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SOEN - Lotus è l'album più 'da Soen' che abbiate sentito fino ad ora.
11/01/2019 (2262 letture)
Eccelsa è l’aggettivo più accostabile alla formazione messa in campo dai Soen, band che negli ultimi anni è riuscita con un discreto successo a trovare un proprio sound e una propria personalità compositiva all’interno del filone del progressive metal. Il cantante Joel Ekelöf ci ha portati per mano nel nuovo album, nel tour ormai imminente e nella sua carriera musicale, trovando anche il tempo per regalarci qualche interessante curiosità su di sé. Buona lettura a tutti!

Gabriel "Fox" Galiano: Ciao Joel, è un piacere essere qui con te oggi e benvenuto su Metallized.it. Come stai?
Joel Ekelöf: Bene (in italiano, ndr), mi sento molto bene grazie. Tu invece come stai?

Fox: Anche io molto bene, grazie! Direi di iniziare con una domanda piuttosto facile: qual è il concept dietro Lotus, il vostro quarto album che verrà rilasciato tra meno di un mese?
Joel Ekelöf: Direi che il concept è personale, liriche e musicalità sono state realizzate non per parlare di draghi o castelli ma di quello che ci succede nella vita. Qualcosa di più oscuro che allo stesso tempo funga come una sorta di terapia. Cerchiamo di volgere lo sguardo al nostro passato, nel profondo, per trovare anche gli aspetti positivi e le energie per andare avanti. Non c’è comunque un concept preciso, se è questo che intendi.

Fox: Ad oggi abbiamo due singoli rilasciati facenti parte di Lotus: Rival e Martyrs; abbiamo quindi solo una prima idea del cd e in particolare è possibile notare delle sonorità più aggressive e graffianti. Tu che parole utilizzeresti per descrivere il sound dell’intero album?
Joel Ekelöf: Le prime due canzoni che abbiamo rilasciato sono più tradizionali e meno intricate, Martyrs è l’esempio della nostra volontà di tornare alle basi di questa musica senza realizzare esclusivamente canzoni articolate. Siamo convinti di saper suonare anche qualcosa di più pesante attenendoci alle radici del genere e volevamo mostrare che siamo comunque una band metal nonostante tutti gli elementi progressive.

Fox: L’influenza dei lavori precedenti e di pilastri del genere come Tool e Opeth rimarranno anche in Lotus?
Joel Ekelöf: Ovviamente sì, saranno presenti elementi di band storiche come i Genesis o i GES e ci saranno le influenze di Martin (Lopez, batterista del gruppo, ndr),dal folk sudamericano agli Opeth. Sarà insomma un disco con molte ispirazioni classiche ma allo stesso tempo personale, è così che ci piace lavorare!

Fox: Cosa mi sai dire della cover?
Joel Ekelöf: Che idea ti sei fatto tu?

Fox: Appena l’ho vista è stato spontaneo un accostamento con le filosofie orientali, per il simbolismo in particolare. Se ti dovessi dire la mia è una rappresentazione della vita come bipartizione tra la luce e il buio, il bene e il male. La considero quindi più che idonea a quello che mi hai detto prima sul concept dell’album
Joel Ekelöf: Sì, è un’ottima osservazione. Quando abbiamo lavorato sulla cover volevamo simboli che rappresentassero questi concetti: luce e buio. L’opposizione e la dinamica che intercorrono tra questi elementi. Hai citato le filosofie orientali ed è proprio questa la dinamica a cui mi riferisco, che in musica si concretizza in uno stile che alterna parti tecniche con parti più tranquille e sentimentali.

Fox: So che è molto difficile, ma se dovessi dirmi la tua canzone preferita presente in Lotus quale sceglieresti?
Joel Ekelöf: Oh wow, è come se avessi nove figli e dovessi dire a chi voglio più bene. Diciamo che senza ombra di dubbio Martyrs è una grande canzone, e c’è poi Lunacy (l'ultima traccia, ndr) che mi piace molto, nonché la title track di cui uscirà anche il video a breve.

Fox: Pensi ci sia stata un’evoluzione nel processo creativo dal vostro primo lavoro (Cognitive) a Lotus? Che differenze riesci a trovare?
Joel Ekelöf: Non ci ritengo tipi da tavolino, non ci sediamo per stilare strategie ma sicuramente abbiamo acquisito confidenza lavorando insieme. Lotus è l’album più “da Soen” che abbiate sentito fino ad ora, si potrà notare la nostra impronta molto rapidamente. Siamo diventati negli anni un bel gruppo, stabile e cooperativo e questo è un incentivo a produrre.

Fox: Tutto questo nonostante la sostituzione del vostro chitarrista Marcus Jidell con Cody Ford?
Joel Ekelöf: Sì ha funzionato benissimo sin da quando ha fatto la sua prima comparsa con noi l’estate scorsa in uno spettacolo. Sembrava nato per suonare con la band. Ha realizzato tutti gli assoli dell’album e sentendoli potrete capire se è adatto o meno!

Fox: Parliamo un po’ di te adesso: in che modo il tuo passato nei Willowtree influenza il sound dei Soen? Cosa è cambiato, a tuo avviso, nel modo di cantare?
Joel Ekelöf: Penso che in un certo senso decidere di cantare nei Soen è stato un ritorno alle mie origini. Nei Willowtree la musica era inizialmente malinconica e ispirata da Radiohead e Pink Floyd. Inoltre all’epoca ero molto giovane. Quando sono entrato nei Soen con Marcus è stato quindi un ritorno alle prime sonorità dei Willowtree, mi sono sentito a casa e posso confermare che sono molto soddisfatto del mio lavoro.

Fox: Riusciresti a stilare una lista delle tue più grandi influenze musicali?
Joel Ekelöf: Ce ne sono tantissime, Alice in Chains in primis, Layne Staley come cantante è un grandissimo talento, l’ho sempre amato. C’è poi Jeff Buckley, i vecchi Genesis (quelli degli album con Peter Gabriel) e quando ero un bambino amavo Alice Cooper.

Fox: A proposito di quando eri bambino, qual è la tua storia come musicista? Come e perché hai iniziato?
Joel Ekelöf: Quando ero giovane non immaginavo di poter cantare, sono cresciuto in un ambiente dove era difficile pensare anche solo di farlo quindi ho iniziato tardi; ti basti pensare che ho iniziato a militare in delle band circa quindici anni fa. Iniziai a suonare la batteria ma… onestamente? Ero e sono tutt’ora davvero scarso (scoppia a ridere, ndr). Ho comunque fatto tutto da solo, non ho mai preso lezioni di canto.

Fox: Pensi che nel corso degli anni il tuo modo di cantare sia migliorato o cambiato? Come preferisci descrivere questo tuo percorso canoro?
Joel Ekelöf: Migliorato sicuramente, si migliora sempre di più cantando: come controllare la voce, usarla come si vuole ed esprimere quello che hai dentro. Forse ho sempre avuto una sorta di predisposizione per la musica “da piano” ma in Lotus ho sperimentato un sound più forte e violento se vogliamo, e mi sono divertito molto durante le registrazioni.

Fox: Voi porterete tra pochi mesi Lotus in un tour europeo, con ben tre date in Italia: che aspettative avete a riguardo?
Joel Ekelöf: Questo tour sarà di gran lunga il più bello realizzato dai Soen. Roma è la nostra casa, quando vi suonammo la prima volta c'erano circa due-trecento persone dentro e altrettante fuori che volevano entrare! La considero una città diversa da tutte le altre in Europa e nel mondo, si percepisce una pressione speciale grazie alla quale ci siamo sentiti realmente accolti. L’Italia ha qualcosa a cui mi sento legato, anche Marcus prova questa sorta di sensazione e l’unica espressione con cui riesco a descriverla è: sex appeal, l’Italia ha un sex appeal unico. Ci sono band come gli Haken che per quanto io possa apprezzare a mio avviso peccano di sex appeal, quella sorta di accettazione della vita che vedo nel pubblico italiano.

Fox: Ritornando un momento alla tua sfera personale -e trascendendo la musica-, quali sono le tue passioni e i tuoi hobby? Come impieghi il tuo tempo libero?
Joel Ekelöf: Penso che la risposta sia il calcio. Non sono un tipo sportivo ma seguo una squadra di Stoccolma chiamata Aik Fotboll, diciamo che sembra stupido ma non riesco a trovare un reale motivo se non: è il calcio (ride, ndr).

Fox: Ho iniziato con una domanda molto facile, vorrei concludere con una molto difficile: cosa cerchi tu personalmente nella musica? E cosa punti a dare alla schiera di fan dei Soen?
Joel Ekelöf: Al primissimo posto direi che cerco significati, sentimenti e non meri tecnicismi. La musica non può essere analizzata asetticamente, bisogna fare in modo che il cuore sia lì, soprattutto nel nostro genere in cui spesso il tecnicismo rischia di oscurare o soverchiare il contenuto emotivo.

Fox: Nella tua ottica quindi bisogna trovare il punto d’incontro tra forma e contenuto?
Joel Ekelöf: Esattamente, lo stesso vale ovviamente per quello che spero arrivi alle orecchie dei nostri sostenitori.

Fox: Joel è stato un piacere immenso poterti fare queste domande e grazie per il tuo tempo. Che parole dedicheresti a tutti i lettori di Metallized?
Joel Ekelöf: Beh, sicuramente ci farebbe piacere vedervi ai nostri concerti dato che non siamo spesso in tour. Faremo in modo che le nostre performance in Italia siano al top per dimostrare il nostro amore verso il vostro atteggiamento e la vostra accoglienza. Ci vediamo presto!



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gamba.
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bella intervista, lui dà l'impressione di essere una persona molto alla mano e genuina, perlomeno da come si rivolge. attendiamo l'album.
Andrea
Martedì 15 Gennaio 2019, 20.35.19
1
Sono curiosissimo di ascoltare il disco.
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