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IMMOLATION + MELECHESH + AZARATH - Circolo Colony, Brescia, 15/09/2017
19/09/2017 (1762 letture)
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Forti del recente e acclamatissimo Atonement, gli Immolation tornano in Europa per un tour da headliner supportati dagli israeliani Melechesh e dai polacchi Azarath, per ben quattro tappe italiane – una scelta piuttosto inusuale ma ben premiata dal pubblico nostrano. Ecco quindi il report della serata di venerdì al Circolo Colony di Brescia.
AZARATH Dei membri originali degli Azarath è ad oggi rimasto soltanto il batterista Inferno, meglio noto per la sua militanza nei Behemoth, che comunque non si esibisce con questo progetto da anni, puntualmente sostituito da un turnista laddove egli sia impossibilitato dagli (immagino) stringenti impegni del suo altro progetto. In un certo senso, è come se i quattro polacchi ora sul palco rappresentino una delegazione degli Azarath originali, ma certamente non mancano delle capacità necessarie per far rendere al meglio uno dei loro set. Ai minimi termini, il black/death degli Azarath si compone di riff piuttosto semplici, con linee vocali anche piuttosto memorizzabili, accompagnando il tutto con un drumming velocissimo, prevalentemente in blast-beat e valorizzato da uno spiccato gusto per i fill come quello del loro fondatore. La ricetta quindi non differisce molto da quella che ha determinato il successo di quasi tutte le band estreme polacche (i Vader in primis), ma almeno sui pezzi più datati si arricchisce di consistenti influenze provenienti dalle band dell’asse Florida-Brasile sul finire degli anni ’90 (Krisiun e Deicide soprattutto).
Tutti i pezzi sono ben riusciti, hanno una grande presa dal vivo e sono eseguiti ottimamente, concordemente con la fama che gli Azarath hanno guadagnato come live band. Data la velocità media dei pezzi, infatti, il set risulta veramente estremo, e riesce complessivamente a non annoiare nonostante la relativa somiglianza dei pezzi, il cui filo conduttore non viene mai tradito. Si percepisce in effetti l’assenza di un vero e proprio frontman, come se la band non avesse un vero e proprio riferimento in termini di carisma o seguito, ma si poteva immaginare – e comunque, nulla che intacchi anche minimamente l’aspetto musicale. Inoltre, anche gli estratti degli ultimi dischi, editi dalla Agonia Records, sono estremamente convincenti.
MELECHESH Tra le band più singolari nel panorama estremo, i Melechesh sono noti per aver mescolato massicce dosi di sonorità folk mediorientali nel proprio sound, inizialmente più improntato su una commistione di death e black/thrash che mi ricorda gli Absu, il cui fondatore e batterista, Proscriptor, ha personalmente militato negli stessi Melechesh per diversi anni. La stessa voce del frontman del gruppo di Gerusalemme ricorda indubbiamente quella del batterista e cantante texano. Risulta quindi molto particolare la contrapposizione tra queste cadenze orientali, sincopate, e i classici tempi del metal estremo, nonché naturalmente l’uso di scale orientali per colorare i pezzi: nello specifico, sugli ultimi lavori la componente folkloristica è diventata ancora più presente, richiedendo più spazio e anche più sezioni mid-tempo, che pur essendo ben composte mi sembrano meno prestanti dal vivo rispetto a quelle più aggressive del periodo classico con Proscriptor alla batteria.
Il gruppo ha indubbiamente guadagnato un certo status e una certa fama, nonostante i popolari e secondo me poco azzeccati paragoni con i Nile, dei quali sono presentati come la versione babilonese. Nonostante sia piuttosto evidente che il maggior interesse del gruppo sia proiettato verso gli Immolation, comunque i Melechesh si esibiscono davanti ad un pubblico piuttosto nutrito, talvolta anche un po’ scettico data la notevole distanza tra i mondi musicali che intendono avvicinare, quello della musica mediorientale da una parte e quello del metal estremo dall’altra.
IMMOLATION Da annoverarsi non solo tra le migliori band death metal in termini di produzione studio, ma anche per tecnica ed esecuzione live, gli Immolation tornano sulle scene con il loro ultimo album Atonement, il secondo edito dalla gigantesca Nuclear Blast, mostrando tutto il proprio potenziale con un lavoro incredibilmente solido, intenso, oscuro e creativo, andando anche ad esplorare anche arre inedite nella propria produzione, talvolta. Quando un mio amico mi ha anticipato che questo set sarebbe stato nettamente sbilanciato sull’ultimo disco, eseguito infatti (quasi) per intero, ho comprensivamente pensato che sia anche il diritto di una delle band che ha pionierizzato il genere, e che è ancora al proprio top, poter suonare così tanto materiale nuovo in un tour da headliner, soprattutto data la qualità del suddetto materiale.
L’aspetto dei suoni non è propriamente all’altezza dell’aspettativa, ma conoscendo ormai bene il Colony si riesce a trovare qualche spot strategico dove il suono non sia completamente sbilanciato, data la dislocazione delle casse principali. D’altra parte, l’esecuzione degli Immolation è estremamente intensa, e dal punto di vista scenico il chitarrista e compositore Robert Vigna è sempre in prima linea con le sue movenze assolutamente uniche che accentuano ogni minima sfumatura della musica, mentre Ross Dolan si dimostra in piena forma vocale e conduce maestosamente il concerto. Solo un po’ meno presente il nuovo chitarrista Alex Bouks, storicamente membro dei seminali Goreaphobia e anche degli Incantation e dei Master per alcuni anni. Steve Shalaty, infine, si ridimostra tra i batteristi più creativi e precisi del panorama death metal, rispetto al cui standard si distingue nettamente per fantasia e varietà, adattandosi perfettamente allo stile fuori dal comune degli Immolation, nonché riuscendo a conciliare potenza e oscurità.
Tra gli otto estratti del nuovo album non manca anche una manciata di classici, più risicata del solito, è vero, ma comunque irrinunciabile, nello specifico Into Everlasting Fire e Nailed to Gold a rappresentare rispettivamente il primo e il secondo album del gruppo, e una Unholy Cult eccezionale in chiusura, tra le principali chicche del set.
SETLIST IMMOLATION The Distorting Light When the Jackals Come No Forgiveness (Without Bloodshed) Destructive Currents Nailed to Gold Above All Kingdom of Conspiracy Fostering the Divide Rise the Heretics The Purge Lower Into Everlasting Fire Epiphany Unholy Cult
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non li avevo ancora visti dal vivo i Melechesh, mi hanno fatto una molto soddisfacente impressione. Ottima conferma |
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Questo tour è passato pure a Vercelli e data la vicinanza avevo tutta l'intenzione di andare al concerto... peccato che il virus che mi sono beccato il giorno stesso la pensasse diversamente! |
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@Nicko: certo, me ne rendo conto; a causa dei cortocircuiti del linguaggio, può succedere di usare inconsciamente dei vocaboli in (semi-)sinonimia con quello di un'altra lingua e che però non contiene l'accezione nella quale solitamente si utilizza il secondo... Può capitare... Che poi, oltretutto... Mica è da escludersi totalmente (pur restando decisamente improbabile) che possa succedere la stessa cosa che è accaduta con "realizzare", tanto per fare un esempio fra i tanti - verbo che ha inglobato, su calco dell'inglese "to realise/ze", l'accezione di "rendersi conto", "comprendere" - essendo una sorta di "inquinamenti", o arricchimenti, che nel mutuo scambio fra le lingue sono fisiologici, entro certi limiti.  |
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@Absynthe: precisamente, e mi rendo conto che la scelta dell'avverbio sia piuttosto infelice, mentre scrivevo intendevo proprio dare quell'accezione di "assurdamente", "incredibilmente" e l'ho esasperata (forse inconsciamente) sul modello inglese, che uso molto spesso quando scrivo in quella lingua. Non è per giustificarmi - rileggendolo ora, effettivamente non lo riutilizzerei ahaha |
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@LAMBRUSCORE: chiaramente, c'è da capire che l'utilizzo in questo modo non può essere che inconsapevole... |
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@LABRUSCORE: provo a risponderti. Sospetto si tratti di un utilizzo dell'avverbio come calco (per la cui nozione, ti rimando a "calco linguistico" - se ti interessa, vattela a guardare) dall'inglese "ridiculously", il quale, contrariamente al lemma italiano, contiene anche l'accezione di "assurdamente" (nel senso di "a livelli assurdi"). Succede, purtroppo... E succede che in italiano, una roba così, non abbia alcun senso.  |
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Scusa, cosa vuol dire "ridicolmente solido"???? ahah |
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Visti la sera dopo a San Donà di Piave dove ho avuto la fortuna di farmi una foto con il disponibilissimo Ross Dolan (growl inumano!!!). Che dire band davvero superiore gli Immolation e anche se avrei preferito ascoltare qualche classico in più del passato sono stato davvero colpito dalla presa live del nuovo album, davvero belli i pezzi; e poi alla fine arriva Unholy Cult, semplicemente devastante. \m/\m/ |
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