in treno per kilometri per vederci, compravano le magliette, i demo prima e poi il disco e facevano circolare il nome della band. Era favoloso suonare in Belgio e conoscere ragazzi che ti avevano scritto per anni, mi ricordo una bellissima ragazza con la quale ero stato in corrispondenza che era venuta fino ad Antwerpen in bicicletta da una paesino !
Il modo in cui arrivaste al contratto con la Rave-on è forse descrittivo di un’epoca, so di un mercatino a Porta Portese, di un viaggio al buio in Olanda e di nottate in sacco a pelo, puoi raccontarla tu questa storia?
Beh, io per arrotondare il fine settimana vendevo dischi a Porta Portese, spesso mi capitava di vedere quindi nuove uscite e così mi ricordo rimasi incuriosito dalla copertina del primo EP dei Mercyful Fate (vedi rece – Nda). Lo comprai e una volta sentito a casa capii subito che quel produttore Jac Hustinx avrebbe capito la nostra musica. Lo dissi agli altri e Bob senza pensarci troppo partì per l’Olanda, nel retro del disco c’era l’indirizzo così Bob ando’ proprio li’, ma era un Postbus, cioe’ una casella postale… Non si diede per vinto, riuscì a trovare in qualche modo, forse sull’elenco , l’indirizzo di Jac e arrivato li’ la sera, visto che non aveva risposto nessuno alla porta, si piazzo’ nel giardino col sacco a pelo, ahime’ nemmeno la mattina ci furono responsi e così Bob lascio’ il pacchettino con il demo davanti alla porta. Dopo una settimana ci giunse la telefonata di jac che aveva trovato il demo e gli piaceva tantissimo, prese un aereo per Roma, ci senti’ suonare in sala prove e dopo una settimana ci offri’ il contratto. Sembra una favola ma e’ tutto vero.
Siete rimasti soddisfatti del suo lavoro?
Tantissimo.
E’ vero che non voleva che suonassi con le mani?
E’ vero, questo fu un problema per me che ho sempre suonato con le dita e quindi dovetti re- imparare le parti per la maggior parte, ma poi ogni tanto in studio mi giravo e mettevo il plettro in bocca e certi passaggi li facevo così, non se ne accorse mai…
Hai dati riguardanti le vendite di “The long loud silence”?
Non ci sono mai stati riscontri ufficiali, pero’ so che stampavano a tirature da 7 mila copie per volta e credo per lo meno 2 o 3 tirature fossero state fatte.
Da lì cominciaste a girare l’Europa, ricorda ai lettori con chi avete diviso il palco.
La memoria mi puo’ essere ora nemica con i nomi, c’erano festivals metal dove suonammo sugli stessi palchi dei Manowar e dei Metallica e serate che facemmo con i Black Widow in Belgio, altri gruppi conosciuti con i quali suonammo nei festivals in Svizzera, poi i Motorhead a Napoli…
Come reagivano le altre bands nel vedervi bardati da legionari?
Piaceva molto questo look, specialmente al nord Europa, poi a Napoli Lemmy ando’ fuori di testa e non ci voleva ridare l’elmo e la spada… fu simpaticissimo!
Prima di passare al periodo USA mi piacerebbe che tu descrivessi l’atmosfera Europea di quei mid 80’s a chi non c’era, così densi di fermenti creativi, e che li paragonassi alla scena attuale, posto che tu la segua.
La principale differenza credo fosse nel fatto che il metal era un genere nuovo, lo stavamo inventando, trasformando, tutti noi, chi lo ascoltava e chi lo suonava erano una sola cosa, il metallo era una fede vera e propria, esisteva una dedicazione totale da parti dei metallari che viaggiavano per supportare le bands e di contro i musicisti dei gruppi non disdegnavano le serate con i propri fans/supporters/amici… ora il metal e’ una musica assorbita dal sistema delle grandi case discografiche, al posto delle fanzines a fotocopie ci sono decine di riviste a colori, i Motorhead vincono il Grammy e senti la musica dei Maiden come colonna sonora nei films. Tutto cio’ va bene perche’ era ora che si desse spazio legittimo e supporto a questo genere, certo di contro forse il molti casi si perde il sapore “fatto in casa” che esisteva prima, il network che si era creato fra i gruppi, insomma credo sia un po’ diverso, e’ come fare un piatto di tagliatelle partendo dalle uova e dalla farina o comprarle gia’ fatte al supermercato….(stuzzicante similitudine – Nda).
Ed arriviamo allo sbarco a L.A. , non certo la piazza più adatta al vostro sound. E prima ancora perché questo trasferimento?
Quando la Rave ON Records chiuse i battenti vendendo alla Roadrunner Records rimanemmo senza contratto, in un primo momento provammo un trasferimento in Germania, ad Hannover, dove pero’ il dialogo con la SteamHammer non si concluse felicemente e allora pensammo di venire in America. Certo cio’ che non sapevamo era che la scena di Los Angeles era molto piu’ glam e rock and roll che heavy metal, forse San Francisco sarebbe stata una scelta migliore, ma noi all’epoca non sapevamo tutto cio’ e quando si arriva in un posto con $700 in tasca non ci si puo’ permettere il lusso di viaggiare…
In ogni caso esibizioni in locali di alto livello e due demos.
Si pero’ con 4 gatti di pubblico e un demo, (perche’ dici due? Io ne ricordo solo uno…) - (che dire? La barba è ormai bianca per davvero e le cellule cerebrali sempre più lente, sorvoliamo – Nda) che preferirei cancellare dalla memoria…. Ti ricordo che l’ultimo concerto in Italia fu di apertura ai Motorhead con 4 o 5 mila spettatori e quindi suonare davanti a una cinquantina di passanti al Troubadour non e’ proprio un punto di arrivo…
Non posso esimermi dal chiederti di raccontarci i raids sul Sunset Boulevards. Ci racconti qualche episodio divertente?
Avevamo conosciuto questo ragazzo che aveva un Lunar Track, che sarebbero quelli con le ruote gigantesche e aperti dietro, quindi noi vestiti da legionari eravamo sul retro del track che lanciavamo foto e volantini… e poi nella California splendente dove non dovrebbe piovere mai venne giu’ un uragano e tornammo a casa un po’…. Arruginiti!
Dopo il divertimento però l’avventura ebbe fine, fu solo colpa della collocazione geografica infelice? E perché non tentare altrove?
I problemi interpersonali cominciarono a farsi vivi, gia’ avevamo stupidamente perso Jan D’Amore e il temporaneo batterista non degno di menzione era un pigro che non aveva spirito di gruppo, Max aveva degli oggettivi problemi da risolvere in Italia e quindi io decisi che era il momento di dire basta a questa avventura e di cominciarne un’altra mia personale…
Vi lasciaste con attriti?
Io e Bob senza dubbio purtroppo, lui era ostinato e voleva che trovassimo dei sostituti a Jan e Max, per me senza di loro non erano piu’ gli Astaroth e quindi ci trovammo a litigare fra di noi sulla questione, credo che a quell’eta’ si hanno meno freni sulla lingua e quindi e’ piu’ facile creare situazioni difficili. Con Max invece rimanemmo sempre in contatto e poi riuscii a rivedere Jan e con entrambi c’e’ ancora forte amicizia.
A questo punto comincia la tua storia da single in terra americana. All’inizio incontrasti enormi difficoltà, tanto da lasciar perdere la musica.
Si, ma per un periodo breve, le difficolta’ erano oggettive, i Carabinieri in Italia che mi cercavano poiche’ ero scappato dal militare che al tempo era obbligatorio, credo fosse 3 anni di carcere la sentenza. Quindi tornare non se ne parlava proprio, pero’ qui ero illegale e quindi da clandestino la vita era per lo meno piu’ complicata del normale.
La leggenda narra di un uomo misterioso che in un locale in cui lavoravi ti fece tornare la voglia di fare.
Facevo lavori di fortuna come il lavapiatti o il cameriere e poi trovai un impiego fisso in un hotel come barman, non avevo proprio tempo e spazio mentale per pensare a formare un gruppo, poi ci fu quello strano incontro con un passante che era venuto a bere un whiskey, ho gia’ raccontato questa storia strana, ma comunque vera. Il tipo sembrava un businessman, forse lo era, mi faceva domande a raffica sul mio passato e sul mio presente e poi faceva dei riferimenti a cose che avevo vissuto che lui non poteva conoscere, tipo la mia fascinazione con il paradosso di Zenone o la filosofia in genere, sulla possibilita’ di pensare a una dimensione diversa non lineare come quella che viviamo o crediamo di vivere tutti i giorni, mi disse che il tempo perso non si recuperava e non ero venuto qui per servire dei drinks, poi lascio’ un grossa mancia e se ne ando’, il giorno dopo usai quei soldi per iscrivermi a un corso di basso, avevo bisogno di ricominciare a suonare e cosi’ feci.
Prima con qualche band locale, poi parti’ l’avventura con i No Alibi che era una band con un paio di neo arrivati dall’Italia di vecchi gruppi che conoscevo gia’ e musicisti locali e infine formai una band, i Word, piu’ sul funk-rock, con loro feci un disco con Fortis per la Virgin e una turne’ in Italia che fu molto divertente…
Alla fine hai messo su un tuo studio di registrazione e lavori anche con delle stelle della musica leggera come Ramazzotti, Celentano, Vasco. Sicuramente all’epoca degli Astaroth non avresti creduto di potere avere a che fare con questa gente, che effetto ti fa? Come lo concili con la tua storia?
Lo studio l’ho messo su per esigenze personali e voglia di registrare le canzoni e la musica che scrivo. Col passare degli anni e’ cresciuta la voglia di espressione e con uno studio posso fare cio’ che voglio, da registrare un brano heavy a produrre una cantante Soul o scrivere delle arie d’opera… I lavori con Vasco e altri cantanti italiani sono stati stata una logica conseguenza al fatto che conoscevo così tanti musicisti fortissimi qui e spargendosi la voce in Italia fra i produttori che avevo questi agganci hanno cominciato a chiedermi collaborazioni. Vivere di musica e’ bello, e’ sempre stato un sogno che ora e’ realta’, certo all’epoca degli Astaroth scappai dall’Italia per non sentire piu’ Eros in radio o televisione e ritenevo Vasco un mollaccione e forse proprio per questo che ora ci lavoro, uno scherzetto del karma…
La cosa incredibile e’ che credo di aver appreso da tutti, da persone che meno mi aspettavo, poi Vasco e’ uno vero dentro e un uomo colto, non sono le borchie a fare la persona…
Hai prodotto musica molto diversa da quella degli Astaroth negli ultimi anni, anche qui con grandi nomi. Mi hai preannunciato una sorpresa, puoi dirci di che si tratta? Forse di un ritorno alle origini?
Intanto ti dico che e’ da pochissimo uscito un disco di una ragazza che ho interamente co-scritto e prodotto, il suo sito e’ www.amanamelome.com appunto si chiama Amana Melome' ed e’ la nipote del bassista di uno dei contrabbassisti storici del jazz, da Duke Ellington a Ella Fitzgerald, sai il jazz, il funk, la musica soul sono state correnti di avanguardia, spesso elementi di shock tanto quanto il metallo, vivendo qui da quasi 20 anni ho assorbito queste influenze, non si puo’ vivere tanto in un posto senza assorbirne le influenze e quali contaminazioni… In questo disco ci sono ospiti come Vinnie Colaiuta, Curt Bisquera, John Beasley, Reggie Hamilton…
Comunque la sorpresa di cui ti volevo parlare e’ che per marcare il ventesimo anno dalla nostra partenza dell’Italia abbiamo deciso di registrare tutti quei brani con cui gli Astaroth erano partiti per LA. Quindi un disco di riunione per gli Astaroth, quel disco che mai riuscimmo a fare.
A natale avevo parlato con Jan che stava per affrontare un viaggio intorno al mondo e da li a poco sarebbe partito, lui ha vissuto a New York da molti anni mentre Max e’ tornato qui in California da qualche anno… quindi in quattro e quattro otto e’ scattato il progetto Astaroth 2006, Jan e’ venuto qui dal 1 al 15 gennaio, siamo stati nel piu’ bello studio di Hollywood e abbiamo registrato 10 brani, proprio nello stesso arrangiamento dell’epoca. Una cosa incredibile, per fortuna il fratello di Jan aveva una cassetta registrata in sala prove al casale di Tarquinia e da quella abbiamo ricordato le parti e quale emozione incredibile e’ stata risuonare dal vivo quei brani. Devo dire anche molto impegnativi poiche’ nonostante all’epoca ci fosse ben poca conoscenza armonica o tecnica noi facevamo delle cose incredibili, interessantissime e molto attuali.
Ora non so come e quando riusciremo a finire questo lavoro che e’ prodotto da me e Mike Tacci che ha registrato con i Metallica e i Megadeth ed e’ un grande ingegnere del suono per l’heavy metal.
Abbiamo avuto un contatto con Bob e con suo fratello Carlo che all’epoca era il nostro manager, ma sembra che Bob non possa piu’ cantare e quindi stiamo ragionando sul da farsi… Hai delle idee? (Per me sarebbe una bella cosa coinvolgere un singer di quel periodo, magari dell’area romana, di quei gruppi citati in apertura di intervista. – Nda).
Torni qualche volta in Italia? E quale è la differenza più grossa tra l’ambiente USA ed il nostro?
Torno almeno una volta all’anno e mi piace moltissimo fare dei giri in Sardegna e in Toscana, amo la natura e il buon cibo, poi Roma di notte quando si fanno quelle passeggiate al centro alle 5 del mattino e’ ineguagliabile.
Gli USA sono spettacolari per grandi spazi, vedi la Death Valley o il Grand Canyon o la Monument Valley, ma la vera cultura qui, cioè quella dei nativi, i cosiddetti indiani, e’ stata decimata e la mancanza di storia e la tendenza alla corporizzazione delle citta’ a me non piace.
Ho fatto un viaggio da Los Angeles a Miami in macchina e a parte qualche raro posto e ripeto le bellezze naturali devo dirti che le citta’ offrono ben poco e la gente non mi ha ispirato molto, chi vive in citta’ come LA o San Francisco o New York e’ a contatto con il mondo, ma chi sta a La Grange, Texas, e’ sull’orlo del nulla, te lo assicuro.
Che aria si respira lì adesso? Si sente atmosfera di guerra?
Se avessimo le bombe che ci piovono sulla testa come i poveracci in Iraq allora ti direi di si, ma qui a parte la paura degli attentati terroristici, quindi negli aeroporti soprattutto, non posso dire che si respiri aria di guerra. Credo che pian piano comunque l’amministrazione Bush stia perdendo la sua credibilita’ (ce ne han messo di tempo a capire…) e quindi aria di voglia di cambiamento, forse come in Italia? (questo lo scopriremo tra pochi giorni – Nda).
Che ne pensi del mondo della musica visto dall’interno?
Troppo poco spazio ai progetti indipendenti, le multinazionali si uniscono e si dividono il mercato, la musica e’ un commercio e questo e’ per me un reato. RAGAZZI NON DIMENTICATE CHE LA MUSICA E’ ESPRESSIONE, ARTE, CULTURA! I soldi se arrivano bene, ma non possono essere la motivazione per fare musica.
Troppo spesso mi sono sentito dire “…non e’ radiofonico abbastanza..” mi piacerebbe pensare a una mentalita’ di discografici che prendano in considerazione l’arte e non il commercio.
Qui si è da poco consumato lo stantio rito di Sanremo , che cosa ti fa pensare una scena musicale che aspetta il festival per cercare di vendere dischi, per altro molto costosi?
Stessa risposta precedente. Bisognerebbe che riuscissero a costituire delle soluzioni indipendenti alternative che non si facciano inglobare dalle multinazionali. Per esempio un paio di anni fa ho fatto un disco difficile ma interessante con Gino Vannelli, la BMG lo ha finanziato ma poi ha avuto paura a promuoverlo poiche’ non sufficientemente commerciale.
Com’è che qui ci si lamenta che non si vendono dischi e non si investe in un settore come quello Heavy che secondo me ha un bacino d’utenza enorme, vedi concerti importanti sempre strapieni e webzines con tantissimi lettori?
Idem con patate…
Dì la verità, qualcosa ti deve mancare dell’Italia, la coda alla vaccinara? Il vino dei castelli?
Beh, si certo! Infatti bevo vino tutti i giorni e cucino i “facioli co’ e cotiche” o “a carbonara” e mi faccio gli gnocchi ogni tanto…
In privato mi hai fatto i complimenti per il nostro sito, ti spiacerebbe molto farli pubblicamente? Sarebbe una soddisfazione per tutti noi.
Grande! Amo vedere gente che si impegna con serieta’ nel divulgare gruppi e musica che valgono.
Quando lo spazio non ci e’ dato dai grandi media bisogna crearselo. Un tempo c’erano le fanzines a fotocopie, ora ci sono websites come la vostra. KEEP ON ROCKIN’! Da una website se ci sono abbastanza utenti puo’ nascere una etichetta discografica, da una etichetta puo’ nascere l’organizzazione di festivals dal vivo, tutto e’ possibile quando ci sono sogni e energie di gente che non accetta la minestra riscaldata di acqua e cartone che gli viene proposta tutti i giorni.
E’ gente come voi che cambia il mondo.
Ti ringrazio per tutto il tempo che mi hai dedicato e sono sicuro che molti leggeranno con piacere le tue parole.
Grazie a te!
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dimenticavo: cercate anche l'intervista intitolata BELLADONNA, parlano Max Cipicchia e Dani. |
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Purtroppo no  |
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Bellissima testimonianza di un'epoca oramai lontana, ma ancora vivida nei ricordi di molte persone, come traspare pure dai commenti. Grazie raven per aver consigliato la lettura di questa intervista. Mi spiace che la reunion al momento non si sia concretizzata, ma è proprio certo che non avverrà più? Ciao |
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Purtroppo, caro Peppe, l'intervista è vecchia, è mi sa che la reunion non si concretizzerà mai  |
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grande intervista ! grandi Astaroth ! REUNION ! |
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complimenti savesio hai fatto tanta strada....io hi vissuto con te solo il primo e difficile periodo ma ora sono contenta che tu stia facendo quello che ti puace ciao |
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complimenti savesio hai fatto tanta strada....io hi vissuto con te solo il primo e difficile periodo ma ora sono contenta che tu stia facendo quello che ti puace ciao |
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Scusami sono stato frainteso, intendevo dire che fine ha fatto Stefano Lenti, non Revolver, ciao. |
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Posso solo dirti che Revolver era la mia fonte di vinili per corrispondenza  |
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Sono stato un amico di Stefano Lenti durante il servizio militare fatto con lui a Salernoe poi alla Cecchignola...ho bei ricordi, specialmente quando facevamo la guardia insieme di notte col fucile uno STRILLAVA i riff e l' altro cantava, intorno alla caserma !!!! Mi parlava che faceva parte di un gruppo heavy, gli astaroth, e mi ricordo dei bozzetti per la copertina dell' ellepì se non ricordo male c'era qualcuno che aveva a che fare con il negozio Revolver, Che fine ha fatto? |
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Wow, guarda chi ti ho trovato! Saverio! Ho il disco di "The long loud", cercavi di convincermi ad ascoltare metal, con qualche piccolo risultato. Eravamo in classe insieme, ho una foto mitica di noi due, tu borchiato e io in giacca e cravatta, in posa plastica su un capitello dei fori imperiali. Grande Saverio, sono orgoglioso di te! |
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Saverio,io pure ti ricordo a scuola al Morgagni , capellone e borchiato ! Adesso non ti riconosco piu' ... Ciao e buon lavoro |
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Si, è uno degli aspetti migliori della rete. |
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Caro Saverio, una delle cose che mi ricordo dei tempi del liceo Morgagni sono i tuoi capelli lunghissimi, il due fattoriale (2!) che prendesti in matematica e la giacca verde militare che ti dipinsi a casa mia....oddio, !vederti rasato in foto.... Io ti ricordo con il volto del legionario.... Bella la rete che ti permette di ritrovare persone di 25 anni fa e scoprire che dopo molte disavventure hanno coronato i sogni!!!!! |
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La foto in pineta è del mio archivio personale, le altre sono di Saverio |
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Chissà se Saverio si ricorda di quando ci fermò la polizia di ritorno da videomusic, in compagnia del produttore olandesee, di quanto difficile fu spiegargli il perchè delle armature romane nel portabagagli della mia scassatissima BMW!!! Tempi mitici!! Alla grande Saverio, meglio te degli amministratori di condominio repressi!! |
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Rivedere la foto in pineta con le armature mi ha fatto tornare indietro di 23 anni ... Leggere poi dei Rude, Thunder, Raff ... Baffo, Davidino Charbit, Cronos ... Aaaaaahhhhh voglio tornare indietro! Ridatemi Revolver A porta portese ... Ridatemi Benny Burger a Largo Sonnino ... Sniff sniff |
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Bella Saverio, mi hai fatto ricordare tanti bei momenti di vita vissuta ...però ti sei dimenticato, fra i vari gruppi dell'epoca, di menzionare gli AARDOZ con i quali hai condiviso il primo concerto al mongiovino e vari momenti di cazzeggio...io e te poi si abitava nello stesso isolato! Un saluto...prima o poi ti vengo a trovare!!! Sergio |
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Carlo, ti ho mandato un ringraziamento in privato, ma hai la casella piena, ciao. |
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Un grazie anche a Carlo per l'apprezzamento. |
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Grande Save'....ti ho gia' detto tutto via mail.....ti aspetto a Roma appena torni  |
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Bel colpo "METALLIZED", complimenti Francesco ! SAVERIO è sempre "LUI" ! CIAO . Carlo Cattani (già manager degli Astaroth) |
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Saverio!!! Anche tù Pelato!!! Non ci posso credere!!! Un caro saluto Max |
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Volevo solo fare i complimenti per l'articolo interessantissimo e molto ben scritto. cy cy |
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Perchè un paio di quelle foto non le mandi pure a me? Si potrebbero utilizzare nella eventuale recensione di questi nuovi brani. |
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......ALCUNI LEGIONARI SONO SOPRAVVISSUTI ALLA BATTAGLIA DEL TEMPO E SONO PRONTI ALLA CHIAMATA!!!!!........ |
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sec. parte..... Sapere ke si pensa di registrare i vekki brani e' fantastico..... voglio risentire Resurrection Day!!!!! Il metal e' favoloso anke per questo, anke a distanza di anni ti fa emozionare e ti regala delle sensazioni favolose!!!! Evil |
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Trovare l'intervista a Saverio degli Astaroth e' stato un colpo!!!!! All'epoca ero uno dei "legionari" romani, che ha visto gli Astaroth sin dal loro primo concerto in un piccolo locale a monteverde con gli Aardoz (nn ricordo come si scrive) e poi i vari show (Mongiovino)...... Ke gioia sapere ke malgrado l'eta' nn sono l'unico metallaro "anziano" ancora in giro, sempre con e per il metal!!!! Saverio, io sono Giulio, ci siamo frequentati parekkio con gente tipo Ozzy, Baffo, Pipistrello; Davidino, Daniele, Suan, Cronos(ricordi l'arresto alla birreria Peroni?), durante la mia naja ci siamo scritti, sono venuto piu' volte al casale di Tarquinia......abbiamo condiviso gli amici e vissuto un'epoca favolosa, quando eravamo pokissimi a Roma, ma eravamo VERI!!!!! Sarebbe favoloso contattarti, ho un bel po' di foto dell'epoca (ricordi la pizza ke avevo organizzato al pozzo del gelato ai colli portuensi prima della naja e alla prima licenza?) e ci sarebbe da parlare dei bei tempi |
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ti ringrazio a nome di tutti |
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Complimenti per l'intervista, interessantissima. Questo sito meriterebbe molto di più, altro che hardsounds, metallus, truemetal, kronic... |
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Solo alcune precisazioni circa le foto che non ho segnalato nell'intervista: la prima è una foto ufficiale dell'epoca e mi fu data da Bob Cattani , le altre tre me le manda Shining apposta per l'intervista, la prima di queste lo ritrae con Alberto Fortis, la seconda è in sala di incisione per il nuovo disco , spero, degli Astaroth. La cover è quella dell'introvabile demo americana e me la fornisce AlexBass, un nostro lettore che ringrazio sentitamente. |
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