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Rob Zombie - The Electric Warlock Acid Witch Satanic Orgy Celebration Dispenser
07/05/2016
( 4806 letture )
A qualche anno di distanza dal piacevolmente valido Venomous Rat Regeneration Vendor, l'imbonitore dell'assurdo, incantatore di creature millenarie e risveglia-incubi per eccellenza Robert B. Cummings torna sul grande schermo del rock per annunciare il suo novello rito di celebrazione invertita: The Electric Warlock Acid Witch Satanic Orgy Celebration Dispenser , che si auto-introduce come un poema secolare è in realtà un mini costrutto, breve e intenso, di succo cerebrale e budella liquefatte. Un coro di ossa, con il ritmo marziale di un'orda di scheletri sapientemente guidati dal loro grande maestro. E' un'armata delle tenebre a cui piace giocare e gozzovigliare con i nostri sentimenti nostalgici e kitsch, pruriti irriverenti e notti brave. Cocktail di portentoso mondo infernale, dove baccanali ritmici e vasi di pandora copulano insistentemente con dame di fiori proibiti e gesta inconsulte. Che caos all'entrata! Ma non lasciamoci prendere troppo la mano dagli orpelli e, anzi, proseguiamo oltre, nella sala dalle tinte rosso fuoco, dove la proiezione del nuovo The Electric Warlock Acid Witch Satanic Orgy Celebration Dispenser sta per iniziare, tra schiamazzi e luci soffuse, sguardi laterali e corna verso il cielo, richiuso per l'occasione in un manto oscuro e statico.

Niente biglietti gratis ma una sana voglia di fare del male ed eccoci catapultati nel nuovo capitolo discografico/visivo di Rob Zombie, con la sua pittoresca troupe di grandissimi musicisti al seguito: G. Fish alla batteria, Jonh 5 alla sei corde e Piggy D. al basso, per completare una line-up non solo di tutto rispetto, ma anche decisamente affiatata e compatta. Gli ultimi anni hanno portato gioie e tour mondiali, fatiche convogliate nel breve ma brillantemente esagerato Spookshow International: Live, ottimo documento dal vivo che ha suggellato la stagione 2014-2015 nel migliore dei modi.

Così, tra un blood-party e un mostro su schermo da portare avanti, tra i numerosi stop'n'go di questo nuovo capitolo e gli incendiari lavori dell'imminente lungometraggio ''31'', il cantante-attore-produttore-regista è riuscito a portare nuova musica sul tavolo delle torture, nel nostro scantinato preferito, in compagnia dei vecchi classici in vinile e dei ricordi temporali, mai domi e soprattutto mai placati. The Last of the Demons Defeated ci porta a bordo della nave con un intro groovy in cui il buon Rob scandisce le parole e ci prepara al deviante , primo frutto musicale, la psichedelica e pachidermica Satanic Cyanide! The Killer Rocks On! che ha il compito di aprire le danze musicali e lo fa in un modo totalmente differente dalla classica traccia di apertura, seguendo schemi industrial sbilenchi, sampler invasivi e una chiusura acustica inaspettata, corroborata dai synth azzeccati e dal breve minutaggio che ne distorce la percezione. Satanic Cyanide! The Killer Rocks On! è un non-pezzo invasivo e invadente, che ci porta a pensare che per questo macabro giro di giostra, Cummings abbia voluto esagerare il tutto, affilando le lame senza smussare gli angoli, andando a espandere il raggio d'azione fino all'auto-assoluzione musicale. Il principio è curiosamente subdolo, ma i piani rock tribali di The Life and Times of a Teenage Rock God ci fanno tornare sulla Terra-Z, tra schematico industrial rock vecchia scuola e una potente sezione ritmica che propella il ritornello venato di seventies e bagnato nei liquidi musicali del 1995, quando il circo dell'avventura era solo all'inizio. Ci sono i samples e la graffiante chitarra di Jonh 5, ben supportata dalla voce qui potente e declamatoria dell'istrionico singer. Un breve lead chitarristico sfocia in un finto break con applausi e suoni crudi e ''live'', poi il codino finale che riprende il tema principale con il solito, rimbalzante effetto musicale. Un inizio che lascia in bilico: ricordi, novità, ma soprattutto un frullato fresco della materia Zombie, con un pallino per la concisione e l'asciuttezza strutturale. Una band mai così composta e attenta al minutaggio. E' horror, cellulosa di serie B e sangue sciroppato: è intrattenimento puro, come gli alieni perversi della traccia numero 4: Well, Everybody's Fucking in a U.F.O., brano assolutamente sopra la media, con uno Zombie parlantino e spaziale, che non disdegna venate influenze SOAD in alcune linee vocali per poi scatenarsi insieme alla band sul potente refrain a base di riff e giochi di parole. Pare che tutti stiano allegramente copulando a bordo dell'oggetto non identificato e chi siamo noi per interrompere la festa stellare? Tra sciabolate chitarristiche e il basso pulsante di Piggy D. a fungere da iper-motore a gravità zero. Primo singolo primo centro per un validissimo compendio della Zombie-music, in soli due minuti e quarantadue secondi di durata.

C'è molto per cui gioire ancora, partendo dall'intermezzo dark/strumentale A Hearse That Overturns with the Coffin Bursting Open, dal ridondante titolo retrò e dalla struttura basata interamente sull'acustica pizzicata di Jonh 5, che apre la traccia successiva con un delizioso e slabbrato riff rock, per poi stendere il tappeto viola all'acida timbrica di Rob, improvvisamente emule del leggendario Alice Cooper in questa traccia che mescola organi vintage, shock-rock d'annata e squarci cinematografici. Sincerità e omaggio vanno a braccetto in questo mid-tempo divertente e senza impegno. The Hideous Exhibitions of a Dedicated Gore Whore finisce troppo presto e lascia il passo alla successiva Medication for the Melancholy, curiosamente aperta da un synth che suona tanto Carpenter era-86, prima di prodigarsi in una traccia metal possente ed elettrica, decisamente valida in tutta la sua preistorica massa orrorifica e convincente, con riff circolari e batteria in levare. I synth di contorno ci corrono incontro impauriti prima del refrain, tra filtri vocali e scorribande strumentali. Non c'è spazio per pensare, scappare e nascondersi, ma solo per abbracciare il trip infernale, il party notturno e le droghe del cosmo. Fine della storia? Neanche per idea, perché uno striminzito e assolutamente inutile quanto divertente assolo di Jonh 5 spegne le luci del comparto-7 per approdare alle ombre di In the Age of the Consecrated Vampire We All Get High, industrial metal di prim'ordine, feroce e ferale, con un riff pesantissimo e inframezzato da una cadenzata sezione di filtri vocali, elettronica pacchiana e parole al vento. Un racconto polveroso e ancora una volta kitsch e naif, amalgamato dalla strabordante potenza non richiesta ma dannatamente funzionale e da uno psichedelico bridge chitarristico, pennellato e irriverente, che ci consegna una band graziata da uno stato di forma notevole.

Il concept, se così possiamo chiamarlo, non ha sosta, e nei suoi 31 minuti scorre via come un'unica, possente e iper-cinetica traccia di rock duro: Super-Doom-Hex-Gloom Part One è un altro intermezzo che omaggia le composizioni cinematografiche di John Carpenter, frugando ogni dubbio sull'ispirazione evocativa del platter, così la successiva In the Bone Pile ci percuote e colpisce duramente con riff laccati e una struttura squadrata e ritmicamente inattaccabile. Hard rock moderno che squarcia il tempo e si affaccia su una finestra buia del '77, unendosi in danze alcoliche e raduni notturni. Rob gioca ancora con noi infilando sample e tette al vento poi, da buon presentatore, si congeda intonando ancora una volta il ritornello, chiudendo la traccia numero dieci e accompagnandoci verso il finale, dove la finestra stagionale è ancora aperta e il tempo si è fottuto da solo, non permettendoci di andare a fondo e capire veramente cosa stia succedendo intorno a noi. Visite extra-planetarie, pantaloni a zampa, riff squadrati e riflessione nerd. E' un bagno di sangue e noi siamo orgogliosamente fieri di poterne fare parte, anche solo se per mezz'ora. Get Your Boots On! That's the End of Rock and Roll è ancora figlia del gran rock che fu, in un bellissimo ponte tibetano sospeso tra il background artistico e la sbilenca arte odierna di Rob Zombie: tribale, severo, tagliente, acido e solenne. Lo vediamo innalzarsi su un trampolino a centro del palco per dirci in coro: Mettetevi gli stivali e affrettatevi! Questa è la fine del rock, è la fine del mondo. , poco prima dell'assolo caratterizzante di Jonh 5 e della chiusura del brano, che sembra spezzarsi sulle atmosfere sulfuree di Wurdalak, lungo epilogo finale che ci mostra venature prettamente atmosferiche e cinematografiche (alla Lords of Salem, per intenderci), con lunghi riverberi e oppressione a go-go. E' la danza delle streghe ancora una volta e il doomeggiante refrain ci fa sprofondare nel bivio esistenziale, tra vita e morte, materiale e immateriale. Pianoforte e chitarre atmosferiche, un severo break stilistico che separa questo finale dal resto dell'album, con il bridge al minuto 3:44 che si prende tutta la tristezza cerebrale e la fa sua, cullandola con un ghigno nascosto e il temporale che avanza nella notte fredda e umida. Non c'è più tempo per la festa, e gli ospiti sono pregati di lasciare la stanza. La proiezione è finita e la pellicola è stata prontamente smontata e portata via da un'orda di Gremlins intenti a mangiarne ogni centimetro, sghignazzando alle nostre spalle e preparandoci al peggio.

Infine, un plauso alla banda tutta per aver affrontato il difficile compito del bissare il carismatico Venomous Rat Regeneration Vendor, con voglia di fare e idee ben chiare. Certo, dopo tutta questa attesa ci si sarebbe aspettati forse un po' più di carne al fuoco. Ma, a conti fatti, la breve durata dell'album vuole sintetizzare i concetti dello Zombie-sound targato 2016: conciso e feroce, rock e divertente, kitsch come non mai e assolutamente cinefilo. I volumi hanno fatto il loro sporco lavoro e i nostri padiglioni auricolari sono sazi, per ora. Ancora una volta Rob Zombie ci ha fatto assaggiare sgradevoli nuovi incubi musicali e visivi, e per questo motivo li aspettiamo al prossimo evento live, riuniti in massa per cantare ancora una volta: Dig through the ditches and burn through the witches / I slam in the back of my... Dragula!. Intramontabile.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
80.57 su 7 voti [ VOTA]
Deathland
Giovedì 9 Gennaio 2020, 18.06.47
13
Qualcuno sa di una data uscita per l'edizione Italiana del suo ultimo film?
Florix91
Domenica 15 Maggio 2016, 16.05.05
12
Ho appena terminato di ascoltarlo e... che dire???!!! Non ha affatto deluso le mie aspettative, l'ho trovato divertente e orecchiabile, e alcuni pezzi come "The Hideous Exhibitions of a Dedicated Gore Whore" mi hanno ricordato un po' Manson che adoro. La longevità del disco è la sua unica pecca (parlo per me ovviamente) in quanto 31 minuti e 29 secondi di musica a parer mio sono piuttosto scarsini ma tutto sommato reputo "The Electric Warlock Acid Witch Satanic Orgy Celebration Dispenser" un buon album. 70 come voto è azzeccatissimo!
Maurone
Venerdì 13 Maggio 2016, 13.40.52
11
Per me più vario del precedente il mio voto è 80
Tartu
Giovedì 12 Maggio 2016, 11.24.45
10
bello, colorato , curato ecc...ma alla fine solo 31 minuti di musica eccheccazzo!
Ignoranza
Mercoledì 11 Maggio 2016, 21.36.43
9
Spettacolare!!!!!!!!! Voto 99
Metal Shock
Domenica 8 Maggio 2016, 13.04.41
8
Da Hellbilly il livello è sceso paurosamente. Ci sento di tutto qua dentro White zombie, N.I.N., System of a down, Marylin Manson, ma tutto abbastanza derivativo. Voto giusto.
metallum sum
Domenica 8 Maggio 2016, 10.04.10
7
L'ho sentito molte volte, non mi è dispiaciuto ma ho preferito il precedente disco. Per me è da 75.
Ck63
Domenica 8 Maggio 2016, 0.48.20
6
@deris : definire questo album privo di contenuti mi sembra alquanto azzardato e fuori luogo. Può non piacere ma questo non giustifica un'affermazione offensiva e fuorviante per un disco che merita ben oltre la sufficienza Di dischi privi di contenuto e di ben altro c'è ne sono tanti, basta guardarsi intorno. Rob è un grande, punto.
jo-lunch
Sabato 7 Maggio 2016, 15.09.48
5
Rob Zombie non si smentisce mai. Il titolo dell'album è tutto un programma e comunque può anche non piacere ma la musica è di qualità e si sente. Un 70 meritato.
deris
Sabato 7 Maggio 2016, 14.58.39
4
privo di contenuti....per sedicenni rebel satanic che a 20 hanno gia' moglie e figli
melkor
Sabato 7 Maggio 2016, 14.49.12
3
a me non e' piaciuto ... e ci speravo molto. salvo solo i titoli delle songs, come al solito geniali.
Maurone
Sabato 7 Maggio 2016, 13.14.16
2
Vai Rob buono così!
darksoul
Sabato 7 Maggio 2016, 12.58.14
1
niente di nuovo sotto il sole e meglio cosi' .... buon album ... ma per me' spendere 20 euro x mezzora di ( buona ) musica mi sta' un po' sul cazzo ...
INFORMAZIONI
2016
Universal
Industrial
Tracklist
1. The Last of the Demons Defeated
2. Satanic Cyanide! The Killer Rocks On!
3. The Life and Times of a Teenage Rock God
4. Well, Everybody's Fucking in a U.F.O.
5. A Hearse that Overturns with the Coffin Bursting Open
6. The Hideous Exhibitions of a Dedicated Gore Whore
7. Medication for the Melancholy
8. In the Age of the Consecrated Vampire We All Get High
9. Super-Doom-Hex-Gloom Part One
10. In the Bone Pile
11. Get Your Boots On! That's the End of Rock and Roll
12. Wurdalak
Line Up
Rob Zombie (Voce)
John 5 (Chitarra)
Piggy D. (Basso)
Ginger Fish (Batteria)
 
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