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02/05/24
SVEST FEST
NAMA BREWING, VIA ROGGIA VIGNOLA 3 –TREVIGLIO (BG)
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Come ho specificato altre volte in occasione di recensioni di vecchi gruppi scandinavi, all'inizio degli anni 80 era veramente difficile pronosticare gli sviluppi che gli anni 90 avrebbero portato, in termini di pesantezza, velocità del suono ed organizzazione della scena in quella zona europea. In quegli anni poco si sapeva di quelle lande e ciò che ne veniva fuori era comunque un heavy profondamente in debito con la nwobhm, con band come gli Heavy Load a dare una certa impronta al movimento. La storia dei 220 Volt descrive un incontro/scontro su un campo da minigolf tra Mats Karlsson e Thomas Drevin che vennero quasi alle mani per una pallina lanciata contro la mano di uno dei due, per poi scoprirsi ambedue fans dell'heavy, e decidere di mettere su una band.
Dopo una serie di fisiologici cambi di line-up ed uno show radiofonico in diretta che gli diede una certa popolarità (non c'è nulla da fare, da quelle parti erano comunque "avanti" già da allora), dopo un paio di demo, dopo aver supportato proprio gli Heavy Load, ma soprattutto dopo il boom degli Europe, le case discografiche cominciarono ad interessarsi a tutto ciò che veniva dalla Svezia, sperando di trovare altre band in grado di produrre fatturato. Fu così che i 220 Volt si trovarono sotto contratto addirittura con la CBS. Il tutto continuando a cambiare line-up fino a poco prima di entrare in studio. Caratterizzati da un sound tipico di quegli anni, tutto sommato anche relativamente pesante per l'epoca, i 220 Volt costituiscono un altro tipico esempio di buona band, dotata di discreti fondamentali, in grado di comporre album piacevoli anche a distanza di molti anni, ma che non ha mai raggiunto una popolarità molto elevata, anche a causa della mancanza di veri capolavoti nella loro discografia; per gli appassionati del settore e dell'epoca, sono da considerare come chicche che riportano ad un periodo irripetibile. Prodotti (bene, sempre in relazione all'anno d'uscita del disco, che è il 1983) da Thomas Witt, questi ragazzi, invero giovanissimi, attinsero a piene mani dalle demo precedentemente incise, ed aggiungendo quattro brani nuovi di zecca, ottennero una tracklist più che dignitosa, all'interno della quale spiccano alcuni momenti da ballad come Nightwinds, ma soprattutto i pezzi più aggressivi come Lonely Nights, Gypsy Queen -questa molto maideniana- Child of the Night, nella quale si potevano ascoltare i primi abbozzi simil-thrash, il mio pezzo preferito all'epoca, la conclusiva Woman in White, ma anche bei mid pesanti dal retrogusto melodico come Stop and Look Back e Prisoner of War.
Bei soli, passione, melodia, il sound tipico di un'epoca, un cantante un po' grezzo, con buoni margini di miglioramento e dal timbro acuto come si conveniva per questo tipo di proposta. Insomma: una band ed un disco da gustare con un sorrisetto malinconico stampato sul volto, lo sguardo un po' perso a ricordare quando si avevano molti, ma molti capelli e tempo libero in più; da far ascoltare come piccolo Bignami dell'heavy della prima decade degli 80's ai giovani che vogliano interessarsene. In seguito i 220 Volt faranno di meglio, ma questo album omonimo rimane sempre più che gradevole.
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4
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Sono d accordo con il voto ci sta tutto, per me il migliore rimane power games, una band che merita di essere riascoltata, vicina ai TNT, solo che nei lavori poi piu' americaneggianti non valgono quanto loro |
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3
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Rammento questa band, nonostante non l'abbia coltivata come altre contemporanee. Foto, copertina, proposta musicale: tutto riconduce ad un'epoca ormai viva solo nei ricordi. Mi fa piacere che se ne parli qui su Metallized. |
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2
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Puoi scommettere tranquillamente sulla seconda ipotesi Grazie a te per leggerci. |
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1
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Le rcensioni di Raven vanno sempre lette e commentate anche se non si conoscono i gruppi. Anche sta volta mi hai incuriosito. La domanda a sto punto è se i 16 voti sono a ragion veduta o dei buon temponi? Comunque complimenti per la tua cultura metal. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lonely Nights 2. No Return 3. The End of the World 4. Gypsy Queen 5. Nightwinds 6. Child of the Night 7. Stop and Look Back 8. Prisoner of War 9. Woman in White
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Line Up
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Jocke Lundholm (Voce) Thomas Drevin (Chitarra) Mats Karlsson (Chitarra) Mike Larsson (Basso) Peter Hermansson (Batteria)
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RECENSIONI |
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