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Lonewolf - The Heathen Dawn
19/07/2016
( 1799 letture )
L’heavy metal classicamente inteso non è un genere che lascia molto spazio all’innovazione, ormai lo sappiamo, e in certi casi è un bene che sia così. Se si pensa all’heavy metal di band quali Judas Priest o Iron Maiden, però, si noterà come una certa evoluzione, un certo cambiamento negli anni ci sia stato, anche se non è stato visto propriamente in positivo dalla fascia più conservatrice di pubblico e tantomeno dalla critica di settore. Altri gruppi, pensiamo ad esempio ai vari Scorpions, Saxon, AC/DC e via dicendo, il passare degli anni l’hanno avvertito con composizioni meno fresche e spontanee, ma sempre legate direttamente ad uno stile ormai assodato ed inscalfibile, salvo rare eccezioni. I qui presenti Lonewolf per ovvi motivi non fanno parte del filone storico dei gruppi sopracitati, ma da essi hanno preso i maggiori insegnamenti e ne hanno fatto tesoro fin dalle prime demo risalenti ad inizio anni Novanta. Ad oggi il combo francese può fregiarsi di ben otto studio album pubblicati nel giro degli ultimi quindici anni, dopo aver attraversato tutte le fasi necessarie per affermarsi a livello mondiale, a partire dall’autoproduzione fino alla firma con etichette di rilievo quali Napalm Records prima e Massacre Records poi. Ma come ciò sia stato possibile è ancora un mistero. Capitanati dall’istrionico singer Jens Börner, i Lonewolf sono una di quelle band incapaci di migliorare di album in album, riuscendo solo a confermare ad ogni occasione tutte le loro carenze. Carenze che toccano tutti gli elementi possibili all’interno di un album: dalla qualità delle composizioni all’esecuzione, passando per una quasi totale assenza di personalità (la voce rude e ormai tipica di Börner non può e non deve essere intesa come elemento in grado di distinguere i Lonewolf dalle altre band di settore) e per un comparto riff ripetitivo e fine a se stesso che denota ormai da tempo immemore un’assenza lampante di idee. Per non parlare delle ritmiche, sentite e strasentite milioni di volte, chiaramente impossibilitate alla variazione e alla creatività.

Ma visto che da questa presentazione ancora non si evince completamente l’operato della formazione francese, scendiamo più nel dettaglio, addentriamoci per quanto possibile in questa marea di brani (undici più due bonus tracks), in questi sessantuno minuti di musica che The Heathen Dawn ci mette davanti. Dopo l’immancabile intro strumentale dai toni epici, partenza a raffica con l’accoppiata formata da Wolfsblut e Demon’s Fire, uno speed metal senza compromessi eseguito di mestiere che lascia purtroppo il tempo che trova. Piccolo cambiamento di ritmo con Keeper of the Underworld, canzone più moderata che si fa apprezzare soprattutto nei ritornelli e non mancherà di essere tra le più gradite per i più avvezzi al power metal. Inascoltabile, per non dire di peggio, When the Angels Fall, brano dilaniato senza mezze misure dalla voce sgraziatissima di Jens Börner. Passato questo momento buio, l’album pian piano tenta di risollevarsi con canzoni mediocri che perlomeno si fanno ascoltare. Tra le più meritevoli di essere ricordate abbiamo Until the End, la velocissima Rise to Victory, Into the Blizzard, maestosa e convincente nel suo incedere, e l’epicheggiante Song for the Fallen. Assolutamente tralasciabili, invece, le restanti tracce, bonus track comprese.

The Heaten Dawn sbaglia lì dove i Lonewolf hanno sempre sbagliato e ha l’unico merito di ricordarci che il gruppo francese è a tutt’oggi uno dei peggiori esponenti dell’heavy/power metal a livello europeo (a livello mondiale per loro fortuna c’è molto di peggio). I buoni spunti si contano sulle dita di una mano, mentre di riff triti e ritriti, di linee vocali inadeguate e di idee sbagliate in generale ce ne sono a non finire. Se questo è il livello raggiunto dopo anni di lavoro ed esperienze vissute, allora siamo messi proprio male. Cestinatelo ancor prima di concedergli un ascolto, questo il nostro consiglio, troverete facilmente di meglio.



VOTO RECENSORE
52
VOTO LETTORI
75.42 su 7 voti [ VOTA]
Captain Wild
Sabato 20 Agosto 2016, 11.51.50
5
Gran bel disco, belli gli assoli i riff e le melodie. Recensione assurda.
InvictuSteele
Mercoledì 20 Luglio 2016, 22.06.55
4
Non l'ho ancora ascoltato, comunque i Lonewolf sono una onesta band. Ho solo un loro album, Made in Hell, uscito qualche anno fa e devo dire che era ottimo, gli altri sinceramente li ignoro
inflames69
Martedì 19 Luglio 2016, 22.53.22
3
jukka a me e piaciuto...dove avrei scritto che mi fa schifo?..ho scritto alla fine testualmente proprio il contrario: "Evidentemente sto cd non ha fatto schifo solo a me!! Ciao
Jukka
Martedì 19 Luglio 2016, 21.10.04
2
Inflames69 : Ti ha fatto schifo o ti é piaciuto? Prima lo difendi poi dici che non ti piace.. Personalmente lo reputo un disco da 6.5, li trovo migliori di altri gruppi anche se dopo 8 cd una scantata gli farebbe solo bene
inflames69
Martedì 19 Luglio 2016, 19.28.40
1
Bohhh..avrò ascoltato un altro disco: a mio parere giudizio eccessivamente severo. Di sicuro derivativi e mancanti di personalità lo sono, ma l album contiene pezzi di buona fattura , orecchiabili al punto giusto e suonati con discreta perizia tecnica.non un disco memorabile ma personalmente non meno da 70.cmq ho letto anche altre recensioni non proprio lusinghiere. Evidentemente sto cd non ha fatto schifo solo a me!!alla prossima
INFORMAZIONI
2016
Massacre Records
Heavy/Power
Tracklist
1. A Call to Wolves
2. Wolfsblut
3. Demon’s Fire
4. Keeper of the Underworld
5. When the Angels Fall
6. Until the End
7. Rise to Victory
8. Heathen Dawn
9. Into the Blizzard
10. The Birth of a Nation
11. Song for the Fallen
12. I Choose the Dark (Digipak Bonus)
13. Mother Faith (Digipak Bonus)
Line Up
Jens Börner (Voce, Chitarra ritmica)
Michael Hellström (Chitarra solista)
Rikki Mannhard (Basso)
Bubu Brunner (Batteria)
 
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