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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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CROWDFUNDING - Di cosa si tratta?
22/10/2013 (2587 letture)
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Ebbene, cari amici, oggi parliamo di un argomento piuttosto spinoso che sicuramente darà luogo a interminabili discussioni. La crisi economica a livello mondiale ha ovviamente colpito un mercato musicale che ormai è prossimo al collasso: si va dalla troppa offerta e non sempre di qualità a un malumore generale che colpisce ascoltatori e musicisti in un’ampia gamma di livelli. Praticamente tutti, potremmo affermare. Abbiamo già discusso ampiamente delle cose vissute da noi ascoltatori e un quadretto abbastanza sinistro è stato inevitabilmente tratteggiato; con questo scritto ci spostiamo però dall’altra parte della barricata, provando ad analizzare un fenomeno che sta letteralmente spopolando un po’ in tutto il globo. Partiamo da un dato di fatto incontrovertibile: i dischi non si vendono più come una volta, si scaricano, c’è poco da fare. L’acquisto è stato relegato a roba per soli veri appassionati e, visti i tempi e i prezzi, per chi può permetterselo; sono inevitabili quindi le conseguenze, che rendono i concerti l’unica fonte di sostentamento delle band medio-piccole. Sono quindi costrette a triplicare la vita on the road con tutti i rischi che comporta (alcune vengono rapinate per strada e alcune, purtroppo, hanno incidenti talvolta fatali) e non sapendo mai se il ritorno a casa risulterà finanziariamente congruo alle aspettative. Molte addirittura si sciolgono a causa di guadagni mai avvenuti e che non sarebbero mai riusciti a bilanciare l’opulento calderone delle spese. La crisi quindi porta ad arrangiarsi nella maggior parte dei casi, l’escamotage però si trova sempre, specialmente se si parla di soldi. Basta chiederli, no?
Il crowdfunding ha un meccanismo semplicissimo: ci si appoggia a un sito specializzato (sono aperti a tutto, dalle band, ai videomaker ai fotografi ecc..), si definisce un tetto monetario da raggiungere in un tempo limite, si spamma un po’ sui social network e ovunque nella rete e il gioco è fatto! Chi paga quindi? I fan, nel caso lo volessero.
Generalmente questa pratica viene adottata con uno scopo ben preciso: di solito per finanziare la registrazione di un album o addirittura di un tour intero, è un metodo indiretto di chiedere un supporto ai propri sostenitori facendoli diventare piccoli imprenditori. Ovviamente il tutto viene ripagato: si contraccambia chi dà il suo supporto con un’ampia gamma di fasce di offerta abbinate ai gadget più disparati; un esempio? Potreste trovare una chitarra alla modica cifra di 500-600 euro, un plettro al prezzo di due scatole di plettri, un cd autografato al prezzo di 5-6 cd, un invito in sala prove, un invito al release party, un pass vip, membri della band che si prestano a registrarti qualcosa su un tuo cd e via dicendo. Un dato di fatto rilevante sono i prezzi di ciò che viene dato in cambio: sono sempre tripli, quadrupli o quintupli rispetto al valore effettivo della merce data al fan, cosa che potremmo motivare dicendo che, nel caso il tetto previsto non venisse toccato entro il tempo prefissato, la band (o chi ha avviato la pratica) sarebbe costretta a restituire tutti i soldi ricevuti ai rispettivi mittenti; quindi potremmo giustificare i rincari sotto questa prospettiva, che comprende il bisogno e la fretta come causali dominanti. Ovviamente, in caso di successo, dalla cifra verrebbe trattenuta l’IVA e una percentuale che servirebbe per pagare il sito che ha ospitato la causa (siamo attorno al 10%); l’insuccesso non comporterebbe costi.
Si sa, i fan di qualsiasi personaggio famoso di qualsiasi tipo sono coriacei, talvolta fissati e talvolta invasati alla massima potenza; stiamo quindi parlando di bersagli facili? Oppure la cosa potrebbe dare a un gruppo libertà totale senza essere un burattino nelle mani di una casa discografica? Esiste un dato inquietante che induce sicuramente a riflettere parecchio: alcune di queste campagne di raccolta fondi si concludono con successo in pochissimo tempo, a volte quote di migliaia e migliaia di euro vengono addirittura raggiunte in ore; i soldi allora ci sono in giro! Il caro vecchio supporto a base di dischi e concerti perché è stato barbinamente accantonato, allora? Ci troviamo di fronte a una contraddizione di proporzioni bibliche, anche perché nella maggior parte dei casi vengono quasi sempre esaurite le fasce di prezzo da esborsi faraonici.
Non è professionale e non è etico fare nomi, noi in questa sede ci teniamo particolarmente a non prendere una posizione e a non dichiararci né pro né contro; ci siamo limitati ai fatti e vostre devono essere le conclusioni in merito. Da che parte state quindi? Il supporto della nostra musica preferita prevede anche questo o sono cose da boicottare col sangue e i corni alzati?
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Andate su Google e cliccate Federico Guglielmi Crowdfunding. Guglielmi è un noto giornalista musicale che ha scritto su testate storiche come Rockerilla, Il Mucchio, Rumore ecc, oltre ad aver condotto diverse volte Stereonotte su Radiouno. Il suo punto di vista sulla vicenda lo condivido in pieno. |
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Complimenti a Gianluca Fontanesi per quest'articolo, che ha fatto luce su un argomento che ignoravo del tutto in questo magico mondo del "music biz". E' un po come quando si compra casa, c'è chi preferisce prenderla già finita, completa di tutto chiavi in mano, oppure c'è chi la prende ancora in costruzione, risparmiando una certa cifra sul prezzo finale. Io personalmente, data la mia innata diffidenza, opto assolutamente per la prima ipotesi: in generale, preferisco sempre avere sotto mano l'articolo che mi interessa, valutarne il prezzo, e se reputo che sia giusto lo acquisto, altrimenti pazienza. Potrei fare un'eccezione se si trattasse di una band di miei amici, ragazzi che magari volessero finanziarsi per es. la realizzazione di un cd, allora accetterei volentieri, ma a dirla tutta, questo Crowd Funding non mi entusiasma proprio, anche perchè sinceramente non sarei cmq interessato a certi gadgets tipo i cd autografati, o i pass per le feste ecc. |
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Mah dipende... questa cosa ha i suoi lati negativi e quelli positivi, dipende in che modo la fai. E' chiaro che se vendi un plettro a 10€ non fai una bella figura, perchè stai chiedendo un finanziamento ai fan basandoti sulla loro fiducia, bisogna essere quindi onesti con loro. Per esempio di mio ho partecipato al crownfounding di un disco, con una donazione di 10€ ho acquistato a scatola chiusa la "limited edition" del prossimo album della band, con tanto di poster autografato. Mi è sembrata una cosa onesta, avevo fiducia nella band e sapevo che se fossero stati ben finaziati avrebbero fatto un ottimo album. Difatto nel mio caso era un pre-order mascherato da crownfounding. Ma non finanzierei mai una cosa come un tour in città che non sono la mia, o non pagherei mai un ospitata sul mio prossimo cd ecc |
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Certamente, lo capisco anche il tuo discorso. Io la sto vedendo globalmente la cosa. Faccio un esempio e magari dopo lo vedi meglio perché se riesco ci scrivo la notizia. Il batterista degli Obscura sta facendo il disco solista ed ha lanciato la campagna Indiegogo, chiede 15 euro per il cd autografato, spese di spedizione incluse. Non mi pare tanto esoso, no? Poi c'è anche una cosa improponibile da 300 euro, ma nessuno è obbligato a farlo. La cifra raccolta (quasi raggiunta, 4000 euro) servirà a stampare i cd e le magliette, almeno questo è quello dichiarato sulla campagna. E probabilmente sono le cose che vengono a costare di più alla fine. |
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O quello o avrebbero perso tutto, non si scappa. Cmq, personalmente da fruitore di musica tendo sempre a comprare i dischi direttamente dai gruppi, mi rivolgo ai grandi distributori solo in casi estremi; il crowd se fatto bene potrebbe essere visto cone una sorta di pre order in un rapporto diretto fan-band. Un po' come prendere il biglietto per andare allo stadio: non è che ci vai sapendo prima il risultato, no? Quindi ok, il rischio di avere un disco di merda in mano c'è, ma fa parte del gioco. Nessuno è obbligato a pagare niente, è tutto a scelta e discrezione del singolo. |
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Trucido@ io però lo avevo scritto chiaramente che secondo me l'idea potrebbe anche funzionare SE ci fossero i presupposti. Il problema è che perlomeno in Italia non ci sono. Ricordo mesi fa proprio qui su Metallized saltò fuori (anche se chi è di Roma sapeva bene da anni) la storia della nota agenzia di promoting che aveva allegramente sfilato un bel po' di soldi a parecchie bands che si erano fatte plagiare dalla prospettiva di concerti facili, registrazioni ecc. Ora quindi mi riaggancio a quella storia la parlando del crowdfunding gestito da intermediari. Cosa succederebbe se come intermediario si mettese in mezzo un personaggio tipo quello di quella agenzia? O meglio, cosa succederà, perché a mio avviso la cosa è destinata a succedere. Insomma anche se cambia il tipo di approccio al problema per tentare di risolverlo, il problema continua ad esserci e continuerà ad essere alimentato da soluzioni che si rifiutano di vedere da cosa esso realmente dipende. Per risolverlo si dovrebbe cambiare un certo tipo di mentalità che è diventato diffuso. Quello di suonare ed automaticamente riuscire ad emergere. Non sta scritto da nessuna parte e non essendoci un movimento compatto è facile che si incappi in sole stratosferiche se poi chi lo gestisce non è neanche onesto. La cosa filerebbe bene esclusivamente se la band fosse l'unica ad avere voce in capitolo ma se si allarga il giro allora i problemi ricominciano. |
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Esatto, non è la stessa cosa è chiaro però secondo certi ragionamenti cosa avrebbero dovuto fare se non quello? |
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@er trucido: i the ocean chiesero una piccola offerta di 5 euro durante i pre order di anthropocentric.. |
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Mah Arrraya, continuo a non capire i vostri problemi, che mi paiono più astratti che concreti. Insomma i siti prendono una percentuale ma credo che sia comunque inferiore a quello che label si trattengono sulle vendite nei propri store online, quindi già mi pare ben diverso dal sistema etichette. E comunque in linea di massima nessuno vieta ad una band di non appoggiarsi a questi siti ed agire in maniera indipendente, come fecero i Folkstone o i The Ocean quando li derubarono. Poi mi viene da pensare: quante volte su queste pagine ho letto "la tale label ha rovinato tizio"? Così si ridurrebbero le ingerenze, lasciando il controllo artistico al gruppo e le etichette dovrebbero fare solo scouting, promozione e distribuzione. RIpeto, è perfettibile ed attualmente può risultare ambiguo, ma quanti ad oggi rischierebbero di finire sul lastrico investendo su di un mercato morto come la musica? I Johnny Zazula non esistono più, chi ci mette i soldi lo fa con la consapevolezza di perderceli sicuramente e prima o poi ci si scontra con la vita. |
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Ok Arrraya, ma l'intermediario percepisce solo una piccola commissione e garantisce la sicurezza del sistema (ovvero, che la band prenda i soldi senza dare le ricompense). |
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Er Trucido@ ci si affida sempre ad un intermediario con questo Crowdfunding. ieri c'erano le label ora questo sistema, ma sempre li siamo. |
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Mah, io vedo tanti discorsi ma non mi sembra che siano stati considerati tutti i punti di vista. Anzitutto vi chiedo: se tutti quei soldi fossero stati raccolti solo col merchandise e con i pre-order avrebbero lo stesso valore per voi, cioè quelli di una serie di polli che regalano soldi? Poi: nessuno al giorno d'oggi vive di musica, tutti hanno un altro lavoro, magari malleabile con gli impegni, ma siam sempre lì. I tankard prendono ferie per andare in tour, hanno solo 30 anni di carriera. Gli Obituary sono un nome grosso come storia, ma l'anno scorso hanno riempito un locale medio piccolo, mica l'Alcatrazz o il Live Club. Non avete idea di quanti comunicati mi tocca leggere in cui musicisti lasciano band perché non riescono a mantenere la famiglia. Infine un punto su cui nessuno mi pare si sia concentrato: non potrebbe essere che raccogliere questi soldi e farsi il disco possa essere un modo per svincolarsi dalle label, che a quel punto dovrebbero occuparsi solo della distribuzione? In un mondo perfetto questo potrebbe comportare un abbassamento dei prezzi dei cd. Intendiamoci, tutto è perfettibile e certe cose tipo plettri a plettri esorbitanti o altre cazzate sono inguardabili, ma finanziarsi vendendo il disco o le magliette non è così immorale. |
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341000 dollari che spenderanno tutti nel loro album immagino ah ah ah. Se non ricordo male Steve Harris all' inizio fu finanziato dalla nonna. W le nonne. |
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@samba: conosci i protest the hero? Sono un gruppo che qua consideriamo "di nicchia"..beh, sai quanto hanno tirato su col crowd? 341.000 $!!! |
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Questo fatto, assurdo ripeto, è secondo me segno che la cosa non è così facile come sembra e nemmeno destinata a nulla di buono. Io speravo in teoria che fosse potuta servire alle stelle nascenti se tutto il contesto avesse funzionato ma se ci si mettono di mezzo pure realtà famose (adesso non mi si venga a dire che gli Obituary sono una band di nicchia) allora niente da fare. Si continuerà sulla linea che il grosso nome con seguito attirerà come sempre tutte le attenzioni e gli altri resteranno inosservati. AL@ onestamente parlando io penso che i Tardy siano semplicemente due grandissimi paraculo!!!!!!!! |
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i fratelloni tardy non hanno neanche 10.000 dollari.. ma dove andremo a finire??? spero almeno non facciano un disco come gli ultimi due.... |
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@samba: 10.000 scusa, ne hanno tirati su 20.000. |
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Madonna Waste of air@ rimango veramente traumatizzato! Sia dalla richiesta che dall'esito positivo!!! Incredibile!!! |
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@Samba: non vorrei dire una cazzata, ma credo che gli Obituary abbiano raggiunto la cifra in poche ore, 30.000 dollari mi pare..e ne hanno presi molti di più! |
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Mah assurda questa cosa degli Obituary!!! ma dopo tutti questi anni stanno ridotti così!?!? Vergogna! Vergogna, cazzo. Dopo quasi 30 anni se non hai risolto e se non è più neanche la passione a farti tirare avanti allora basta, non è che il dottore ti ordina di andare avanti! Puàh! |
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articolo molto interessante. io per esempio avevo finanziato il cd dei Folkstone pagando una cifra molto più alta ma ricevendo la maglietta con il nome dei supporter stampati sul retro. e poi avevo incontrato la band il giorno della consegna del cd... mi sembra una buona idea ma per i gruppi giovani, underground, sconosciuti.. invece poi leggo che anche gli Obituary cercano soldi ... mah... |
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Ecco, detto questo pensiamo un po' a quello che sicuramente succederebbe da noi dove il furto è la norma comunemente accettata. Arraya@ guarda che al pizza metal già ci siamo arrivati! Piatto e di facile degustazione, oramai non serve più essere metallari per usufruirne! |
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Personalmente io concordo con quest'ultimo commento di Arraya. Il crowdfunding è una forma di finanziamento e il soggetto finanziato dovrebbe corrispondere un INTERESSE, oltre alla restituzione della somma. Se la somma prestata può quantificarsi nel CD - una volta che questo è stato registrato e stampato - l'interesse potrebbe essere quantificato in altri oggetti, ad esempio gadget che se collezionati un domani potrebbero acquisire valore. In linea teorica un fan potrebbe funzionare. Ma poi qualche giorno fa si è saputo di una band americana che nel bel mezzo di un tour mondiale finanziato anche col crowdfunding cancellato il tour dopo lo split col cantante, con gli inevitabili polemiche su social media vari e accuse reciproche su chi si era fregato i soldi del fondo cassa |
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Come dice Osvaldo@, quando saranno tutti ad adottare questo sistema? Ribadisco che per me è fastidioso il concetto in se di "chiedere" per "dare". è Come se un pittore chiedesse al proprio acquirente di comprargli l'olio e la tela. Cosa nascerebbe? un lavoro su commissione. Non è neanche mecenatismo perchè all' epoca erano i sovrani e i nobili a finanziare le opere, ma di artisti VERI e per cui valeva la pena investire. Qua si parla di underground e come tale deve nascere dalla merda. Se la musica è ancora un arte la ritengo una cosa sbagliata, se invece è una normale attività commerciale mi chiedo a questo punto se, chi fa questa scelta, non farebbe meglio ad aprirsi una pizzeria. |
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Libero arbitrio gente, ognuno ha la possibilità di decidere se farlo o meno... Ci sono artisti per cui lo farei (o lo avrei fatto) senz'altro, come i Death. Ad altri riderei in faccia anche se mi piacciono. |
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Mah, io non mi sento di prendere una posizione netta in merito dal momento che si tratta di un fenomeno le cui caratteristiche e i cui risvolti sono difficili da valutare. Devo ammettere, però, che non avendo le tendenze o i comportamenti che solitamente caratterizzano i fans temo che in alcuni casi si potrebbe andare incontro a degli eccessi e che costoro potrebbero diventare dei “bersagli facili”. Non credo, però, che ci si trovi “di fronte a una contraddizione di proporzioni bibliche” nel senso che al netto degli invasati ci sono in giro moltissimi ascoltatori che credono nelle realtà underground e vogliono supportarle, penso cioè che coloro i quali partecipano a queste iniziative sono gli stessi ascoltatori che comprano abitualmente dischi e vanno ai concerti e quindi sono soliti supportare la scena underground. Comunque, per il resto mi pare che non si tratti di un fenomeno nuovo o recente, ricordo infatti che alcuni anni fa (nel 2007) gli Einstürzende Neubauten pubblicarono il loro nuovo album, “Alles Wieder Offen”, in maniera del tutto autonoma e con l’aiuto dei fans. Quest’anno, invece, credo che (tra gli altri) i Kayo Dot abbiano fatto qualcosa di simile in occasione dell’uscita del loro ultimo disco, “Hubardo”, ovvero hanno offerto la versione in digitale dell’album a 14 dollari dichiarando che i proventi del pre-order serviranno a finanziare la produzione del vinile e di altri prodotti. |
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La logica alla base del crowdfunding è la stessa di un fan club, nè più ne meno: c'è chi ama talmente tanto quella band che è disposto a supportarla economicamente, anche in cambio di un bene di valore simbolico (ad es: la tessera del fan club). Internet allarga la base quindi il crowdfunding via sito web permette alle band di trovare più persone che aderiscano alla causa. Non è una novità, l'indirizzo del fan club era scritto nel booklet. E' un modo per far arrivare gli artisti alla fine del mese e mi da come se chi la fa è un po' arrivato alla frutta. Credo che questi potrebbero trovarsi un impiego piuttosto che a elemosinare lo stipendio ai fan. |
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@Madblade: questo metodo del crowdfunding ha avuto un enorme successo con i Protest the hero, hanno raccolto mi pare sui 300mila dollari (ovvero il triplo rispetto all'obiettivo prefissato) così come per i Misery Signals e altre band abbastanza conosciute e con un buon seguito. ovvio che un gruppo alle prime armi non potrebbe mai usare questo sistema: è lo strumento ideale per gruppi "culto" che hanno un seguito molto affezionato ma non un etichetta disposta a supportarli economicamente per le spese di produzione del cd. |
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Ri-Quoto Arrraya sul fatto che sia piu dignitoso fare spiccioli andando a suonare sui marciapiedi. Posso capire l'esempio fatto da Lizard sui Marillion, gruppo di cui si conoscono le doti e da cui ci si aspetta un prodotto di una certa qualità, ma non capisco perchè finanziare un gruppo underground con niente all'attivo solo perchè spaccano i culi in garage. Quante migliaia di band ci saranno in giro che spaccano i culi in garage? Quante però saprebbero "incidere" un album degno di essere acquistato (che non sia fatto di cover più o meno volontarie di Slayer o Iron Maiden)? Sta proprio qui la questione. E' pur vero che l'industria discografica sta cambiando, ma far pagare la gente prima non credo proprio che sia la soluzione. |
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Osvaldo@ si, penso la stessa identica cosa. ammesso che questo sistema prenda piede (e non succederà) poi di fatto diverrebbe un'altra parte del problema e si tornerebbe al punto di partenza. |
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Di per se credo non sia una cattiva idea, cercare di concentrare la vendita di merch cd o altra memorabilia autografata in un determinato periodo per finanziare l'attività del gruppo. Non mi sembra di per se una cosa immorale semmai vi invito ad una riflessione: questo fenomeno è un pò sintomatico di questi tempi di grave crisi discografica, è un pò un mettere una pezza ad un sistema destinato fallire. Lo fa un gruppo, lo fanno due gruppi... quando lo faranno 10.000 gruppi cominceranno a non raccogliere niente ed allora anche questo mezzo ora originale diverrà inefficace |
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Io compro cd, abbastanza, che ormai si trovano a cifre non esose, e vado a qualche concerto, di più non posso fare e non mi sento di farlo. |
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Ragazzi, io questo discorso lo avevo già fatto nella news sui Metallica ed avevo fatto la domanda anche qui sopra. Si parla di crowdfunding, supporto e quantaltro. Cose che sarebbero veramente una figata in generale se si riuscisse ad applicarle. Il problema è che siamo nel campo delle utopie perché se parliamo dell'Italia una scena che si muove compatta per fare operazioni del genere non c'è. non esiste proprio. Se si arriva a pensare ad operazioni così significa che si sta raschiando il barile veramente e se si arriva a pensare che operazioni simili possano funzionare in Italia beh allora significa che si fa finta di vedere le cose come realmente stanno. |
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Difficile stabilire un discrimine. Personalmente ho finanziato la registrazione degli ultimi due album dei Marillion, che credo siano stati tra i primi in assoluto a chiedere ai propri fan questo tipo di supporto tramire il loro sito. Ho pagato più o meno il doppio di un cd normale ricevendo in cambio un'edizione speciale con box di cartone completa di booklet fotografico e con il nome in fondo. Sicuramente la band in questo modo ha potuto fare la musica in cui credeva senza condizionamento da parre della casa discografica. D'altra parte, non sono poi così convinto che questo non abbia generato un'eccessiva autoindulgenza che un orecchio esterno avrebbe senz'altro scongiurato. Diverso come detto prima da altri il discorso del finanziamento di un tour... certo se penso che band come Suffocation o Angra non possono vivere di musica e per questo non possono permettersi dei tour, mi verrebbe da dire ben venga il crowdfunding... da un altro punto di vista, mi sembra del tutto inconcepibile che un musicista debba occuparsi anche di questi aspetti. Mi sembra assurdo che sia passata la teoria per la quale ormai la musica non è più un investimento valido e per questo si arriva al fai-da-te quasi totale, a partire dalla registrazione per finire coi tour. Ormai è un totale Far West dove ognuno fa per sé e le case discografiche investono solo sui pochi grandi nomi e su pochissime e sempre meno nuove band, preferendo darsi alle ristampe. Il risultato è una totale inflazione di dischi autoprodotti e solo stampati e distribuiti dalle etichette, che hanno totalmente abdicato al loro ruolo di "filtro di qualità". Praticamente, è un ritorno alla legge della giungla e solo i più forti sopravviveranno e pace per gli altri cintocinquantamila che abbandoneranno presto i sogni di gloria per tornare a quei lavori che mai hanno abbandonato e mai abbandoneranno. Insomma, se da un lato apprezzo chi ricerca l'indipendenza, dall' altro non posso che domandarmi quale futuro possa prospettarsi ad una professione come quella del musicista, ormai davvero in via di sparizione a fronte di scuole di musica piene. Il crowdfunding mi sembra quindi solo un modo per tentare di non affogare. Una soluzione disperata e d'emergenza più che una vera risorsa e, al limite, valido in prospettiva solo per chi ha già un seguitk consolidato e fedele, pronto a sganciare soldi per affetto e riconoscenza indipendentemente dal risultato finale. |
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Ben venga crowdfunding o qualsiasi altra forma di finanziamento. Il sistema attuale è al collasso, bisogna inventarci qualcosa di nuovo, o altrimenti sarà proprio la (buona) musica a sparire |
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@arraya io per pagarmi la jackson ho fatto volantinaggio sotto il sole di una delle estati più calde della storia e ho fatto il magazziniere quindi so che significa farsi il culo..dico solo che se una band non ha il sostegno economico da parte dei fans è inevitabile che diventi una hobby-band e questo va a discapito dei fans. una hobby band non può permettersi di fare grandi tour per esempio.l'abbandono del cantante dei suffocation e del chitarrista degli aeon conferma ciò che dico |
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Poi, ribadisco, è il tessuto sociale in cui viviamo che mi rende indigeribile cose come questa che potrebbero essere via alternative di finanziamento, ma sinceramente sentirmi chiedere (pur non avendo la pistola puntata in faccia, per carità) di sganciare qualche euro , è veramente irritante a prescindere. Pare che non se ne esca piu da questo sistema Moneta=Sopravvivenza. Credo sia piu dignitoso fare spiccioli andando a suonare sui marciapiedi |
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Brainfucker@ io per comprarmi la Gibson SG sono andato a lavare i piatti in ristorante, Per comprarci mixer e pagarci l'affitto mensile della saletta ho fatto mille lavori, senza contare l' ispirazione e la rabbia che queste esperienze comportano e che si riversano su quello che si fa. Un buon cd oggi si fa studiando sui software e nel proprio garage e applicandosi e facendo uscire prodotti dignitosi, alla fine quello che conta è la musica, non sono piu i tempi delle demotape a cassette con il suono osceno. é sempre da li che parte la questione: se sei uno che muore per la propria musica ce la farai un giorno a registrare in uno studio. E poi pensate che con questo tipo di azionariato si possa raggiungere una cifra adeguata per uno studio con i controcazzi? Sarebbe meglio un consorzio di band che si aiutano a vicenda ma...eh eh eh...we are in Italy. |
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Fatico a comprendere il meccanismo, riportato in Italia poi sento odore di sola come solito. |
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@Satanasso: il pericolo non esiste dato che il crowdfunding è gestito direttamente dal sito: se la somma non viene raggiunta, vengono subito restituiti tutti i soldi a chi ha finanziato il progetto. Il crowdfunding può essere davvero il futuro per quelle band senza un'etichetta disposta a investire su di loro al momento ma che sanno di avere un seguito tale da potersi garantire la cifra necessaria per incidere l'album con il preorder (non so negli altri paesi, ma qui da noi sappiamo tutti che tirando 5-6 mila euro riesci ad avere un prodotto dal sound semi-professionale). Il caso della band italiana di cui si è tanto parlato ultimamente rappresente invece tutto quello che non dovrebbe essere il crowdfunding: io fan dovrei finanziare (a prezzi davvero esagerati) una band per andarsi a fare un tour in europa, dove sono sicurissimo che riceverà un cachet. che cosa traggo io da questa operazione? |
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ok la forma d'arte ma studi di registrazione e tour bus non sono gratis per le band!se il gruppo non ha soldi semplicemente non registra a tu fan te la prendi nel culo.discorso diverso per il tour, li mi sembra davvero una cacata. interessante poi l'ultimo punto..la gente da soldi per finanziare la band e poi non compra il cd(che ormai su internet si può comprare pure a poco).boh |
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Nulla di nuovo sotto il sole... si tratta di una modalità già in uso da tempo per finanziare l'uscita sul mercato di prodotti di vario genere, dall'editoria ai software e non ci vedo nulla di scandaloso nel fatto che venga adottata anche nel campo musicale, a patto ovviamente che si pensi all'interesse comune: l'artista si assicura in anticipo il numero minimo di vendite che gli consentono di produrre il disco senza doversi vendere la casa, e i fan prenota il cd in versione limitata non dal mailorder di turno ma direttamente dal gruppo. Credo che sia capitato a tutti di prenotare un cd, "scommettendo" sul fatto che l'opera sia di buon livello; col crowfunding si contribuisce a rendere possibile che l'opera nasca quindi la cosa potrebbe anche dare qualche minima soddisfazione....certo che poi, nel malaugurato caso che la raccolta non raggiunga la soglia minima, la band dev'essere lesta a restituire la pecunia... |
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Ma infatti queste operazioni arrivano da band che sanno di avere un certo numero di sostenitori, mica da band che non hanno neanche fatto una prova e che si sono formate 2 giorni fa. |
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Per me non è un male. Innanzitutto mi piace come il business cerchi di darsi una smossa dai sistemi tradizionali non più sostenibili. E poi lo vedo un po' come il mecenatismo del ventunesimo secolo: io ti finanzio e tu artista esegui. Solo che il mecenate non è più un ricco signore ma una moltitudine di (non per forza) appassionati. Siamo ancora ad uno stadio molto embrionale del crowdfunding e non è detto che in futuro si sviluppi con forme di investimento che possano garantire ai finanziatori dei ritorni più cospicui che non il plettro o il cd (ricavi sulle vendite? Sto viaggiando troppo). Sono molto curioso, ad ogni modo. |
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Quotone ad Arrraya! La musica è prima di tutto una forma d'arte, in un secondo momento può diventare un hobby ed infine può diventare un lavoro a seconda delle qualità e delle aspirazioni dell'artista. Le giovani band emergenti (sigh!) devono dimostrare di saperci fare, sotto vari punti di vista (artistico e commerciale, per iniziare), poi possono cominciare a chiedere soldi ai locali prima e alle label poi, non di certo a me e non senza avere prima dimostrato quanto valgono. La musica su internet è una bella cosa, ma ha fatto montare la testa a molta gente. |
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Sono abbastanza contrario, anzi molto, dal momento che un idea che potrebbe essere passabile (dico passabile) si trasforma in abuso quando ci si mettono i soldi. A parte il fatto che in questo momento storico qualsiasi soggetto che propone di essere finanziato, in base a non meglio specificate agevolazioni, sia eticamente irritante e meritevole di calci in culo. Un artista (se tale è) deve dare e non ricevere. Dico questo perchè ne ho le tasche piene di gruppi e gruppetti che spammano a destra e a manca fastidiosamente. Caro gruppo che chiedi di essere finanziato, fammi sentire cosa hai da dire e soprattutto cos' hai da dare. |
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A mio parere è l'unica soluzione percorribile. Oggi giorno suonare equivale a buttare soldi nel cesso e tirare l'acqua, nessuno ti paga e alle volte i locali per i quali ai un rapporto di amicizia consolidato ti dicono "guarda, questa sera è venuta poca gente.. (E quindi non ti paghiamo). Con questa soluzione le band avrebbero sempre i cash per incidere e sono direttamente dipendenti dagli ascoltatori, quindi se si mette a produrre merda si chiudono i rubinetti. È democratico.. Non credete? |
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Er Trucido@ beh, quindi a quel punto di certo non potrebbe lamentarsi nessuno... |
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@Samba: da quel che mi risulta sì. Se non raggiungi la cifra i soldi tornano al fan. |
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Ah ma poi infatti come andrebbero le cose qualora la band comunque non riuscisse a realizzare il proprio obbiettivo? Scatterebbe il risarcimento? |
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Sì poi il crowdfunding per i tour aadrebbe rivisto e neanche a me convince, e anche lì bisognerebbe trovare un compromesso che ti convinca a donare. Ovvio, pure a me fa piacere vedere un gruppo che seguo fare un tour importante, però se non passano da me, non ci metto i soldini. @Madblade: hai ragione anche tu, ma alla fine dipende sempre da quanto una persona si fidi della proposta di un gruppo. Di alcuni gruppi ho comprato il CD senza ascoltare nulla appena è uscito il pre-order, ma questo perché sono gruppi che mi danno una tale fiducia che mi induce comunque a "rischiare" (per fortuna poi son stati tutti dischi belli). Quindi cioè, dipende sempre dal singolo, e penso che le band, anche se minori, abbiano comunque alcuni fan che comprano a scatola chiusa. Poi sì, come dici tu, certamente non si può campare su questi pochi fan, e questa deve essere una cosa "secondaria" agli investimenti riguardanti i tour di certe band. Una sorta di "Noi abbiamo messo la nostra parte, se poi volete aiutarci, ci fa piacere e vi ricompensiamo"  |
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Posso essere d'accordo con chi sostiene che il crowdfunding è utile per la produzione di nuova musica comprando il CD in anticipo. E posso essere d'accordo sul fatto che per i tour è una emerita cavolata. Personalmente però non lo farei in nessun caso. Vuoi i miei soldi? Bene, fai un album degno di essere comprato e io te lo tiro fuori i soldi. Ci manca solo che io pago un CD prima e poi la band produce una monnezza inascoltabile. La vita del music business sta cambiando, nel bene e nel male, e ce ne dobbiamo fare una ragione. E' indubbio che in giro ci sia troppa offerta rispetto alla domanda. Non puoi sopravvivere con 10 fan scalmanati che ti vengono ad ascoltare nel tuo garage tutti i sabato sera. O sei mainstream o sei underground, devi comportarti di conseguenza: CD e tour da una parte, garage e pub dall'altra (e youtube nel mezzo). E che gli Dei del Metal te la mandino buona. Come avviene in natura per tutto, sopravvivrà solo il più adatto. |
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Anche per me il discorso del foraggiare la band per i concerti mi pare quantomeno assurdo, pensavo stessimo facendo riferimento solo all'ambito studio. Come dice Asch@ a quel punto il fan che vantaggio avrebbe da tutto ciò? |
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@asch sono perfettamente d'accordo con te per quanto riguarda il crowdfunding pro-tour che mi pare decisamente una vaccata ed una presa per il culo per i fans. @kriegsphilosophie ti quoto in tutto e per tutto ottimo punto di vista |
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Dico la mia: Il Crowfunding ha senso se concepito per dare ai fan qualcosa con il risultato dell'operazione. esempio: vuoi ascoltare nuova musica dalla band X? tramite preorder e ricompense varie finanzi il loro nuovo album, il loro dvd, facendolo diventare una sorta di preorder. Il crowdfunding per il tour è un'operazione stupida a mio parere: è un qualcosa che serve soltanto alla band e non comporta nessun vantaggio per i fans (anzi: prima ti finanzio il tour e dopo devo anche pagare il biglietto per il concerto...ridicolo). |
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Secondo me invece, di base, non è una brutta idea, ma sono più che altro "le ricompense" ad essere "sbagliate" a volte, e spiego perché; alla fine le band che avviano queste operazioni, sanno che saranno i fan più legati a partecipare, specialmente per quanto riguarda le grosse cifre (come i 500€ per la chitarra autografata, per esempio). Parlo per me, ma se gli Immolation domani dovessero fare una cosa del genere e dire che per 10€ mi porto a casa il CD, io partecipo volentieri, perché mi sembra equo il rapporto "soldi/ricompensa". Ma ovviamente lo farei prima di tutto perché sono tra i miei gruppi preferiti ed è anche la fiducia a farmi donare in anticipo 10€. Diverso invece, è quando una band per 10€ ti da il plettro e basta. Di recente un altro artista non metal ha fatto una cosa simile, mettendo prezzi altissimi per oggetti che potevano costare benissimo di meno, tipo appunto il plettro a 10€ (o il video di ringraziamento su YouTube a 15€. Roba da pazzi.), e quando la cosa è così, tu non fai altro che allontanare il fan anziché avvicinarlo. Ed è qui che secondo me queste iniziative cadono, quando tu non offri al fan (che magari non per forza deve essere per forza accanito) la giusta "ricompensa". Anche io non darei mai 10€ per un plettro degli Immolation, preferirei aspettare l'uscita del CD e comprarlo, perché lo trovo più giusto ed ho anche più soddisfazione personale, non so se sono stato chiaro. La cosa che però penso debba essere capita prima di tutto, è che queste iniziative non devono essere viste come una sorta di "elemosina" o della serie "chiedono soldi alla gente", perché per me non è così. Come ho detto prima, le band che fanno queste operazioni sanno benissimo che parteciperanno soltanto i fan/ascoltatori, e naturalmente non obbligano nessuno a donare qualcosa. Tempo fa leggevo in giro alcuni commenti che mi lasciavano un po' senza parole, sembrava quasi che le band venissero a casa tua a dirti "Dai oh dammi i soldi e dai". Alla fine penso che queste operazioni siano un po' come han fatto i Folkstone o come quando preordini un disco senza aver ascoltato nulla, si basano molto sull'interesse/fiducia/amore che un ascoltatore o fan prova per una certa band. Ho tirato dentro gli Immolation, ma farei la stessa cosa anche per band che magari non amo alla follia ma che comunque trovo interessante e penso si meriti 10€ in cambio di un CD. |
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as astra@ hai centrato pienamente il punto! |
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avete ragione tutti e tre ragazzi... i soldi saltano fuori se questa,come altre,viene vista come una VERA PASSIONE. personalmente compro piu o meno 150 cd l'anno e cerco sempre di supportare un gruppo di mio interesse. forse e dico forse il problema sta nelle nuove generazioni che non riesco in diversi casi a trovare la differenza tra una canzone/album su youtube e l'oroginale. questo porta ad un discorso che esce spesso tra ragazzino che vedo in giro i quali affermano: no compro il disco perche mi interessa solo qualche canzone preferisco dargli soldi andando al concerto"... non capendo che non esisiteranno concerti col passare degli anni se il prodotto fisico non voene supportato. |
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Interessantissimo articolo ma qua salta fuori sempre la stessa domanda. Parlando dell'Italia: c'è una vera scena pronta a supportare iniziative come questa o no? dandone per buona l'onestà (altrimenti parleremmo dell'ennesimo trampolino di lancio per gruppi che non se lo meritano e mi pare ce ne siano già tanti in giro), le persone sono veramente interessate a dare spazio e possibilità a nomi nuovi o no? a contribuire, soprattutto. Io sono abbastanza negativo in linea di massima. Personalmente parlando non mi sono mai risparmiato e non ho mai risparmiato soldi pur di supportare bands che ho ritenuto valide. Dischi, concerti, merchandising quando ne hanno ecc ma quanti rinuncerebbero al piatto ben servito del download o della garanzia del nome imposto a suon di preview e samples per mettersi attivamente a supportare una band che di fatto ancora deve uscire fuori? |
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ad essere onesto non conoscevo questo fenomeno. e a dirsela tutta mi sembra una scemenza. La fattispecie descritta da andreastark ad esempio è un buonissimo mezzo di autofinanziamento (seppur parziale), ma fare interi tour o dischi facendoli finanziare ai fan mi sembra assolutamente immorale. anche perchè se, come scritto nell' articolo, i soldi saltano fuori mi viene difficile credere che si tratti di un piccolo gruppo senza un grande appoggio di una casa discografica. Inoltre, come scritto, il mercato è saturo: offre troppi prodotti, non sempre di eccelsa qualità; è logica conseguenza che si deve ridimensionare l' offerta alla luce della situazione economica. |
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Bell'articolo Waste! Il punto sta nella libertà dell'ascoltatore/fan che deve decidere se vuole supportare la band e se ritiene il progetto della band onesto e ricambiato a dovere....io personalmente ho sostenuto la realizzazione dell'ultimo album dei Folkstone nella quale però la band non chiedeva "materialmente" soldi ma chiedeva ai fan di comprare in anticipo il cd oppure di comprare oltre al cd una maglietta che sarebbe stata personalizzata con i nomi di chi aveva supportato questa operazione...l'operazione mi è sembrata onesta, il cd l'avrei comprato comunque perciò non ci ho visto nulla di male anche perchè ritenevo la band meritoria di un mio supporto.....ma la domanda è.....sprechiamo comunque tanti soldi in stronzate ogni giorno e allora perchè se se ne hanno le possibilità non utilizzarli per supportare le band che amiamo, molte delle quali non pubblicherebbero altri lavori senza l'aiuto dei fan? Io sono quasi quarantenne e i cd li compro....scaricare non mi piace e quando riesco a risparmiare qualcosa rimpinguo la mia collezione di cd...utilizzo Youtube solo per capire se un gruppo sconosciuto mi piacerà o no.....operazioni alla Folkstone mi piacciono perchè le trovo oneste...mi lasciano a volte perplesso le semplici operazioni di raccolta fondi ma posso partecipare anche a quelle se riesco ad intravederne l'onestà e la lealtà verso i fans.....ritengo che il punto sia proprio questo; non c'è niente di amorale insito in queste operazioni, ma vi è molto spesso difficoltà, come c'è nella vita di tutti i giorni, a riconoscere i buoni dai cattivi.... |
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