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THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA - L'importanza della sincerità.
12/09/2021 (1183 letture)
Partiti come side-project retrò anni 80 in sordina, i Night Flight Orchestra si sono rapidamente guadagnati il plauso di critica e fan grazie ad alcuni album davvero di livello superiore alla media, merito anche della caratura dei musicisti coinvolti. Incuriositi dalla pubblicazione ormai prossima di Aeromantic II, abbiamo raggiunto via Skype un disponibile e loquace Bjorn Strid, mastermind anche dei Soilwork, che ci ha rivelato molte ghiotte informazioni. Buona lettura!

Barry: Ciao e benvenuto su Metallized! Come stai?
Bjorn: Ciao e grazie per la domanda! Sto bene dai, è stata una buona estate tutto sommato. Mi manca molto andare in tour però, sono sincero: la scorsa estate ho avvertito meno questa mancanza, l'ho vissuta in modo più rilassato, ma stavolta l'avverto in maniera più netta. Ad ogni modo, come ti dicevo prima, non posso lamentarmi troppo: a giugno sono stato qualche settimana in Italia con la mia ragazza, che è originaria di Verona ed abbiamo trascorso una bella vacanza, che ci ha fatto dimenticare per un po' le difficoltà di questo periodo. Mi rendo conto che è una risposta piuttosto lunga per la tua domanda, ma sono stato sincero, ahah! Che mi dici di te?

Barry: Beh non faccio domande di cui non voglio la risposta, ahah! Io comunque sto bene dai, si spera che nel giro di qualche mese almeno il grosso di questo incubo finisca.
Bjorn: Lo spero davvero anche io!

Barry: Incrociamo le dita! Direi ora di passare a cose serie: lo scorso anno avete pubblicato Aeromantic, un disco validissimo... ma se potessi, c'è qualcosa che cambieresti?
Bjorn: Musicalmente direi di no, è un disco che ritengo ancora molto valido e che sono fiero di aver contribuito a scrivere. Quel che vorrei cambiare è ciò che è successo dopo: abbiamo avuto possibilità di portare Aeromantic in tour praticamente per una sola settimana, eravamo carichissimi e felici di presentare il disco ai nostri fan... e dopo le prime date, che peraltro erano andate alla grande, siamo stati costretti a tornare a casa per via della pandemia. Non voglio piangermi troppo addosso, questo disastro ha costretto tantissimi artisti come noi ad interrompere i propri tour, ma è comunque stato brutto investire tanto tempo ed energie su un disco per poi dover tornare a casa dopo una settimana.
Il solo aspetto positivo della vicenda è che, appena è stato possibile tornare in studio, abbiamo riversato la frustrazione per come erano andate le cose nella composizione di nuove canzoni, che sono poi confluite in Aeromantic II, così intitolato perché connesso fortemente al primo, sia musicalmente che spiritualmente. L'idea però ci è venuta per l'appunto successivamente, non avevamo pianificato fin dall'inizio di comporre una seconda parte di Aeromantic.

Barry: Ottimo, hai appena risposto alla mia successiva domanda, ahah! Però ne ho un'altra che discende da quanto mi hai detto: come accennavi, avete lavorato ad Aeromantic II nelle fasi più buie della pandemia, eppure ascoltando il disco ho avvertito molta positività -penso ad un pezzo come Burn for Me ad esempio-: si può dire che, oltre ad esser stato una valvola di sfogo, questo disco sia stato anche un modo per dare ed avere speranza?
Bjorn: Assolutamente sì! Come ti dicevo, è stato il nostro modo di reagire alla situazione che si era venuta a creare: dopo appena una settimana di tour siamo tornati a casa e, come se non bastasse, abbiamo tutti contratto il virus e qualcuno di noi è anche stato parecchio male. Ci siamo detti però che, appena la nostra salute e la situazione lo avessero reso possibile, ci saremmo rivisti in studio per lavorare a nuove canzoni; come detto volevamo sfogare la frustrazione per come erano andate le cose, ma eravamo anche intenzionati a non arrenderci, a non darla vinta al virus. Nel mondo c'era gente che moriva, che soffriva e che era terrorizzata per una situazione che nessuno avrebbe mai immaginato prima dell'inverno 2020: potevamo restare a casa a non fare nulla, oppure provare a dare a quelle persone un po' di gioia, a comporre qualcosa di valido che potesse regalare un po' di conforto e spensieratezza anche in un periodo come questo. Sono molto contento che tu abbia avvertito la positività che abbiamo cercato di comunicare con Aeromantic II e spero tu non sia il solo a farlo, perché mentirei se dicessi che non abbiamo avvertito la “missione” di fare qualcosa del genere!

Barry: Sono sicuro che in molti la avvertiranno! Penso fra l'altro che sia il vostro album più variegato finora, ci sono classici pezzi AOR, hard rock, persino qualche influenza prog... che ne pensi?
Bjorn: Penso che tu possa avere ragione, ma credo che questa maggior varietà e profondità caratterizzi anche il primo Aeromantic, che come ti dicevo ritengo profondamente legato al nostro nuovo album da un punto di vista musicale e non solo. Sono comunque contento che si percepisca il nostro sforzo per produrre dischi che siano sempre più ricchi di sonorità e sfaccettature, che non rischino mai di essere noiosi o di apparire “finti”; se si esclude Internal Affairs, cui siamo tutti molto più legati ma dove eravamo sicuramente ancora in rodaggio, abbiamo sempre cercato di spostare l'asticella un po' più su e di comporre qualcosa che risultasse personale, oltre che valido. Penso che negli ultimi dischi la nostra musica sia “dei Night Flight Orchestra” e non “ispirata a”.

Barry: Avete trovato il vostro stile, insomma!
Bjorn: Credo proprio di sì! Penso che siamo riusciti a centrare l'obiettivo, ad incanalare l'impulso creativo e sono estremamente orgoglioso di questa cosa; questa band è come un pozzo senza fondo di idee e melodie, non so dirti neppure io da dove ci vengano, ma pare proprio funzionare e credo che, album dopo album, siamo riusciti a trovare la nostra strada.

Barry: E come avete lavorato in particolare per comporre musica e testi?
Bjorn: La formula ormai è ben consolidata: David scrive buona parte dei testi e della musica, poi intervengo io con qualche idea e Sebastian fa lo stesso. Abitualmente scriviamo separatamente, poi prenotiamo sempre lo studio di registrazione per pochi giorni separati, ad esempio nei weekend, piuttosto che chiuderci lì sei settimane di fila: per noi funziona meglio in questo modo! Una volta che abbiamo collezionato abbastanza “scheletri” di brani, poi, ci lavoriamo su con i ragazzi per dar loro forma e personalità e capita spesso che vengano apportati profondi cambiamenti all'ossatura originale; le tastiere ad esempio vengono aggiunte spesso proprio in questa fase, in particolare da quando il nostro nuovo tastierista, John, ha portato moltissime influenze old school nella nostra musica. Penso che in questo album, ad esempio, si possano sentire più tastiere rispetto ai precedenti, il che gli conferisce un sound più cinematografico, fresco, quasi fosse la colonna sonora di un film anni 80.

Barry: In effetti ammetto che mi piacerebbe vedervi alle prese con la composizione di una colonna sonora per un film!
Bjorn: A me piacerebbe tantissimo! Siamo andati molto vicini all'avere una nostra canzone nella colonna sonora di Kung Fury, un film svedese di qualche anno fa che omaggiava le pellicole sulle arti marziali degli anni 80, ma a me piacerebbe proprio comporre un'intera colonna sonora avendo già il film in mente; non mi accontenterei di avere uno o due pezzi già esistenti nella tracklist di un film, vorrei proprio scrivere canzoni solo per il film. Sarebbe fantastico.

Barry: Spero tu possa realizzare questo desidero! Un'altra cosa che mi è piaciuta del nuovo album è la copertina: un misto di atmosfere retrò e senso di viaggio, di avventura... è bello sapere che, se non possiamo viaggiare a causa delle restrizioni, almeno possiamo farlo tramite la musica!
Bjorn: Grazie per aver notato anche questa cosa, perché fa parte anch'essa delle sensazioni che volevamo trasmettere! La musica è trasporto, è condivisione di un viaggio, specialmente in questo periodo ma anche quando non c'era la pandemia.

Barry: Concordo pienamente. Se non sbaglio Aeromantic II è il vostro quarto album in cinque anni... devo proprio chiedertelo, qual è il vostro segreto?
Bjorn: Bella domanda... non lo so, ahah! Come ti dicevo, sono molto orgoglioso di far parte di un gruppo che non smette mai di comporre, che è dotato di una straordinaria creatività: non so quale sia esattamente la formula magica, ma avere con sé musicisti molto abili, attenti ai dettagli e che comunicano molto bene fra loro sicuramente aiuta tanto; tieni poi conto che, pur provenendo da differenti generi musicali, in questa band ci sentiamo tutti estremamente liberi e privi di vincoli, il che è di grande aiuto all'ispirazione artistica. Io e David siamo assieme nei Soilwork da oltre vent'anni e naturalmente il sound dei NFO è completamente differente, ma proprio suonare qualcosa di totalmente diverso da ciò cui sei abituato è estremamente liberatorio; a volte il metal, per quanto io lo ami e sia convinto di aver fatto progredire il nostro genere con i Soilwork, può starti un po' stretto, quindi è bello sapere che in questo gruppo puoi sentirti libero di esprimerti come vuoi, senza vincoli. Ecco, se dovessi indicare un segreto, sarebbe proprio questo: ci sentiamo liberi di fare ciò che ci passa per la testa quando siamo nei NFO!

Barry: Ecco, a proposito di questo fatto, quanto senti che sia importante per un musicista evolversi? Lo avete fatto tanto con i NFO, quanto con i Soilwork se penso a Verkligheten e A Whisp of the Atlantic.
Bjorn: Per noi è essenziale e credo sia uno dei motivi per cui i Soilwork si sono mantenuti su alti livelli nel corso degli anni. Voglio dire, uno dei nostri più grandi successi è Stabbing the Drama, ma penso che se oggi riprovassimo a replicare il sound di quel disco falliremmo; magari potremmo provare a scrivere uno/due dischi in quel modo, ma poi l'ispirazione crollerebbe a picco... credo che per un musicista sia essenziale andare avanti, progredire, altrimenti si rischia di divenire la parodia di se stessi! Ovviamente non ho nulla contro chi decide di rimanere fedele ad un certo stile, guarda gli AC/DC: non credo abbiano preso a tavolino la decisione di suonare sempre nello stesso stile, semplicemente è quello che vogliono fare, che li rende felici e continuano a farlo. Per loro funziona ed è giusto così, ma io personalmente, in quanto artista, non mi sentirei felice se provassi a replicare qualcosa soltanto perché ha avuto successo, mi sembrerebbe di star prendendo in giro me e gli altri. Per tornare a quel che ti dicevo all'inizio, penso che una delle ragioni per cui i fan ancora seguono i Soilwork dopo tanti anni è perché percepiscono che quel che componiamo è autentico.

Barry: Anche perché a volte, magari, non si pensa che un musicista, prima che come artista, cresce come persona
Bjorn: Ma certo! Quando abbiamo cominciato con i Soilwork avevo 18 anni, ora ne ho quasi 43! Come faccio a replicare qualcosa che ho fatto quando magari ne avevo 25? Per qualcuno forse funziona, per me no.

Barry: Direi che è comprensibile. A questo punto per ho una curiosità: quando componi per i NFO o i Soilwork adotti un approccio diverso o per te è la stessa cosa?
Bjorn: Non c'è gran differenza in realtà, semplicemente devo stare attento a ricordarmi quando sono in un gruppo e quando sono con l'altro, ahah! Sicuramente mi pongo in un diverso stato mentale, ma alla fine ciò che conta è il senso melodico, che entrambi i gruppi hanno in comune; ovviamente a differire sono il mood ed il tipo di sound, ma sono onesto, per me è facile prendere il cappello dall'abito dei NFO e metterlo su quello dei Soilwork! Alla fine si tratta soltanto di prendere una chitarra, accordarla in un tono differente dall'altra ed entrare nelle vesti di compositore per uno o l'altro gruppo.

Barry: Beh finché funziona va bene! Sempre a proposito di diversi approcci, tu canti in maniera completamente differente a seconda del gruppo in cui sei; come alleni la voce per alternarla in modo così repentino?
Bjorn: La cosa essenziale, in qualunque stile si voglia cantare, è imparare a conoscere la propria voce: bisogna trovare una “comfort zone” in cui ci si sente a proprio agio e da lì lavorare per sviluppare le proprie capacità. Come saprai, oltre alle mie band principali ho preso parte a diversi side-projects ed in questi casi non sai mai cosa ti capita: a volte capiti in un gruppo che ti chiede di cantare in un certo modo, altre volte ti viene lasciata totale libertà ed anche questo è un modo di migliorare, perché ti spinge a confrontarti con diversi tipi di musica e diversi tipi di approccio. Ho esplorato molto la mia voce e provato a capire cosa fossi in grado di fare e cosa no, ad esempio facendo anche le backing vocals -cosa che faccio tuttora- sia con i NFO che con i Soilwork: trovo che sia un altro modo eccellente per capire e sviluppare i propri punti di forza.

Barry:Un side-project recentissimo, peraltro, molto interessante, è quello con gli Act of Denial.
Bjorn: Grazie! Per gli Act of Denial in realtà ho registrato soltanto parti vocali, non faccio davvero parte del progetto, ma è stato comunque molto interessante, anche perché vede coinvolti grandi musicisti come Steve DiGiorgio e Bumblefoot.

Barry: Vero! Tornando ai NFO, la vostra fanbase è estremamente trasversale: avete sostenitori fra gli amanti dell'hard rock, dell'AOR, degli ABBA, dell'heavy metal... che ne pensi? Anche qui vorrei sapere il vostro segreto!
Bjorn: La cosa che mi fa più piacere è che, se un tempo ai nostri concerti venivano i fan dei Soilwork e degli Arch Enemy, ora abbiamo tanti sostenitori che non sanno neppure chi siano Soilwork ed Arch Enemy, ma vengono proprio perché siamo i NFO. Ci seguono ragazze giovani, hipster, fan del rock anni 70-80, progster che magari in vita loro non hanno fatto altro che ascoltare i Genesis... ed è una cosa bellissima! Come dicevi tu, poi, è bello anche che persone amanti dell'heavy metal, anche di generi particolarmente estremi non possano negare l'autenticità di ciò che noi proponiamo: alla fine il discorso ritorna sempre, come vedi! Non è facile attirare un pubblico tanto trasversale, ma questa è l'ennesima prova di come la musica possa unire persone tanto diverse.

Barry: Siete la prova che alla fine la cosa più importante è che si suoni buona musica, indipendentemente dal genere!
Bjorn: Esatto, conta quanto tu sia onesto ed autentico con la tua arte! Non mi stancherò mai di ripeterlo.

Barry: Avrei a questo punto una piccola provocazione da farti... vi chiamate Night Flight Orchestra, annoverate molti musicisti abili ed il vostro sound si fa sempre più stratificato... che ne pensate di lavorare con una vera orchestra?
Bjorn: Ahah una doppia orchestra! Non ne abbiamo mai parlato onestamente, ma penso avrebbe le potenzialità per risultare molto, molto affascinante. Sicuramente è una possibilità per il futuro cui personalmente sono aperto, magari anche con un gruppo di ballerini, delle immagini che scorrono sullo sfondo... penso proprio tu abbia piantato un seme nel mio cervello, ahah!

Barry: Ottimo, così se va male la colpa sarà mia! Comunque, quando finalmente potranno ripartire i tour, avrete non uno, bensì due album da promuovere... avete già pensato a come fare?
Bjorn: I nostri fan hanno apprezzato molto Aeromantic e spero amino anche Aeromantic II allo stesso modo, se non di più! La setlist sarà certamente focalizzata su entrambi gli album, visto che non abbiamo potuto promuovere il primo in maniera accettabile, ma naturalmente non rinunceremo a qualche pezzo del passato. Al momento l'obiettivo è quello di tornare in tour nel 2022, speriamo che non ci siano nuovi problemi!

Barry: Speriamo davvero: ed a tal proposito ho tenuto per ultima la domanda più difficile: quale sarà la prima cosa che farai quando questa maledetta pandemia sarà finalmente conclusa?
Bjorn: Bella domanda... come saprai, in Svezia non abbiamo mai applicato un vero e proprio lockdown, quindi in questo anno e mezzo e le cose sono state relativamente normali, ma abbiamo avuto comunque molte vittime; è un equilibrio molto difficile da raggiungere! La cosa che più desidero in assoluto è provare di nuovo la sensazione che le cose siano davvero tornate alla normalità, perché ci sono stati -e ci sono ancora- momenti in cui ho temuto che la nostra vita di prima non sarebbe mai tornata; questa pandemia ha sicuramente creato un “prima” ed un “dopo”, ma spero che il “dopo” arrivi presto e sia il più possibile simile al “prima”. Voglio ricominciare a viaggiare, a suonare dal vivo, a riabbracciare le persone: gli svedesi sono più freddi rispetto agli italiani per quanto riguarda il contatto fisico, ma spero che presto torneremo tutti a riabbracciarci!

Barry: Me lo auguro davvero, purtroppo possiamo solo fare la nostra parte vaccinandoci, rispettando le regole e poi aspettare. Grazie mille per la tua gentilezza e disponibilità, speriamo davvero di rivederci il prossimo anno sotto ad un palco!
Bjorn: Grazie a te! Ci vediamo presto!



Samuele
Sabato 18 Settembre 2021, 17.26.35
7
Visto che sono stati citati gli Act of Denial, per curiosità ho ascoltato due loro singoli, “Down That Line” e “Your Dark Desires” e la loro proposta musicale non mi esalta più di tanto; dal punto di vista strumentale, i componenti della band fanno un buon lavoro, però a lasciarmi veramente perplesso sono le linee vocali e in particolare i refrain che reputo troppo melodici e votati ad una leggerezza di stampo pop.
Samuele
Martedì 14 Settembre 2021, 16.30.43
6
Li ho scoperti da poco tempo e non mi hanno fatto una buonissima impressione. In un‘altra discussione, ho espresso un giudizio molto severo su di loro, però dopo aver ascoltato altri brani (“Burn For Me”, “Golden Swansdown”, “Taurus” e “White Jeans”) devo confermare almeno in parte quanto detto in precedenza: suoni datati (poi, che la cosa sia voluta, la sostanza non cambia), musica che quando non è scialba risulta essere quantomeno giocosa e gioiosa, abbondanza di melodia (spesso un po’ ruffiana), atmosfere patinate e una certa leggerezza di fondo che aleggia sempre nei brani e che finisce per connotarli in maniera precisa, inequivocabile e per quanto mi riguarda negativa. La qualità che gli riconosco è quella di saper creare sicuramente dei brani orecchiabili e radiofonici; in particolare, ho apprezzato e rivalutato “Chardonnay Nights” perchè ha un bel groove e delle linee vocali davvero azzeccate, però l’accessibilità della loro proposta musicale, per quanto mi riguarda, non è motivo sufficiente per poter valutare il gruppo in termini positivi.
fasanez
Lunedì 13 Settembre 2021, 21.51.07
5
Bella intervista, ricca di spunti interessanti. Vedrò di recuperare "At The Movies", grazie dei consigli!
Black Me Out
Lunedì 13 Settembre 2021, 13.48.12
4
Ottimo davvero il progetto "At The Movies", l'ho seguito su YouTube e recuperato integralmente in un secondo momento, consigliato! Bellissima l'intervista di Barry a Bjorn Strid; il nuovo disco dei Night Flight Orchestra l'ho ascoltato già un po' di volte e mi piace, sebbene non mi abbia preso nello stesso modo degli ultimi tre dischi. Però rimane sempre un bel sentire e la speranza è che questa band possa continuare a sfornare dischi godibili come ha dimostrato ampiamente di saper fare.
Shock
Lunedì 13 Settembre 2021, 13.28.02
3
Bell'intervista al grande Strid. Vorrei solo sottolineare che il disco degli Act of Denial è veramente buono, e che in pandemia hanno tirato fuori anche un altro progetto, a nome At the Movies, dove Bjorn e compagni hanno rifatto, in modo eccelso, brani di colonne sonore di film anni 80'.
Mauro Paietta
Lunedì 13 Settembre 2021, 12.46.21
2
Li ho scoperti musicalmente da poco e sono stati una fantastica sorpresa! Band eccezionale!
McCallon
Lunedì 13 Settembre 2021, 11.58.53
1
Bella intervista!
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Bjorn Strid
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