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26/04/25
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MACHINE HEAD - Parla Dave McClain
28/02/2008 (3781 letture)
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Quello che mi si presenta davanti in questa occasione è un Dave McClain piuttosto rilassato, con l’aria di non aver troppo da dire a questo mondo, per via di una introversione cronica costruitasi con gli anni per fare da contrappeso al personaggio abituato a trascinarsi sul palco. Una breve discussione sull’incredibile stato di forma di una band che, tra alti e bassi, ha saputo ritrovare la propria strada proprio mentre il cammino si faceva più insidioso. Signore e Signori, Machine Head…
Sette date sold out per il Black Crusade, com’è andata?
Fantastico. Era un tour che non vedevamo l’ora di fare, con delle band di grande livello, ed è stato semplicemente grandioso.
Negli ultimi anni buona parte dei grandi nomi della scena metal mondiale si è trovata a dover faticare parecchio per rimanere a galla in mezzo a questo immenso calderone di nuove band. Si da il caso che vi consideri uno di quei grandi nomi, eppure la vostra fama è cresciuta con “The Blackening”. Come ci si sente ad essere oggetto di una così piacevole controtendenza?
Oh, è meraviglioso. Speri sempre che alla gente piaccia quello che fai e con “The Blackening” credo si sia arrivati ad un livello superiore, c’è una sorta di relazione tra i fan ed il gruppo, qualcosa a livello di chimica. Ne parlavamo qualche giorno fa: sono cose che ti fanno pensare al fatto che ci sono diverse band oggi che tra dieci anni non saranno più in giro. Il fatto che dopo tutto questo tempo siamo ancora qui, credo sia fantastico.
Credi che “The Blackening” possa avervi regalato ciò che vi serviva per essere definitivamente considerati parte di una ipotetica hall of fame della musica pesante?
Beh, credo che essere in giro da così tanto tempo sia un segno chiaro. Il fatto di aver tirato fuori a questo punto della carriera un album che molti considerano il nostro migliore, ci ha sicuramente fatto guadagnare il rispetto di molte persone.
Molte band heavy metal stanno ultimamente prendendo una direzione che porta verso un modello americano di musica per così dire “moderna”. Cos’ha ispirato la vostra decisione di puntare verso un suono più old style thrash, più metal alla vecchia maniera?
Noi suoniamo principalmente per creare musica che ci piace ascoltare, e noi ascoltiamo roba come Iron Maiden e Judas Priest. Credo sia normale che ciò che suoniamo segua quello stile. Così accade che i riff di Robb e Phil siano ispirati dalla maniera di suonare di K.K.Downing e Glenn Tipton. Questi gruppi hanno fatto la storia e credo che una delle cose più belle della musica metal oggi sia che ciò che era cool negli “eighties” è tutt’ora di grande impatto e funziona ancora molto bene.
Tralasciando il particolare della propria ispirazione musicale, credi che questo ritorno alle radici del genere possa rivelarsi una strategia vincente nel music-business?
Non credo che ci siano delle strategie vincenti. Credo che ci siano semplicemente dei periodi in cui la gente vuole ascoltare determinate cose. In un certo senso “The Blackening” è stato un successo perché abbiamo colto nel segno: in questo momento era esattamente ciò che la gente voleva, e quando l’album è uscito la reazione è stata “Wow!”.
Tra pochi giorni sarà l’anniversario della morte di Dimebag. Credi che sia già stato dimenticato?
No, non sarà mai dimenticato. Era l’immagine vivente dell’heavy metal 24 ore su 24. Una grande persona che semplicemente con il suo modo di essere ci ha ispirato molto.
Avete in progetto qualcosa di particolare per celebrare la sua memoria durante la sera dell’anniversario?
Probabilmente bere molto…
Credo l’avrebbe apprezzato…
Lo apprezzerà!
In passato i Machine Head hanno avuto qualche battibecco con Kerry King in relazione a certe sue affermazioni. Come sono i rapporti con Mr.King ora?
Sono buoni. Lui e Robb si sono chiariti e adesso la situazione è distesa. In America ci è capitato di suonare un paio di show insieme, quindi direi che tutto è tornato a posto.
E’ difficile rimanere un fan nonostante tutto il vostro successo? Hai qualche idolo?
Sono davvero all’incirca gli stessi che avevo quando ero un ragazzino. Sono quei musicisti che ammiravo quando ho iniziato a suonare, e che rimangono tutt’ora alcuni tra i miei musicisti preferiti, come Neil Peart dei Rush o Tommy Aldridge.
Come sono i vostri rapporti con il pubblico italiano?
Direi buoni. Abbiamo sempre fatto dei grandi show da queste parti, e la folla è sempre stata di grande supporto.
Per quanto riguarda il futuro, state iniziando a pensare al prossimo album?
No. Per ora rimarremo concentrati sui tour, non c’è nulla di programmato per il prossimo album.
Bene Dave, ti ringrazio per il tempo concessomi e ci vediamo presto.
Grazie, ci vediamo.
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6
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@silvereagle: metalcore????????? |
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5
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un buon gruppo veramente...metalcore a manetta,grinta e potenza,mi piacciono...ver.amente bravi |
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4
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con gli Slayer sono i migliori in circolazione!!! |
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1
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Non li venero, ma il concerto a Roma è stato sicuramente di buon livello (certo, ho preferito i Motorhead e i Maiden dopo ). Comunque si meritano di tirarsela un po' per il successo appena avuto! Ah un altro fan di Neil Peart, *___* |
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