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27/04/25
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METAL PARTY, EDU FALASCHI TOUR 2015 - Blow Rock, Catania, 20/06/2015
26/06/2015 (2591 letture)
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Di solito ci si lamenta -giustamente, purtroppo- del fatto che il nostro amato/odiato Paese sia sempre avaro di veri e propri tour da parte di artisti stranieri, ed in particolare a farne le spese è come sempre più il sud. Nel caso di quello celebrativo dei suoi 25 anni di attività, l’ex Angra Edu Falaschi, invece, ha coperto lo stivale con sette date da nord a sud, concludendo il suo giro a Catania. Il tutto circondandosi di professionisti italiani che tutti gli appassionati di heavy e dintorni conoscono almeno di nome. Ed è proprio della data conclusiva in Sicilia che stiamo per darvi conto.
A BLOW ROCK ON THE BEACH Partenza nel tardo pomeriggio, vista la distanza da casa inferiore ai cento chilometri appena, ed arrivo mentre Edu Falaschi sta ultimando il settaggio della voce. Fatte le presentazioni e scambiate quattro chiacchiere, il tempo scivola via come al solito, mangiando qualcosa, bevendo e scambiando le canoniche quattro chiacchiere con tutte quelle persone che normalmente si incontrano solo in queste occasioni, per poi darsi appuntamento al prossimo concerto. Nel frattempo si prende anche visione della location, ricavata all’interno di uno dei lidi della riviera catanese, ed allestita in maniera adeguata alle necessità. L’organizzazione si mostra subito corretta. Dopo una zona attrezzata a verde con alcuni tavolini a disposizione dei presenti, si arriva ad uno spiazzo coperto da un tendone, sufficientemente ampio ed ovviamente aperto ai lati vista la temperatura, a sinistra dei tavolini adiacenti alla zona bar ed in fondo il palco, con la spiaggia alle spalle. Buono l’impianto luci, ben dimensionato per le necessità della serata ed altrettanto il service. La manifestazione ha quindi inizio intorno alle ventidue.
NEW GENERATION CLASS Band piuttosto fuori contesto rispetto alla serata, il trio capitanato dalla cantante/chitarrista Roberta Finocchiaro ha proposto un concerto molto garbato, come del resto la sua musica, basata su un approccio acustico nel solco della tradizione stilistica blues/pop/country/folk rock (cito testualmente) in stile Norah Jones, The Staves. Davanti ad un pubblico ancora molto sparuto, i tre hanno eseguito i loro pezzi con discreta padronanza dei fondamentali del settore e, pur non presentando elementi stilistici particolarmente originali, i New Generation Class hanno fatto il loro, compatibilmente con un’atmosfera non proprio adatta all’espressione musicale del gruppo. A seguire si sono esibiti gli Hypnotik, cover band dei Led Zeppelin per 3/4 al femminile.
SKULL ABOVE THE CANNON Decisamente più in focus con le circostanze il secondo trio della serata: gli Skull Above the Cannon. Preso atto di un moniker che, suppongo, si riferisca e renda omaggio alla più famosa canzone popolare siciliana, l’analisi della musica proposta dal giovane trio porta in ambito funk/metal, con riferimenti generici alla musica dei Suicidal Tendencies, tanto per dare qualche coordinata. Muovendosi a cavallo tra stoner, funk e groove metal, gli Skull Above the Cannon hanno fornito una prestazione abbastanza fisica davanti ad un pubblico relativamente cresciuto di numero che, forse, avrebbe potuto tributargli un responso maggiore. Utilizzando articolate presentazioni da parte del chitarrista/cantante Jules Matheson, i ragazzi hanno cercato in tutti i modi di scuotere la gente, restata invece per tutta la serata piuttosto rilassata, forse troppo. Niente di nuovo sotto il sole, ma buoni fondamentali, musica molto radicata nel territorio di appartenenza e voglia di suonare. Da rivedere in occasione più favorevole.
EDU FALASCHI Non molto dopo l’esibizione dell’ultimo gruppo spalla, cominciano a salire sul palco i componenti della band di Edu, composta interamente da personaggi noti agli appassionati. Davanti ad una platea ormai definitiva nel numero (ovviamente molta gente è arrivata solo per lui) prendono posto rispettivamente Titta Tani alla batteria (ottima prova, la sua), Mistheria alle tastiere, Dino Fiorenza al basso e Francesco Corapi, quotato turnista, alla chitarra. Dopo che il gruppo ha cominciato a suonare, come di prammatica, arriva sul palco un sorridente Edu Falaschi. Il cantante brasiliano è parso immediatamente contento e rilassato ed ha offerto una prova di buon livello, ed in ogni caso superiore alle aspettative, visti i noti problemi che lo hanno afflitto in questi anni. Evidente la voglia di divertirsi da parte di tutti ed anche qualche piccola gag comica sul palco, apprezzabile “in diretta” e conoscendo i musicisti coinvolti. Di ogni canzone Falaschi ha offerto una lunga e dettagliata presentazione, legando spesso il tutto ad aneddoti della sua carriera. In particolare, dopo la partenza con Acid Rain -se non ricordo male- ha parlato della prima volta che è uscito dal Brasile in vita sua per andare in Giappone, dove, vista l’accoglienza da superstar riservata agli Angra, gli è sembrato di essere il protagonista di un noto reality show del suo paese nel quale persone normali vengono trattate appunto da superstar, con tanto di limousine ed alberghi super lusso. Non sono mancati i momenti in cui Falaschi si è concesso in versione acustica con la sua chitarra (per chi non lo sapesse egli ha iniziato come strumentista, suonando batteria, basso ed appunto, la chitarra), alternando momenti più intimisti ad altri decisamente più aggressivi, passando ad esempio da Millennium Sun a Nova Era versione unplugged. In scaletta alcune cover di Iron Maiden e Deep Purple (con momenti jammati anche un po’ caotici e con qualche problema tecnico, come quando si è sganciato il cavo della tastiera di Mistheria) e la presenza come guest di Gabriels. Ampio spazio ad ogni musicista per mettersi in mostra ed ovviamente, dato che giocava in casa, in particolare a Dino Fiorenza, notevolmente acclamato durante il suo assolo da shredder puro. Serata che verso la fine regala anche i primi, veri sussulti del pubblico con un certo “sbattimento” sotto il palco, ma che purtroppo si conclude anzitempo a causa, presumo, del ritardo accumulato inizialmente. Band che si concede poi alla gente per le foto di rito e soprattutto Falaschi a restare a disposizione di tutti per autografi, foto e chiacchiere, mostrandosi estremamente disponibile ed amichevole. Unica nota stonata del concerto, il maggior entusiasmo del pubblico per le cover rispetto ai pezzi originali che sono stati eseguiti. Anche qui, però, un discorso vecchio e situazione già notata in occasioni analoghe.
SETLIST EDU FALASCHI (Setlist ufficiale. L’ordine effettivo di esecuzione è stato differente) 1. Millennium Sun 2. Acid Rain 3. Rebirth 4. Heroes of Sand 5. Wishing Well 6. Nova Era 7. 2 Minutes to Midnight 8. Flight of Icarus 9. The Number of the Beast 10. Smoke on the Water 11. Perfect Stranger
FALASCHI 1 - REFLUSSO 0 Alla fine della fiera, serata che si può senza dubbio archiviare sotto la voce “eventi positivi”. Adeguata alle dimensioni dell’evento la location, non lontana dal centro, ma isolata quanto basta per suonare senza problemi fino all’orario consentito ed in più ventilata in quanto in riva al mare, buono il service (meno buona la regolazione dei suoni in più di un frangente), ed in generale molto disponibili e gentili tutti gli esponenti dell’organizzazione nel suo complesso. Per ciò che riguarda Edu Falaschi non avevo aspettative particolarmente elevate nei suoi confronti, eppure mi sono dovuto ricredere. Le condizioni della sua voce, almeno nel frangente in esame, sono apparse buone sia alle prese con i pezzi degli Angra che con le cover, particolarmente con quelle dei Maiden. Soprattutto, però, ho avuto modo di apprezzare l’uomo, assolutamente privo di spocchia ed a disposizione di tutti già pochissimi minuti dopo la fine della sua esibizione, come del resto l’intera sua band. Discreta, infine, la risposta del pubblico, la cui presenza numerica potete valutare da soli osservando la relativa foto allegata al report. Vi lasciamo con qualche battuta scambiata con Edu, che ha avuto qualche momento anche per questo.
Francesco: Ciao Edu. Questo è il tour celebrativo dei tuoi 25 anni di carriera. Puoi fare una breve riflessione sul tour e su questo lungo periodo? Edu: Bè, questo è un momento molto speciale per me, dato che non è facile avere la possibilità di festeggiare i 25 anni come cantante professionista facendo heavy metal ad un così alto livello, cantando in inglese. Questo tour italiano è l’inizio di un lungo giro che farò tra il 2015 ed il 2016 per celebrare tutto questo con i fans, avendo così la possibilità di dire grazie a tutti loro per il supporto che mi hanno dato durante questi anni. Ho cominciato nel 1990, ho avuto quattro gruppi professionali ed ho già venduto oltre un milione di dischi in tutto il mondo con Mitrium, Symbols, Angra ed attualmente con gli Almah.
Francesco: Cosa mi racconti della band che hai messo in piedi per queste date italiane? Mi pare che prima di tutto vi divertiate, ho visto molta intesa tra voi. Edu: Non potrei avere band migliore. Questi ragazzi sono perfetti, musicisti fantastici e persone veramente umane. Siamo diventati molto uniti e veri amici. Non ho parole per spiegare quanto gli sono grato, voglio davvero bene a tutti loro.
Francesco: So che adesso sono previsti un album acustico ed un libro. Puoi dirmi qualcosa in merito? Edu: Sì, verso settembre dovrebbe uscire un album acustico, soltanto piano, voce, chitarra acustica ed orchestra. Saranno principalmente canzoni degli Angra e qualche altro pezzo importante della mia carriera. Inoltre sto scrivendo la mia biografia, un libro dove racconterò tutta la mia storia. Ho molte cose da far uscire tra questo ed il prossimo anno.
Francesco: Dopo gli Angra hai avuto un buon successo con gli Almah. Cosa c’è in programma adesso col tuo gruppo? Edu: Gli Almah sono il mio bambino adesso, una grande band con grandi musicisti. Stiamo registrando il nostro quinto album che uscirà a novembre 2015. Dopo cominceremo un tour mondiale 2015/2016. Stiamo anche programmando un DVD.
Francesco: So che hai avuto un problema molto serio di GERD (malattia da reflusso gastroesofageo, NdA). come ricordi quel periodo? Edu: È stata molto dura, sono stato vicino a chiudere la mia carriera, è stato molto triste. Ho impiegato molti anni per capire quale era il vero problema con la mia voce prima di scoprire che si trattava di GERD, poi ho iniziato il trattamento ed alla fine è tornata. È stato un incubo che ha quasi distrutto la mia autostima, la mia carriera e la mia vita personale; ero così depresso. Ma questo appartiene al passato, finalmente!
Ed in effetti, la voce di Edu Falaschi non sarà proprio quella dei tempi d’oro, ma è ancora in grado di fare buone cose.
Foto a cura di Carmelo Currò
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a proposito, nessuna rece sul Frontiers festival? Non mi pare di averne trovati |
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Che palle sta Smoke on the water. L'ha fatta anche JL Turner al Frontiers festival e la gente ha iniziato andarsene... E poi, nel caso di Falaschi, non vedo chiara la finalità di infarcire metà scaletta di cover, tra l'altro anche abbastanza scontate. |
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