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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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BEYOND THE IRON CURTAIN - # 4 - Charles Manson: L'empia famiglia
06/12/2013 (4466 letture)
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Non è un aspetto della sua vita molto noto, eppure Charles Manson voleva prima di tutto essere un musicista e (anche) tale si considerava. Fu infatti, in parte, il suo non riuscire ad affermarsi come tale a determinare -o almeno a scatenare- un'alta percentuale della follia che lo porterà a passare alla storia come un dissociato, un paranoide, un drogato e, soprattutto, un pericolosissimo controllore di menti labili..
AMBIENTE E SVANTAGGIO Sembra la solita scusa un po' stantia, quasi standard, quando si trattano storie come questa, eppure i fatti sono tali, quindi la vecchia storia del soggetto svantaggiato, cresciuto senza esempi positivi ed in un ambiente altamente sfavorevole, è in questo caso oggettivamente vera. Tutto questo, però, non può e non vuole in alcun modo giustificare quanto compiuto e/o ordinato da Charles Manson, ma solo essere un tassello di una storia empia, culminata dapprima in una catena di omicidi la cui brutalità ha ancora oggi pochi termini di paragone e, successivamente, in decenni di prigione durante i quali il soggetto in questione ha manifestato solo pochissimi cenni di pentimento, misti a deliri mistici che testimoniano quanti danni possa produrre l'associazione mancanza di valori/droghe.
UNA POCO EDIFICANTE CARRIERA Non si può dire che Charles Manson sia nato in un contesto particolarmente formativo. Figlio di una prostituta sbandata di nome Kathleen Maddox, la quale lo diede alla luce all'età di sedici anni nel novembre del '34, dopo una presunta violenza da parte di tale Colonnello Scott (la paternità venne fuori a seguito di una causa intentata dalla genitrice), il giovanissimo Charles sembra poter trovare un minimo di tranquillità quando la madre va a convivere con William Manson, adottandone il cognome. La ragazza non è evidentemente fatta per mettere radici da qualche parte e per sottostare alle normali regole della convivenza civile. Finisce infatti in carcere per vari reati, cosa che comporta lo spostamento del nostro soggetto prima da certi vicini e poi dagli zii in West Virginia, cosa che non contribuisce affatto a renderlo stabile e sicuro di sé. Nel 1942 torna a vivere con la madre, ma ciò non rappresenta una buona notizia per Manson, il quale è costretto a seguirla nella sua "attività professionale" esercitata perlopiù in motel di infima categoria, occupandosi ancora di pubbliche relazioni occasionali dietro compenso in contanti, se così si può dire. Nel 1947 arriva in un istituto per l'infanzia. Viste queste premesse, non è molto probabile che il ragazzo si riveli un modello di educazione e rispetto delle regole, infatti comincia a delinquere, cosa che lo porta rapidamente ad essere ospite non pagante di vari riformatori, nei quali si segnala ora per essere quasi un detenuto modello, ora per essere l'esatto opposto, cominciando a manifestare lati oscuri di una personalità che, purtroppo, doveva ancora dare il "meglio" di sé in questo campo. Tanto per chiarire: durante uno di questi soggiorni -quello al Natural Bridge Honor Camp di Petersburg (Virginia)- quando la sua domanda di ottenimento della libertà condizionata è prossima ad essere accettata, decide di occupare il suo tempo sodomizzando un compagno sotto minaccia di una lama, cosa che non contribuisce a completare positivamente l'iter della domanda di cui sopra. Torna libero nel 1954, si sposa, lavora saltuariamente, ma soprattutto continua a trasportare oltre confine auto rubate. Viene arrestato, riesce ad ottenere la libertà condizionata che viola immediatamente, per poi essere catturato e condannato a tre anni in un vero penitenziario. La cosa si rivela quasi una scuola professionale, dato che apprende così i rudimenti di una mestiere: quello di sfruttatore di prostitute. Avvia una carriera in tale direzione, cosa che, unitamente ad altri reati minori, nel 1960 lo riporta dietro le sbarre, stavolta con una condanna di dieci anni sul groppone da scontare nel penitenziario di McNeil Island (Washington). Sembra solo una delle tante che lo aspettano, invece si rivelerà decisiva per la vita di tanti innocenti.
LA FAMIGLIA E' TUTTO In quel penitenziario, infatti, Manson trova una biblioteca fornita di un alto numero di tomi dedicati ad argomenti quali ipnotismo, magia nera, negromanzia, storia della massoneria, esoterismo massonico e svariate altre, singolari discipline. Inoltre, un compagno di pena gli insegna i rudimenti della chitarra, alla quale egli si dedica con passione. L'unione di queste due attività produrrà effetti deleteri. Nel 1967, dopo aver imparato a suonare piuttosto bene, torna libero proprio in tempo per assistere all'esplosione del fenomeno hippy, al quale decide di aderire. Si trasferisce a San Francisco in concomitanza con l'estate dell'amore, durante la quale il movimento vive il suo momento di maggiore libertà espressiva, specialmente dal punto di vista sessuale. Qui comincia a mettere in pratica le tecniche di controllo mentale apprese dietro le sbarre, riuscendo a coagulare attorno a sé un gruppo di giovani, essenzialmente ragazze, i quali lo eleggono rapidamente quale loro leader, guida spirituale, messia e roba simile. A bordo di un autobus nero comincia a viaggiare su e giù per la California, aumentando fino a circa cinquanta elementi gli aderenti a quella che comincia ad essere nota come The Family; Manson dichiara ormai di essere la reincarnazione di Gesù e di Satana. La comune si distingue per due cose, oltre che per l'organizzazione come sopra enucleata: la fondazione di un movimento ambientalista denominato ATWA ed i principi fortemente razzisti su cui era basata la comune, con aperto disprezzo verso i neri, indicati come male da estirpare fisicamente; anche questo sarà decisivo per i fatti che accadranno. Per la cronaca, ciò che Manson profetizza è una guerra che la razza nera, inferiore ai suoi occhi, avrebbe combattuto -vincendola- contro i bianchi, con "la famiglia" che, alla fine, avrebbe preso il sopravvento su di loro, incapaci di gestire la vittoria, governando il mondo; tutto molto credibile. Nel frattempo, però, c'e la vita di tutti i giorni con il sesso sfrenato, l'LSD a profusione e la musica sempre di sottofondo, ma anche con i suoi costi, tuttavia la soluzione è semplice: ancora una volta delinquere. Furti, rapine e grassazioni si susseguono. Il vero sogno di Manson però è sempre lo stesso, diventare un musicista famoso come i suoi idoli, i Beatles. Il sogno sembra ad un passo dalla sua realizzazione quando, nel 1968, il batterista dei Beach Boys, Dennis Wilson, concede casualmente un passaggio ad una ragazza della famiglia. Da qui nasce un rapporto che porta Wilson a finanziare Manson per la registrazione di alcuni pezzi, senza che però la cosa porti ad un seguito. I Beach Boys, però, sfruttano un brano di Manson re-arrangiato, modificato (Never Learn Not to Love) ed accreditato al solo Wilson nel loro album 20/20, cosa che fa scattare una rabbia incontrollata nell'autore. I fatti di Cielo Drive sono ormai vicini.
UN SATANICO BAGNO DI SANGUE L'album dei Beach Boys esce a febbraio, i fatti per cui il soggetto del nostro scritto è passato alla storia accadono ad agosto. La villa scenario dell'eccidio era appartenuta fino a pochi mesi prima a Terry Melcher, ex musicista e produttore (anche dei Byrds), figlio di Doris Day, il quale fu tra quelli che rifiutarono di scritturare Manson, mentre al momento dell'accaduto era occupata dai coniugi Polanski. Molti ritengono che quella villa dalla quale era anche stato scacciato quando vi si era recato a chiedere spiegazioni ed i suoi occupanti, quali che fossero, vennero scelti dal mandante degli omicidi come simbolo di rivalsa contro tutto e tutti, inducendolo ad ordinare ad alcuni membri della Family di vendicarlo in maniera più che barbara. Quella sera in villa sono presenti alcuni amici dei Polanski e la moglie ed attrice Sharon Tate, incinta di otto mesi, mentre il regista si trova a Parigi, intento a svolgere le ultime incombenze della lavorazione di Rosemary's Baby. Il nove agosto del 1969 un commando armato composto da tre ragazze, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian, agli ordini di Charles "Tex" Watson (Manson non partecipa materialmente all'azione), irrompe nella villa dopo aver tagliato i cavi telefonici; la Kasabian resta a fare da palo. Quel che segue sembra la scena di un moderno videogioco, ma è la terrificante realtà: un amico del guardiano sta per lasciare il posto, viene abbattuto a revolverate. I tre entrano in villa e catturano i presenti, il parrucchiere Jay Sebring chiede pietà per la Tate visto il suo stato, muore per primo ucciso a revolverate e coltellate, poi vengono accoltellati Voityck Frykowski e Abigail Folger. Rimane Sharon Tate, per lei sedici coltellate; aveva ventisei anni ed era a due settimane dal parto. Il suo corpo viene legato a quello di Sebring e, negli anni successivi, qualcuno indicherà la cosa come indizio che i due fossero amanti. La Atkins prende uno straccio, lo bagna col sangue dell'attrice e scrive sulla porta la parola PIG e sullo specchio del bagno Helter Skelter, ambedue riferimenti a canzoni dei Beatles. In seguito verrà fuori che nel suo delirio, Manson si considerava il quinto Beatle. Nonostante nell'immaginario collettivo questa sia la strage della Family, non tutti sanno che in realtà le stragi furono due. Il giorno dopo tocca alla coppia LaBianca essere uccisa a forchettate in testa; i messaggi sulla parete sono Death to Pigs ed Healter Skelter, scritto male. Tanto per gradire, viene eliminato anche Gary Hinman, un insegnante di musica che li aveva ospitati finendo poi per scacciarli (messaggio: Political Pig) e Donald Shea, un "familiare" che, oltre ad aver sposato una donna di colore (fatto inconcepibile per un ultra-razzista come Manson), sapeva troppo e finisce con l'essere fatto a pezzi, inserito in vari pacchetti e seppellito a tranci; e non si tratta di una battuta di fantozziana memoria. Il motivo di quei messaggi? Solo deliri di esaltati sotto allucinogeni? In parte, ma soprattutto c'era un atroce piano a far da schizofrenico movente, quello di far ricadere la colpa sulla comunità nera e scatenare un conflitto razziale. Dopo aver puntato i sospetti sul custode, alla fine la polizia incastra Manson e i suoi accoliti grazie alle prove fornite dall'avvocato d'origini italiane Vincent Bugliosi ed alle testimonianze di alcuni dei coinvolti, in particolare di Linda Kasabian. Il processo che ne segue, il più lungo della storia giudiziaria statunitense, al quale Manson decide di presentarsi con una bella croce -che in seguito diventerà una svastica- incisa sulla fronte, porta alla condanna a morte di tutti i coinvolti, pena commutata in ergastoli in quanto, nel frattempo, la California la abolisce. A margine, va notato per dovere di cronaca come, dal punto di vista strettamente procedurale, il processo presenti delle lacune ricostruttive, mentre certe teorie sostengono che dietro gli esecutori ci sia gente di ben altro livello, tanto che Bugliosi, procuratore distrettuale, pur dopo aver cambiato numero, continuò a ricevere telefonate di minaccia da gente che, evidentemente, aveva i mezzi per procurarsi quelli nuovi. Alcuni particolari che sembrerebbero indicare delitti rituali ben pianificati a dispetto della versione ufficiale e contenenti vari rimandi esoterici, sono stati sempre ignorati, ma non vorrei sconfinare nella dietrologia. Un punto certo, sempre a titolo di cronaca, è che il sacrosanto processo alla famiglia divenne anche un modo per processare il movimento hippy da parte dell'amministrazione Nixon, occupata a distogliere l'attenzione dalla guerra in Vietnam, cosa che non modifica di una virgola le responsabilità dei coinvolti. Charles Manson è tutt'ora in carcere e tutte le sue domande di libertà vigilata sono state regolarmente respinte. Susan Atkins è morta in galera di cancro al cervello nel 2009, dopo aver stabilito il record californiano femminile di detenzione. Proprio di questi giorni è la notizia che il settantanovenne ergastolano potrebbe convolare a nozze con la venticinquenne Star, una fan (!) che da quando ne aveva diciannove gestisce siti web che difendono la figura dell'uomo, il quale, come spesso accade in questi casi, non ha faticato a trovare gente disposta ad idolatrarlo come un divo della musica o mistico, alimentando sia la sua pseudo-leggenda che la sua follia. A questo proposito la ragazza ha dichiarato:
"Ai miei genitori Charles piace, se dovesse uscire mi hanno detto che potremmo andare a vivere da loro per un po', magari costruirci una casetta nella baia. Ci sposeremo presto, mi ha detto lui di dirvelo".
Per la cronaca l'interessato, interpellato in merito, ha risposto:
"È solo trash, stiamo giocando a uso e consumo del pubblico, ma tutto è in costante cambiamento, la mente è una cosa universale. Charles Manson e Beethoven".
TANTA FOLLIA, TANTA MUSICA Circa i motivi che scatenarono tanta follia, la storia personale del mandante, la totale mancanza di valori a lui trasmessi dal nucleo familiare, l'abuso di sostanze allucinogene e la frustrazione per non essere riuscito a sfondare come musicista, se esaminate come collegate l'una all'altra, forniscono spiegazioni non esaurienti, ma utili ad inquadrare una situazione che mai potrà essere chiarita completamente. Quel che giustifica la presenza di questo articolo su questo sito, è il profondo impatto sulla musica -ma anche sul cinema- che una storia come questa ha avuto. Del resto, la musica rimane di sottofondo in tutto il suo svilupparsi e lo stesso protagonista ha affermato di essersi ispirato ad Helter Skelter, probabilmente il primo pezzo della storia con connotati prettamente metal, canzone che secondo lui conteneva un messaggio che gli ordinava di fare tutto ciò che ha fatto e di pianificare le stragi. Inoltre, tanto per venire più ai giorni nostri, egli ha indirizzato una missiva, peraltro delirante, a Marilyn Manson. Queste alcune delle band rock metal che hanno citato il folle di Cincinnati nella loro musica: Piuttosto noto il "tributo" voluto contro il parere degli altri da Axl Rose in The Spaghetti Incident? dei Guns N' Roses e la maglietta con la sua effige che indossava di tanto in tanto, così come era uso indossarne una anche Phil Anselmo. Meno noti i thrasher/deathsters Fate Angel, che in un pezzo contenuto in Orgogorgoniotrian del 2012 dichiarano che la fine del mondo coinciderà con la data del rilascio di Manson. Che dire di Lunatic of God's Creation dei Deicide? I Nine Inch Nails poi, hanno registrato The Downward Spiral dopo che Trent Reznor lo aveva composto nella villa della strage. Gli Scars On Brodway riservano una citazione a Manson nel brano 3005. Marilyn Manson addirittura ne ha inglobato il nome in quello che adotta come artista, mentre i Ramones lo citano ancora in Glad to See You Go e GG Allin in Garbage Dump. Si prosegue con i System Of a Down di ATWA e gli Slipknot di 742617000027, mentre Rob Zombie si ispira a lui per il look. I Paradise Lost utilizzano addirittura sue dichiarazioni nel brano Forever Failure, tratto da Draconian Times. Infine, impossibile non ricordare l'Ozzy Osbourne di Bloodbath in Paradise. Ovviamente infinite le citazioni ed i riferimenti anche al di fuori del metal, da U2, Psychic TV, Sonic Youth e Kasabian tanto per fare dei nomi. Ancora superiori, se possibile, le "infiltrazioni mansoniane" nella cultura popolare, cinema e televisione in particolare. Anche qui è letteralmente impossibile stilare un elenco completo, ma possiamo ricordare, tra le altre, quelle contenute in cartoni, film e serie televisive come I Simpson, South Park, I Griffin, La casa 7, Natural Born Killer, Paura e delirio a Las Vegas, Io e Annie, Bugiardo Bugiardo, Una Mamma per Amica, Thank You for Smoking, Criminal Minds, Desperate Housewives e nel recentissimo jOBS. Svariati i film a lui dedicati direttamente come Helter Skelter, The Manson Family, The Book Of Manson, Live Freaky! Die Freaky! (animazione) ed altri. Anche la letteratura non poteva rimanerne direttamente od indirettamente immune, con edizioni come The Triumph of the Spider Monkey di Joyce Carol Oates, The Family di Ed Sanders, La Bambola che Dorme di Jeffery Deaver, Vizio di Forma di Thomas Pynchon, Teoria e Pratica di Ogni Cosa di Marisha Pessl, Death to Pigs di Robert Hendrickson, Sharon Tate and the Manson Murders di Greg Kingma, The Shadow Over Santa Susana di Adam Gorightly, ma anche qui l'elenco è molto lungo.
SPIEGAZIONE (PARZIALE) DELL'INSPIEGABILE A margine di questa storia e prima delle considerazioni finali, c'è una vicenda amara che coinvolge, suo malgrado, una terza persona. Nel 1997, un uomo cresciuto in Illinois dopo essere stato adottato, decide di scoprire chi sono i suoi veri genitori e, nel 2009, ci riesce. Ciò che viene fuori lo lascia attonito: suo padre è Charles Manson. Il padre violentò la madre durante l'estate dell'amore, per poi disinteressarsene totalmente. L'uomo decide di scrivere al padre il quale, coerentemente e dopo aver tranquillamente ammesso il fatto, gli risponde in maniera sconnessa firmandosi semplicemente con uno dei suoi simboli preferiti, la svastica. Non oso immaginare come deve essersi sentito il tipo in questione all'apprendere da qual schiatta provenisse. Annotata anche quest'ultima, inquietante vicenda, rimangono da tracciare delle conclusioni. Che sia stata la mancanza di una parvenza di famiglia alle spalle (ma innegabilmente la famiglia, in qualsiasi forma stabile, rimane un punto fermo nella società umana e la sua mancanza determina inevitabilmente degli scompensi), con l'aggravante dell'esempio materno, che sia stato il carcere, le droghe, la frustrazione da musicista fallito o qualsiasi altro elemento a forgiare una mente così diabolicamente malvagia e votata al controllo, quel che è certo è che Manson ha fornito e continua a fornire un'immagine incredibilmente nitida di come e quanto la mente umana possa sprofondare in abissi inenarrabili di empietà e disprezzo per la vita altrui, e di come e quanto il confine tra la possibilità di una vita forse normale e la follia più oscura sia oltremodo labile. Chissà, magari se uno di quelli che a suo tempo rifiutò di dar retta al Manson musicista gli avesse fatto incidere qualcosa, la sua rabbia e la sua pazzia sarebbero state incanalate altrove, ed oggi magari parleremmo di lui come più o meno noto musicista degli anni 60 e 70, un po' schizzato e dal passato torbido, al pari di molti altri, ma di questo non ci sarà mai controprova. Quel che è certo è che, oltre a fornire un soggetto per film, libri, opere di vario genere e, ovviamente, canzoni, Charles Manson è un ritratto di cosa l'uomo possa arrivare a fare e la musica a lui dedicata o da lui ispirata, serve forse a ciò che il metal è naturalmente deputato, l'esorcizzazione del male in ogni sua forma mediante suoni e modi di porsi altamente ritualizzati, in modo da dominare e sconfiggere quel mostro interiore che in Manson, invece, crebbe e si sviluppò indisturbato, fino a dominarlo e, tramite lui, dominare altri per alimentare quel fuoco distruttivo che cova in tutti noi. Se questo ha un po' di verità in sé, ringrazio ancora una volta la musica, il cui potere salvifico è molto, molto più alto di quanto riusciremo mai a renderci conto, che ogni giorno cambia e modella in meglio le nostre vite. Vi lascio con una piccola chicca: un articolo pubblicato da La Stampa di Torino il 20 Aprile 1970, durante il processo a Manson che, forse, è più utile di tutte le parole messe in fila dallo scrivente, anche per chiarire cosa pensi delle donne e come un suo disco, pubblicato sulla scia della "popolarità" per la strage (!) dimostri come, probabilmente, il mondo ha solo guadagnato un mostro e non perso un artista.
Charles Manson, un fenomeno del nostro tempo. I ragazzi di Satana.
Il demonio della California, implicato nell'omicidio rituale di villa Polanski, è piccolo, magro, storto, assolutamente privo di sex-appeal -eppure ha saputo affascinare un gruppo di giovani hippies fino al punto di renderli schiavi della sua volontà- Anche oggi, dal carcere, tiene una rubrica di piccola posta su un giornale, dedicata ai giovani - Li invita «a non pensare»: «Lo studio è solo un modo per incatenare la vita dei giovani» dal nostro inviato Los Angeles, lunedì mattina. Canta. Dio sa perché, appena Charlie Manson sì trova davanti telecamere, obiettivi, microfoni e facce rabbiose di trenta giornalisti ammassati nei due metri di corridoio del tribunale, attacca a cantare. Canta molto male. La voce sgangherata, esile e stridula, pare il rumore di un cancellò arrugginito. La canzone ha quella monotona lamentosità che rende tanto esasperante la musica orientale. L'ha scritta lui, è intitolata « Ego »: figurarsi se perde l'occasione pubblicitaria. Deve sembrargli bellissima: « Bruciate tutti i ponti » bercia con passione, « lasciatevi la vecchia vita alle spalle, guardate all'Ego ». Il demonio della California è alto un metro e 58, molto magro, tutto storto. Si'è fatto ricrescere la barba, i capelli scuri lunghi e inanellati gli coprono metà della faccia. I decantati occhi magnètici sono neri, brillanti e rotondi: come quelli delle galline. Porta un paio di pantaloni scampanati, un giubbetto di velluto ricamato. Ha i piedi nudi in comode ciabatte di spugna: non può mettere scarpe, l'alluce e le altre dita sono gonfie e deformate dalle troppe iniezioni di droga fatte lì perché è un posto cui la polizia dì solito non pensa. I talloni sono dipinti di arancione: Dio sa perché. Il diavolo e molto più brutto di come lo si fotografa, ma anche più allegro. Un groviglio di testimonianze. Dopo quattro minuti, rieccolo: ha ottenuto un ennesimo rinvio, non verrà processato per l'assassinio dì Sharon Tate e degli altri fino al 15 giugno.. Per abbondanza di finezze e cavilli, dì complicazioni giuridiche e di dilazioni, il caso Manson sta diventando come il caso Chessman. Da quando venne arrestato, otto mesi fa, « Satana » ha reso pazzi di nervosismo i giudici del Tribunale di Los Angeles. Le sue richieste, obiezioni e scenate sono state innumerevoli. In aula ha fatto di tutto: cantare, indirizzare gesti osceni alle donne curiose del pubblico, assumere improvvisamente posizioni yoga, imitare gli avvocati o la stenografa, fingere di suonare la chitarra mugolando «plin plin plin». Ha scagliato a terra la Costituzione americana gridando al giudice: « Non te la tiro in testa perché sei vecchio e ti farei male ». Quando l'hanno incriminato anche per lo straziante assassinio dell'insegnante di musica. Gary Robert Beausoleil è uno dei giovani che Manson ha spinto al delitto: la giuria l'ha dichiarato responsabile dell'assassinio del musicista Hinman, ma Beausoleil afferma che Manson, dopo aver cercato di estorcergli 20 mila dollari, massacrò Hinman. Ha chiesto come difensore William Douglas, giudice della Corte Suprema. Ha altro da fare, gli hanno risposto. « O lui o nessuno », ha ribattuto, « un topo di avvocato non può rappresentare un leone come me ». Potrebbe anche essere innocente. ., Il groviglio ... delle testimonianze contraddittorie, di ragazze bugiarde, rimbambite dalla droga, facili da influenzare e da spaventare, è ormai irrimediabile. La determinazione di condannarlo è fermissima: sembra necessario punire un responsabile per delitti così atroci, con una condanna che sia anche la prova della degenerazione di una generazione scomoda. Ma tante cose non combinano. Sono andata a vedere la casa di Sharon Tate. E' in fondo ad una strada sbarrata, a picco sulla collina, circondata da una altissima rete metallica: impossibile entrarci se non si ha la chiave del cancello o se qualcuno non lo apre. Sono andati a a vedere la casa dei La Bianca, « Quei delinquenti abitavano lì accanto — ci ha detto una vicina, — da Giulia, quella divorziata italo-americana, che gli aveva affittato due stanze. Hanno cominciato a penetrare in casa di La Bianca: lui era ricco, gli dava da mangiare, li lasciava circolare anche in sua assenza; la moglie era giovane, con i ragazzi si divertiva. Come si fa ad ammazzare vicini di casa cosi buoni? ». Ma Manson e i suoi, allora, abitavano a novantadue chilometri di distanza. Dalle accuse Satana si difende ostinato e piccoso, ma con una ilarità irrispettosa, con una giocosa imprevedibilità, con una furbizia che sconcertano i giudici e deliziano i suoi seguaci. Non solo i vecchi seguaci, anche i nuovi. Sono molti, il culto di Manson va diffondendosi largamente tra i giovani: nutrito di paranoia, di spirito di contraddizione verso il mondo degli adulti, di romanticismo nero. A vederlo scivolare nell'ascensore che lo riporta in cella sembra impossibile che abbia potuto esercitare sulla «famiglia» tanto fascino e tanta autorità: è così piccolo, così misero, così brutto. Si esaltavano nell'obbedienza « Gli obbedivano ciecamente, facevano tutto quello che ordinava », conferma invece Bob Barker. A Manson piaceva comandare, racconta l'uomo. Una volta costrinse due dei ragazzi ad arrampicarsi di corsa su un'alta collina e a restarci durante tutta la gelida notte del deserto: solo per provare che il padrone era lui. « La prima volta che venne, mi ricordo benissimo: sedevamo qui parlando di soldi, e intanto una delle ragazze eseguiva su di lui un atto sessuale. Le ragazze prendevano calci e ceffoni tutti i giorni, l'ho visto io ». E perché non scappavano? « Questi hippy sono creduloni e molli. Sono stati tirati su da signorini, non sanno far nulla, non hanno forza: di fronte a un uomo duro, prepotente e con tanta esperienza di galera quanta ne aveva Manson, diventano pecore. E poi a vivere cosi si divertivano: niente lavoro, niente scuola, canzoni, amore, balli, sempre a dormire come piace ai ragazzi di quell'età, sempre nudi perché qui fa troppo caldo per vestirsi, un po' di droga, nessun'altra responsabilità che giocare ai banditi ogni tanto e divertirsi a spaventare gli adulti... ». Ai membri della sua «famiglia» Manson procurava anche altri divertimenti. Quando abitavano ancora allo Spahn Movie Ranch, ha raccontato uno di loro in tribunale, lì teneva continuamente mobilitati. Li obbligava ad esercitarsi per due ore al giorno al bersaglio, a lustrare le armi: rivoltelle, tre o quattro fucili, soprattutto i coltelli, arma da camorristi. Lui aveva un mitra: nascosto in una custodia da musicista, proprio come si vede al cinema. E aveva la sua spada, ottocentesca ma tagliente: «E' l'arma degli eroi, degli uomini di coraggio », sì esaltava. Si allenava infilzandola in un mucchio di paglia, la brandiva galoppando a cavallo. I ragazzi rimanevano impressionati, e non a torto: con quella spada, dice l'accusa, Manson torturò a morte il disgraziato Hinman. Di notte stabiliva rigidi turni di guardia: c'erano in giro degli intrusi, dei maledetti porci negri. Tirava fuori un telefono militare da campo, assicurava di aver captato con quello misteriose segnalazioni: le porche Pantere Nere si stavano avvicinando, volevano assalire il Ranch. « Il potere è dell'uomo bianco », teorizzava con alte grida isteriche Delirio di potere razzismo bianco Il suo delirio di potere si nutriva, come quello di Hitler, dell'unico tipo di pretesa superiorità che Manson stesso riuscisse a riconoscersi: quella di essere bianco e di essere una canaglia. Nato nel 1934 da una prostituta ventenne, padre ignoto, madre spesso in carcere, cresciuto nei riformatori, mai andato oltre le elementari, è stato arrestato per la prima volta a 14 anni. poi fino a 32 non ha fatto che entrare e uscire di prigione: furto, rapina, truffa. In prigione ha imparato, disgraziatamente, a suonare la chitarra. Nel 1966 si trasferì dalla galera a San Francisco, installandosi nel quartiere degli hippy di Haight Ashbury e promuovendosi «menestrello vagabondo». In quell'ambiente hippy approfittò per nascondersi: era sufficiente farsi crescere la barba e quei capelli che li rendono tutti uguali e intercambiabili, che costituiscono una divisa più livellatrice degli impermeabili chiari dei poliziotti dei film degli Anni Trenta. Tre anni fa bastava dichiararsi hippy per svegliare la curiosità e la simpatia dell'annoiata gente di spettacolo. Bastava essere eccentrici veri, veri o finti giovani, drogati e promiscui per venire accettati dalla subcultura di Hollywood. Per Manson il successo doveva essere la rivalsa definitiva: lo voleva con una esaltazione da schizofrenico. Divertente e minaccioso, amorevole e sinistro, gaio e implicitamente ricattatorio, cercò di imporsi a giovani non diversi da quelli della sua « famiglia », ma famosi: Dennis Wilson, batterista del complesso dei Beach Boys, il figlio di Doris Day, Terry Melcher, e la sua ragazza attrice Candice Bergen. Anche Sharon Tate e Polanski, dicono: ma nessuno lo conferma, e la polizia non è riuscita a provarlo. Loro hanno pagato la propria imprudenza. Manson un disco è riuscito a pubblicarlo solo ora, utilizzando registrazioni su nastro, con la speranza di venderne abbastanza copie da pagarsi le spese processuali. Altra speranza mal riposta. Anche nei negozi dei giovani non ha successo, giustamente, dato che si tratta dì un disco bruttissimo. Le 14 canzoni di Manson sono piene di banalità deprimenti da galeotto kitsch: sudicia città, la gente dice che sono cattivo, mamma ti ricordo ubriaca e triste, anche i cobra sono migliori degli uomini, vado solitario per la mia strada e via di seguito. La musica è una lagnosa marmellata di «sitar», chitarra elettrica con tremolo e zuffoletto. Più interessante del disco è la busta che lo contiene, e su cui sono stampati alcuni pensieri di Satana. Per esempio: « Non ho nessuna filosofia. La mia unica filosofia è: non pensare. Bisogna soltanto non pensare. Quando si pensa, la mente è divisa in due: e due cose sono un impero spezzato. Se invece hai la mente vuota, essa resta integra e colma soltanto d'amore ». Brillante teoria, ribadita anche su Pree Press, il giornale degli hippy su cui Manson (dal carcere e, s'intende, a pagamento) tiene una sua rubrica di piccola posta. « Caro J.G. », insegna questa settimana, « mi dici di sentirti mortificato per gli insuccessi scolastici. Non ne hai motivo. Guarda me: io non ho mai letto un libro, e mi è impossibile mettere qualcosa per scritto. Lo studio è solo un modo per incatenare la vita dei giovani. Le parole sono una grande prigione, non dicono niente: solo le sensazioni e gli atti contano ». E siccome il caro J.G. è un po' disturbato anche per quel che riguarda ì suoi rapporti con le ragazze, lo rassicura: « Le donne non hanno una propria individualità. La donna è stata creata per l'uomo, e l'uomo è il suo padrone. Le donne con una personalità non sono donne: non avranno mai gioia, per loro l'amore sarà soltanto una parola vuota ».
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Molto interessante questo articolo, scritto riguardo a un criminale che, perlomeno a parer mio, è riuscito a collegare come nessun altro la parola musica alla parola omicidio. Ho letto spesso che i Beatles e le loro canzoni lo hanno spinto a commettere gli omicidi, e posso capirlo, ma si è dato troppo risalto a questo aspetto. E' un personaggio psicolabile, malato, anche se avesse letto un libro avrebbe poi potuto fare quello che ha fatto, sennò torniamo anche ai fatti di Suicide Solution di Ozzy, per esempio. La musica vista come causa, la musica "dura" vista come il male..perchè gruppi pop famosi non hanno mai parlato di lui, troppa paura di trattare l'argomento? Troppo duro? Guarda caso gli esempi più famosi sono dati da gruppi di musica più tosta, meno commerciale. Se il mondo la pensa cosi, non mi stupisco più di certi atteggiamenti..ah, anni fa ho visto un documentario fatto da Sky se non sbaglio dove viene ricostruita l'intera storia di questo animale, fatto veramente bene, si chiama CM l'uomo che terrorizzò l'America, se volete secondo me merita. Detto questo, trovo che far conoscere alla gente questi fatti di cronaca e questi esseri serva per non dimenticare le vittime, e per capire quanto un uomo può avere la mente malata. Sennò perchè ricordiamo sempre l'11-9? O Nassyria? @Roberto, pensaci su.. |
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Dakota building, Rosemary's baby, Cielo drive, Operazione Amalantrah, Crowley, Operazione Babalon etc etc. |
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Raven@ Quei fatti hanno sicuramente segnato gli USA di quegli anni (ma non solo) e ancora rimangono nell'immaginario collettivo come tabù. Da una parte il movimento hippy che si fa portavoce di pace ed eguaglianza, le campagne contro la guerra in Vietnam che venne di li a poco e dall'altra membri di quello stesso movimento che si macchiano di atrocità come quelle commesse da Manson e figli. Ripeto, Manson è il più celebre ma come nel caso di River Phoenix quel movimento ne ha fatte parecchie di porcate. Io penso che sia proprio questa ambiguità che poi messa in musica ha creato scalpore. Come vediamo qui, ci sono tante persone che preferiscono non parlare o comunque non ricordare episodi simili perché fonte di turbamento, quindi quando un artista le porta a galla e le fa viaggiare su larga scala ovviamente quell'artista sarà sulla bocca di tutti. Anche se in male sarà sulla bocca di tutti. E' chiaro che personaggi tipo Anselmo e Rose per esempio indossando quelle magliette volevano attirare l'attenzione, personalmente non credo fossero minimamente interessate al demonizzare la figura di Manson, per loro fu solo un mezzo pubblicitario. Loro, come i Deicide del resto penso siano esempi di come questi fatti quindi possano essere stati usati come pubblicità. Nel caso dei Guns credo non ci sia nessun dubbio nel caso della cover anche... messa come traccia nascosta alla fine del disco se non ricordo male proprio per dare il senso di misterioso e proibito. Come io sono stato incuriosito e sono andato alla ricerca della musica di CM così credo lo abbiano fatto tante altre persone. In definitiva non so se sia giusto o sbagliato usare fatti simili come mezzo commerciale, d'altronde nel metal ce ne sono a tonnellate di bands che hanno cavalcato per anni le scene usando temi forti e scomodi. Dai campi di concentramento ai serial killers più efferati, ce n'è veramente per tutti i gusti, quello di cui sono certo è che argomenti simili attraggono. Difficile dire dove finisca il processo di esorcizzazione del male e dove invece subentri la fantasia morbosa. Arrraya@ sicuramente quelle coincidenze sono parecchio inquietanti ed al riguardo anni fa lessi un libro ma non ricordo né titolo e né autore! |
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Mah, sono sconcertato dall' affermazione di Roberto@ che non si dovrebbe parlare di un uomo, che nel male, è stato una brugola sul tessuto malato degli Stati Uniti di quegli anni.In questo modo dovremo dimenticarci pure l'ultimo ventennio italiano e i suoi protagonisti del cazzo. Manson si è pure sposato da pochissimo con una sua "fan" venticinquenne, e sinceramente è piu spaventosoil fatto di come questo personaggio catturi, affascini a tal punto da portare una graziosa ragazza a convolare a niozze con lui. Alla fine quello che disse Manson non era nemmeno sbagliato, quando disse che i figli di quest' america si sarebbero rivoltati contro di essa. Sinceramente avrei piu terrore ad incontrare e a parlare con questa giovane che con lui. La cosa devastante di quei fatti fu la presunta discrepanza con il contesto storico. Il fatto che il bene e il male si confondano in un unica cosa e in un unica persona (parlo in generale e non solo di Manson), le droghe psichedeliche che non creano socializzazione ma paura verso il tuo stesso amico o familiare (e su questo ci ritornerò il giorno che uscira lo special Metallized sul 1998-1999). Penso siano cose devastanti, un risvegliarsi in un mondo piu incerto di prima. Quello che mi colpì piu di tutto fu la serie di coincidenze tra il film "Rosemary's baby" di Polansky, uscito due anni prima e girato in parte negli interni del Dakota House, il palazzo Newyorkese dove john Lennon andò ad abitare anni dopo, e dove venne ucciso per mano di un presunto squilibrato, quegli stessi beatles, involontari protagonisti della strage di CieloDrive, con i titoli delle loro canzoni scritti sul muro con il sangue. L' altra faccia dell' America si dice, ma penso sia sempre la stessa, come tutto l'occidente del resto. Manson non è certo meno assassino su chi ha speculato su queste faccende. |
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Premetto che non sono fan di Marylin Manson nonostante apprezzi qualche suo pezzo: detto questo, penso che il signor Brian Warner, da uomo molto intelligente e furbo quale è, sapeva benissimo che tasto andava a toccare quando "adottò" il cognome di Manson, pensò (a ragione) che risvegliando vecchi infausti ricordi della storia americana avrebbe attirato su di sè molte attenzioni, complici anche i suoi shockanti show fin dai primi concerti che faceva nei club; e infatti questo si avverò puntualmente, facendo leva su quel perbenismo tipico americano: in fondo non fece altro che seguire la strada aperta dai Sex Pistols in Inghilterra 13-14 anni prima. Lui sicuramente ha saputo sfruttare il cognome di Manson a suo vantaggio, disseppellendo una delle pagine più nere della storia degli USA. |
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Ecco, questo è uno spunto interessante: Così come va fatta una distinzione tra rotocalchi scandalistici e periodici d'approfondimento, anche in musica va almeno compreso chi ci marcia per pubblicità e chi cerca di trarre spunto dai tragici fatti occorsi nel 1969, per creare opere musicalmente valide. |
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Ah ok ok Raven@ avevo frainteso. Io penso che sebbene in molte bands ci sia l'intento appunto di esorcizzare il male o di accusarlo e stigmatizzarlo come è giusto che sia (For Ever Failure dei paradise lost per esempio) d'altra parte mi pare abbastanza chiaro che in personaggi come Marylin Manson o come nei Deicide ci sia più che altro la voglia di usare un tema forte, come appunto è quello di manson, per farsi pubblicità. Sappiamo bene che il vecchio detto "bene o male l'importante è che se ne parli" nel mondo del metal ha molti riscontri ed è da sempre così. Per quanto riguarda il discorso se parlarne a livello di articolo di cronaca io penso che ovviamente se ne deve parlare, sarebbe assurdo il contrario. tapparsi le orecchie o chiudere gli occhi non migliora le cose, aumenta solo l'ignoranza. |
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Ripeto: non mi interessa pubblicizzare la musica di quest'uomo (?), volevo parlare di quella che altri gruppi ed artisti (Ozzy, etc.) hanno dedicato alla vicenda. |
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@Raven (commento 12), si avevo ipotizzato che avessi tralasciato volutamente i particolari rivoltanti degli omicidi. Musicalmente, ti dirò, avevo ascoltato qualcosa anni fa per puro caso (e neanche con troppa attenzione), ma provando un totale ribrezzo per quest'uomo, non sono interessato a conoscere la sua musica, sarò superficiale, ma preferisco non avvicinarmi a questi lidi. |
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Ha ragione roberto! Forza, dimentichiamoci subito anche Hitler, Stalin, Mao e Pol Pot! Non sono piacevoli, non dobbiamo ricordarcene. ... Poi però non lamentiamoci se certe cose capitano di nuovo. |
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Ma infatti Roberto, perchè fare cronaca o informare le giovani generazioni di quanto accaduto in passato? Ignorare, sempre, tutto ciò che non piace. Il "tipo" offre sia un prototipo di modello da NON imitare per ragioni tanto ovvie che non è nemmeno il caso di citarle, che un aggancio con una marea di dischi metal , che magari hai ascoltato senza saperlo e, come tale, offre argomento di discussione valido per questo sito, all'interno di una rubrica creata appositamente per trattare temi scomodi e di confine con fiferimenti musicali. In generale: quindi non è opportuno dedicare libri, film, dibattiti, etc a nessun modello negativo? Francamente non capisco. Dimenticare vuol dire ripetere, ricordalo. |
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comunque l'articolo non l'ho letto e non lo leggerò |
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Non immagino quanto sia stato difficile trattare quest'argomento. Basti pensare ai fatti di cronaca nostrani come "Le Bestie di Satana"... Brutte storie da raccontare. Quello che più mi stupisce è l'influenza che ha avuto in ambito musicale, e direi vasta. Non so se sia un'esaltazione (ma ne dubito fortemente per alcuni gruppi) o, come citi, un modo per esorcizzare la figura del "male", sta di fatto che il suo personaggio e le conseguenze che ha portato resteranno uno dei tanti pezzi di storia della cronaca nera, non solo statunitense. Ah, grazie raven. |
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come si fa a fare un articolos u sto COGLIONE non lo so!!! Mi sorprendete in negativo. Certi personaggi sono da dimenticare, non da ricordare in nessun modo, secondo me |
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No, intendevo della musica a lui ispirata. metal o meno, come quella citata nel pezzo. |
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Elluis@ penso che Rob Zombie si sia ispirato non poco a quella vicenda ed a quelle atmosfere mentre scriveva quel film... Raven@ Io personalmente, musicalmente parlando, non l'ho mai potuto digerire. Approfondì la musica di Manson dopo l'acquisto di The Spaghetti Incident dei Guns n Roses. C'era la cover di Look at your game girl e la cosa mi incuriosì. Ovviamente ero a conoscenza dei fatti criminali ma fino a quel momento non mi ero mai imbattuto nel Manson musicale. Quel pezzo non mi dispiaceva e così mi feci registrare su cassetta Lie: The Love and Terror Cult. Beh onestamente non mi fece proprio un bell'effetto se non quello di mandarmi al bagno. Apprezzo la musica country, il folk ma quello è un album scritto male e suonato peggio. Lui già probabilmente musicista poco dotato non migliorò le cose abusando con le droghe. |
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Raccogliendo il materiale per il pezzo mi sono imbattuto anche nei resoconti ufficiali della polizia. Bè, ho ritenuto di non dover riportare i particolari degli omicidi, tanto sono crudi. Ma della musica che ne è venuta fuori che mi dite? |
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Loro erano una banda di psicopatici veri: anni fa lessi da qualche parte dell'omicidio alla villa di Sharon Tate; a tutti i presenti e a lei in particolare, le fecero delle cose inenarrabili, delle cose che mi da fastidio persino scrivere. Pura tortura e sadismo estremo, qualcosa che si avvicina alla famiglia Firefly de "La casa dei 1000 corpi", solo che questa era vera. |
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Beh la cosa della novella sposa è veramente inquietante e non poco ridicola, direi anche. Comunque pensavo anche ad altri fatti di cronaca dove personaggi spietati e malati di mente hanno goduto di parecchio supporto quando erano in carcere da persone che se ne sono innamorate alla follia (scusate il gioco di parole). Se non erro lo stesso Pacciani ricevette molte lettere di manifesto amore, Burzum (la francese la conobbe da dietro le sbarre). In definitiva si Elluis@ penso che tanta gente sia deviata in questa maniera qui. E' un mondo di pazzi questo senza dubbio. |
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Personaggio sul quale trovo ci sia poco da dire, spero che pur essendo pazzo abbia sofferto come un cane in questi anni di carcere... |
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Ovviamente intendevo quando era ancora in libertà.......... E cmq sembra che il "fascino del maledetto" sia ancora vivo, dati i recenti sviluppi con quella venticinquenne |
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Bè, a proprio favore in senso molto relativo, visto dove sta. |
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Quella di Manson è la triste storia di uno dei milioni di disadattati che gli Stati Uniti ha partorito e abbandonato a se stessi. La differenza è che lui aveva un carisma e un'intelligenza malvagia che probabilmente pochi altri avevano, e ha saputo sfruttare questa dote a suo favore manipolando e sfruttando altri disadattati come lui: in fondo di base lui era uno sfruttatore, oltre che un ladro e rapinatore, e l'uso pesante di droghe lo ha portato ad essere uno dei serial killer tra i più spietati conosciuti dal mondo occidentale. |
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Bello quando voleva tirare la costituzione in testa al giudice!! |
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Vi siete scordati di citare il passato di Manson nei "Gatti di vicolo Miracoli". |
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Bellissimo articolo! personaggio lui che ho sempre detestato, umanamente ed anche musicalmente ma che offre uno spaccato interessante su quel periodo e su quella che era la facciata nascosta degli hippies. D'altronde vorrei ricordare anche quella che è l'infanzia di un altro personaggio famoso, River Phoenix, cresciuto in una comunità hippy e vittima di abusi sessuali da parte dei genitori che in nome della fratellanza e della pace imposta a suon di lsd lo dividevano con gli altri compagni di merende. |
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Non ridurrei la storia di una genere (quale, poi?), alla storia di Manson. |
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Ipnotismo, magia nera, negromanzia, storia della massoneria, esoterismo + chitarra. "L'unione di queste due attività produrrà effetti deleteri." In due righe la storia di un genere musicale. |
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