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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 1604 letture )
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Devo essere sincero, ho sempre considerato gli Shape Of Despair come la miglior band funeral doom in circolazione in questo momento; vuoi per il loro approccio sinfonico alla materia, vuoi per la presenza di una voce femminile, capace di ammaliare e di stemperare lentamente l'osticità di una proposta comunque davvero affascinante. Mi sono approcciato agli Enth con un po' di scetticismo, magari cercando qualche possibile punto d'incontro con la band di cui sopra, ed ho scoperto che questa giovane band polacca è al suo primo lavoro, e l'inesperienza solitamente regna sovrana alla prima uscita.
Tenuti al riparo sotto l'ala protrettrice della Solitude Production, maestra nel genere in questione, questo omonimo lavoro degli Enth è composto da due sole tracce di una quindicina di minuti ciascuna. Inutile tirare in ballo troppe bands di riferimento; su tutte comunque sono da menzionare i seminali Skepticism, anche se in questo genere musicale passa a volte in secondo piano qualsiasi giudizio oggettivo, tanto è personale la carica di sensazioni ed emozioni che scaturiscono dalle note di lavori simili. Vorrei farvi capire quello che i miei sensi hanno colto da questo lavoro, piuttosto che darvi un giudizio da semplice critico musicale quale sono chiamato ad essere in questo momento. Prima ho menzionato gli Skepticism, un paragone ingombrante ma d'obbligo per i nostri, soprattutto alla luce della seconda traccia di questo omonimo album.
Godzina Ktorej Nie Ma è infatti una lunga ed estenuante corsa al rallentatore verso l'oblio e le sue nicchie più nascoste e pericolose. L'approccio è sinfonico e scandito da un pianoforte all'altezza della situazione; il rantolo asfissiante del singer squarcia l'aria, cavalcandola e domandola con la maestria degna di una band vissuta, le chitarre strappano via la carne dalle orecchie e si fanno strada lungo un approccio asfissiante che si apre a timide melodie malsane, prima di risprofondare nel vortice dal quale si erano generate. Non c'è scampo, non vi è speranza che dimora lungo la spina dorsale di questi ragazzi; non c'è acqua per pulire le ferite, non c'è sangue per morire più velocemente, ma forse siamo già morti tra questi solchi, tra queste anime che danzano in vortici infiniti di depravazione interiore. La voce è catacombale e sembra uscita da un album dei Nile, è annichilente e sconfina sia nel brutal che nel black metal. Il finale della song è affidato ad un arpeggio dilatato in cui è una voce ritualistica ad accompagnarci oltre la soglia e oltre la fine. Potrei chiudere qui la mia recensione, e per gli Enth sarebbe molto meglio così, perché Matryca, cronologicamente la prima traccia dell'album, non è assolutamente all'altezza della sua compagna. Il ritmo è troppo spezzettato e sincopato, e per lunghi tratti la noia viene fuori prepotentemente. L'angoscia, almeno in questo caso specifico, non è di casa, e anche se la canzone in sé non è tutta da buttare, per via di una discreta introduzione, non riesce comunque a raggiungere l'obiettivo prefissato.
Gli Enth sono di sicuro un'ottima band in prospettiva, e tra luci e ombre la carne al fuoco messa in questo debut lascia ben sperare per il futuro, soprattutto se cercheranno di osare maggiormente liberandosi dalle catene della banalità in cui alcune volte purtroppo i nostri cadono. Il voto che vedete qui sotto non è altro che la media aritmetica dei voti dei singoli episodi: 7.5 per Godzina Ktorej Ne Ma e 4,5 per Matryca... Promossi si, ma con il debito...
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 - Matryca 2 - Godzina Ktorej Nie Ma
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Line Up
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Radek (vocals) Daro (drums, guitar, piano, vocals) Kuchar (guitar) Cielen (bass)
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