|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
PESTILENCE + GUESTS - Elyon Club, Rozzano (MI), 10/02/18
18/02/2018 (1621 letture)
|
L’ultima tappa della sezione italiana del tour con set old school dei Pestilence è riservata all’Elyon di Rozzano, alla periferia sud di Milano, e si dimostra una serata di notevole successo in termini di affluenza, nonostante le molte perplessità sul tipo di esibizione che avrebbe atteso gli astanti. Ad attirare molti anche la presenza dei brasiliani Rebaelliun, che certamente non avranno deluso le attese.
DISTILLATOR Per via di qualche ritardo sull’arrivo alla venue e di una notevole coda per il tesseramento rituale di inizio anno, riesco ad entrare nel locale giusto durante l’esibizione dei Distillator, non potendo quindi descrivere quella degli italiani Hellish God (che ho già visto in altre occasioni) e Sudden Death. Il gruppo olandese propone un thrash perfettamente in linea con lo stile dell’ondata odierna del genere, la cui popolarità sembra comunque essere scemata negli ultimi anni, assieme all’originalità delle band. Questa nello specifico spicca abbastanza per un buon riffing, sa stare sul palco, ma è comunque una proposta a mio avviso piuttosto generica.
REBAELLIUN I brasiliani Rebaelliun sono tra gli esponenti di quel death metal veloce, quasi pedissequamente in blast-beat, così florido sull’asse USA sudamerica proprio a cavallo tra gli anni ‘90 e i primi ‘00, periodo in cui furono in attività. Riformatisi dopo oltre 12 anni, ristampato il loro catalogo da parte di Hammerheart (anche per questo li troviamo quindi in spalla ai Pestilence) e pubblicata nuova musica, non sono nuovi ad esibizioni sul suolo europeo. Avevo già avuto modo di vederli al Brutal Assault del 2016 e riconfermo le mie impressioni estremamente entusiastiche nei confronti della band, la cui prestazione è veramente fuori dal comune. Nessuno dei 3 musicisti è esente da tale commento, sebbene il plauso maggiore vada indubbiamente al batterista, da premiarsi oltre che velocità e per costanza, anche per fantasia e varietà nei fill.
Rispetto a un anno e mezzo fa, l’assenza di una seconda chitarra si fa sentire, ma in generale bisogna ammettere che la situazioni suoni per il trio brasiliano era davvero pessima, con cassa e rullanti difficili da udire, volumi bassi e amalgama abbastanza confuso. Stilisticamente sono molto accostabili ai Krisiun, per citare il nome più famoso, i pezzi sono estremamente aggressivi e comunque non manca mai una spiccata attenzione per le linee vocali. Su uno degli estratti, Legion dall’ultimo loro full-length, si unisce Mattia degli Hellish God, che hanno aperto la serata e la cui proposta è decisamente simile a quella dei Rebaelliun.
PESTILENCE Indubbiamente la scelta dei Pestilence di riproporre esclusivamente estratti dai loro primi tre album ha riportato interesse su un monicker che aveva perso un po’ della sua credibilità con alcune release non propriamente ben accolte (sebbene nemmeno propriamente mediocri, per quello che ho sentito), un sound più moderno e meno vicino agli esordi (come era dopotutto plausibile), e a quanto mi è stato detto, esibizioni dal vivo piuttosto deludenti. Infatti avrei pensato che l’idea dell’old school set avrebbe certamente attirato alcuni fan, ma magari anche allontanato altri per il carattere commerciale della trovata – in ogni caso mai avrei pensato che dopo i pessimi commenti sulla loro scorsa esibizione al Colony (a cui non ho assistito) si sarebbero trovati davanti circa tre centinaia di spettatori.
A tutti gli effetti, per quanto non si possa dire che la band trasudi aggressività o vitalità nel senso più ottantiano di metal, l’esibizione dei Pestilence è stata veramente di alto livello. Patrick Mameli, chitarra e voce, fondatore e unico membro originale, è accompagnato da una line-up di veri professionisti, su tutti il batterista dei connazionali Disavowed, che regalano una prestazione praticamente perfetta, ben curata anche a livello di suoni, e con una scelta di setlist oggettivamente impagabile, all’incirca divisa in sezioni, una per ciascuno dei primi 3 album, con in aggiunta la traccia di apertura del più sperimentale Spheres e l’acclamata Out of the Body dal classico Consuming Impulse, i cui pezzi più di tutti movimentano violentemente il pubblico.
Se escludiamo la voce leggermente meno graffiante che in passato, e ovviamente diversa da quella di Van Drunen per quanto riguarda gli estratti dei primi due album, la prestazione è come da disco (se non meglio, per quanto riguarda la batteria!), e in particolare i pezzi di Testimony of the Ancients, più tecnici e alticolati, regalano momenti musicali di assoluto pregio. Mameli si dimostra meno carismatico come frontman di quanto mi sarei aspettato, ma decisamente non tanto pieno di sé “quanto la sua pagina Facebook avrebbe fatto supporre” (riporto -sic- uno dei commenti più popolari tra i presenti, come segno dei tempi), almeno se escludiamo l’impagabile risposta “Certo che è grandioso, siamo i Pestilence!” in risposta ad un complimento dei fan.
Le opinioni si dividono tra moderatamente o smodatamente positive, e chi nota che per quanto ben eseguiti, quei pezzi non sono più il pane quotidiano del gruppo, e reagisce in maniera meno entusiastica a un set che secondo loro avrebbe richiesto più coinvolgimento da parte dei musicisti, qualunque cosa questo voglia dire. Quasi all’unanimità i pareri sull’esecuzione musicale premiano l’oggettiva professionalità del gruppo, che a mio parere ha regalato un ottimo set che sicuramente varrà la pena ricordare per esclusività.
SETLIST PESTILENCE Malleus Maleficarum / Antropomorphia Parricide Subordinate to the Domination Commandments Dehydrated The Secrecies of Horror Twisted Truth Land of Tears Prophetic Revelations Presence of the Dead Mind Reflections Out of the Body
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2
|
Sono stato alla data del Traffic a Roma.
Ero molto ansioso, al punto che sono arrivato lì coi concelli ancora chiusi insieme ad un'altra decina di pazzi...LOL! Non ricordo il nome del primo gruppo, ma già li avevo visti al concerto dei Destroyer 666 e mi hanno fatto la stessa impressione col loro brutal discretamente tecnico...davanti a circa 25-30 persone. I Distillator hanno attirato molte più persone e ci hanno gasati abbastanza: a me sono piaciuti. il thrash old school è il mio genere preferito!
I Rebaelliun non me li sono proprio cagati e neanche mi hanno fatto alzare dalla poltrona dove ho continuato a bere birra per tutta la loro esibizione. Poi mi sono piazzato a un metro dallle transenne e mi sono goduto circa un'ora della buona esibizione dei Pestilence il cui leader, dopo aver detto "facciamo un po' di casino", ha dato il via alle danze con un corposo "porco***" che ha scatenato il putiferio e il massacro sonoro.
L'ultima mezz'ora ho arretrato di una 10ina di metri la mia posizione per dare sollievo ai timpani e godere di un suono più equilibrato.
Gran bella esibizione nel complesso. Peccato per il batterista che, seppur una macchina, era troppo serioso; e per la chitarra solista con un volume che non faceva capire per niente gli assoli. Comunque gran concerto! |
|
|
|
|
|
|
1
|
Presente alla data di Milano, e anch'io sono entrato verso la fine del concerto dei Distillator (ho potuto sentire gli ultimi tre-quattro pezzi, e quel poco che ho sentito non mi è dispiaciuto).
I Rebaelliun sinceramente non mi sono piaciuti, anzi alla fine mi ero anche un po rotto le palle, però va a sentimento, ad alcuni ho sentito che invece sono piaciuti.
I Pestilence invece hanno fatto un'ottimo set, i suoni erano abbastanza buoni, e l'attuale line-up è composta da musicisti molto validi (d'altronde mi sarei sorpreso del contrario).
Sui pezzi di Testimony... mi sono davvero commosso.
Ho apprezzato Mameli, che dopo il concerto è sceso in mezzo al pubblico a fare foto, firmare autografi e scambiare due parole con i pochi ragazzi rimasti; per me un gesto così rimane sempre un valore aggiunto per un artista.
Ci sono un paio di punti negativi del concerto: 1) quasi zero coinvolgimento da parte di Mameli, mi è sembrato un po freddo, distaccato. 2) Concerto corto, con il bis non è durato neanche un'ora e un quarto, un po poco, si poteva fare di più, per esempio qualche altro pezzo in più da Spheres, visto che hanno fatto solo Mind Reflections.
Nel complesso comunque sono rimasto molto soddisfatto della serata. |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|