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Vreid - Welcome Farewell
( 3476 letture )
Fino a V, disco di grande successo, capace di meritarsi una nomination ai premi Spellemann, equivalente norvegese dei Grammy Awards, i Vreid non avevano nemmeno accennato a dare segni di cedimento. Con Welcome Farwell, ultima fatica di questo combo nordico, le cose sono cambiate e, purtroppo per loro, non esclusivamente in senso positivo. Questa release, pur mantenendosi su un livello più che discreto, sembra infatti essere lontana anni luce da pietre miliari come Milorg e I Krig, che solo pochi anni fa avevano saputo infiammare i cuori dei fans, compresa la vecchia guardia che già era stata fedele al nome Windir.

E se l’artwork di copertina, firmato da Kim Holm, per il suo aspetto tradizionalista e scarno, già denotava una certa aria di cambiamento in casa Vreid, un semplice ascolto alle iniziali The Ramble e Way of the Serpent fa da subito comprendere che non si è di fronte ad un disco della stessa classe e tecnica dei precedenti: quante volte avremo già ascoltato dei riffing di questo genere? Perché gli assoli sono così sporadici? Per quale motivo il songwriting è così lontano dai fasti che lo hanno caratterizzato fino a due anni fa? Una risposta univoca e soddisfacente è difficile da trovare, in quanto Sture Dingsøyr e soci riescono comunque a produrre una release interessante, per la quale molte band europee attualmente in circolazione metterebbero ben più di una firma. Infatti, come confermano tracce quali l’energica title track Welcome Farwell, il declino è scongiurato. Tuttavia, a tutti appare chiaro come Welcome Farwell rappresenti un mezzo passo falso per il quartetto scandinavo, capace certamente di dar vita a produzioni ben più performanti e ricercate. Fatta questa dovuta introduzione, pur restando in attesa di tempi migliori, c’è chiaramente da precisare che questo full-length non è da cestinare in toto: infatti, specialmente nella sua seconda metà, Welcome Farwell riesce comunque ad offrire all’ascoltatore qualche idea fresca, arricchita da una parte strumentale finalmente somigliante a quei Vreid che si sono potuti apprezzare nel passato. Esempi a tale riguardo sono il singolo The Reap, dai toni più aggressivi e old school, dove viene lasciato dovuto spazio anche a Steingrim e la seguente, lunghissima, Sights of Old, dalle ritmiche più rapide e marcate dai classici, bellicosi vocals di Sture Dingsøyr, capaci poi di smorzarsi in uno suadente e intricato finale strumentale. Senza dimenticarsi la di poco successiva Black Waves, un singolo mancato, visto il ruolo predominante delle chitarre, che lo rende senza ombra di dubbio il brano più orecchiabile all’interno di questa release.

Una postproduzione notevole, in grado di far apprezzare le prestazioni strumentali di tutti e quattro i musicisti, fa sì che quest’album esca dal pozzo di mediocrità in cui si era andato ad infilare. Un disco che certamente può diventare un buon punto di partenza per tutti coloro volessero intraprendere l’impresa di conoscere più dettagliatamente quanto finora prodotto in casa Vreid, ma che con tutta probabilità non rimarrà negli annali del black metal made in Norway.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
79.5 su 2 voti [ VOTA]
Sheckter93
Venerdì 8 Marzo 2013, 17.18.19
3
condivido l'idea che è inferiore ai precedenti, con l'eccezione di I Krieg che è decisamente il lavoro meno riuscito, però resta pur sempre un lavoro d'alta classe mantenendo il filo conduttore da Milorg in poi anche se si registra un calo accetabile
Michele
Lunedì 4 Marzo 2013, 16.15.39
2
V era uno dei dischi migliori del 2011, questo qui non mi ha convinto molto... Un paio di tracce belle ci sono, ma il resto mi riporta sempre indietro ai dischi precedenti e me li fa rimpiangere... Peccato.
Arvssynd
Lunedì 4 Marzo 2013, 13.02.38
1
Me lo son fatto piacere... cosa mai accaduta prima con i Vreid. In particolare le prime 3 tracce sono cannatissime, poi per fortuna migliora. Voto giustissimo... e dopo tutti questi anni un disco non perfetto può anche starci
INFORMAZIONI
2013
Indie Recordings
Black
Tracklist
1. The Ramble
2. Way of the Serpent
3. The Devils Hand
4. Welcome Farewell
5. The Reap
6. Sights of Old
7. Black Waves
8. At the Brook
Line Up
Sture Dingsøyr (Voce, Chitarra)
Strom (Chitarra)
Hváll (Basso)
Steingrim (Batteria)
 
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