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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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Screaming Trees - Sweet Oblivion
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10/09/2016
( 4812 letture )
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Il brutto anatroccolo. Avete presente la favola di Andersen? Il piccolo e goffo anatroccolo grigio, che viene rifiutato per la sua poca avvenenza dagli altri piccoli, ma che poi avrà la sua rivincita, con gli interessi, diventando un magnifico cigno ammirato da tutti. Nella vita reale, spesso le cose non vanno così: spesso, troppo spesso, capita di trovare persone valide, capaci e meritevoli, che finiscono per essere incomprese, snobbate e svalutate dalla massa, e che quindi non riescono ad essere apprezzate e a risultare vincenti secondo le loro reali possibilità. Rimangono anatroccoli, insomma. Succede a molti, purtroppo: succede, ed è successo, anche in ambito musicale. Ritorniamo ad un periodo storico, e ad un luogo, molto ben definito: il luogo è Seattle, l’anno è il 1992. A cosa pensano tutti gli appassionati di rock sentendo questi due parametri? Facile: all’esplosione del grunge. Continuiamo con gli indizi: quali sono i gruppi cui tutti pensano, se si parla di grunge? Anche qui la risposta è facile: Nirvana, ovviamente, e poi Pearl Jam, Soundgarden, Alice In Chains. I più esperti aggiungono anche perle di nicchia quali Mother Love Bone e il progetto Temple Of The Dog. E a suggellare questa unione di fuoriclasse, ecco spesso citata la colonna sonora del film Singles, di Cameron Crowe, ambientato a Seattle e dove compaiono e si esibiscono tutti i succitati. Una sorta di greatest hits non ufficiale del movimento grunge.
Pochi però si ricordano che in quella compilation ci sono anche gli Screaming Trees: un quartetto di Washington (lo stato, non la città) che già dalla fine degli anni 80 era sotto contratto con la Sub Pop, la storica etichetta che ha dato origine a tutto il fenomeno grunge. Gli Screaming Trees sono i “brutti anatroccoli” del movimento: autori di ottimi album, di bellissime canzoni, ma che non sono riusciti mai a sfondare e a imprimersi nei gusti degli ascoltatori quanto i loro colleghi. E che, in parte, hanno poi trovato la loro rivincita postuma; ma su questo ritorneremo. Sweet Oblivion, il loro disco del 1992, è contemporaneamente uno dei loro lavori più riusciti e la loro maledizione. È il disco fondamentale per la loro carriera: il primo sotto major (Epic), la quale contava di fare con loro lo stesso “botto” riuscito con Pearl Jam e Soundgarden; è il disco che contiene il loro “mega-singolo”: quella Nearly Lost You, inserita nella colonna sonora di Singles, che rimarrà per sempre il loro pezzo più conosciuto; ma è anche il disco con cui si sono giocati tutto, probabilmente sapendolo, e con cui hanno perso, almeno dal punto di vista commerciale. Infatti, malgrado le spinte dell’etichetta, e i numerosi tour promozionali intrapresi, il disco non ha sfondato; la delusione è stata tale che la band, appurato l’insuccesso, si è trascinata ancora per qualche anno, dando alla luce ancora un album nel 1996 (il pur bellissimo Dust), per poi sciogliersi definitivamente e dedicarsi ad altri progetti. Lo scoramento del quartetto è comprensibile, perché Sweet Oblivion è un gran disco. C’è tutto il meglio della scena di Seattle: la malinconia tradotta in musica, il retaggio degli anni 70, le ballate affascinanti, le bordate rock; il tutto unito a ritornelli efficaci e memorizzabili, ben declinati da un cantante che, quanto a timbro ed espressività, aveva, già allora, ben poco da invidiare ai migliori del genere. Undici pezzi, tutti a firma Lanegan/Conner (il chitarrista), e undici centri: difficile, se non impossibile, trovare un brano definibile come puro riempitivo. In questo album, i nostri hanno racchiuso il meglio dei quasi dieci anni di esperienza, fra sale di incisione e concerti. Per alcuni, questo disco ha ben poco da invidiare ad album come Ten (Pearl Jam) o Dirt (Alice In Chains), ed è decisamente superiore al pluripremiato Nevermind (devo dire di chi?); opinioni forse non del tutto condivisibili, ma con una parte di verità: di sicuro il gap a livello qualitativo, ammesso che vi sia, non è minimamente paragonabile alle differenze che ci sono poi state a livello di fama e vendite. Lo dimostrano due considerazioni. Il primo è un fatto “tecnico”: Sweet Oblivion è un disco che, a distanza di 24 anni, sembra ancora attuale, sotto molti aspetti. Produzione, stile, forma espressiva: potrebbe essere tranquillamente un album di cinque o dieci anni fa; e questo è caratteristica solamente dei migliori. Non ci credete? Date un’ascoltata sincera (cioè non mediata dal ricordo e dalle emozioni del periodo) a buona parte dei dischi grunge: i loro cinque lustri li dimostrano tutti. Il secondo è la rivalutazione “postuma” avuta dal gruppo e dai suoi componenti: e qui è il caso di fare qualche nome. Se dico che il cantante di cui sopra è Mark Lanegan, e aggiungo che i nostri hanno, pochi mesi dopo questo disco, portato in formazione alla chitarra Josh Homme, a cosa pensate? Esatto, proprio a loro: i Queens Of The Stone Age. Ossia la formazione con cui sia Lanegan sia Homme hanno trovato la loro rivincita, dopo i fallimenti (in termini di successo di pubblico, non certo artistici) rispettivamente con Screaming Trees e Kyuss. Ma c’è stato anche di più: il successo dei QOTSA, che ha toccato il suo apice massimo proprio durante il “periodo Lanegan”, ha riportato le luci dei riflettori anche sugli Screaming Trees, che sono stati riscoperti dalle generazioni successive, molto più propense a tributare loro, finalmente, i giusti onori, rispetto ai loro contemporanei. Paradossalmente, questo disco è forse più conosciuto ora rispetto alla metà degli anni 90. Quando si dice meglio tardi che mai…
Oggi, a distanza di quasi venticinque anni, Sweet Oblivion resta un disco da riscoprire e apprezzare, per capire cosa di buono e di importante ha portato il movimento grunge alla musica attuale; e, anche, più semplicemente, per godersi un lotto di belle canzoni rock interpretate con feeling e trasporto da una band validissima, e per ridare il giusto tributo ad uno dei più dotati, e sottovalutati, cantanti della scena.
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27
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Grande album fantastico vocalist cd da90 |
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il piu conosciuto. La band cambia... però i brani son prodotti molto meglio. Rimane un disco disperato ma anche piu dolce a livello di temi. Grande prova di Lanegan |
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Nevermind disco pessimo????......ma quante canne vi siete fumati????
profondo, ribelle e la gente pogava che era un piacere.
Un disco pieno di "hit" e di singoli, robe da strapparsi i vestiti di dosso e mandare affanculo questo mondo perbenista!!!!
All' età di 12 anni saltavo sopra il letto mentre ascoltavo Nevermind, quanta adrenalina trasmetteva.
Ma la gente qua sotto sa di essere al mondo???
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E' morto da 26 anni, lasciatelo in pace poveraccio... ha scritto canzoni che hanno segnato un'epoca ed è stato la prima vittima di questo successo. Basta, davvero. Che poi scrivendo queste cose togliete invece di rilievo a questi splendidi Screaming Trees, band che non ha bisogno di paragonarsi ad altri per rimpiangere quel successo che non ha mai raggiunto. |
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Nevermind è un disco splendido con canzoni splendide, al di là di quello che hanno fatto altri |
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Si scrive giustamente che è "nettamente superiore a Nevermind" (non che ci voglia molto), come qualsiasi disco degli Alice in chains o dei Soundgarden... Anche i Mother love bone erano "nettamente superiori a Nevermind" pur avendo fatto un solo disco.
Smettiamola con questa mitizzazione dei Nirvana, uno dei peggiori gruppi della storia, assurti a divinità chissà poi perché; perché Cobain si è suicidato? Anche Staley e Wood non mi pare abbiano fatto una fine differente, ed erano mille volte più bravi e capaci, come cantanti, compositori, strumentisti... Tutto |
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Totalmente d'accordo con Ian Hus! Come si fa a scrivere
"nettamente superiore a Nevermind" . Gran bell'album 'Sweet Oblivion', ma che c**** però! |
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20
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aaaaaaaaaaaa gli anni 90! |
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miglior band grunge assieme ai primi soundgarden |
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Con gli ST ho un rapporto particolare, sebbene siano la mia band grunge preferita, riconosco il fatto che siano di "seconda fascia" rispetto agli altri giganti dell'epoca. Non credo abbiano mai fatto capolavori assoluti come potrebbero essere Ten dei Pearl Jam, Badmotorfinger dei Soundgarden o Dirt degli Alice in Chains, ma hanno mantenuto una qualità media altissima, tutti album intorno all'80, il che non è poco. Amo il suono disperato e amaro di questa band e Sweet Oblivion probabilmente è il loro disco di punta, per me da 85. |
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Ascoltando carry home mi rendo conto che apprezzo di più Mark (ci avevo gia provato tanti anni fa con "whiskey..." perchè un mio amico era un invasato di lanegan ) quando la base è acustica e soffusa, con quella sua voce da (appunto) whiskey e fumo...se la base è elettrica secondo me rende 100 volte meno, e mi risulta meno interessante... |
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Penso tu parli di i'm above (carina) e long gone day, molto bella, si...ciò non toglie che quando canta Layne, per me, Mark sparisce, puff....proverò di sicuro, comunque, grazie del consiglio! |
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Giornata raddrizzata. Ma a parte le battute, prova con "I'll Take Care of You" (ma anche i primi tre, va). Poi siam d'accordo che Layne Staley è cantante altrettanto eccezionale (e non mi dire che il loro duetto nei Mad Season non ti convince). |
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Ahahahahaha perdonami Rob, alla fine ritratto per non farti venire un infarto: diciamo che prediligo un altro tipo di timbro e vocalità, ma lui resta un gran cantante...meglio? |
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@lux chaos: sebbene non sia d'accordo sulla tua disamina dell'album non entro nel merito perché hai argomentato efficacemente le tue ragioni. Ma leggere che la voce di Mark Lanegan è monoespressiva la prendo quasi come un'offesa personale. |
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12
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Bell' album si...non voglio fare sempre il bastian contrario ma a volte (ripeto, a volte) il mancato raggiungimento della popolarità (in assenza di condizioni avverse) ha sempre una sua logica...e secondo me questo album è buono, ma neanche da lontano paragonabile ai mostri citati sopra...anche la discreta nearly lost you, si carina, ma imparagonabile come efficacia rispetto ad altri tormentoni grunge..ed anche questo conta...la voce del buon Lanegan? Bella, calda, affascinante, ma monoespressiva, monotona...vogliamo paragonarla alla versatilità ed al carisma di un certo Layne Staley? Direi di no..secondo me questo album è esattamente dove deve essere, in seconda fila, come ottimo pezzo di storia del grunge, a volte noiosetto, ed è giusto cosi. Non ha raggiunto la popolarità semplicemente perchè il tutto è meno efficace rispetto ai gruppi che l'hanno raggiunta. Ovviamente parere mio, alla fine sono gusti, io scelgo mille volte Nirvana, AIC e Soundgarden |
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11
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Il loro capolavoro e il mio preferito della band! Condivido ogni singola parola detta dal recensore! Band che non ha sbagliato un colpo... Infatti provate ad ascoltare "Last Words" uscito postumo qualche anno fa e rimasto nei cassetti della band per anni! Un album bellissimo che sta li a dimostrare che gli Screaming Trees non avevano e non hanno nulla da invidiare ai mostri sacri di quella scena! |
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10
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Grande album di un sottovalutatissimo gruppo. |
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9
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tremendamente bello. 85 pieno |
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"nettamente superiore a Nevermind" ovvero come sporcare con una boiata una bella recensione |
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Recensione YEAH. Grandissima band, ascolto la loro musica con piacere ancora oggi. Si sono formati nel 1984, il loro primo album e Other Worlds 1985 anche se stampato nell'88 dalla SST, secondo é clairvoyance 1986 (Velvetone), terzo é Even If And Especially When 1987 SST, 88 Invisible Lantern SST, 89 il CAPOLAVORO ASSOLUTO Buzz Factory, 92 Sweet Oblivion ( Epic), 1996 Dust. Sò che ne é uscito un altro un paio di anni fa, penso sia un album dell'88 di cui avev ano perso il master. |
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4
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un altro gruppo che conferma che spesso la bella musica è inversamente proporzionale al riscontro commerciale riscosso... ma ad un certo punto chissenefrega, tanto quella che resta per fortuna è la musica. |
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@Terzo Menati: premesso che adoro Eddie Vedder e considero Ten il più bel disco di quel decennio, occorre ammettere che Mark Lanegan all'epoca aveva già pubblicato 6-7 dischi con gli Screaming Trees e forse un paio da solista. Quindi... |
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2
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Penso abbia detto tutto rob, un bellissimo album impreziosito dalla voce straordinaria di lanegan. Non so chi e' partito per primo in quegli anni ma il calore della voce di Eddie vedder e' stata ricalcata spesso e volentieri e l'interpretazione di lanegan me lo ricorda parecchio. Poi ci fu il tormentone mmm mmm mmm e anche il liga ha preso spunto |
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Sconvolgente bello. Nearly Lost You è uno dei brani manifesto del grunge, ma loro qualità complessiva era nettamente superiore al successo riscontrato. Mark Lanegan è un fuoriclasse; basta sentirlo intonare i blues robusti di Shadow of the Season e Troubled Times per capire che siamo innanzi ad un portento; Dollar Bill sembra un classico della Motown. Il resto ti ammalia. Tra le migliori uscite del 1992. 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shadow of the Season 2. Nearly Lost You 3. Dollar Bill 4. More or Less 5. Butterfly 6. For Celebrations Past 7. The Secret Kind 8. Winter Song 9. Troubled Times 10. No One Knows 11. Julie Paradise
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Line Up
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Mark Lanegan (Voce) Gary Lee Conner (Chitarra) Van Conner (Basso) Barret Martin (Batteria)
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RECENSIONI |
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