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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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BLACK LABEL SOCIETY + DUST IN MIND - Alcatraz Club, Milano, 20/06/2022
27/06/2022 (788 letture)
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Finalmente, dopo quattro anni d’attesa, i Black Label Society di mr. Zakk Wylde tornano a calcare i palchi nostrani. Direttamente disceso dall’Olimpo della sei corde Wylde, unitamente al compianto Dimebag Darrell e Kerry King (non a caso tutt’e tre grandi amici), col suo inconfondibile stile contraddistinto da bending oltre ogni limite umano ed abuso degli armonici artificiali incarna il chitarrista metal per antonomasia, nonché una delle maggiori influenze del settore tanto da vantare collaborazioni con giganti quali la Gibson e la Dunlop come pure, da diversi anni, autore di una propria linea di chitarre. Ed è così che in un Alcatraz ridondante di fans festosi con indosso gli inconfondibili smanicati targati BLS si aprono le danze per un evento tanto immancabile quanto elettrizzante.
DUST IN MIND Il compito di aprire la serata spetta ai francesi Dust In Mind, capitanati dalla cantante Jennifer Gervais. Formazione a cinque, navigano in acque melodic death con qualche venatura industrial. Il palco è allestito con un set di luci essenziali ma di sicuro effetto, la batteria monta una curiosa struttura a barre laterali a mezza luna con incorporati i microfoni, altra particolarità, le due chitarre, un’Ibanez a 7 corde e una ESP Eclipse, presentano delle strisce di nastro verde acceso nel retro del manico in corrispondenza dei capotasti, probabilmente per non “perdersi” in caso di luce soffusa. Scaletta ridotta, le parti vocali sono alternate tra la cantante e il primo chitarrista in un inglese talvolta approssimativo, la proposta non è particolarmente originale e se si considera che uno dei termini di paragone per quanto riguardo il moderno cantato femminile è la divina Alissa White-Gluz e che dalle nostre parti vantiamo band di ben altro spessore (Lacuna Coil tra gli altri) il confronto risulta impietoso. Si può senz’altro affrancare come show senza infamia e senza lode utile per “riscaldarsi” in attesa dell’evento principale.
BLACK LABEL SOCIETY Durante la pausa, come da manuale, viene issato di fronte alla platea il gigantesco stendardo marchiato Black Label Society in attesa che venga montato il palco. Ancora prima inizi lo show, dagli angoli laterali si riesce a intravedere il sontuoso “muro” di casse targate “Wylde” e scrutare il setup di Dario Lorina, secondo chitarrista, composto sostanzialmente da pedali Zakk Wylde signature (Rotovibe, Wah, ecc.). Con un po’ di ritardo, alle 21:20 calano le luci e da prassi parte il mitico medley Whole Lotta Sabbath (Whole Lotta Love dei Led Zeppelin + War Pigs dei Black Sabbath ndr), a seguire l’intro di Bleed for Me al cui termine cala il sipario e si dà inizio alle danze! La tradizione continua e Zakk si presenta in kilt (l’idea gli nacque per gioco a Seattle passando di fronte a un negozio di kilts scozzesi) e l’asta del microfono adornata con teschi e il Crocefisso. I suoni delle chitarre inizialmente leggermente impastati vengono presto sistemati dando il doveroso risalto alle due asce, mentre la grancassa risulta micidialmente prossima a un rombo di tuono con sferzate che arrivano direttamente allo stomaco. La scaletta comprenderà i primi tre brani dall’ultimo Doom Crew Inc. oltre i grandi classici della band. Prima nota, durante l’esecuzione del terzo brano Zakk stava scivolando nel salire la pedana, fortunatamente non c’è stato alcun epilogo ma l’episodio riporta alla memoria l’analogo occorso il mese scorso a Piero Pelù, più o meno nello stesso punto: che si celi un fantasma che non ama il rock all’interno dell’Alcatraz? Durante lo show, portato avanti con la consueta energia e professionalità, i due chitarristi hanno fatto sfoggio di un vasto arsenale di chitarre Wylde Audio, il citato brand di Zakk Wylde e si sono esibiti in diversi duetti e solismi di altissimo livello tecnico. Dario Lorina, in particolare, continua a sorprendere per perizia e pulizia d’esecuzione. A metà concerto Wylde prende posto al pianoforte e intona due pezzi, Spoke in the Wheel, presentata come uno dei primi brani scritti dal gruppo e l’eterna In This River che sale sempre diritta al cuore. Purtroppo, unica consuetudine disattesa per ragioni istintivamente comprensibili, la “vasca” a cavalcioni in mezzo al pubblico, che avrebbe definitivamente sancito il ritorno all’agognata normalità, la cui assenza non ha comunquw inficiato l’ennesima prova di classe del granitico Zakk Wylde e dei suoi Black Label Society. Il concerto si chiude sulle note di Suicide Messiah, che ha visto un tripudio del pubblico e Stillborn, pezzo a suo tempo registrato col Boss, come amorevolmente lo chiama Wylde, Ozzy Osbourne e già non vediamo l’ora di rivedere i due l’anno prossimo in quel di Bologna!
SETLIST BLACK LABEL SOCIETY 1. Bleed for Me 2. Demise of Sanity 3. Destroy & Conquer 4. Heart of Darkness 5. A Love Unreal 6. You Made Me Want to Live 7. The Blessed Hellride 8. Spoke in the Wheel 9. In This River 10. Trampled Down Below 11. Set You Free 12. Fire It Up 13. Suicide Messiah 14. Stillborn
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