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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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VEXILLUM - Noi siamo Unum!
20/03/2015 (1658 letture)
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In una giornata dedicata al release party di Unum, loro terzo disco in studio, abbiamo incontrato gli astri nascenti del power/folk nostrano, i toscani Vexillum. Ai nostri microfoni la band al completo, composta dal cantante Dario Vallesi, i chitarristi Michele Gasparri e Francesco Caprina, il bassista Francesco Saverio Ferraro ed il batterista Efisio Pregio. Nella lunga chiacchierata che abbiamo avuto modo di fare insieme sono trapelati molti dettagli riguardo il concept di Unum, dei divertenti retroscena ed alcuni dati di fatto sulla situazione musicale in Italia e all’estero.
Flight 666: Ciao ragazzi, innanzitutto partiamo dal disco, dal concept. Di cosa tratta Unum? Dario: Allora, Unum come hai detto te è un concept album e praticamente è una storia tanto semplice quanto complessa. È una metafora dei giorni nostri, fondamentalmente, e racconta una storia che abbiamo scritto noi. Racconta di un ragazzo che vive in un mondo dove chi comanda, i potenti, chi fa le regole fa semplicemente i propri interessi senza prendersi cura del popolo. Appunto, come dicevo, una metafora dei giorni nostri. Al protagonista, questo ragazzo, che è interpretato da me nel disco, questa situazione non va un granché giù, non capisce perché deve funzionare così e allora si sfoga con il padre. E sfogandosi, parlando con suo padre, lui gli dice che tempi addietro esistevano dei guardiani che avevano il potere di ristabilire l’ordine, la pace. Insomma, una situazione tranquilla e giusta per chiunque. Però non sa bene chi siano questi guardiani, come funzionino, se si tratta di persone magiche, non si sa. L’unica informazione che il padre da al ragazzo è che il giullare del paese ha qualche informazione, perché spesso canta di filastrocche su questi guardiani. Quindi il ragazzo parte con questa “missione” e dice: “No, cavolo, io sono desideroso di cambiamento, ho bisogno di cambiare, vado a parlare con questo giullare per scoprire qualcosa in più”. E parte Unum. Questo piccolo preambolo viene un po’ spiegato nella prima canzone, nell’opener Blowing the Ashes, e di qui in avanti praticamente in tutte le canzoni viene spiegata l’evoluzione di questo ragazzo, l’incontro con i diversi personaggi. Appunto il giullare, che è Chris Bay dei Freedom Call, il condannato a morte che è Hansi Kürsch dei Blind Guardian, la ladra, la truffatrice che è Maxi Nil e il filosofo eremita che è Mark Boals. E ci teniamo molto a dire che la storia, più che incentrata sull’evolversi degli eventi, quindi su cose che accadono, è più incentrata sugli incontri tra il ragazzo e questi personaggi. Quindi il rapporto, la situazione in cui si incontrano. Con il giullare si incontrano mentre questo fa il suo spettacolino nel paese...
Flight 666: Come si può notare nel video. Dario: Esattamente, infatti il video è un’immagine di quella canzone. Con il condannato a morte si incontrano mentre questo è alla gogna, la ladra la incontra in un momento di sconforto e lei prova a fregarlo -diciamo così-, ma poi gli racconterà che c’è un eremita, Mark Boals, che conosce qualcosa su questi guardiani. E niente, la storia si evolve fino al climax finale che è la rivelazione su questi guardiani, che non ti svelo.
Flight 666: E ciò ci riconduce al titolo dell’ultimo pezzo, The True Beginning, giusto? Dario: Esattamente, la rivelazione avviene alla fine, già al termine della canzone con Mark Boals. Non so se hai letto il testo, ma in The True Beginning alla fine si scopre che i guardiani altro non sono che persone normali desiderose di cambiamento e quindi, appunto, The True Beginning è il vero inizio al cambiamento.
Flight 666: E invece la copertina del disco che cosa rappresenta? Michele: Allora, la copertina è un’idea che abbiamo avuto noi insieme alla stesura della storia e tutto. Abbiamo buttato giù anche l’idea direttamente per la copertina e rappresenta un amuleto su cui sono raffigurati in stile celtico cinque animali, che noi abbiamo assegnato ad ognuno dei personaggi della storia. Faccio una piccola parentesi: in realtà i guardiani in sé sono potenzialmente tutti, è una cosa che si può espandere a tutti. Dario: Sono i cinque personaggi ma sono anche tutte le altre persone del paese. Piccola parentesi: ai giorni nostri i nostri guardiani sono persone che la domenica invece di andare allo stadio a vedere la partita magari vanno in piazza alla manifestazione per manifestare contro qualcosa. Per noi è quello. Michele: Tornando alla copertina, appunto, l’abbiamo disegnata a mano e poi affidata ad un disegnatore professionista che ha perfettamente realizzato quello che avevamo in mente. Gli animali rappresentati in copertina a livello di storia celtica hanno un significato e noi l’abbiamo mischiato un po’ anche con quello che volevamo dire noi, quindi ne abbiamo assegnato uno per ogni personaggio. Ad esempio, il cervo, che rappresenta la crescita a livello di cultura norrena, è il protagonista che dall’inizio della storia alla fine fa proprio un percorso grazie anche alle persone che incontra e parte dall’essere quasi completamente “inesperto”, uno che non sa che pesci prendere, a uno che si è fatto un’idea e una consapevolezza per cui dice: “Ok, d’ora in poi agisco in questo modo”. L’orso è il giullare, il leone è il condannato a morte (la ferocia, la passione), il falco è la ladra e la civetta è l’eremita (la saggezza, la cultura, la scienza). Dario: Ci tengo a dire che il medaglione, se ci hai fatto caso, è spezzato in cinque parti e questo si lega al titolo dell’album, Unum, che in latino sta a significare la singola parte di un qualcosa di più grande. Tipo la goccia nell’oceano. Ogni singola parte è importante e funzionale nell’interezza.
Flight 666: Per scrivere la storia, i testi, vi siete ispirati a qualcosa in particolare o è tutto frutto della vostra immaginazione? Dario: Allora, la storia l’abbiamo scritta io e Michele. Siamo partiti dalla nostra voglia di raccontare il mondo in cui viviamo. Michele: Quando cercavamo l’ispirazione in realtà abbiamo detto: “Raccontiamo la nostra visione della realtà”, quindi automaticamente ce la siamo trasposta nella nostra ambientazione. Dario: Se devo dire qualcosa, ricordo, Michele, che tu tirasti fuori Il Piccolo Principe. Michele: Sì, infatti, stavo pensando esattamente la stessa cosa. Perché mi piaceva raccontare, trovavo interessante usare la forma che ha questo libro, che mi ha sempre colpito, perché è un libro che letto a varie età da sempre dei significati diversi per quanto mi riguarda. E appunto è la storia di un personaggio che percorre vari pianeti e incontra strani personaggi o animali, creature, ognuno dei quali lascia qualcosa e viceversa, quindi mi ha stimolato particolarmente e ho detto: “Preferisco fare che il concept sia strutturato in questo modo”. Infatti è simile nella struttura: il protagonista cresce grazie ai personaggi che incontra, e i personaggi, che si ritrovano poi alla fine nell’ultima canzone, sono cambiati anche grazie all’incontro.
Flight 666: Sono maturati in base alle esperienze, quindi. Michele: Esatto. Dario: I personaggi sono stati risvegliati da questo ragazzo e questo ragazzo ha appreso saggezza, la passione e la voglia di cambiare, la rabbia dal condannato a morte, la furbizia dalla ladra, la spigliatezza dal giullare. Michele: E rimaniamo molto sulla “superficie”, perché poi in realtà abbiamo in progetto tramite il sito di pubblicare questa storia. Per ogni personaggio abbiamo fatto un background, insomma. Dario: Prima delle registrazioni, prima di buttare giù le canzoni, fondamentalmente abbiamo scritto un libro, abbiamo pagine e pagine sui nostri computer dove spieghiamo i personaggi. Michele: Sì, c’è stato un grosso lavoro a monte.
Flight 666: Quindi c’è la possibilità di un seguito di questo disco, la storia potrebbe proseguire? Michele: Potenzialmente sì. Tutto è nato come parentesi rispetto al nostro consueto modo di fare i dischi, infatti gli altri erano considerabili concept solo dal punto di vista del mood, dell’ambientazione. Poi ogni canzone aveva una storia che si autoconcludeva con se stessa. Con Unum abbiamo invece deciso di prendere questa strada e vedere cosa succedeva, perché non avevamo esperienze pregresse di questo tipo.
Flight 666: Come siete riusciti a entrare in contatto con gli ospiti presenti nell’album? Maxi Nil era con voi in tour, coi Visions of Atlantis, ma ad esempio come siete riusciti a contattare Hansi Kürsch e com’è stato lavorare insieme a tutti loro? Dario: Allora, anche con Chris (Chris Bay dei Freedom Call, ndr) si fa presto perché siamo stati in tour con lui, siamo in ottimi rapporti e siamo buoni amici, quindi gliel’abbiamo chiesto e Michele ha cucito il personaggio del giullare proprio intorno alla figura reale di Chris Bay. Michele: È andata bene che abbia accettato, ahahah! Dario: Per quanto riguarda Hansi avevamo individuato lui per il ruolo del condannato e lo volevamo fortemente. Abbiamo chiesto alla nostra etichetta di combinare l’incontro, di intercedere e ci è stato fornito un indirizzo e-mail con scritto: “Provate a contattarlo, è molto impegnato...” Gli abbiamo scritto una mail spiegandogli il tutto brevemente, seppur non fosse facile spiegarlo in poche parole. Michele: Eh, insomma, la mail me la ricordo, non era proprio breve breve... Dario: (rivolgendosi a Michele, seduto al suo fianco, ndr) Rispetto a tutto quello che si è scritto era breve. Gli abbiamo mandato questa mail spiegandogli tutto il suo personaggio, il suo ruolo, quello che doveva interpretare e un po’ il mood generale del disco. Ci ha risposto dopo meno di una settimana molto contento ed entusiasta del progetto, si diceva molto felice di collaborare e allora gli abbiamo mandato le pre-produzioni. Le canzoni gli sono piaciute e da un giorno all’altro è entrato nel progetto anche lui.
Flight 666: Ma vi siete mai incontrati di persona? Dario: No, di persona mai, abbiamo sempre parlato tramite e-mail, skype... Michele: Ti racconto un piccolo aneddoto a riguardo, una cosa buffa per noi che i Blind Guardian li ascoltiamo da sempre. A noi diceva: “Scusate, ma oggi non posso andare in studio perché devo provare coi ragazzi”. Dario: Mentre loro registravano il disco nuovo anche noi stavamo registrando e si occupava in contemporanea delle nostri parti.
Flight 666: Infatti questa canzone -The Sentenced: Fire and Blood- per molti potrebbe benissimo essere inserita in un disco dei Blind Guardian. Dario: Ci fa molto piacere questa cosa!
Flight 666: Parlando invece della label, ormai siete alla Limb Music dal 2012, ma com’è avvenuto il passaggio dalla My Graveyard Productions, dall’Italia alla Germania quindi? Dario: Sì, saprai meglio di me che il Paese per la musica che facciamo noi è la Germania. Ecco, in pratica quando facemmo la pre-produzione di The Bivouac, facemmo un promo coi tre pezzi più forti che avevamo nel disco e semplicemente gliel’abbiamo spedito. Michele: È stato un processo abbastanza normale. Dario: Sì, nel mondo di oggi è strano perché solitamente si mandano canzoni in mp3, ma spedimmo proprio fisicamente un disco, un promo fisico. Michele: Tra l’altro la Limb fu un’etichetta che inizialmente ci eravamo scordati. Dario: Sì, ma ci rispose dopo dieci giorni, arrivò la mail in cui era scritto: “Voi siete nostri, sotto contratto, vi vogliamo assolutamente, mandateci altri pezzi, fateci sentire altro”.
Flight 666: E invece parlando delle cover presenti nel disco cosa ci dite a riguardo? Soprattutto perché non sembrano propriamente tipiche. Michele: È una cosa che è iniziata quando partecipammo a un concorso nel 2008 mi pare, dove era richiesto di fare una cover di una canzone italiana e facemmo quella di Branduardi (Il Giocatore di Biliardo, ndr). Dario: Però il fatto fu che passammo, andammo in finale o semifinale e la settimana prima ci dissero: “Ah, dovete anche avere una cover italiana”. Michele: Sì, e facemmo quella di Branduardi. È una cosa che ci è rimasta, il fatto di poter utilizzare qualcosa che ci piace a livello di musica italiana e trasportarla nel nostro mondo, diciamo così. Quindi ci siamo detti: “Perché non lo facciamo anche in questo caso?” Anche perché quella di Branduardi era nata per essere inserita in The Bivouac, ma poi non è mai stata inserita e allora questa volta ce l’abbiamo messa proprio di acchito e, parlando fra di noi, Spunta la Luna dal Monte era un pezzo che ci aveva caratterizzato anche nella nostra infanzia. Dario: Era tanto che la volevamo fare.
Flight 666: È stato difficile cantare in sardo? Dario: Eh qui c’è un altro piccolo aneddoto, perché io dissi (rivolto al batterista Efisio Pregio, ndr): “Grande Efisio, ci sei te sardo!” -visto che è di Cagliari- “E finalmente posso cantare Spunta la Luna dal Monte”. E lui mi fa: “Ma è un altro dialetto, io non capisco mica cosa dicono!” Efisio: (rivolto a Dario, ndr) Comunque meriti un sacco di complimenti, perché la canti davvero bene, anche le parole.
Flight 666: Parlando dei vari tour, vi ritenete soddisfatti di quanto ottenuto finora? Avete in progetto di fare qualche data da headliner, magari qua in Italia? Dario: Ovviamente siamo contenti di quello che abbiamo fatto in passato e sì, l’idea ora che è uscito il disco nuovo è quella di promuoverlo e quindi cercare di suonare il più possibile. Stiamo cercando di chiudere qualche data, qualche tour all’estero e fondamentalmente ci piacerebbe molto farne uno anche in Italia, ma ormai purtroppo, devo dire spesso, non è così facile essere profeta in patria e devo ancora capire bene perché. Però sì, il progetto è quello.
Flight 666: Avete trovato grandi differenze a suonare all’estero rispetto all’Italia, ad esempio nell’organizzazione o nelle difficoltà riscontrate? Michele: Sì, senz’altro, senza riserve. Hai detto proprio le parole giuste: organizzazione e difficoltà, che sono proprio nostre caratteristiche. Dario: Sì, non facciamo di tutta l’erba un fascio, per carità, ci sono situazioni in Italia fenomenali. Michele: All’estero il livello medio è molto più alto. Francesco Saverio: Anche riguardo alla considerazione che si ha della band, nonostante tu possa essere la band d’apertura o la band headliner la considerazione che il locale ha di te è che tu sei lì per fare il tuo lavoro e io ti rendo un qualcosa. Dario: Sì sì, è la stessa, hai le stesse cose che ha l’headliner, niente di più e niente di meno.
Flight 666: Riguardo al vostro genere di appartenenza, vi sentite più legati al power o al folk? Dario: Dico la mia: abbiamo sempre avuto in mente fin dall’inizio, fin dal primo disco, l’idea di fondere un po’ il folk con il power, cosa che non ci è riuscita in Wandering Notes. Michele: Che non ci è riuscita fino in fondo. Dario: Esatto, ma semplicemente per un problema di mezzi. Non avevamo chi poteva suonare violini, o non eravamo ancora noi in grado di arrangiare bene. Io non lo so che genere siamo, non ne ho idea... Siamo i Vexillum. Michele: Sì, alla fine non posso dargli torto. Diciamo che il punto di partenza, se penso anche all’evoluzione musicale che abbiamo avuto, è fondamentalmente il power. Dario: Ovviamente, siamo partiti da lì. Michele: Tanta doppia cassa, e lui è contento di questa cosa (riferendosi al batterista Efisio Pregio, ndr), o comunque cori importanti, epici, voce ovviamente cristallina, aggressiva ma cristallina. Quindi i nostri ingredienti sono quelli e, riguardo al sound che in realtà avevamo dentro fin dall’inizio, noi ad esempio abbiamo sempre suonato col kilt, anche quando effettivamente di folk c’era poco o niente. C’era forse solo l’immagine. Michele: Io già con The Bivouac sono stato stracontento del sound raggiunto, che era quello che si sposava secondo me bene tra il folk ed il power; certo, se uno pensa al folk adesso ci potrebbero dare dei sacrileghi, perché uno si immagina voci così (imita un cantato growl, ndr) e band tipo da quindici persone di cui sei suonano bombarde, cornamuse, ghironde e così via. Noi siamo un pochino... Dario: ...borderline. Michele: Esatto, siamo secondo me un’ottima via di mezzo. Dario: Sì, l’anello di congiunzione tra l’uomo e la scimmia, ahahah! Michele: Una cosa che mi ha fatto piacere è che anche nelle recensioni che abbiamo ricevuto fino adesso non c’è nessuno che dice: “Ah, sembrano completamente quelli o quegli altri (riferendosi ad altre band, ndr)”. Efisio: Non possiamo essere catalogati, né power né folk. Dario: Magari c’è la canzone che ricorda più quello o quell’altro gruppo, però non si può dire che siamo dei cloni di altri.
Flight 666: Vi sentite un po’ dei “pionieri” di un genere in questo senso? Michele: Pionieri è un parolone, ma diciamo che il modo di utilizzare determinati elementi un po’ ce lo siamo inventati, nel senso che magari qualcuno l’ha fatto ma non proprio come noi oppure l’ha fatto in modo diverso, quindi... Francesco Saverio: Oppure se l’ha fatto non lo sapevamo. Michele: Esatto, oppure se l’ha fatto non lo sapevamo, ahahah! Dario: Ai giorni nostri secondo me è difficile inventare qualcosa, specialmente nella musica e specialmente in questo genere che ha dei canoni ben precisi.
Flight 666: Tornando alle difficoltà di cui parlavamo prima, ci sono delle difficoltà oggigiorno nel promuovere e vendere un disco fisico? Perché insomma, magari alcuni vostri fan sentono il vostro disco dopo averlo scaricato o sentito su YouTube. Le vendite quindi non sono più un dato così rilevante come una volta. Michele: Leggevamo qualche giorno fa un’intervista ad Oscar Dronjak (chitarrista degli HammerFall, ndr), in cui parlava appunto di questa difficoltà e citava il fatto che una volta per avere il disco d’oro in Svezia dovevi venderne 40.000 e ora solo 20.000, in pratica la cifra è stata dimezzata. Dario: Purtroppo la realtà di oggi è questa qua, la musica digitale e la pirateria fan da padrone e devo dire che, croce e delizia, da una parte porta via del guadagno, ma dall’altra ti da visibilità. In uno schiocco di dita puoi avere la canzone su internet e puoi piacere a chiunque nel mondo. Michele: E non si pongono nemmeno il problema di dirti che hanno appena scaricato il tuo disco. Dario: Ti faccio un piccolo esempio: ho un mio allievo di canto che ha sedici anni e mi ha detto: “Ho ascoltato il disco nuovo, troppo bello, esagerato!” E io: “E dove l’hai comprato?” Lui: “L’ho scaricato!” Io: “Non si scarica mica la roba!” Lui: “Come no?” Per lui era normale, non stava rubando qualcosa ed io gli ho fatto notare: “Ma scusa, se te non mi paghi il disco per cui ho lavorato un anno io il prossimo disco non lo potrò più fare.” E per lui era normale così, era la normalità. Francesco Saverio: Se posso dire una cosa dall’altra parte, in tutti i tour che abbiamo fatto (io sono quello che controlla il merchandise e tiene un po’ i numeri) ci è sempre stato detto che non hanno mai visto una band d’apertura vendere così tanto. È difficile vendere online, oppure quando esce il CD la gente non te lo guarda, non te lo compra e te lo scarica piuttosto, però tutte le volte che siamo andati a suonare live il nostro riscontro di vendita col pubblico che ci ha visto live è stato molto positivo. Dario: E c’è da dire che in una data abbiamo venduto più dei Rhapsody! Francesco Saverio: È vero, è successo in una data in Austria. Dario: Poi c’è da dire che le persone che ti seguono, il fan vero, il CD lo scarica ma poi magari lo compra.
Flight 666: Siamo arrivati quasi alla fine, qualcosa da aggiungere sulle prossime date? Dario: Ancora non abbiamo niente di definitivo, ti posso solo dire che coi Furor Gallico suoneremo stasera (7 marzo, ndr) e la settimana prossima a Firenze.
Flight 666: Avete già sentito il nuovo album dei Furor Gallico? Dario: Non ancora... Ora lo scarico, ahahah! Michele: Sì, anch’io! Ahahah!
Flight 666: Vi ringrazio, ci vediamo più tardi al concerto! Dario: Grazie a te, ciao!
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Visti dal vivo due volte e il loro ultimo album mi è piaciuto parecchio (comprato tra l'altro, come per The Bivouac xD). Spero di rivederli di nuovo in qualche concerto, anche da band spalla. |
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