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27/04/25
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ROSS THE BOSS - Jailbreak Live Club, Roma, 25/03/2017
27/03/2017 (1817 letture)
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L'arrivo di Ross The Boss in Italia, in occasione del suo nuovo tour mondiale (!) ha chiamato a raccolta moltissimi fan dell'heavy metal, grazie alla possibilità di ascoltare dal vivo grandi classici dei Manowar, possibilità resa concreta da una scaletta che ha ripercorso principalmente i primi album della band fronteggiata da Eric Adams.
Impegni personali mi hanno impedito di arrivare al locale per ascoltare i gruppi spalla, così quando sono al Jailbreak è già arrivato il momento di accogliere con grande fermento gli headliners. Ross Funicello -vero nome del nostro "The Boss"- appare in forma sul palco e dalla sua ha alle spalle una formazione molto valida che vede alle pelli Kenny "Rhino" Earl (altro ex-Manowar), il bassista Mike LePond (Symphony X) ed il cantante Marc Lopes (Let Us Prey). Nonostante le attenzioni siano, ovviamente, tutte dirette nei confronti del Boss, urge sottolineare quanto la performance vocale di Marc sia stata davvero molto buona: certo, l'estensione della sua ugola era prerequisito fondamentale per sostenere certe tonalità, ma la cosa che ha convinto è stata anche la sua abilità nel reggere il palco e condurre lo show, interagendo col pubblico e padroneggiando in tutta scioltezza la situazione. Più volte si metterà, infatti, in disparte nelle file laterali del palco per lasciare che sia Ross ad avere i riflettori puntati di fronte agli assoli, rientrando al momento giusto e riprendendo in mano il concerto ed il dialogo con i fans in delirio sotto il palco. Nonostante il sostantivo "delirio" possa essere accostato in numerose occasioni, devo dire che si rivela piuttosto calzante per questo concerto, in quanto il numeroso pubblico presente in sala è partecipativo al massimo, cantando a voce alta quasi tutti i pezzi ed agitandosi in continuazione. Del resto, Battle Hymns, Into Glory Ride e Hail To England sono album imprescindibili per chi ama e segue in maniera feticista i Manowar, per cui riascoltare dal vivo brani come Gloves of Metal (che qualche anno fa finì nel mirino di cover persino dei purtroppo rimpianti Anal Cunt), Blood of My Enemies e la bellissima Kill With Power ("DIE! DIE!") risvegliano ricordi adolescenziali che si riaddensano in un concentrato di pugni agitati in aria. Il pubblico è molto variegato, sia per età che per "estrazione musicale", a testimonianza di quanto certi gruppi (o comunque l'eredità della loro musica) prevalichino qualsiasi differenziazione, nonostante a qualcuno possa venire in mente di tacciare l'evento come "surrogato" di un prodotto musicale che ha nei Manowar di Joe DeMaio ed Eric Adams la sua "versione originale". Ma mai come in questo caso l'uso delle virgolette è d'obbligo, trattandosi al di là di tutto di una formazione, quella dei Ross The Boss, che ha con sé uno dei fondatori di uno dei gruppi più celebri dell'heavy metal e che proprio quest'anno è stato inserito ufficialmente come chitarrista nella Hall Of Heavy Metal History. Insomma, una personalità con una carriera alle spalle da rispettare che ha partecipato pienamente alla storia dei Manowar nelle sue tappe più salienti, fino al 1988.
Persa per un attimo tra i pensieri, mi concentro su quanto sia strano ritrovarsi al Jailbreak dopo così tanti anni. Ricordo, appena trasferitami a Roma nel 2008-2009, quanto questo locale fosse praticamente il punto di riferimento per la vita metal romana, grazie alle serate del Metal Massacre con cui ogni weekend un personaggio importante della scena, "Baffo", deliziava gli appassionati del genere. Per quel periodo ero lì quasi ogni fine settimana ed amavo l'ambiente, prima che il Jailbreak cambiasse gestione ed abbandonasse -quasi totalmente- il mondo metal, o almeno quello delle frange più underground ed estreme (indimenticabile fu, ad esempio, il concerto nel 2009 dei Desaster). Negli ultimi anni ci sono tornata in maniera sporadica e per eventi di tutt'altro tipo, ma il locale sembra attualmente essere più sensibile nei confronti dell'heavy metal, come testimonia il concerto di qualche mese fa degli Anvil o come si avrà modo di vedere tra qualche giorno con la data romana degli Omen. Fatto sta che un briciolo di malinconia mi è salita su, mentre mi godevo il concerto: ho sentito quel locale ancora "mio" in qualche modo, molto più di tanti altri, e l'atmosfera che si è riuscita a creare l'ho trovata bellissima e spero ripetibile, oltre ad un'acustica che onestamente non fa rimpiangere per nulla altre location.
Tronco qui la parentesi da romantica e, tornando sul concerto, si prosegue senza troppe pause e con un progressivo aumento di adrenalina, oltre che di temperatura. Molti dei brani presenti in scaletta provengono dal prima citato Battle Hymns che, uscito nel 1982, proprio quest'anno festeggia la veneranda età di 35 anni. Dark Avenger e Metal Daze sono tra i pezzi a rendergli tributo, intervallati da un'ottima esecuzione di Fighting the World, mentre ci dirigiamo verso un finale di serata assegnato alla fiera Hail and Kill. La fierezza è un sentimento che richiede una forte consapevolezza, audacia ed orgoglio. E sono convinta che questa sera tutti i fan dell'heavy metal (e dei Manowar in particolare), al termine del live si siano potuti sentire in questo modo, nell'onorare la "disciplina dell'acciaio":
'Cause only one thing really sets me free Heavy metal, loud as it can be
ROSS THE BOSS SETLIST 1. Blood of the Kings 2. Death Tone 3. The Oath 4. Blood of My Enemies 5. Kill With Power 6. Thor (The Powerhead) 7. Each Dawn I Die 8. Gloves of Metal 9. Sign of the Hammer 10. Dark Avenger 11. Fighting the World 12. Metal Daze 13. Battle Hymn 14. Hail and Kill
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9
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Quoto invictus, il precedente cantante, il ragazzino cotoia aveva le potenzialità per arrivare a eric adams. Questo è bravo, ma niente a che vedere con l'originale. Guardacaso, rispetto alle setlist del 2016 i pezzi difficili da into glory ride sono spariti, hatred revelation ad es. Questo col massimo rispetto per ross e marc lopes, ma gli orginali sono appunto... originali. |
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8
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Scusa ma come puoi dire che sono superiori ai Manowar, sono una cover band, Ross the Boss in 30 anni che è uscito dai Manowar ha combinato poco e nulla da solista, rilasciando pochi album e pure appena sufficienti. Il Live è stato ottimo ma l'esibizione dei Kings è su un altro livello di spettacolo, e poi il vocalist, molto bravo a dire la verità, però vale mezza unghia di Eric Adams nonostante abbia 20 anni di meno. E su dai cazzo, va bene criticare però non esageriamo. |
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7
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Visti a prato il giorno dopo.gran live .in qsto momento superiori a Joey e compagnia.da fan sfegatato dei kings Ross batte Karl Logan 2 a 0 |
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6
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Davvero un gran bel concerto! Il cantante è stato davvero bravo, non c'è che dire. Segnalo anche gli Athrox in apertura, niente male, promettono bene. |
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5
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Bel concerto, musica immortale! Grande Baffo RIP |
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4
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Visti a Roma, il locale pieno e grande atmosfera. Grande concerto, anche se alla fine sono una onesta cover band... Che senso ha lasciare una band per poi, dopo 30 anni, ancora proporre i brani dei Manowar senza.eseguire.manco mezzo pezzo del proprio repertorio recente? Mah |
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3
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La cosa che mi rode di piu e' che mi ero proprio scordato del fatto che suonasse a Roma...Altrimenti non l'avrei saltato per nulla al mondo. |
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2
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Purtroppo non sono potuto andare, c'erano anche i Rosae Crucis, che avrei voluto rivedere per la seconda volta, e va be, Ross The boss, non ha bisogno di presentazioni, ha contribuito non poco alla grandezza dei Manowar, la sua chitarra ha dato un tocco stupendo nei primi album, contento che sia stata una bella e onorata data. |
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1
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Scaletta clamorosa per NOI fan dei Manowar. Lui un grande poco da aggiungere... |
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