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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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21/03/2018
( 4884 letture )
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Sarà scontato dirlo, ma probabilmente Hadeon, l’ultimo arrivato in casa Pestilence, era uno degli album più attesi del 2018. Certo il rientro di Patrick Mameli in piena attività con la sua storica band, non ha partorito risultati particolarmente esaltanti, con album decisamente sotto le aspettative nel post reunion (Obsideo è probabilmente l’ album peggiore degli olandesi), anche se c’è da dirlo, raggiungere livelli qualitativi anche solo vicini a Spheres o Testimony of The Ancients era davvero difficile, se non impossibile. Per questo motivo credo che il nuovo disco vada considerato come un lavoro a sé stante, e non paragonato con l’illustre passato (anche perché rischierebbe sul serio di uscirne con le ossa rotte, in un ipotetico confronto) considerando che dai suddetti, seminali lavori sono passati più di due decenni. In altre parole, almeno per il sottoscritto, le aspettative su questo platter erano tutt’altro che alte o per lo meno decisamente ridimensionate.
Cosa rimane dunque ad un ascolto attento di questo nuovo lavoro targato Pestilence? Sulla carta una quarantina di minuti sparatissimi e compatti di death metal tanto tecnico quanto debitore alla vecchia scuola, in un ideale punto d’incontro tra la violenza di Malleus Maleficarum e Consuming Impulse e la tecnica delle ultime uscite, senza però le atmosfere dei lavori più sperimentali antecedenti lo split. Ecco quindi che la tripletta iniziale composta da Unholy Transcript (una semplice intro dal sapore orientaleggiante), Non Physical Existent, Multi Dimensional colpisce senza manco essersene accorti nel loro susseguirsi implacabile, maggiormente debitore dei primi lavori del combo olandese. Bisogna aspettare la parte centrale del platter e, per una maggiore ricerca in termini di songwriting, con spazio a partiture più ragionate e complesse, connotate da molteplici cambi di riff, dissonanze e assoli ispirati. In generale, la sezione ritmica è chirurgica e senza sbavature: la batteria suona pattern tritasassi, come ci si aspetta dalla tradizione death, il basso è lineare e -se escludiamo la breve strumentale Subvisions- le linee delle quattro corde si limitano al mero accompagnamento. Patrick Mameli si esprime col solito growl al bitume inconfondibile e mortifero, alternandosi tra linee vocali a tratti piuttosto catchy e un riffing decisamente più ispirato rispetto gli ultimi dischi. Brani come Materialization, Astral Projection o Discarnate Entity rendono bene l’idea, condensando in pochi minuti un songwriting sia furioso nei suoni e nella foga, quanto tutt’altro lineare se preso nei singoli passaggi strumentali. Da Manifestation in poi ci avviciniamo alla fine del disco. Si susseguono una serie di pezzi che nulla aggiungono e nulla tolgono al lavoro, qualitativamente ben suonati ed arrangiati che risultano troppo omogenei e un po’ prevedibili all’orecchio più scafato, perdendo d’efficacia.
Ricapitolando, i Pestilence ritornano con un disco suonato ovviamente con grande perizia tecnica, ferocia e tiro. Se è rassicurante constatare che Mameli e soci siano riusciti a confezionare un disco così potente, dall’altro lato bisogna però rimarcare come i nostri siano diventati più prevedibili, sacrificando le atmosfere stralunate della doppietta Testimony Of The Ancients / Spheres, assomigliando sempre di più ad una generica death metal band di ultima generazione. In altre parole non è un disco da bocciare in toto, ci mancherebbe, ma che lascia ancora un po’ di amaro in bocca per via di manifeste potenzialità non ancora espresse nel nuovo corso. Tuttavia, il passo in avanti rispetto al piattume degli ultimi album è evidente e lascia ben sperare per il futuro, in attesa di livelli d’ispirazione totalmente convincenti.
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24
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Preso da poco e che dire : se questo disco è brutto allora alzo le mani..... i dischi brutti stanno altrove. Non un capolavoro ma ci sono idee, è suonato bene e scorre piacevolmente..... per me un 75 abbondante se lo merita assolutamente |
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23
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Lisa Black sono contento che ti piaccia l\' ultimo dei Morbid Angel anche se secondo me potevano snellire un pò certe canzoni che sono delle mattonate tremende,
Ad ogni modo Kingdom disdained è un\' album valido che secondo me è fortemente penalizzato da una produzione pastosa che vanifica in parte il gran lavoro fatto da Trey alle chitarre.
Ma i primi ascolti mi hanno esaltato e ogni tanto lo rimetto su volentieri per svegliare i vicini ahah |
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21
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Un buon disco con un’eccellente produzione ed eccellenti musicisti, unica pecca una certa ripetitivita’ delle strutture |
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20
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Veramente pessimo.. è forse uno dei pochi album rimasti nella mia collezione di cui vorrei liberarmi.. e pensare che in alcuni siti era stato addirittura ben recensito.... ! |
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18
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Mi piace molto, migliore senz'altro dei precedenti dischi..un bel ritorno! Dopo i Morbid Angel anche i Pestilence son resuscitati..molto,molto bene! 75. |
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17
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Uno degli album dell'anno, il migliore da Spheres. Li ho sempre apprezzati anche nei tre precedenti (Resurrection Macabre secondo me è un album della madonna a differenza di Doctrine che ho trovato molto confusionario) ma su questo album hanno ritrovato un processo di scrittura migliore, più vicino alla loro storia e si sente. Grandi |
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15
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Ascoltato sul tubo e mi sembra un buon disco.Appena mi capita a tiro lo prendo sicuramente |
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14
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Papi... punti di vista 😉 |
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@Stefano, a me sembra invece che ci sia molto di più dei primi due album rispetto a Testimony o Speres. Già solo il fatto che manchino totalmente passaggi con tastiere o meglio guitar synth ne è una dimostrazione oltre che propio l'atmosfera stralunata dei pezzi. Qua c'è forse qualche sottile richiamo, ma per buona parte del disco le influenze principali le si trovano in Consumino Impulse e le ultime cose uscite negli anni 2000 |
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12
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Mi chiedo... ma il recensore conosce bene testimony of ancient e Spheres? io si, sono cresciuto con questi due album e quello che mi sento di dire che nelll'ultoimo album dei pestilence c'è molto di testimony of ancient ed anche un po di spheres. Critiche ed osservazioni a parte... un bell'album. |
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11
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Il loro migliore da quando si sono riformati. Un bel disco anche se sul finire viene a galla una certa noia per alcune soluzioni utilizzate, che comunque non scalfisce quello che nel complesso è un lavoro più che buono. |
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10
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ma che discone hanno partorito questo è jazz metal..Lo acquisto subito appena esce il disco.Voto alto |
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9
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Questo lo devo ancora ascoltare ma ancora mi chiedo se realmente ne abbiano sbagliato uno. In un modo o nell'altro tutto quello che hanno fatto a mio avviso si attesta tra il discreto e l'ottimo. Band sempre troppo avanti, e per questo molte volte incompresa o giudicata frettolosamente. |
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8
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Dopo i primi 4 ero estasiato, con i successivi ho fatto fatica a ritrovare le balle che sono rotolate via dopo essermi cadute. I Pestilence di adesso hanno fornito una buona prova, ampiamente sopra le aspettative |
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7
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Ottimo rientro ... 80 pieno per me!!!
P.S. Secondo me il recensore ha sbagliato il titolo del loro peggior album , altro che Obsideo ... il peggiore è Doctrine, senza ombra di dubbio!! |
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6
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Il migliore dei 2000, anche il meno brutale, a me era piaciuto anche quello prima comunque, che non ho mai capito perchè tanti lo schifano. Voto 80 |
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5
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Bel ritorno per i Pestilence. Io magari sono di parte, è una band che mi è sempre piaciuta in tutte le sue declinazioni stilistiche, ma Hadeon mi sembra superiore ai due album precedenti, su cui però a mio avviso si era dato giù abbastanza ingiustamente, e quasi "per sport" (definirli scarsi mi sembra abbastanza incomprensibile). Non è un album molto vario, da questo punto di vista le cose sono migliorabili, ma lungo tutta la scaletta siamo sempre su buoni livelli, con qualche picco come Ultra Demons o Multi Dimensional (il cui giro dissonante mi continua a ronzare in testa). Bentornati. Voto 80 |
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4
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@d.r.i. Stavolta con qualche punto in più sono arrivato 77. Ho deciso di addentrarmi nel magico mondo dei numeri diversi da 5  |
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3
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@Tatore: Qualche voto in più vuol dire 75 perchè si va di 5 in 5 |
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No, per me non ci siamo ancora. Superiore a Obsideo (e ci voleva poco), ma l'ho trovato troppo scontato. |
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1
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D'accordo con la recensione che coglie i punti salienti nel giudicare questo lavoro. Visti dal vivo qualche settimana fa e sono delle bestie!
Per me qualche punto in più sul voto finale  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Unholy Transcript 2. Non Physical Existent 3. Multi Dimensional 4. Oversoul 5. Materialization 6. Astral Projection 7. Discarnate Entity 8. Subvisions 9. Manifestations 10. Timeless 11. Ultra Demons 12. Layers Of Reality 13. Electro Magnetic
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Line Up
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Patrick Mameli (Voce, Chitarra) Calin Paraschiv (Chitarra) Tilen Hudrap (Basso) Septimiu Harsan (Batteria)
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