Arrivati al debutto discografico con il sorprendente “The 1st Chapter”, funambolico platter metal-prog di rara fattura e qualità (top album sul nostro sito), i norvegesi Circus Maximus ci svelano i segreti della loro musica, della loro attitudine ‘clownesca’ e delle loro origini. Ne abbiamo parlato con un simpatico, disponibile e divertente Espen Storø, tastierista e compositore della band.
Ciao, Espen! Ho visto i video e le foto presenti sul vostro sito, ed ho notato come siate in realtà ‘un gruppo di deficienti’ (risate collettive; andate a vedere sul loro sito cosa combinano questi cinque mentre registrano il disco, ndr)!!! Sembrate divertirvi molto mentre suonate insieme, ed io amo questa attitudine. In che modo questa atmosfera influenza il risultato musicale?
Beh, lo prendo di certo come un complimento (risate). Si, siamo pazzi e ci divertiamo un mondo. Molta della nostra musica è basata sul nostro humour pesante, anche alcune parti che non suonano divertenti per niente. C’è una storia buffa dietro ogni riff o parte. Penso sia una cosa buona per noi; influenza la nostra musica in modo positivo.
Siete tutti ragazzi giovani, intorno ai 20-25 anni. Fammi i nomi di 5 bands che hanno cambiato la vostra vita.
Non posso parlare per gli altri, ma abbiamo alcune bands in comune che ci hanno davvero cambiato tutto: Metallica, Dream Theater e Queensryche. Anche i Symphony X sono immensi, per noi. È probabilmente ovvio, ma siamo giovani, e queste sono alcune bands che abbiamo ascoltato crescendo. Poiché devo nominarti 5 bands aggiungo Ayreon e Flower Kings, tra le mie personali preferite. Così siamo a 6 nomi!
Guardando alla quantità di metal bands provenienti dalla Scandinavia, sembrerebbe molto facile per i ragazzi norvegesi avere accesso a sale prova, studi, all’ascolto di molta musica e all’acquisto di strumenti musicali. È vero? Pensi che la vostra terra sia geograficamente ‘fortunata’, dal punto di vista ‘metal’?
Non è così facile per tutti. Noi siamo stati di certo fortunati a trovare un’ottima sala prove e uno studio a prezzo basso. Viviamo ad Oslo, la scena metal è grande qui. Per come sta andando l’economia oggi, siamo una delle nazioni più ricche del mondo, ma anche una delle più care. Non ci sentiamo per niente ricchi, qui. E non abbiamo una gran quantità di materiale. Ma non mi posso lamentare, abbiamo abbastanza per sopravvivere, questa è la cosa importante.
A questo punto della vostra vita, quanto “The 1st Chapter” ha cambiato le vostre abitudini? Raccontami “un giorno nella vita di un membro dei Circus Maximus”!
Non credo abbia cambiato le nostre abitudini in nessun modo. Siamo sempre gli stessi ragazzi che eravamo. Alcuni di noi lavorano, altri no. Ci vediamo, andiamo al cinema, a concerti, tutto ciò che farebbe un ragazzo normale. L’unica differenza è che il nostro album è uscito, ed è una bella sensazione, è molto divertente ricevere e-mails da gente che ci fa i complimenti. Ci dà l’ispirazione per continuare.
Spiega ai nostri lettori come avete scelto il nome per la band; la musichetta ‘da circo’ alla fine della title-track ha un qualche significato particolare…. O no?
Il nome è stato preso da un videogame a cui Mats (Haugen, chitarrista, ndr) giocava una volta. Si doveva scoprire una password per entrare in un altro livello del gioco, e la password era Circus Maximus. Pensammo fosse un nome ‘fico’ e decidemmo di tenerlo. La musica alla fine fu inserita a causa del nostro nome. Semplicemente volevamo aggiungere qualcosa di ‘circense’ da qualche parte, e quello è il risultato. Mats ed io scrivemmo quella parte e la registrammo noi stessi; poi abbiamo fatto i samples, l’abbiamo processata tramite la mia tastiera e ri-registrata di nuovo per ottenere quel suono inquietante. Per quanto riguarda messaggi nascosti… non stiamo comunicando nient’altro!
Raccontaci del vostro processo compositivo; come comincia, chi ha le idee principali, come le sviluppate?
Di solito Mats vien fuori con un grande riff, o Michael (Eriksen, cantante, ndr) crea una bella parte melodica o una linea vocale, e costruiamo le canzoni insieme. Non scriviamo molte canzoni alle prove, lo facciamo a casa. Chitarra acustica, tastiera e voce. È un metodo che funziona bene per noi. Poi trasformiamo il tutto in metal alle prove, e così nasce una nuova canzone.
Descrivi una piccola mania di ogni membro della band, e ovviamente la tua!
Siamo molto diversi, in molte cose. Michael è il salutista, quello che si alza presto per fare esercizio; Mats è il patito di videogames e suona sempre la chitarra, Truls (Haugen, batterista, ndr) è una vera e propria macchina di divertimento, Glen (Møllen, bassista, ndr) è ossessionato dalla fidanzata (risate) ed io sono il ‘nerd’ del computer. Veramente siamo tutti un pò ‘nerd’, ma io un po’ di più, credo! (risate)
Racconta ai nostri giovani lettori come si fa ad ottenere un contratto musicale, quali difficoltà avete incontrato, e qualche segreto per farcela.
Abbiamo passato un sacco di tempo a provare, e poi siamo andati in studio ed abbiamo registrato un demo. Poi lo abbiamo spedito via Internet, a tutti i forum che avessero a che fare con la musica, ed alle case discografiche, e la gente ha cominciato a parlare di noi. Il trucco è: spargi la voce. Quando tutti parlano di te, le compagnie discografiche si interessano e vogliono verificare. “Glory of the Empire” (presente in “The 1st Chapter”, ndr) è la song che ci ha procurato il contratto, e questo è riuscito solo perché l’abbiamo spedita e abbiamo fatto sì che tutti parlassero di noi. L’unica cosa difficile è trovare una compagnia che ti dà un buon contratto. Non bisogna firmare contratti schiavizzanti; chiedete ad un avvocato o al vostro management se avete dubbi su contratti. Il nostro management Intromental, sbriga queste cose per noi (come se fosse facile, avere un management! Ndr).
Avete seguito studi nei vostri rispettivi strumenti? Di che tipo?
Nessuno di noi ha studiato musica (l’intervistatore salta sulla sedia, ndr). Sono andato un po’ a scuola di musica prima, ma non mi ha mai coinvolto. Non usiamo la notazione musicale, non sappiamo granché di teoria musicale, usiamo le nostre orecchie. Funziona bene per noi, anche se un musicista con una cultura teorica seria ci ucciderebbe. (l’intervistatore sviene. Poi si riprende, ricomincia a scrivere, ndr).
Ok, ultima domanda. Ora TU chiedi qualcosa a NOI sui Circus Maximus!!!
Eheh, domanda trabocchetto? Ok, eccola: è stato usato un vero Mellotron sull’album? Abbiamo scritto la maggior parte degli arrangiamenti in studio o siamo arrivati lì con tutto preparato? Ognuno di noi ha cantato sull’album?
Buona Fortuna!! :)
Beh, cari lettori, avete le domande, sta a voi scoprire tre segreti dei Circus Maximus, una band giovane ma con un grande, luminoso futuro davanti.
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