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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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SAMAEL + MELECHESH + KEEP OF KALESSIN + MINKUS - Rock N' Roll Arena, Romagnano sesia (NO), 15/09/2011
21/09/2011 (3147 letture)
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Nuova calata italica per i Samael (di ben 3 date, visto che il carrozzone toccherà anche Roma e Prato) dopo lo show decembrino di supporto ai Finntroll, e prima occasione di vederli headliner dopo il tour di Reign Of Light (anno 2004), dopo diversi show come special guests, spesso con bands con cui avevano davvero poco in comune (li ricordo in ordine sparso con Cathedral, Deicide e Paradise Lost oltre che con i già citati Finntroll).
Le danze si aprono con gli svizzeri Minkus, che presentano il nuovo The Shape Of Things To Come e il loro alternative metal molto moderno e graffiante. Il loro set è durato giusto una ventina di minuti, di fronte ad un locale assolutamente deserto (saremo stati una decina di persone). La proposta della band e il loro modo di tenere il palco mi è molto piaciuto, soprattutto la carica della singer Gabriela, ma la scarsissima affluenza di pubblico ha probabilmente reso più difficile creare la giusta atmosfera nonostante i suoni molto buoni e ben bilanciati.
A seguire, invece degli annunciati Dark End, è stato il turno di un gruppo di cui non ho colto il nome e non ho trovato menzione, dedito ad un alternative leggero che ha fatto scappare fuori i pochissimi presenti (tra cui, ammetto, c'eravamo anch'io e la mia compagna). Il venticello fresco, a fronte di un locale già torrido, e soprattutto una proposta del tutto fuori luogo con il mood della serata non hanno certo avvantaggiato lo show dei quattro sfortunati che, probabilmente, in un contesto più vantaggioso si sarebbero fatti meglio apprezzare.
Con l'arrivo dei Keep Of Kalessin entrano finalmente in gioco i grossi calibri, nonostante il locale sia ancora scandalosamente vuoto e il pubblico continui ad arrivare con il contagocce.
Ammetto di non conoscere molto la band e di non amare particolarmente il genere proposto, ma devo dire che i quattro norvegesi hanno saputo mettere in scena uno show di tutto rispetto e non si sono per niente risparmiati a fronte di un locale che stenta a riempirsi (contando che sono già quasi le 22). Sugli scudi in particolare la sezione ritmica, con un Vyl tellurico dietro le pelli coadiuvato da un Wizziac davvero preciso al basso. Buonissimi anche gli sforzi del cantante Thebon di risvegliare dal torpore i pochi convenuti, riuscendo a coinvolgere il pubblico in diverse occasioni. Purtroppo la band ha dovuto fare i conti anche con una resa sonora inspiegabilmente pessima (contando che i due opener avevano settaggi molto buoni). Il volume a livelli irritanti e il conseguente suono impastato e poco chiaro non hanno comunque impedito ai Keep Of Kalessin di regalarci uno show davvero ben orchestrato, basato principalmente sui due ultimi lavori Kolossus e Reptilian, e gestito da buoni animali da palcoscenico.
Purtroppo anche a loro è stata riservata solo una mezz'ora, e a questo punto comincio a chiedermi perchè organizzare serate con così tanti gruppi (ben 5 in uno show di 4 ore o poco più) se poi è più il tempo dedicato ai cambi palco che alla musica suonata, con il rischio di accumulare ritardi sulla tabella di marcia che... beh... non voglio svelarvi il finale!
Altro cambio di palco, condito stavolta da un momento di panico: ho perso le chiavi della macchina (e a 100km da casa hai voglia a farti venire a prendere!), per fortuna ritrovate dal gestore del locale, che ringrazio!
Ed è ora il turno degli israeliani Melechesh, nuovamente in tour con il loro ultimo Epigenesis (che la band aveva già presentato nello stesso locale a febbraio, di supporto ai Nile). I quattro si presentano subito pieni di grinta e voglia di spaccare, nonostante il locale sia ancora mezzo vuoto e parte del pubblico preferisca starsene fuori al venticello fresco.
Con piacere scopriamo che, misteriosamente, il volume è ritornato a livelli umani e i suoni ne hanno guadagnato non poco. Quello degli israeliani sarà indubbiamente il set con i suoni migliori della serata, e l'unico piccolo neo sarà una certa inconsistenza del basso di Rahm.
Anche per i Melechesh c'è a disposizione poco più di una mezz'oretta, e con una manciata di brani i nostri hanno l'arduo compito di trasportarci nelle assolate pianure di Sumer. Il loro set pesca principalmente dagli ultimi Epigenesis (Ghouls Of Nineveh e la meravigliosa, per chi scrive, Grand Gathas Of Baal Sin) e Emissaries (imperdibile Ladders To Sumeria). Ottima la presenza scenica di Ashmedi e di Moloch, salito sul palco a volto coperto, autore di una prova forse non tecnicissima ma davvero scenografica. Lo show è granitico, con poche concessioni al lato più melodico e "mediorientale" della proposta musicale dei nostri, anche a causa delle partiture campionate tenute un po' in sordina (spesso coperte dalle chitarre e dal drumming). Anche dal vivo, come d'altronde su disco, convincono poco la voce di Ashmedi e soprattutto di Rahm, ma il concerto diverte e prosegue piacevolmente grazie all'innegabile maestria dei nostri. Come detto però il tempo concesso ai Melechesh è troppo breve, e dopo una mezz'ora i nostri sono già costretti a salutare e abbandonare il palco.
Dopo l'ennesima pausa, in cui viene smontata la batteria e sostituita con il classico set di synth e campionatori, è finalmente il momento dei Samael.
Il locale è ormai mezzo pieno (comunque ha raggiunto un livello decente di presenti), e sulle note dell'immancabile intro elettronica ecco comparire i quattro svizzeri. Il loro set doveva cominciare alle 23.00, invece mancano solo pochi minuti a mezzanotte, e la mia paura è che anche i Samael debbano "adattare" la scaletta agli eventuali orari limite. Tornando alla questione pubblico, mi colpisce spesso ultimamente, in particolare, l'assenza di adolescenti e giovanissimi che costituivano "ai miei tempi" il target maggiore di queste serate. Forse sono io che ascolto "roba da vecchi", mentre i giovani metallari si orientano su altri eventi, forse anche il metal sta diventando un genere da salotto, qualcosa da condividere più su facebook che sotto un palco, o forse è solo una serata infrasettimanale in un locale letteralmente in mezzo al nulla...
Ma torniamo agli svizzeri, che cominciano subito, inaspettatamente, con Luxferre, dal nuovo Lux Mundi, e proseguono con una scaletta equilibrata fra novità (Of War, In The Deep) e vecchi classici, andando a ripescare brani addirittura dal debut (Into The Pentagram) e attingendo qua e là a tutta la discografia (viene tralasciato solo Blood Ritual).
I suoni sono tornati quelli dei Keep Of Kalessin, con un volume generale frastornante in cui si impasta un po' tutto, mentre svettano ancora più potenti le drums campionate e la voce di Vorph. Per fortuna i settaggi verranno parecchio migliorati in corso d'opera, ma le tastiere di Xy rimarranno sempre poco valorizzate.
Dopo la citata Luxferre è già il momento dell'immancabile Rain, capolavoro nel capolavoro Passage, seguita a ruota da Baphomet's Throne (da Ceremony Of Opposites), Of War (dall'ultimo album) e Slavocracy (da Solar Soul). Ormai ho avuto occasione di vedere parecchie volte i Samael dal vivo, ma ogni volta il combo svizzero riesce a rapirmi come se fosse la prima. Xy rimane sempre un po' defilato, pur facendosi notare quando imbraccia le bacchette del suo drum-kit (trovata più che altro scenografica), Makro finalmente appare a suo agio e Mas si scatena come suo solito saltando, facendo headbanging, ammiccando e facendo le corna al pubblico. Dal canto suo, Vorph è un vero concentrato di carisma, in grado di magnetizzare la folla (peccato non abbia mai gran folla da magnetizzare, però) con le sue movenze tribali e il suo abito rosso. La title track di Reign Of Light è un vero concentrato di energia, a cui segue la già citata Into The Pentagram. A sorpresa è quindi il turno di Flagellation (ancora da Ceremony), che non avevo mai sentito dal vivo.
Chissà com'è che molte band più invecchiano più cominciano a ripescare dal passato remoto.
Dopo una nuova doppietta di novità (Western Ground e Soul Invictus) si ritorna a Passage con il gioiello Shining Kingdom. Insomma, una scaletta con poche sorprese, finora, ma decisamente grintosa, ben equilibrata fra mid-tempos e pezzi più energici e "spalmata" fra album vecchi, nuovi e di mezzo. Mi lascia solo un po' perplesso l'abbandono della hit Jupiterian Vibe (ancora da Passage), ma tant'è, non si può mica avere tutto. Dopo In The Deep e The Truth Is Marching On con il suo attacco in blast beat (chissà perchè un altro brano che proprio non mi aspettavo di sentire dal vivo) è il momento di Infra Galaxia, unico estratto da Eternal e in cui Vorph, libero dalla chitarra, può sfoggiare tutte le sue abilità teatrali. Purtroppo questo è anche l'ultimo pezzo del set regolare, e la band saluta fra gli applausi dei presenti. Mancano pochi minuti all'una, e il concerto doveva, secondo i piani, concludersi a mezzanotte e mezza, e sarà per questo motivo che molti hanno già cominciato ad andarsene. Nonostante questo noi duri e puri non ci lasciamo scoraggiare, perchè l'encore è ovviamente d'obbligo.
I quattro ritornano infatti sul palco e attaccano la title track di Ceremony Of Opposites, un'altra piccola sorpresa che si conclude con una sorpresa più grande: a metà canzone infatti la corrente salta in tutto il locale, lasciandoci al buio e soprattutto in silenzio. Non so se sia stato un vero incidente o un "trucchetto" per far concludere uno show andato già ampiamente oltre l'orario limite, ma il locale completamente oscurato, compresi il bar e gli stand, mi fa propendere per la prima ipotesi.
Certo che per una band che fa album con titoli come Reign Of Light, Lux Mundi e Solar Soul restare al buio è ben più che una beffa!
Ad ogni modo il concerto si conclude così, letteralmente col botto, e sia a noi che ai Samael non rimane altro da fare che ritirarci dopo una buona dose di applausi e strette di mano, mentre la crew, torce alla mano, smanetta in modo sospetto attorno al set di Xy. Da quanto ho potuto vedere dalle setlist di date precedenti del tour, comunque, ci siamo persi solo l'ultimo singolo Antigod e la classica conclusione con My Saviour, per cui non ci resta altro che ringraziare il santo patrono dell'elettricità (San Nikola da Tesla) per non essere intervenuto troppo presto.
In conclusione si è trattato di una serata non perfetta (soprattutto la conclusione) ma comunque molto piacevole, messa in difficoltà dalla scarsa affluenza e da suoni non sempre invidiabili, ma salvata abilmente da tre band (senza contare gli opener) abili e professionali.
Alla prossima, Samael!
SETLIST SAMAEL:
01 Luxferre
02 Rain
03 Baphomet's Throne
04 Of War
05 Slavocracy
06 Reign of Light
07 Into the Pentagram
08 Flagellation
09 Western Ground
10 Soul Invictus
11 Shining Kingdom
12 In the Deep
13 The Truth Is Marching On
14 Infra Galaxia
--- Encore ---
15 Ceremony of... Ops!
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Ragazzi mi fate rosicare...  |
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Io li ho visti in casa loro un paio di volte, di cui una in un cacchio di club piccolissimo dove saremo stati neanche un centinaio di persone e come repertorio eseguirono solo pezzi dei primi tre album (non vi posso dire che goduria), era il 2008 dopo quell'anno ahimé non ho più avuto occasione di vederli, fortunatamente era la mia quarta volta, esperienza che consiglio di fare a chiunque. |
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@NeuRath: sono di Firenze e' per questo che era un'occasione ghiotta, vista la vicinanza al locale di Prato... Sara' per la prossima volta! |
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@Lizard: come dicevo sotto a K, i Samael capitano in giro (in zona milano, poi non so di dove tu sia) almeno una volta l'anno ultimamente... sarà anche questo il motivo della scarsa affluenza... (almeno spero, perchè le 3 band coinvolte meritano, ognuna, tutto il mio rispetto). Nessuno sa com'è andata, a livello di pubblico, a Prato o Roma? |
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Persi per l'ennesima volta... Prima o poi riuscire a vederli.... |
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concerto impressionante, con affluenza di pubblico scandalosamente bassa per tre band di quel calibro, cazzo. per me i veri vincitori della serata sono stati minkus (svizzeri!!!) e keep of kalessin |
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concerto impressionante, con affluenza di pubblico scandalosamente bassa per tre band di quel calibro, cazzo. per me i veri vincitori della serata sono stati minkus (svizzeri!!!) e keep of kalessin |
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@K: Hai ragione, erano i Finntroll (grazie per la segnalazione). Per quanto riguarda lo "spero tornino presto", beh, considera che i Samael sono spessissimo in giro e dall'Italia passano sempre... io nell'ultima decina d'anni li ho visti 5 o 6 volte... di certo (o almeno lo spero) finito questo tour e prima di iniziare un nuovo album faranno un altro tour di spalla a qualcuno! |
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Se non sbaglio a dicembre erano di supporto ai Finntroll... peccato davvero non essere riuscito a sentirli, spero tornino presto! |
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