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Quando ascoltai la prima volta Spheres avevo 15 anni; era il 1997, 4 anni dopo la sua uscita. Fu il quarto ed ultimo full-length prima dello scioglimento del combo olandese avvenuto un anno dopo, nel 1994 (si riformeranno 14 anni dopo nel 2008, pubblicando nel 2009 Resurrection Macabre). Ad essere onesta, allora mi sembrò una misera porcheria e mi sentii quasi offesa nei confronti dei Pestilence, rei di avere insozzato il buon nome del death. Che vuoi farci? Ero in preda alla più ubriacante esaltazione metal, più l’effetto era lercio e al limite più ti faceva sentire imbattibile e intoccabile. La maturità di quei 15 anni all'insegna del "se è marcio è vero metal se no è per ragazzini" certo non mi fece godere di un prodotto così diverso. Diverso rispetto alle loro precedenti fatiche, diverso rispetto a tutta la scena death di quei fertili anni '90, diverso nel suo interno e nella sua struttura. Vero è anche che i Pestilence hanno sempre avuto una matrice evolutiva nella creazione dei loro lavori, senza mai peccare di ristagno e staticità compositiva. Ma, francamente, mai mi sarei aspettata un rilascio così estremistico. Incomprensibile per l'apertura mentale (che rasentava la cruna dell'ago) di una metallina in erba.
Nel corso degli anni ho avuto modo di sentirlo e risentirlo e ogni ascolto mi aiutava a rivalutarlo - forse - con la giusta chiave di lettura. Quest'album ha letteralmente sconvolto il mondo della musica metal di quella decade così prolifera. Il motivo è presto detto: ci si trova di fronte a un montaggio death, fusion, jazz e prog. Si sale a bordo di un vascello che naviga l'onirico, l’universo interiore, lo sci-fi, lo psichedelico. Un tentativo ardito e affascinante di estendere i confini del metal in una fase delicata e in costante crescita, non ancora pronta a percezioni avveniristiche di così enorme caratura. Questo loro nuovo - e permettetemi elegante - death-jazz inizia finalmente a svincolare quell'idea malsana, deleteria e torbida che si aveva di chi, come noi, chiodo e anfibi, girava noncurante per la città. È musica aliena, troppo sperimentale e audace per i fan del vecchio stampo. Questo non è un "disco che ho ascoltato": l'innovazione, l'atmosfera, la potenza immaginativa e un'esecuzione ineccepibile ti portano inesorabilmente a dire "questa è un'esperienza musicale che ho vissuto". È un edificio complesso, vertiginoso, governato da infinite lamelle di svariate forme e colori. Una costruzione che getta quella che sarà l'architettura musicale dei vent’anni a venire. Un carisma che purtroppo non può essere arginato in una recensione, una tempra distintiva che va oltre le semplici parole di una disamina: questo è Spheres, è lo sganciarsi dalle tendenze del momento, come una navicella lanciata nello spazio, è l'essere assorbiti da sensazioni inaspettate che fanno pugno nello stomaco e ti rapiscono via.
Come viene diretto tutto questo? Con l'uso di synth guitar (o midi guitar) e di basso a sei corde. Nessuna tastiera. Il tono della ritmica è tetro e caotico, i sintetizzatori sono usati con cura e buon mestiere. Tutto si gioca su una tecnica straordinaria che compone riff metal jazz-fusion oscuri e lugubri; il senso di inquietudine inghiotte ogni pensiero. Gli inserti prog si incastrano scorrevoli nelle linee death, il flusso dei brani scivola scaricando vibrazioni che sembrano venute da galassie ignote. Il basso è eccelso, grandioso (e se mi si conosce almeno un minimo si sa, sono piuttosto avara di aggettivi alla superlativa maniera): ridimensionando un attimo il mio entusiasmo, la presenza del basso è preponderante, pur lasciando da parte il protagonismo delle chitarre. Il risultato è pulito e compatto; l'indole jazz-fusion descritta non è macchinosa, artificiosa o costruita; anzi, è il naturale carattere di quel basso slither fretless, una predisposizione pertinente e centrata. Il gioco di gambe di Foddis erige una partizione drummin' inattaccabile, enigmatica: i piatti sono condotti con energia espressiva inattesa, l'aura creata è psicotica, magnetica. Vedi, se mi fermo un attimo a riflettere, tutto è nel giusto ordine. Mameli canta con un timbro strozzato e gutturale, il suo vocalism rimane alto e ben definito, distinguibile e mai cavernoso. È suggestivo, è acido muriatico, non ha inflessioni, non ha cedimenti. Impeccabile e, come tutto il resto, perfettamente amalgamato. L’assemblaggio non toglie intensità e personalità alle composizioni, è una produzione equilibrata perché pur sottolineando l'insania paranoica delle liriche, non perde comunque la sporcizia tipica del death anni '90. Le liriche, appunto. Mind Reflections, apertura del sipario, valorizza una sezione chitarristica possente; Multiple Beings sfoggia un basso delirante; The Level of Perception ti domina con delle rullate aspre e pungenti; Aurian Eyes, Voice from Within e Phileas sono gli intermezzi di synth guitar, evocativi e coinvolgenti. Soul Search è disumana e pregnante; Personal Energy è introspettiva e viscerale; Spheres, la title track, è un intrico di suoni malevoli ed acri; Changin Perspectives è un intreccio agonizzante di sonorità provenienti da un’altra dimensione; Demise of Time chiude questa release incredibile risucchiandoti in un mood catastrofico e ipnotico, simmetrie fobiche, riffature squilibrate. Il baratro verso un mondo ancora troppo lontano, troppo impenetrabile, proibito e precluso, una deformità inaccettabile per l'epoca.
Un album breve, poco più di mezz'ora, che segna la precoce e disastrosa fine dei Pestilence. Un lavoro mostruoso, aggressivo, la cui violenza non è fisica ma emotiva, che ti soffoca e ti intrappola: spirito, sentimento, emozionalità sono forse le intenzioni futuristiche di un rilascio death che per origini (e antonomasia) dovrebbe rappresentare tutto fuorché delle sfaccettature tanto claustrofobiche quanto intimiste e riflessive. E le senti tutte sulla pelle. Negli anni '90 è stata un'uscita traumatica e scioccante per i fan e per l’intero mondo death, oggi non resta che una pietra angolare, rivoluzionaria, allucinata, visionaria e fortemente profetica.
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VOTO LETTORI
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79.71 su 578 voti [
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Io ascoltavo metal e m\'innamorai subito di questi album, soprattutto di Spheres. Il migliore della band per me. Stessa cosa per gli Atheist. E comunque tra la gente che frequentavo erano album che apprezzavano tutti. Sta storia della rivalutazione per me è una cagata pazzesca. Inoltre visto che gli album hanno venduto col tempo significa che il loro valore artistico è un dato di fatto. |
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Penso che Saagh intenda dire, rivalutati da chi ascolta Metal.. Le Riviste specializzate, all\'epoca, avevano (iper)esaltato questi Album che inserivano parti Giaaass e dintorni al loro interno.. |
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Su Flash prese un bel 95 su 100 questo disco. E la stessa sorte tocco a focus. Quindi nessuna rivalutazione. La critica capi subito che si trattava di capolavori. |
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\"Rivalutati\" sino ad un certo punto. Spheres fu Top album su Metal Shock e Focus si prese da subito il massimo dei voti sul medesimo giornale. |
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A me sti album rivalutati come capolavori assoluti col sennò di poi (vedi Cynic) risultano di una noia mortale. Ma davvero che più noiosi non si può. De gustibus |
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Recensione onesta.
Io lo comprai all\'epoca della sua uscita ed avevo 23 anni, feci fatica anche io ad ascoltarlo i primi tempi.
un 80 ci sta tutto ad oggi. |
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Concordo a grandi linee con il Commento 29... |
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Nel momento in cui avrebbero potuto godere di una audience più recettiva verso suoni "altri", hanno infilato solo dischi mediocri...una riunione sprecata. |
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...fino a spheres la loro evoluzione e' stata impeccabile...poi .......lasciamo perdere..... |
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Si fossero fermati qui avremmo avuto una delle band europee più incisive del panorama death. E invece no. Hanno dovuto fare la stupidaggine di riunirsi sfornando un cd più mediocre dell'altro. Neanche paiono lo stesso gurppo se confrontati ai primi 4 cd. Changing Perspectives vale da sola gli ultimi tre album. Almeno Resurrection ha Devouring Frenzy, che è devastante. Ma il resto banalità cosmica. |
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Death, fusion, progressive, un viaggio alla scoperta di uno spazio oscuro, lontano in grado di affascinare l'ascoltatore. Un capolavoro. Voto 95 |
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Mi ricordo che acquistai questo "Spheres" in cassetta consigliato da un negoziante.....Musica che mi colpì per la sua originalità e per i suoni pieni di angoscia,un cazzotto nello stomaco,almeno per i tempi.Mi sembra che band odierne di prog metal d'avanguardia tipo The Contortionist o Tesseract vi abbiano pescato a piene mani(ma può darsi che mi sbagli....). |
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Acquistato questa mattina appena posso lo ascolto |
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Capolavoro!!!!!! Questo e Consumin Impulse sono i miei preferito.X Me scorre via bene,non lo trovo x nulla ostico.Ritengo molto più ostico Elements.... |
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album oserei dire di stampo King Crimsoniano in certi momenti. sia come sia grande album, grande prova. ebbe il merito, in un modo o nell'altro, di avermi shockato e già solo per questo ha tutta la mia stima, ora come allora. |
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L'album della svolta Death fusion.grande album! |
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che disco! breve ma intenso.....quando usci' mi colpi' molto....mai sentito nulla di simile....un'esperienza unica...una musica che superava di gran lunga i concetti di musica estrema....un capolavoro assoluto....100.... |
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l'ho sentito nel 93, avevo 19 anni... all epoca non mi piacque ma dopo qualche anno... capolavoro. voto 100 |
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disco che non ho mai digerito..troppo troppo "oltre"...con il tempo non l'ho rivalutato...testimony of the ancient...era perfetto..bilanciato death/tecnica/melodia...soli bellissimi..growl perfetto! |
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Mah è la stessa storia dei cynic... secondo me questi album sono stati rivalutati perché dopo da allora è uscita molta porcheria e allora quello che si snobbava è diventato bello tutto qui |
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Ai tempi fu considerato un eresia da molti. Son contento che adesso venga visto per quello che è davvero e cioè album pazzesco, con melodie e ritmiche varie e mai fuori posto, anche se non capisco se adesso molti lo apprezzano perchè va di moda apprezzarlo mentre una volta andava di moda odiare chiunque uscisse dagli schemi classici, o perchè molti han capito il vero valore di sto album |
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Io che del gruppo non ero un fan della prima ora, lo adorai all'epoca della sua uscita. Troppo strano, pazzo, nuovo per l'epoca. Poi uscirono i Cynic ed allora anche il resto del mondo capì. L'ho ricomperato di recente su cd. Non potevo non averlo. 80 |
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Hehe per quelli aspetta e spera (saffochescion 4Eveer!!1!!1)! Piuttosto prossimo passo: Gorguts, quello sì! |
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Sono troppo contenta che tu abbia preso l'album! E' assurdo, vero?! Prima o poi arrivera' a piacerti, ne sono certa! E prossimo step: cannibal!!!! |
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Ira sono redento! I cannibal continuo a non averli visti, ma questo disco l'ho preso! ...Assurdo, non ci ho ancora capito niente, ha bisogno di mooolti ascolti! |
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Un disco che è avanti a tutti anche oggi, magari nessuno arriverà mai a capire cosa sta dietro a canzoni come aurian eyes, visionario. |
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Il mio disco preferito dei Pestilence. Un capolavoro death Metal alla pari dei migliori dischi dei Death. |
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un disco che e' avanti anche oggi . 90 |
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Per me rimane un capolavoro, con gli anni mi ci sono affezionato sempre di più... non ho mai capito le critiche mosse da tanti, probabilmente furono causate dallo shock di trovarsi fra le mani un disco totalmente difforme dalle loro aspettative. |
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Vera pietra miliare del technical death-fusion solo gli Atheist sono stati in grado di fare meglio, disco spettacolare e ottima rece... quoto il vichingo per il voto dei lettori! Ma se questo è un disco da media di 38 voi che cazzo ascoltate!? Voto 92...ma metto il massimo per alzare quel voto obrobrioso! |
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Disco che va' semplicemente oltre. Personalmente lo definirei semplicemente Prog,visto che di Death non c'è neanche ombra,a parte la voce e le accelerazioni di Foddis (Batterista e paroliere troppo spesso dimenticato). Il massimo dei voti. |
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Semplicemente un classico. Indecente il voto lettori, andate ad ascoltare i Linea 77. |
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Ne riconosco l'importanza storica e avanguardistica, ma no, non sono mai riuscito a digerirlo del tutto, sicuramente anche la mia allergia a jazz e fusion pregiudica non di poco il valore che gli attribuisco...troppo storto, non riesce a lasciarmi emozioni di nessun tipo. Per me il vero capolavoro è il precedente seguito a ruota da consuming! |
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Album veramente valido e il voto ci sta tutto. Come si sente l'influenza di una grande band come gli Atheist. I Pestilence furono veramente molto bravi nella loro spontanea evoluzione, dal Thrash serrato del mitico Malleus Maleficarum alla discesa nei catacombali e storici pezzi di Consuming Impulse. Poi un grande album come Testimony of the Ancients fino ad arrivare a questo ottimo Spheres. Mandare avanti una band mantenendo un proprio percorso ma senza fare l'errore di ripeterti conferendo freschezza compositiva ai tuoi album è una cosa molto difficile. Bands come Judas Priest e Slayer sono roba di un'altro pianeta perchè rilasciare così tante release cazzute, ma talmente cazzute da far storia è una cosa che mi lascia totalmente annichilito. Anche per bands come Death, Morbid Angel, Suffocation e Immolation che non hanno fatto altro che demolire la concorrenza. Per i Morbid Angel almeno personalmente intendo fino al grande FFTTF. Grandi Pestilence, altra band importantissima per chi ama nella sua storica profondità il Metal, specialmente quello estremo. 90 anche per il sottoscritto |
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@Delirious: eh allora non ci siamo. non vieni ai cannibal, non hai spheres... stai complottando contro di me??!!  |
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Bello, ma non essendo un gran fan del prog death quoto Lambru e anch'io preferisco i primi tre. Comunque sia, un pilastro del genere, anche se Elements e Focus mi piacciono di più. |
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Ok mi dichiaro colpevole: ancora non ce l'ho. Me lo procurerò a breve, intanto bella recensione! |
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Avevo preso il disco e poi lo rivenduto e ancora oggi non mi convince |
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Un album praticamente perfetto |
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Assolutamente da avere.Ricordo che all'epoca non mi prese subito abituato alle mazzate dei primi 3 lavori.Ma dopo averlo ascoltato e ascoltato e riascoltato,ti rendi conto di quante idee aveva questo combo e di quanto avanti erano rispetto al periodo di uscita. Un disco uscito in un contesto troppo pesante per essere accettato dall'intero movimento death.GENIALI. |
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mantengo con estrema cura ancora la mia copia in vinile (nn avevo ancora il lettore cd) comprato appena uscito questo capolavoro! |
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Ho capito, allora è questo disco che tutti voi ritenete "l'inno di Mameli" eh? Comunque preferisco da sempre i primi 3, non cambio idea. |
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Disco strano, assurdo e straniante. Troppo avanti per l'epoca, personalmente gli preferisco il precedente ma è impossibile non notare la classe e la qualità di questo disco. |
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Capolavoro assoluto dei Pestilence |
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ottimo disco!!voto 95!! |
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lo comprai una decina di anni fà puramente a caso, nemmeno sapevo chi erano, mi piaceva la cover... da quel momento molti miei dischi hanno avuto una brutta fine, venduti perchè non degni!! geniale, unico! |
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1
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Disco incredibile, basterebbero solo le prime 3 tracce! |
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