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BLACKBERRY SMOKE + THE RECORD COMPANY - Alcatraz, Milano (MI) , 22/10/2015
29/10/2015 (1864 letture)
Quest’estate, mentre attraversavo lentamente il rettilineo dell’autodromo di Imola in uscita dall’ultima data italiana di Angus e compagni, mi è cascato l’occhio su un manifesto che pubblicizzava alcuni degli appuntamenti autunnali: sono stato felice di vedere il caro Joe Satriani e i grandissimi e sempiterni Deep Purple, ma la vista di un cappello a cilindro con una grossa piuma e il paio di basette più lunghe del mondo hanno calamitato la mia attenzione. Il proprietario non poteva che essere Charlie Starr, frontman di una delle band che sto apprezzando di più in questi ultimi anni: i Blackberry Smoke che avrebbero fatto visita a Milano a metà ottobre!

Per quanti non sapessero di chi sto parlando, la band originaria di Atlanta è fautrice di un grande southern rock che affonda per bene le radici nel fertile terreno seminato dai maestri Skynyrd e che, pur non inventando assolutamente niente, è riuscita a riscuotere un più che discreto successo grazie all’efficacia delle composizioni, un bel gusto melodico e alla capacità di raccontare storie dell’America “semplice” e tradizionale. I cinque fanno parte di quella infornata di gruppi di enorme valore su cui mamma Earache sta puntando tutte le sue fiches sul mercato europeo. Nel caso dei Blackberry Smoke questa scommessa sembra aver pagato: dopo due album autoprodotti, alla prima uscita sotto etichetta, con The Whipporwill hanno subito trovato la fama con ottimi riscontri di vendite e tour con i nomi più importanti della scena fra cui gli stessi Skynyrd e gli ZZ Top. Il quarto album Holding All the Roses è uscito quest’anno, prodotto nientemeno che da Brendan O’Brien, e la data meneghina fa parte del tour europeo per promuovere il disco. Lo show è previsto all’Alcatraz, che un po’ tutti i metallari d’Italia credo abbiamo visitato almeno una volta per un concerto, il locale di per sé è una discoteca e solitamente l’acustica non è da oscar, ma questa sera verremo incredibilmente omaggiati di una resa sonora più che accettabile. Quando mi accingo ad entrare, sono preoccupato di trovare la venue completamente vuota, pensavo infatti di essere tra i pochi ad apprezzare i cinque di Atlanta. Ma come spesso accade vengo piacevolmente smentito: il locale è decisamente pieno già per l’esibizione del gruppo spalla e la cosa mi fa assolutamente piacere.

THE RECORD COMPANY
Quando entro all’Alacatraz il trio che apre la serata ha già iniziato a suonare e quello che ascolto mi aggrada alquanto: rock a forti tinte blues e country con una solida e fantasiosa base ritmica sui si staglia la voce sporca e valida del singer/chitarrista che passa senza difficoltà dalla chitarra slide, all’armonica e all’acustica. Il pubblico gradisce molto l’esibizione in cui i ragazzi mettono molto impegno e sudore, dopo due tracce il frontman Chris Vos ci dice di essere particolarmente emozionato perché stasera ha realizzato uno dei suoi sogni: suonare in Italia, in una sorta di tributo alla mamma nata nel nostro Paese. L’esibizione scorre via con piacere, alternando fasi più intimiste e acustiche a tracce più dure e veloci che tutti i presenti apprezzano ripagando la band con molti applausi. Un gruppo assolutamente valido il cui nuovo album dovrebbe essere nei negozi a febbraio e che sicuramente andrà ascoltato per bene. Altra nota di merito per la disponibilità dimostrata con i fans a fine concerto: i tre hanno firmato cd e dischi (compreso al sottoscritto, che, vestito con t-shirt dei Rival Sons, è stato lodato per gli ottimi gusti musicali e informato che i membri delle due band sono ottimi amici) scambiando battute amichevoli con tutti.

BLACKBERRY SMOKE
Quando si spengono le luci in un Alcatraz decisamente pieno fanno la comparsa sul palco buio i cinque capelloni a stelle e strisce. Lo stage è “arredato” in modo semplice: telone con il logo della band e immagine dell’asino in copertina dell’ultimo disco, amplificatori, batteria e lo spettacolarmente kitsch tappeto in stile cowboy con ricamato sopra un cervo che copre le tastiere di Brandon Still. La band attacca con subito con un pezzo da novanta del suo repertorio: Six Ways to Sunday grande tiro e testo che più yankee non si può a base di barbecue all’aperto e birre. La presenza scenica è di impatto, barbe e capelli di una certa rilevanza strutturale e il bassista Richard Turner che sembra uscito direttamente da un film di Robert Rodriguez: faccia da duro, espressione quasi sempre impassibile e occhiali da sole. Niente pause e si prosegue con la splendida Let Me Help You (Find the Door) trainata da uno Starr in forma smagliante e durante la quale i fonici trovano finalmente la quadra con i volumi delle chitarre fino a quel momento troppo bassi rispetto agli altri strumenti. Nella scaletta trovano spazio praticamente tutte le tracce migliori del gruppo, con punte di emozione non indiferrenti per i momenti più intimi come su Pretty Little Lie e The Whippoorwill e grandi scariche di pura energia southern con le eccezionali Good One Comin' On, Up in Smoke e Shakin' Hands With the Holy Ghost. Tutti e cinque i membri sono in grande forma e hanno l’affiatamento di chi suona ormai da tanti anni insieme divertendo e divertendosi; da segnalare in particolare l’estro e la capacità di mettersi in evidenza nei momenti giusti di Brandon Still che sa dosare con perizia il suo piano e l’organo Hammond. Il pubblico dell’Alcatraz è molto caldo e canta a memoria molte delle canzoni, lasciando piacevolmente sorpresi Starr e soci che pur non lasciandosi andare a molti discorsi e ringraziamenti sembrano apprezzare. Dopo un encore in cui spiccano i “classici” Restless e Ain't Much Left of Me la band, senza troppi convenevoli, saluta e abbandona il palco lasciando i presenti con la sensazione certa di aver visto una grande band, capace di mantenere le promesse fatte su disco aggiungendo quella magia in più che solo le luci dello stage sanno dare. Speriamo che facciamo visita al nostro paese il prima possibile per poter assaporare di nuovo il profumo di whisky, sigarette, benzina e barbecue che si portano amichevolmente dietro da oltre oceano.

SETLIST BLACKBERRY SMOKE
1. Six Ways to Sunday
2. Let Me Help You (Find the Door)
3. Leave a Scar
4. Crimson Moon
5. Pretty Little Lie
6. Fire in the Hole
7. Rock and Roll Again
8. Good One Comin' On
9. Sleeping Dogs / Your Time is Gonna Come
10. Shakin' Hands With the Holy Ghost
11. The Whippoorwill
12. Everybody Knows She's Mine
13. One Horse Town
14. Up in Smoke
15. Ain't Got the Blues
16. Holding All the Roses
17. Payback's a Bitch
18. Shake Your Magnolia

---- ENCORE ----

19. Too High
20. Restless
21. Ain't Much Left of Me
22. Up on Cripple Reek (The Band cover)



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Alcatraz, Milano (MI) , 22/10/2015
 
 
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