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MALPAGA FOLK & ROCK FEST DAY 1 - Malpaga, (BG), 1 Agosto 2014
06/08/2014 (1973 letture)
Mi fa strano scrivere per una volta un'introduzione al report di un festival che non parta già descrivendo quanto negativa sia stata l'affluenza, come la scena non si meriti certi eventi e quanto forse chi organizza certi eventi debba riflettere riguardo a cosa stia facendo, considerando la probabile eventualità di non rientrare nemmeno nelle spese.
È stato un anno travagliato da questo punto di vista e l'assenza del Fosch Fest non ha fatto altro che peggiorare una situazione già di per sé precaria.
La scena però è viva, sicuramente limitata ai volti noti tra il pubblico che si incontrano immancabilmente ad ogni rassegna, ma comunque ancora lì a resistere e a dar prova che certi generi musicali -per quanto di nicchia- riescono nonostante tutto a mantenere una base di fan solida, oltre ad avere in potenza la capacità di attirare nuovi adepti grazie alla presa che può avere in determinate persone la componente tradizionale tipica del folk metal.

Veniamo dunque a questa bella due giorni di musica che è stata il Malpaga Folk & Rock Fest, tenutasi a poche decine di metri dall'omonimo castello del XV secolo nel comune di Cavernago, a pochi km da Bergamo.
La location si è subito presentata in maniera ottimale, con un palco di medie dimensioni, un ampio parcheggio, una zona adibita al campeggio e due grossi tendoni con annessa cucina aperta 24 ore su 24, il tutto in uno spazio nel complesso non troppo vasto che raggruppava tutti i servizi essenziali.
L'ingresso rigorosamente gratuito ha garantito un afflusso piuttosto buono, sia di campeggiatori che di spettatori venuti per le singole giornate, non sono mancati inoltre molti abitanti del luogo -sia giovani che anziani- che si sono avvicinati con curiosità a questo spettacolo dal loro punto di vista forse un po' inconsueto (il festival si è tenuto durante una rassegna musicale più lunga aperta a diversi generi della durata di qualche giorno).
L'organizzazione è stata curata dal gruppo Giovani di Malpaga, coordinati per quanto riguarda le giornate legate al metal da Richard Milella in veste di direttore artistico, che ha saputo proporre un bill di tutto rispetto con la scelta di sole band italiane, sia tra quelle più affermate sia tra quelle più giovani e promettenti (non è mancata infatti qualche bella sorpresa).
Insomma, servizi adeguati, ottima musica, ingresso gratuito e prezzi più che popolari per cibo e bevande (birre 3/4 euro, acqua ad 80 centesimi, pizze e pasta a partire da 4 euro, panini a partire da due, carne a partire da quattro), hanno contribuito a smuovere un buon numero di persone, permettendo -credo- al festival di incassare abbastanza da garantirne la riproposizione lo scorso anno.
Dopo queste note introduttive passiamo ora alla musica e al racconto dei gruppi che hanno suonato durante la prima giornata.

WOLFINGAR
Ad aprire la serie di concerti del primo giorno al Malpaga Folk & Rock Fest sono i toscani Wolfingar, che dopo una falsa partenza non si perdono comunque d'animo e con grinta prendono nuovamente il via con il loro folk dalle sfumature death.
Ciò che soprende di più è la grandissima versalità della cantante Runkah alias Chiara Tesi, che riesce ad alternare rapidamente un growl piuttosto profondo, scream e un canto pulito che abbraccia sia le note più alte che quelle più gravi rimandendo sempre molto melodiosa. Non mancano di energia nemmeno i due chitaristi che sfoderano riff taglienti e aggressivi al punto giusto nei brani tratti dal loro EP Ragnarok, ottima anche la prestazione del nuovo acquisto per il gruppo, Alessio Giuntini che compie un ottimo lavoro dietro le pelli.
I Wolfingar riescono insomma a far vibrare l'aria e a coinvolgere il pubblico che si scatena anche per l'ultima canzone -tratta dal loro prossimo disco ora in fase di elaborazione- in cui Runkah si esibisce con uno strumento del tutto particolare e suggestivo: una cetra di testa di cervo la cui melodia chiude l'ottima esibizione dei Nostri.

SIDHE
Mentre il sole inizia a lambire il palco con i suoi ultimi scampoli di luce, ecco che salgono on stage i Sidhe, non si tratta certamente di una band adatta a persone superstiziose e lo si capisce sin da quando il gruppo di Varese inizia a scaldarsi con il primo brano The Wheel Of The Year, creando un'atmosfera quasi stregata, con un sound che si rifà a un gotich doom dai riff ruvidi e dai tempi lenti.
Il concerto-rituale raggiunge quindi l'apice con L'incantesimo, in cui Tytanja sfoggia una voce graffiante che cattura l'attenzione del pubblico accorso. Come una vera e propria maga con tanto di candelabro e candele rosse sulla scena, come una vera e propria sacerdotessa, la vocalist ci guida implacabile verso la fine del tempo a loro disposizione con She Is A Witch, completando così la cerimonia e riuscendo a tirare fuori dal pubblico un po' di magia.

VALLORCH
I Vallorch sono decisamente il primo dei gruppi più attesi della giornata, a giudicare dalla folla che si assiepa sotto il palco poco prima dell'inizio della loro esibizione; ormai tutto fuorché una sorpresa il giovane gruppo veneto prosegue anche qui a Malpaga con le date di supporto al loro unico cd Neverfade (se escludiamo l'EP Stories of North), dopo tra l'altro aver affrontato a Maggio un mini-tour europeo in compagnia degli Artaius. Prestazione come spesso accade di gran livello, le meccaniche di palco sono ormai rodate (anche per questioni più delicate come l'inserimento alle tastiere di Gabriele Sarti dei Folk Metal Jacket).
Pezzi di Neverfade come Night Fades, Fialar e The End vengono riproposti con tantissima energia e il pubblico appare coinvolto dall'inizio alla fine (e aprire con Voices of North e il suo stacco festaiolo in questo senso aiuta moltissimo).
Unica nota negativa è da ricercarsi purtroppo nei suoni, piuttosto problematici nelle fasi iniziali del fest, l'impianto infatti tendeva spesso a saltare durante i momenti più concitati, probabilmente a causa di un'eccessiva sollecitazione (o a qualche guasto nel cablaggio), i coni stessi davano spesso l'impressione di essere tirati un po' al limite.
Ad ogni modo la prestazione non ne è uscita troppo intaccata e i Vallorch hanno portato a termine uno dei concerti più entusiasmanti dell'intero festival.

EVENOIRE
Si procede senza sosta e arriva il turno degli Evenoire, che dopo un breve sound check ci fanno immergere nel loro repertorio, aprendo con la suggestiva Herons che fin da subito mette in mostra le doti musicali di Lisy al flauto, creando l'atmosfera folkeggiante che contraddistingue il loro sound, ma è con Drops Of Amber che gruppo cremonese esplode, continuando senza sbavature grazie al preciso lavoro combinato di Alessandro Gervasi e Toshiro Bruelli alle due chitarre, aiutate dalle curate linee di basso ad opera di Marco Binotto, senza dimenticare l'energia e l'abilità dietro le pelli di Daniele Foroni.
Le canzoni scorrono via una dopo l'altra e arriva il momento di ritornare ai precedenti passi della band con Girl By The Lake, che forse voleva scongiurare lo scatenarsi del violento temporale a cui la canzone si riferisce, visto che ne erano stati previsti proprio nei giorni del festival.
Per Ministrel Of Dolomites sale sul palco l'ospite d'eccezione, il menestrello d'occasione è Lethien, violinista degli Elvenking, che arrichisce il brano con appassionate melodie che si fondono perfettamente con la voce della Stefanoni e il suono del suo flauto.
Ormai gli Evenoire sono riusciti a far saltellare tutto il pubblico e continuano con gli altri brani tratti dal loro ultimo album (l'energica Season Of Decay e l'accattivante Wild Female) fino a When The Sun Set che, anche metaforicamente, chiude un'esibizione di tutto rispetto.

ELVENKING
Gli Elvenking sono uno di quei gruppi che dubito abbia bisogno di presentazioni, sicuramente trattasi dell'act più conosciuto di tutto il festival e che è stato giustamente inserito come headliner della prima giornata, mossa rivelatasi piuttosto azzeccata considerando il gran numero di fan venuti apposta per loro in quel di Malpaga (anche da molto lontano).
Il live si apre sulle note di The Manifesto, intro del nuovo lavoro The Pagan Manifesto, uscito da pochi mesi e chiaramente ben rappresentato durante l'esibizione, per poi attaccare con la più classica The Scythe.
La professionalità della band è assolutamente fuori discussione, anche considerato che gli Elvenking sono praticamente l'unica band proiettata da tanti anni anche in una dimensione internazionale, oltre che una di quelle con la discografia più consistente.
Alla voce Damnagoras arringa il pubblico, parla dei pezzi e non esibisce alcun tipo di calo nei suoi cantati di chiara matrice power a tonalità piuttosto alte, la coppia di asce da Aydan e Rafahel macina riff e arpeggi armonizzati ad alta velocità, Symohn e Jakob rispettivamente a batteria e basso creano la giusta architettura ritmica quadrata e tirata mentre a Lethien e al suo violino tocca il compito di arricchire i pezzi con le venature folkeggianti tipiche del sound della band friulana.
L'impatto degli Elvenking è anche aumentato dalla scenografia spartana ma efficace e dai suoni decisamente migliorati rispetto ai gruppi precedenti, cosa che ha indubbiamente contribuito cementificare il muro di suono che i nostri hanno sparato sul pubblico per tutta la loro ora abbondante di concerto.
Una degna chiusura per la prima giornata di ostilità.

Introduzione e report di Vallorch ed Elvenking a cura di Gianluca Leone "Room 101"
Tutte le foto, report di Wolfingar, Sidhe ed Evenoire a cura di Giada Boaretto "Arianrhod"



Richard
Lunedì 18 Agosto 2014, 20.32.41
3
Grazie, sono questi commenti positivi che ci fanno andare avanti nonostante tutto...null'altro... ALLA PROSSIMA...!!!
spiderman
Mercoledì 6 Agosto 2014, 17.10.57
2
Purtroppo, anche stavolta mi riperdo gli Helvenking, non li ho mai visti, accidenti!
Kara
Mercoledì 6 Agosto 2014, 17.06.54
1
Anche a me sarebbe piaciuto andarci!! Spero lo ripropongano l'anno prossimo
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06/08/2014
Live Report
MALPAGA FOLK & ROCK FEST DAY 1
Malpaga, (BG), 1 Agosto 2014
 
 
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