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Les Discrets - Prédateurs
02/05/2017
( 2166 letture )
Prédateurs is a record for late evenings, night driving, journeys on a train, or for those moments we usually think about the meaning of life and things, when we have nothing else to do but sitting and waiting. Its main themes are time, nature and life.

Esordisce così Fursy Teyssier, nel descrivere l'ultimo disco che ha visto la luce in casa Les Discrets dopo un'attesa durata per ben cinque anni. Questo lavoro infatti non è frutto di una mescolanza di idee messe insieme velocemente e in modo superficiale. Prédateurs sembra infatti sancire una sorta di distacco da quanto prima concepito dal musicista di Lione: fin dalle prime note di quest'album e soprattutto dalla prima vera e propria traccia, Virée Nocturne, si può percepire con forza come le intenzioni musicali siano cambiate rispetto al passato.

All'interno del disco non c'è infatti quasi traccia di metal, di distorsioni più estreme o ancora di quei momenti più furibondi che avevano fatto avvicinare soprattutto il loro primo album a quella deriva black metal tanto amata dagli Alcest. Vengono quindi messe da parte alcune scelte stilistiche del passato per accogliere un sound ancora più sperimentale che si avvicina al post rock e persino all'indie rock britannico (Vanishing Beauty). Le sonorità dei Les Discrets si riempiono infatti di sfumature delicate e come se Fursy stesse dipingendo un quadro e Prédateurs fosse una tela in cui non vengono utilizzate delle tinte vivaci o dei colori violenti. Le atmosfere ricreate da queste dieci tracce infatti conservano una sensazione di vaghezza, le melodie tessute dalle chitarre sembrano quasi liquide e ovattate come provenienti da un'altra epoca, gran parte del disco sembra trasudare di un gusto retrò e chic, di una raffinatezza tutta francese.
Sono però gli elementi elettronici a prendere il sopravvento in questo lavoro: onnipresenti creano un panorama sonoro avvolgente e totalizzante, in brani come Fleur Des Murailles o Les Amis De Minuit, guidando i cambiamenti di atmosfera e ne reggono completamente la struttura. Nella sua delicatezza Prédateurs è un disco che si nutre anche di cupezza e canzoni come Les Jours D'Or ne sono un esempio, questo album infatti nonostante possa sembrare quello più “soft” e leggero tra le uscite dei Les Discrets è invece adombrato spesso da momenti più mesti, persino sinistri (The Scent Of Spring). La voce di Teyssier ci guida con pacatezza e con il suo timbro delicato nel suo mondo, mentre la voce di Audrey rimane un eco lontano in quanto compare soltanto come controcanto quasi impercettibile.

Con Prédateurs, Les Discrets si allontanano dal quel sound che li faceva apparire come i fratelli minori degli Alcest per prendere una strada più personale, che inizia a svelare la vera anima del duo francese pur non abbandonando completamente la poetica che si nasconde dietro le loro musiche. Prédateurs nella sua calma non è disco di facile presa, nonostante ciò conserva musicalità e pezzi più accessibili, e rappresenta una via che potrebbe essere un buon percorso da imboccare e fare completamente proprio.

Per concludere, Prédateurs è proprio come nelle parole di Fursy: un disco che non scatena l'animo con sensazioni vivide o violente, in cui è inutile cercare del metal o qualcosa che ci possa travolgere completamente, ma che è invece perfetto per fare da sfondo sonoro ai pensieri dell'ascoltatore, un disco da apprezzare in solitudine e per creare l'atmosfera giusta in cui la nostra mente si possa muovere liberamente.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
47 su 8 voti [ VOTA]
Kenos
Venerdì 12 Maggio 2017, 15.08.52
7
Niente di eccezionale. Cambio di rotta interessante e forse anche necessario, purtroppo minato da una nebulosità di fondo; ho la sensazione che Fursy non sapesse bene dove andare a parare, e il fatto che ci siano voluti ben cinque anni per tirare fuori un disco così "magro" aumenta i miei sospetti. Molto suggestive Virée Nocturne, Les Amis de Minuit, Le Reproche, Rue Octavio Mey, The Scent of Spring, il resto è altalenante, né carne né pesce. Comunque un pelino meglio di Ariettes, che pur essendo solo il secondo album già suonava stanco e riciclato. Magari alla prossima faranno centro, sempre sperando che non facciano aspettare un altro lustro.
Le Marquis de Fremont
Lunedì 8 Maggio 2017, 13.25.16
6
Mah, non so esattamente cosa sia il post-rock (esiste, per caso, anche un pre-rock?) e cosa centri con il rock o il metal ma qui, siamo su una raccolta di canzonette, alcune anche carine ma similari a molta musica che si sente nelle varie radio. Due to the fact che ci sono molte uscite interessanti (basta guardare l'elenco qui su Metallized...) ho poco tempo da dedicare a questi Les Discrets. Aggiungo che se lo ascolti durante il "night driving" può essere pericoloso, perché si rischia di addormentarsi. Au revoir.
Remy
Sabato 6 Maggio 2017, 18.15.30
5
Drammaticamente disastroso.
Remy
Sabato 6 Maggio 2017, 18.15.29
4
Drammaticamente disastroso.
Remy
Sabato 6 Maggio 2017, 18.15.27
3
Drammaticamente disastroso.
Remy
Sabato 6 Maggio 2017, 18.15.26
2
Drammaticamente disastroso.
Michele
Venerdì 5 Maggio 2017, 17.25.55
1
Per me inferiore solamente al debutto. Sono riusciti nell'arduo compito di rivoluzionare il loro sound senza snaturarsi. Gli Alcest, con Shelter, avevano tentato la stessa strada con risultati discutibili. Qui, invece, le belle canzoni non mancano, e alcune (Les Amis De Minuit; Rue Octavio Mey; Fleurs Des Murailles) sono più che buone! Dispiace che sia scomparsa l'anima neofolk che si intravedeva in alcuni momenti del disco precedente, ma il coraggio va apprezzato, e la qualità anche
INFORMAZIONI
2017
Prophecy Production
Post Rock
Tracklist
1. Prédateurs
2. Virée Nocturne
3. Amis De Minuit
4. Vanishing Beauty
5. Fleur Des Murailles
6. Le Reproche
7. Les Jours D'Or
8. Rue Octavio Mey
9. The Scent Of Spring (Moonraker)
10. Lyon-Paris 7h34
Line Up
Fursy Teyssier (Voce, Chitarra, Tastiera, Basso)
Audrey Hadorn (Voce)
 
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