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Raff - Raff
( 2199 letture )
Chi ha bazzicato un minimo nell’underground italiano prima o poi ha per forza di cose incrociato la strada dei romani Raff, inizialmente conosciuti come The Raff. Il gruppo è infatti uno dei primi in assoluto ad aver raggiunto una posizione di rilievo nel panorama dei primissimi anni ottanta. La formazione risale in realtà alla fine degli anni 70 e il percorso di evoluzione fu abbastanza rapido, tanto che già nel 1983 il gruppo aveva tra le mani un album pronto per essere pubblicato, dal fatidico titolo Gates of Fortune. Purtroppo, i cancelli non si aprirono e quel disco non vide mai la luce. La band aveva infatti firmato per la King Steve Records, una etichetta indipendente fantasma che fallì di lì a poco, bloccando la pubblicazione del disco e impedendo al contempo alla band di trovare un diverso sbocco discografico. Se si pensa che l’album in questione era stato mixato da Paul Di Anno (e parliamo del 1983) e che i Raff furono la band che accompagnò la Ian Gillan Band e gli Iron Maiden nel loro primo tour con Bruce Dickinson alla voce, ricevendo numerosi complimenti e attestati di stima dagli inglesi, si capisce anche benissimo il perché di un rimpianto che da allora resta come una specie di ferita aperta. Per il gruppo fu senza dubbio un colpo durissimo e fu anche la conferma del fatto che a dispetto del valore delle band e della professionalità di alcune di esse, il mercato discografico italiano non fosse assolutamente all’altezza, né tanto meno preparato a gestire il nuovo fenomeno musicale che andava nascendo. La band riuscì solo nel 1985 ad arrivare ad un debutto sulla breve distanza, con un EP omonimo di quattro brani, distribuito in poche migliaia di copie da una piccola etichetta locale, che diventerà oggetto di culto senza in realtà offrire poi uno sbocco discografico di più ampio respiro. I Raff godevano comunque del rispetto di tutti i rocker e degli addetti ai lavori dell’epoca e infatti la band partecipò col brano I Trust alla compilation Metallo Italia. Purtroppo, anch’essa si rivelerà una grande occasione mancata, sempre a causa della ingenuità e della scarsa preparazione specifica di chi gestì l’intera operazione della compilation e del video ad essa collegato. In questo periodo, arriva per i due fratelli Bianco l’offerta di seguire i Raw Power nel loro leggendario tour negli Stati Uniti e i due non si fanno scappare l’occasione. Purtroppo, per i Raff l’evidente impossibilità di andare oltre la stima e il riconoscimento di pochi significa anche la fine. Nel 1988 il gruppo tiene il proprio concerto di addio al Piper di Roma.

Una storia come tante di quello che fu lo sfortunato quanto impreparato underground italiano, si dirà. Eppure, il valore di questa band era evidente. Gli inizi come punk band poi da subito votata alla causa del metal, tradiscono una potenza e una grinta davvero fuori dal comune, in Italia come altrove. Parliamo di un gruppo che musicalmente avrebbe costituito una punta di diamante a livello europeo, con il suo heavy tinto di hard rock, dalla propulsione ritmica devastante e dai più che pregevoli risvolti tecnici. Il sound è quello tipico di derivazione inglese e il gruppo potrebbe tranquillamente essere messo accanto a band come Motorhead, Tank, Raven, ma anche Tygers of Pan Tang, Saxon e i canadesi Anvil ed Exciter. L’inarrestabile motore ritmico dei fratelli Bianco, lanciato spesso su velocità pre-thrash davvero travolgenti, fa da base per un metal aggressivo e al contempo dotato di ottime melodie chitarristiche, che all’epoca avrebbero fatto davvero sfracelli, se supportato adeguatamente, dato anche l’evidente appeal delle linee melodiche, tutte dotate di refrain memorizzabili e di pronto assorbimento, tipiche dell’heavy primordiale. Moto, vento tra i capelli ed heavy metal. Come non cogliere le potenzialità di una proposta del genere, se rapportata a quanto andava per la maggiore in Inghilterra negli anni in cui Gates of Fortune veniva registrato? Purtroppo, quello che appare evidente oggi, non lo fu per molti allora e il gruppo non ottenne mai la chance che sembrava dovuta. Eppure, al di sotto delle ceneri, qualcosa stava ancora bruciando e difatti nel corso degli anni i Raff avevano continuato ad esistere, nelle parole e nel cuore di tanti che non avevano scordato questa valente quanto sfortunata formazione. E’ così che qualche reunion estemporanea, piano piano, ha aiutato i fratelli Bianco a ritrovare la voglia di provarci e di dare una forma finalmente definitiva a tutti quei brani rimasti nell’immaginario dei fan del gruppo e che non avevano mai avuto una pubblicazione ufficiale. Il qui presente Raff è esattamente questo: la trasposizione definitiva di un lotto di brani che hanno fatto la storia della formazione romana, provenienti da Gates of Fortune come dall’EP del 1985 e risuonati nel corso del 2013 dalla formazione attuale, che oltre ai due leader comprende oggi il chitarrista Tony Arcuri. Il disco va quindi inteso esattamente per quello che è: un tuffo indietro nel tempo, in quei fatidici anni 80, nei quali l’heavy metal propriamente detto prendeva forma e diventava genere a se stante, con dei precisi canoni di riferimento tanto musicali quanto estetici. A distanza di trent’anni da quando queste canzoni furono concepite, il fascino di quell’heavy primordiale resta immutato e assume una connotazione “classica” che ormai lo rende impermeabile al tempo e perfettamente fruibile anche adesso. In effetti, l’ottima dinamica e la veemenza della proposta riescono a rendere assolutamente adeguate canzoni che evidentemente seguono stilemi solidamente radicati nel periodo di concepimento. Questo non significa che non si possano apprezzare ad esempio riff di scuola hard rock, come quelli di Running Like Hell, I Trust o la ruffiana Watch It, eppure vere e proprie colate laviche come la opener Raff Force Commando, la terremotante Rocker o le inarrestabili Dreamer e Signal From Hell non possono lasciare indifferenti e non danno respiro. Davvero notevole anche la prova di Arcuri, dotato di una tecnica di spessore, il quale per tutto il disco dispensa riff taglienti, sprazzi melodici e grandi parti solistiche come un vero e proprio fiume in piena; una delizia per buongustai. Resta da sottolineare ciò che invece potrebbe non funzionare nell’ascolto di questo album: la produzione è assolutamente in linea con la proposta dei Raff e si evitano quindi improbabili modernismi o tentativi di “laccare” la musica tagliente del gruppo; il salto nel tempo è totale e credibile e sembra davvero di ascoltare un disco uscito in quegli anni, dotato quindi di grande dinamica, di vuoti e di pieni, come dovrebbe sempre essere. Questo forse non piacerà a chi pensa che le attuali produzioni ipercompresse siano le uniche degne di essere ascoltate. Il vero difetto però risiede nella registrazione della voce: sempre in secondo piano nel mixaggio complessivo, tanto da risultare a volte difficilmente intellegibile, non sembra in grado di valorizzare le linee melodiche di Chris Bianco, le quali perdono di incisività, come il suo cantato che risulta vagamente calante in alcune circostanze, mentre anche i cori –si senta l’opener- risultano mixati in maniera approssimativa. Niente di irreparabile, intendiamoci, ma sono fattori che alla fine hanno il loro rilievo.

Non è esagerato affermare che se un disco del genere fosse uscito nel 1983 oggi sarebbe ricordato, al minimo, tra le massime espressioni dell’heavy in Italia. Nel 2014 ci sono due strade di intendere un album come questo: la prima è considerarlo come uno dei tanti che escono continuamente e scegliere come griglia valutativa esclusivamente il contenuto, lasciando perdere tutto il resto. Ebbene, se si preferisce questa via, Raff si rivela essere un disco di potente, veloce e solido heavy metal classico, ottimamente suonato, con un flavour retrò e una registrazione con qualche pecca, ma assolutamente coerente e funzionale. La seconda strada, quella forse più appropriata, è intendere l’album per quello che è: una sorta di conciliazione per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, ma anche l’urlo di liberazione e dignità per una band che, senza trionfalismi o retorica nazionalista, avrebbe davvero potuto aspirare a grandi risultati. I dodici brani qua contenuti non possono che confermare la solidità della proposta del gruppo, ancora oggi assolutamente valida e fruibile. L’heavy puro che esce dalle casse, la potenza e la grinta che tutt’oggi caratterizza la musica dei Raff, sono senza tempo e splendono nel 2014 come splendevano nel 1983. Merito alla Jolly Roger per aver offerto finalmente al gruppo l’opportunità di dare una veste ufficiale a queste canzoni, che aspettavano da troppo tempo una pubblicazione. Merito ai Raff, per essere rimasti una band credibile e pura, potente, rocciosa, rapida e pericolosa, oggi come allora. Merito a chi vorrà ascoltare questo album, che non sta facendo un atto di carità verso dei poveri sfortunati, ma si concede un viaggio nel tempo accompagnato da ottima musica, solida e che trasmette un gran senso di libertà, suonata alla grande e sincera, come non spesso capita di ascoltarne.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
97.23 su 13 voti [ VOTA]
DP
Sabato 27 Novembre 2021, 8.49.12
7
nel periodo d'oro inizio anni 80 del metal underground romano e italiano i Raff sono stati senza dubbio una delle band di maggior evidenza ma come altri gruppi dell'epoca hanno raccolto ( cause anche sfortunate ) molto molto meno di quanto in realtà meritassero. Del resto se non sei in Inghilterra le chance di sfondare sono pari a zero.
Stella del Nord
Giovedì 27 Novembre 2014, 1.48.17
6
Molto coinvolgenti! Prima o poi trovero' il modo di assistere ad una vostra esibizione! Son certa che ne valga la pena!!
Lizard
Mercoledì 26 Novembre 2014, 8.39.48
5
Grazie a te per il passaggio Chris, per noi è un piacere
Chris Bianco
Martedì 25 Novembre 2014, 23.39.36
4
Grazie! Bella, lucida ed imparziale recensione!
rossella
Martedì 25 Novembre 2014, 22.06.57
3
Non sono di Roma, quindi ho conosciuto i Raff solo un paio di anni fa ( per essere precisi il 24 giugno2012 all'Atlantico!): posso giudicare solo ciò che ascolto oggi. Ma se tanto mi dà tanto, dico beato chi se li è potuti godere nei mitici anni 80!!! Grandissimi! Potenti! Fomentatori di un pubblico che va dai 18 ai...beh, io ne ho solo 56 e ai loro live resisto, resisto, resisto...ma alla fine non posso fare a meno di scapocciare!!!! IN ATTESA DEL SECONDO ALBUM!!!!!!!
HIRAX
Venerdì 24 Ottobre 2014, 16.41.38
2
RAAAAAfff FORCE COMMANDO! RAAAAAFF FORCE COMMANDO! FINALMENTE! Mitici! Il mio primo concerto di band romane (c'erano anche i Fingernails) nei primissimi anni ottanta al Teatro Colosseo! Orgoglio romano insieme a tante altre band di quell'epoca (la più bella senz'altro) come Thunder, Alter Ego e Astaroth. ROMA HMK
er colica
Mercoledì 22 Ottobre 2014, 13.00.04
1
anvedi i raff , forte la storiella di di anno che mixò il primo album me la ricordavo pure io sta storia. qualche mese fa girovagando a caccia di roba ed ero captato sul sito della jolly roger e pubblicizzavano proprio il loro ritorno c'era pure una canzone ascoltabile. vabè comunque la storia del metal italiano e romano.
INFORMAZIONI
2014
Jolly Roger Records
Heavy
Tracklist
1. Raff Force Commando
2. Running Like Hell
3. I Trust
4. Rocker
5. Live It Loud
6. Watch It
7. Dreamer
8. Signal From Hell
9. All for One (I Want You Now)
10. Driven Mad
11. Gates of Fortune
12. Rock the World
Line Up
Chris Bianco (Voce, Basso)
Tony Arcuri (Chitarra)
Fabiano Bianco (Batteria)
 
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