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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Pestilence - Malleus Maleficarum
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07/11/2015
( 5337 letture )
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E mi ritrovo a dover maneggiare un album delicato, dal difficile approccio. Un lavoro che inevitabilmente dividerà gli ascoltatori in due categorie: il NO senza alcuna speranza di ripresa e il SÌ senza possibilità di replica. Si tratta di Malleus Maleficarum, debut album dei Pestilence, classe 1988. In quegli anni il death metal era da poco uscito dalla sua fase embrionale e iniziava a divulgarsi, incerto, in tutta la scena metal. In più: i Pestilence non venivano certo dagli Stati Uniti, dove forse avrebbero avuto vita più facile per affermarsi in campo death. L'Olanda di 28 anni fa era completamente digiuna e asciutta di death metal. Ed ecco che quattro ragazzi ventenni si mettono insieme e scaricano la propria rabbia nei confronti della società in un disco furente e collerico, Malleus Maleficarum, appunto. È un album primitivo, ruvido. Inutile girarci intorno: l'argomento principale di questo lavoro è il thrash. Spigoloso, sporco, crudo thrash metal. Le influenze sono chiare: Slayer, Kreator. Derivazioni gestite con creatività e un buon senso di personalizzazione delle liriche. L'atmosfera inquietante, i toni violenti e insani, l'aria cupa e oscura, l'ambiente glaciale reso dalle parti melodiche, i cambiamenti dalla spietatezza all'angoscia fanno di quest'album un lavoro coinvolgente, soffocante, godibile. I ritmi sono mantenuti alti, l'attaccamento alle radici grezze del thrash viene espresso con un'asprezza inarrestabile. La tecnica esecutiva è al suo decollo, il senso di musicalità è assoluto, il che non fa che sottolineare la maturità artistica di questo gruppo al proprio esordio. Ma chi confeziona questo lavoro così scarno e pungente sono i Pestilence, gruppo emblema del mutamento e dell'evoluzione musicale, una tra le band più originali e dinamiche della scena metal: li conosciamo infatti per il loro technical death, per le loro sperimentazioni, non certo per la buona prova thrash che invece ci danno in Malleus Maleficarum. Per questo in apertura recensione ho detto che è difficile recensire questo loro debutto: il confronto con i lavori successivi è inevitabile, quindi mi chiedo: valutarlo come prodotto a se stante (come ho appena fatto) o come confronto con quello che verrà dopo (come vado a fare)? Lo stesso Consuming Impulse, seguente l'anno successivo, sembra quasi suonato da un'altra band: non ci sono due album che suonano allo stesso modo. Inutile negarlo: rispetto ai futuri lavori, Malleus Maleficarum non tocca gli stessi livelli qualitativi e creativi, parliamo comunque di un esordio ben fatto e molto efficace; confrontandolo, ha un po' l'odore del collaudo, ma se questo primo test è servito a generare mostri sacri del death come nei tre album successivi allora ben venga la gavetta. È un peccato che la grandezza dei tre seguenti rilasci degli stessi Pestilence abbia quasi del tutto sepolto questo lavoro che pur non ha nulla da temere rispetto all'esordio di molti altri gruppi di quella decade: quest'album è il principio di una delle più grandi death metal band. Nello specifico: in questo prodotto troviamo una chitarra fitta, i riff sono compatti, lineari. Niente di aggrovigliato, bensì un sound uniforme, dei pattern orecchiabili e accattivanti. Eppure gli assoli dissonanti e frenetici (che mai cadono nel noioso, nell'inutile, né tanto meno nel riempitivo), dalle velocità sostenute, creano un rogo insanabile di follia. Il basso è usato con padronanza, destrezza. In questo album si esibisce in modo più che soddisfacente (sebbene sia un po' sottotono nel mix), si palesa senza indugi e risulta influente e autorevole nella sezione ritmica. Anche la batteria sostiene una buona struttura. Nessun blast-beat come ci si potrebbe aspettare in un rilascio death, ma d'altra parte questo non è affatto un rilascio death. I tamburi suonano diretti, semplici, rudimentali. 28 anni fa doveva essere sembrata anche un'esecuzione grandiosa, ad oggi invece incarna perfettamente lo stile e il sound old-school. Martin propone un vocalism rauco e acidulo, il telaio gutturale è primordiale, caustico, corrosivo, adatto al genere thrash e senza le profondità magmatiche del classico death growl. La produzione: beh, non vorrei liquidare il tutto con uno sbrigativo "la produzione è quella tipica di fine anni'80 / inizi anni '90", eppure così è: gli arrangiamenti sono scuri e grezzi, gli angoli sporchi (e ben vengano), l'audio un po' basso. Non poteva essere diversamente e di certo un montaggio sterile e chirurgico avrebbe snaturato il livore di questo album. Tutti gli strumenti sono udibili e distinguibili sebbene i contorni non siano perfettamente definiti. I brani sono suonati con consapevolezza; quello che mi affascina di questo rilascio è che valutando ad oggi quei brani composti ventotto anni fa, si percepisce senza troppe fatiche la modernità di quel sound (a tutt'oggi impiegato in brani più che attuali), la loro essenza visionaria e la loro percezione musicale di profondità nel tempo: un senso di prospettiva che pochissime band possono vantare di aver avuto. In conclusione: nonostante quest'album sia meno innovativo e qualitativamente inferiore rispetto ai successivi rilasci, è comunque parte di una discografia eccellente, che vale la pena considerare nella sua completezza. Chi non ha mai avuto a che fare con Malleus Maleficarum, se si calasse nel 1988, difficilmente riuscirebbe a credere che quello che si sta ascoltando è un primo rilascio, un debutto: la maturità compositiva sottolinea infatti una coscienza piena, raramente ascrivibile a 4 ragazzi ventenni alla loro prima uscita. Quindi: paragonato ai successivi tre album, non posso che rimanere limitata a 70. Ma penso che sia più onesto giudicarlo distintamente.
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22
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Capolavoro influenzato dai Dark Angel e dai Kreator. Voto 90 |
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20
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Anche per me voto un po' basso |
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19
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Rispolverato stasera questo gioiello. Disco sicuramente con molte influenze thrashy, in special modo europee (tedesche sì… per me anche italiane), ma la matrice dello stile del gruppo già si può avvertire in molti passaggi. Già il primo riff di Antropomorphia per esempio è tipicamente Pestilence. Concordo con il fatto che gli album successivi siano superiori, ma ciò non sminuisce il valore di questo album, che rimane comunque un grandissimo debut. Voto 87 |
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18
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disco molto interessante.....a distanza di tanti anni non ha perso il suo fascino.....lo ascolto spesso .....certo dopo arriveranno i dischi piu' innovativi e rivoluzionari....ma questo lp e' un piccolo gioiello di thrash-death anni 80! |
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17
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A me piacciono piu' testimony e spheres! |
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16
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Disco bellissimo..il mio preferito dei Pestilenze, Parricide, Extreme Unction, Antropomorphia..da collasso.. |
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15
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Piu che death metal questo album e più thrash.. gli altri si possono definire death.
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14
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Io lo considero un capolavoro. Vero che gli album dopo son suonati tecnicamente meglio, più vari e meglio prodotti ma considerando l'età media del gruppo e l'anno in cui è uscito, sarebbe stato impossibile fare meglio di cosi. 90 ci sta tutto |
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13
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OT : qualcuno si vuole disfare del cd? |
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12
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Sono d'accordo con il recensore. DeathThrash brutale e veloce. Ma ben eseguito. I ragazzi ci sapevano fare. Qui il Van Drunen, vocalmente diverso rispetto a come successivamente lo avremmo conosciuto, è molto più vicino ad un Tom Araya o ad un Don Doty con la raucedine. Ma più incazzato. Darei un 75. |
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11
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Bellissimo davvero..questo è il Metal, altro che pappe molli..!! |
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10
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Album superlativo Fantastico |
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9
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Si lo so, la parola devastante è abusata in questo sito! Album da capogiro 95. |
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8
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...tanto per cambiare un album devastante |
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7
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Mi perdoni il recensore, ma 76 è un voto osceno. Questa è storia del death metal, album da 90 se non di più. Bellissimo e devastante. |
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6
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Nel 1988 se usciva un disco estremo io finivo per comprarlo o averlo mediante intensa e chirurgica attività di tape trading... Conservo ancora decine e decine di musicassette che non ascolto più da lustri ormai, ma che ricordi. Malleus Maleficarum invece arrivo in vinile, assieme a Blood Fire Death dei Bathory. Restai deluso da entrambi i dischi, di cui a breve mi sbarazzai rifilandoli ad un imberbe ascoltatore. Errori di gioventù, anche se solo in parte, però emendati dal tempo e da altri ascolti. Sto infatti ancora cercando di recuperare il vinile di questo debutto, acerbo se paragonato a quanto faranno poi i Pestilence, ma degno di essere rivalutato ed apprezzato. Questo è soprattutto thrash secondo me, perfettamente coerente con le uscite estreme del periodo, sebbene qualche concessione, più a livello embrionale che in forma compiuta, al death prossimo venturo si scorga tra i solchi. Preferisco sicuramente il successivo (quello è death, sicuramente), per non parlare di Testimony of The Ancients, ma i Pestilence fino a Spheres non hanno sbagliato nulla. La Reunion invece è altra storia, purtroppo... |
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5
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A gusto personale lo metto sullo stesso piano di Consuming, grande debut e disco che da me si prende almeno un 85, per dirla in numeri. |
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4
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Disco putridissimo. Per i miei gusti da zozzone di prima categoria è secondo solo a Consuming nella loro discografia. |
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3
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88 a questo 90 a Consuming 95 a Testimony e 100 a Spheres |
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2
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1988...ragazzi, fidatevi che di roba così non se ne sente da un bel po'... Qua c'è un pezzo di storia, ma storia davvero e bisogna ovviamente dare un giusto tributo a questo immenso gruppo, voto recensione ingiusto, questo è minimo da 90 per me. |
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1
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Non definirei questo disco come Thrash, siamo agli albori del death metal, ma sinceramente nel calderone thrash non ce lo sento proprio. Certo le influenze Kreator e Slayer si sentono ma c'è anche molto death style e la produzione e l'approccio fanno il resto. Non mi sembra nemmeno un lavoro che divida cosi in maniera netta gli ascoltatori. Penso sia un disco dal tipico sound old school che oggigiorno risulta anche molto facilone e divertente. Sul voto sono d'accordo, visto i seguenti super dischi. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Malleus Maleficarum / Antropomorphia 2. Parricide 3. Subordinated to the Domination 4. Extreme Unction 5. Commandements 6. Chemo Theraphy 7. Bacterial Surgery 8. Deify Thy Master 9. Cycle of Existence 10. Systematic Instruction
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Line Up
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Martin Van Drunen (Voce, Basso) Patrick Mameli (Chitarra) Patrick Uterwijk (Chitarra) Marco Foddis (Batteria)
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RECENSIONI |
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