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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Pestilence - Testimony of the Ancients
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( 7138 letture )
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Siamo nel 1991, una nuova "corrente" sta iniziando a prendere piede nella scena estrema, dividendosi da un genere ancora giovane ma ormai largamente apprezzato (aggettivo da prendere con le pinze). A questa nascita contribuiscono in molti, la maggior parte di essi portano nomi adesso rinomati: Cynic, Death, Atheist. Una di queste realtà non sembra ancora totalmente sicura della scelta da intraprendere ma, forte di un rilevante cambiamento nella line-up, decide di staccare con il passato e muovere verso nuovi orizzonti, dapprima con un passo più piccolo, successivamente stravolgendo i canoni di un genere. Il "piccolo passo" di cui ci apprestiamo a parlare è Testimony of the Ancients, terzo ed acclamato capitolo dei deathster olandesi Pestilence. Continuiamo ancora un attimo ad analizzare le condizioni che portano alla nascita di questo disco. Il gruppo, piantato in asso dal cantante e bassista Martin Van Drunen, risponde con una soluzione che appare disperata ma che si rivelerà, a suo modo, efficace: Mameli, leader e chitarrista, si fa ulteriormente carico delle vocals, dando così anche piena libertà espressiva alla svolta musicale che già da tempo pensava di intraprendere. Allo stesso tempo viene arruolato un membro del tutto nuovo: il tastierista Kent Smith (già militante nei Coroner), che con i suoi inserti influirà considerevolmente sul sound del nuovo disco e sull'evoluzione della band stessa. A completare il quadro, Tony Choy, preso in prestito ai Cynic, impugna il basso e contribuisce ad elevare il livello tecnico complessivo del gruppo. Il risultato è un lavoro che fa "da tramite", distaccandosi dai primi due capitoli, puramente death/thrash e caratterizzati da un riffing che non conosce tregua e ponendo le basi per quello Spheres che ancora oggi fa scalpore. Tutto questo senza limitarsi ad essere un album "di passaggio", ma qualificandosi come possibile punto più alto della discografia della band, grazie proprio al perfetto equilibrio tra le due componenti contrastanti: death e prog/melodic.
Il disco si compone di otto pezzi, collegati tra loro da altrettanti intermezzi che mantengono l'atmosfera costante e fanno delle sedici tracce un tutt'uno, nonostante non venga mai a mancare la varietà nelle composizioni. L'opener The Secrecies of Horror rimane abbastanza legata ad un death tradizionale e le parti di tastiera fanno quasi unicamente da supporto agli accordi delle chitarre, creando un'atmosfera quasi da symphonic black. L'intermezzo Bitterness, dalle sonorità medievali e dominato dalle note di un clavicembalo, ci accompagna dolcemente alla successiva Twisted Truth, dove viene messa in mostra la vera doppia faccia del disco, in un'alternanza tra grooveggianti mid-tempo death e assoli prog malinconici. La misteriosa e inquietante Darkening introduce alla frenetica e direttissima Lost Souls, dove nuovamente fa da padrona una componente death in stile Morbid Angel. Land of Tears, considerata da molti pezzo di punta del disco, si apre con un up-tempo fatto di riff molto tecnici per poi svilupparsi in un'ottima parte centrale, dove si susseguono accordi e contrappunti dissonanti sulle stesse scale utilizzate e rese famose dai Death, per poi tornare al riff di partenza dopo un assolo sostenuto dalle splendide atmosfere create dalle tastiere. Poco da dire vi è su Prophetic Revelations, traccia che sicuramente non spicca, a differenza delle altre, per la sua struttura elaborata, ma che tributa in pieno le origini prettamente death del gruppo, con giusto qualche inaspettato cambio di tempo e una breve sezione sostenuta da tastiere prima del finale che sfocia, tra orgasmi femminili, nell'atmosfera depravante e oscura di Impure. Testimony gioca tutto su un alternarsi di tremolo picking e stacchi dissonanti, che vengono riempiti nuovamente da un sottofondo di tastiere dal sapore vagamente "fantascientifico" ed enigmatico. Da menzionare è anche l'ennesimo ottimo lavoro svolto da Patrick Mameli e Patrick Uterwijk nel solo, breve ma intenso, di quest'ultima traccia. La quasi "voivodiana" Presence of the Dead è sicuramente una delle prove migliori del disco per l'egregio lavoro svolto da ogni strumentista: riff, parti soliste e arrangiamenti sono di assoluto pregio e la sezione ritmica è tenuta in piedi con particolare maestria dalla coppia Tony Choy/Marco Foddis. Stigmatized è una traccia in grado di fare presa fin dal primo istante: l'intro melodico e catchy attira istantaneamente l'ascoltatore, per poi farlo cadere in un vortice in cui si susseguono senza tregua sezioni di ogni tipo, da riff death aggressivi fino a melodie inaspettatamente allegre, passando per cambi di tempo repentini e assoli estasianti. Sul finale le stesse note della melodia introduttiva si ripresentano sotto l'effetto crescente di un flanger, sparendo lentamente e lasciando spazio alla strumentale In Sorrow, che chiude più che degnamente il disco con una melodia che lascia intravedere un sentimento di speranza, altro elemento sicuramente inusuale per il genere. La produzione, a cura di Scott Burns, eccelle praticamente sotto qualsiasi aspetto: la scelta dei suoni delle tastiere appare sempre azzeccata, ogni strumento è definito, udibile e perfettamente miscelato nel mix, il tutto senza rinunciare alla necessaria potenza sonora.
Testimony of the Ancients è un disco spesso sottovalutato, per la dipartita di Van Drunen o perché oscurato da nomi più grandi, anche da altri dischi dei Pestilence stessi. Tuttavia, la capacità di creare un'opera che fosse conforme all'ideale di death metal del tempo e allo stesso tempo di così grande impatto emotivo non fu a portata di molti, soprattutto in un periodo in cui il death riscontrava successo più nelle sue forme brute e ferali. Proprio per il suo doppio aspetto old school/sperimentale, penso sia consigliabile a chiunque una bella rispolverata di questo gioiello, preferibilmente anche con i suoi ottimi testi, di ispirazione lovecraftiana, alla mano.
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25
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IL Migliore.. Duraturo nel tempo.. A differenza delle effimere soluzioni Giezzistiche di Spheres.. |
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24
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Un capolavoro totale. Il disco più tecnico, raffinao e ricercato dei Pestilence, e anche il loro più maturo in assoluto, compositivamente parlando. Al loro classico death metal aggiungono soluzioni più evocative di chitarra (tramite assoli), atmosfere eteree e suggestive di tastiera per sottolineare a volte la maestosità di alcune tracce, con intermezzi degni di nota per creare un tutt\'uno in questo concept magniloquente. Pezzoni come \"The Secrecies Of Horror\", \"Twisted Truth\", \"Land Of Tears\", \"Presence Of The Dead\" (la mia preferita in assoluto), sono vertici assoluti della loro discografia. Album completato da una stupenda ed epica copertina e dalla perfetta produzione del guru Burns! |
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23
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Altra bomba della loro discografia, impreziosito dalle tematiche di H. P. Lovecraft e dal non aver patito neanche un pò la dipartita di Van Drunen. Come giustamente dice la recensione, forse sottovalutato per via dei grandi album che furono sfornati in quel periodo da realtà con nomi più altisonanti. Gli preferisco leggermente il predecessore (il mio preferito in assoluto della band) in quanto più diretto e per questioni "affettive", ma qui qualitativamente sono al top della forma. Spheres invece non l'ho mai capito appieno, pur riconoscendone l'importanza e l'indiscusso valore. Grande album, voto 88 |
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22
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Semi capolavoro Testimony..... Per me il massimo arriverà dopo.... Comunque sono d'accordo con il voto della bella recensione. Ossequi! |
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20
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...gran disco...la classe non e' acqua.... |
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19
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Capolavoro di tecnica e cattiveria, death metal che si unisce ad elementi prog e danno luce ad un album violento ma raffinato. Un pelino sotto a Spheres, Voto 94. |
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18
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Il mio preferito dei Pestilence !!! Lo preferisco anche al mitico Consuming Impulse e a Spheres (non riuscii ad apprezzare la svolta tecnica dopo un capolavoro come TOTA). Qui per me c'è perfetto equilibrio tra tecnica e cattiveria! E poi i pezzi hanno tutti un tiro pazzesco, nessuno escluso. 95 ci sta tutto. E comunque sì, un po' di Italia in questa line-up c'è: Foddis è di Sassari e Mameli pure ha origini sarde ! |
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17
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Preferisco questo,no al limite sono scozzesi discendenti degli Holocaust |
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15
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CAPOLAVORO death metal 99 |
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14
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Ci sono volti drivers ascolti,pero posso dire con certezza che quest disco é assolutamente perfetto,sotto ogni punto di vista 100 |
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12
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Ho acquistato testimony appena uscito nel 91 e ancora oggi dopo 24 anni mi esalta come non mai capolavoro assoluto |
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11
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non lo so ogni volta che ascolto rimango un po' perplesso mi piace, ha delle parti veramente geniali, specialmente a livello chitarristico, però altre sono un po' semplici a livello di struttura rispetto al resto.. magari con un sforzo in più poteva uscire un capolavoro vero e proprio e non ho mai capito il senso di alcuni intermezzi, che mi sembrano slegati dal pezzo che dovrebbero introdurre pareri personalissimi, non voto ma oltre un 75-80 non va |
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10
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Un grande disco che prepara l'ascoltatore al successivo lavorone chiamato "Spheres". Potente, melodico, groovy e prodotto da dio. Un lavoro completo sotto ogni punto di vista che lascia estasiati dal primo all'ultimo pezzo. Il 90 ci sta tutto, ottima recensione! |
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9
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capolavoro, 100. pietra miliare. |
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8
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Album stupendo, però a mio modesto parere non va oltre l'86-88 perchè ritengo i Pestilence sempre un gradino sotto rispetto a Death, Cynic e Atheist che al tempo erano superiori sotto ogni punto di vista.. |
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7
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Un disco che non ha bisogno di presentazioni un capolavoro del genere |
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6
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Lux Chaos, non è che per forza io ami la roba grezza rispetto a quella più curata, di tantissimi gruppi preferisco magari il secondo album , pochi esempi, tra i più famosi, diciamo, Sepultura, Vio-lence , Death, D.R.I., Deicide -preferisco il terzo e il quarto-, Morbid Angel, Slayer, Cannibal.... più una vagonata di gruppi sconosciuti, apprezzo tutti i loro esordi ma il meglio per me l'hanno dato dopo qualche anno... |
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5
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Quoto - inaspettatamente - lo zio Lambru, anche per spheres...immaginavo coi tuoi gusti, leggendoti da molto, che il tuo prediletto fosse consuming, un po più 'gnurant di questo  |
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4
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Anche per me il migliore, gli intermezzi ci stanno alla grande, disco che non stanca mai, massimo dei voti, di sicuro, amo anche i primi 2 -e ci mancherebbe!!!!- poi Spheres non l'ho mai digerito, non è roba per me, gli ultimi li ho ascoltati troppo poco per giudicarli, comunque a chi non li conosce, primi 3 da sparare a manetta sempre....e comunque, fidatevi dello zio Lambru.... |
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3
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Il migliore senza dubbio per me, equilibrio perfetto di stili, fantastico, meglio dei precedenti e del successivo...quelli degli ultimi anni faccio finta che non siano stati registrati Bella rece |
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2
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...grande album dei Pestilence...forse il migliore per me...contiene tanti pezzi davvero potenti e diretti...Lost souls, twisted truth e testimony...davvero bello!...di sicuro il mio Pestilence-album preferito insieme a Consuming Impulse! |
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1
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Secondo la mia questo disco è un pò troppo ripetitivo. È potente e compatto, ma manca un pò di varietà. Preferisco quelli precedenti e soprattutto il successivo spheres. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Secrecies of Horror 2. Bitterness 3. Twisted Truth 4. Darkening 5. Lost Souls 6. Blood 7. Land of Tears 8. Free Us from Temptation 9. Prophetic Revelations 10. Impure 11. Testimony 12. Soulless 13. Presence of the Dead 14. Mindwarp 15. Stigmatized 16. In Sorrow
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Line Up
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Patrick Mameli (Voce, Chitarra) Patrick Uterwijk (Chitarra) Tony Choy (Basso) Marco Foddis (Batteria)
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