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Machine Head - Supercharger
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Partiamo da un presupposto fondamentale: non sta scritto da nessuna parte che una band dedita ad un determinato genere musicale sia costretta a perseguirlo fino alla fine dei propri giorni, senza possibilità di cambiamento. Non sta scritto da nessuna parte che un genere debba essere a priori meno piacevole da ascoltare rispetto ad un altro. I Machine Head a cavallo tra gli ultimi anni Novanta e i primi anni del Duemila sono un gruppo in cerca di una propria nuova identità. Emergono influenze differenti rispetto a quanto sentito nei primi dischi e non abbiamo infatti più a che fare con un thrash/groove metal apprezzato quasi all’unanimità, bensì con uno dei generi più contestati di sempre: il nu metal. Ora, che il genere piaccia oppure no, non è rilevante ai fini di un giudizio oggettivo del disco in questione. Ma certo si può notare abbastanza facilmente cosa ci sia di sbagliato in tutto questo. In parte la formazione statunitense avrebbe anche un’attitudine abbastanza vicina ai canoni richiesti dal nu metal e sicuramente non la si può prendere ad esempio qualora si voglia descrivere il thrash metal a chi non abbia presente di cosa si tratti. Ma la capacità di un gruppo di cambiare pelle negli anni spesso può comportare conseguenze anche negative: provate a citare due album come The Burning Red e Supercharger ai fan di prim’ordine della band e vedrete con quali termini definiranno i due dischi in questione. Sul primo abbiamo già avuto modo di esprimerci, andiamo dunque a vedere più da vicino tutto ciò che si può dire riguardo Supercharger.
Pubblicato il 2 ottobre 2001, il quarto full length della band di Oakland si presenta con un artwork non certo elaborato, ma d’impatto, e ben quattordici brani nella tracklist, comprendenti una breve intro ed un ancor più conciso intermezzo. La durata complessiva si attesta poco sotto i sessanta minuti, ormai una norma per il combo americano ma, per contro, si tratta di un elemento che non aiuta certo l’ascoltatore ad assimilare al meglio un lavoro già in partenza non troppo gradito. L’incipit è dei migliori: Bulldozer ci travolge come se volesse farci intendere che il groove è ancora di casa per i Machine Head. Una rabbia senza mezzi termini, intervallata a strofe ben più calme, sono il succo di questa canzone, che ci illude facendoci credere che il discorso nu metal sia già acqua passata. Ma è solo un breve momento, perché già dalla traccia successiva le vere intenzioni iniziano pian piano a venir fuori, con parti secche e cattive spezzate sul finire da una strofa rappata; il tutto prelude a Crashing Around You, primo pezzo prevalentemente nu metal del disco. A dir la verità, il modo di intendere la canzone è ancora apprezzabile, nonostante il cantato sembra far fatica a prodigarsi all’interno della stessa, quasi non trovasse la sua vera identità. Se i primi minuti non sono così malvagi, Kick You When You’re Down è il primo momento veramente basso del platter: la cattiveria “gratuita”, quasi sputata fuori da una linea vocale che è più parlata che cantata non trova giustizia e sembra fine a se stessa. Anche gli strumenti non sembrano rendersi conto di cosa stanno facendo, in una rincorsa sfrenata verso non si sa che cosa in un modo che definire confusionario è dire poco. Ci risolleviamo con le seguenti Only the Names e All in Your Head, due canzoni ben riuscite, la prima in particolare, col suo mood psichedelico che ci trascina per sei minuti facendoci restare sempre con l’orecchio attento ed interessato. La seconda è uno degli episodi più nu metal del disco, ma nel complesso risulta orecchiabile e non così fuori luogo come ci si potrebbe aspettare. La prima mezz’ora si chiude con uno degli episodi peggiori in assoluto: American High. Pezzo quasi inascoltabile, almeno per quanto riguarda la linea vocale, ma solo un preludio ad una serie di canzoni dal livello qualitativo assai basso. Lì in mezzo si salva solo Defeaning Silence, mentre Blank Generation e Trephination non sono del tutto inaccettabili. Resta il fatto che, a conferma dei malumori iniziali, l’album non va a parare da nessuna parte, limitandosi ad una rabbia sconclusionata e spesso mal gestita. Più volte il thrash/groove degli esordi cerca di farsi largo tra le canzoni, ma viene sempre soppiantato da una forma di nu metal che non rende certo fede ad un genere che di norma non sarebbe affatto come i Machine Head ci vogliono far credere. Il problema qui è chiaro: la band non ha nelle proprie corde le capacità per destreggiarsi con cognizione di causa in questo genere. Non le compete, e questa sensazione si fa strada ogni momento di più durante l’ascolto di Supercharger.
Probabilmente l’hanno pensato anche gli stessi Machine Head, che di lì a poco sarebbero tornati ai fasti delle origini con un album come Through the Ashes of Empires, in cui l’attitudine originale del gruppo torna inevitabilmente a galla, iniziando un processo di “rinascita” musicale a dispetto del breve periodo assai contestato soprattutto dai fans più fedeli. Supercharger è in sostanza un album sbagliato, un’appropriazione indebita nei confronti di altri gruppi chiaramente più meritevoli di menzione all’interno di questo filone musicale. Ma, come spesso accade, non tutto è da buttare: l’esperimento può considerarsi sì fallito e il prodotto risultante si attesta ben al di sotto dei livelli medi della band, ma tutto sommato qualcosa di buono lo si può trovare lo stesso e quel qualcosa lo abbiamo sottolineato in precedenza. Verrebbe da chiedersi se non sarebbe stata meglio magari una collaborazione con altri artisti all’interno del panorama nu metal, invece che un album malamente concepito coi propri mezzi, ma ormai è inutile ripensarci sopra, il peggio è passato.
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Lo sto riascoltando in questi giorni... In effetti non merita così tanto le stroncature ricevute. Un 65 glielo do. |
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Niente, questi volevano saltare sul carrozzone di quei pochi gruppi metal (o presunti tali) che fatturavano milioni di dollar in quel periodo. Ci hanno provato ma, come dice correttamente il recensore, non era nelle loro corde. |
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Decisamente meglio il precedente Burning Red dei due della fase NU dei MH. Tuttavia in questo ci sono un 2 o 3 pezzi da salvare... ma comunque non é un classico.
In realtà capisco anche i commenti precedenti... il Nu Metal ebbe la massima fama tra il 97 e l'inizio del 2003 e casualmente i Machine Head proprio nel 2003/2004 tornano sulle sonorità del primo disco. |
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Ok, abbiamo recepito il messaggio, siamo cafoni ottusi. Ora però stop, per cortesia |
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Son cresciuto to con molti pezzi di questo Album.A tutti coloro che lo criticano o peggio auguro di andare a farsi fottere |
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Non si possono criticare minimamente The Burning Red e The Supercharger.Non capite 1 cazzo,siete solo metallari ottusi.Il Nu metal e' unico.Rob Flynn mio idolo.Machine Head ottimi sia sul Groove/Trash e soprattutto sul crossover |
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Non si possono criticare minimamente The Burning Red e The Supercharger.Non capite 1 cazzo,siete solo metallari ottusi.Il Nu metal e' unico.Rob Flynn mio idolo.Machine Head ottimi sia sul Groove/Trash e soprattutto sul crossover |
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A me piace, sicuramente il punto debole della loro discografia (sperando che l'ultimo di prossima uscita sia una porcheria) ma tutto sommato non è male, che sia Nu Metal o Trash non importa.. ci son buone canzoni e si lascia ascoltare, ricalca la moda del tempo, però apprezzo il loro continuo voler cambiare.. un 70 se lo merita |
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A parte Bulldozer,che è un signor pezzo il resto è vera immondizia! Ed il precedente disco fra i suoi alti e bassi lo avevo apprezzato,nonostante lo stesso periodo erano usciti diaconi....fortunatamente dopo questo sono tornati sulla retta via. |
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All'epoca impazzii sia per questo che per The burning red; probabilmente condizionato dalla moda del momento. A distanza di anni li ho completamente rivalutati: due dischi proprio brutti con poco da salvare. |
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Ammetto che sia Supercharger e The burning red li ho scoperti e studiati anni dopo la loro uscita, ma secondo me sono entrambi ottimi lavori che pagano il fatto che i fan all'epoca hanno visto la band metal pesante virare sul nu metal (genere secondo me criticato esageratamente).Dopo anni se ascoltate con mente aperta questi due dischi non potete etichettarli come cacca.Quelle poche volte che dal vivo questa immensa band ha proposto qualche pezzo di questi due album ho gradito alla stra grande!! Secondo me molta gente dovrebbe riascoltare questi presunti flop, più volte dall'inizio alla fine con mente aperta.Stiamo parlando di una band che merita di stare nell'olimpo dei grandi |
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Album ostico. Ma cresce con gli ascolti. Album figlio del periodo nu metal. Ma non da condannare cosi. Bulldozer grandissima canzone una tra le migliori della loro discografia voto 65 |
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il tonfo creativo del gruppo,si nota tantissimo che Flynn e soci non si trovano a proprio agio a fare questa musica,davvero bruttarello! |
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Secondo me invece è molto sottovalutato,anche se non sono amante delle sonorità nu metal lo trovo divertente e a tratti esaltante soprattutto se ascoltato in macchina.Ritengo che il punto più basso mai raggiunto dai Machine head sia the burning red,tutti gli altri sono uno più bello dell'altro. |
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all'epoca the bruning red non mi dispiacque...supercharger sì...e riascoltato di recente l'ho trovato davvero scarso....noioso.... inconsistente .....40 come voto massimo |
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Dopo averlo riascoltato alcune volte mi rendo conto che Supercharger non sia un disco da buttare. Molte delle canzoni presenti qui, alcune con influenze dal passato ed altre con influenze prettamente Nu Metal, non sono male, anzi. Nomino fra tutte American High come peggiore e Deafening Silence come migliore (pezzo stupendo). Detto ciò penso che tale disco si meriti almeno la sufficienza. IMHO. |
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Flynn che gioca a fare l'adolescente ribelle non solo m'imbarazza, mi mette proprio a disagio. Album veramente, veramente, veramente brutto in ogni caso. |
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*Buco nell'acqua ahah Comunque anche la copertina del CD fa abbastanza pena... |
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Un mezzo buco dell'acqua Supercharger, diciamo che per me è come se passasse inosservato apparte per il fatto che fa fondamentalmente schifo. Si salvano poche tracce, quelle che mi sono piaciute di più sono state Bulldozer, Only The Names, Deafeating Silence e forse qualcun'altra... mentre sono rimasto sconcertato da certe canzoni fra cui soprattuto quella merda di American High. Poi i due intermezzi che stanno potevano risparmiarseli... Come detto nella recensione è un album Nu Metal ma nemmeno tanto, dato che comunque si tratta dei Machine Head e qualche influenza del passato c'è sempre, infatti è presente bene o male qualche solo e in alcune canzoni (per fortuna) non ci sono molte parti rappate. Decisamente meglio The Burning Red. Voto 50 |
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come si fa a dire che questo disco sia uno schifo???? hanno fuso ottimamente lo stile di the burning red con la rabbia dei primi due capolavori. ci sono anche grandi pezzi come bulldozer,trephination,all your head,kick we you down,american high.... |
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più che i machine head sembravano gli Snot (con tutto il rispetto per questo signor gruppo.. Ps: recensite la loro discografia please!), soprattutto blank generation.. da amante del genere però questo disco mi dice veramente poco tranne qualche canzone, meglio the burning red a questo punto. @scheckter93.. vedo che non sono l'unico che considera la presenza di luster la rovina di qualsiasi gruppo lo prenda a suonare.. gli ill nino si son trovati da avere marc rizzo a lui; un bel salto negativo di qualità |
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@uxchaos: grazie, almeno non mi sento più una mosca bianca  |
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Il peggiore album dei Machine Head , The Burning Red in confronto era un capolavoro. Voto 60 stirato. |
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@piggod: siamo in due a considerarlo buono fratello  |
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Sono fra i pochi a considerare The Burning Red un buon album, ma questo è veramente brutto. Fortunatamente hanno saputo rialzarsi e proseguire una carriera degna di nota. |
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decisamente il loro lavoro più osceno! e menmale che in seguito troveranno il filo conduttore con Through The Ashes of Empire. il voto giusto sarebbe un qualsiasi numero inferiore a 0!! e ci tengo anche a sottolineare che questa oscenità dimostra che Ahrue Luster è un chitarrista incapace!! vedasi come ha ridotto i miei adorati Ill Nino |
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57 è fin troppo... il recensore ha avuto pietà.. purtroppo tra questo e burning red i MH han fatto veramente schifo.. per fortuna si sono ripresi alla grande! qui salvo bulldozer e basta! |
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Meglio di The Burning Red ma solo perchè c'è Bulldozer che mi piace un sacco, per il resto vince un viaggio di sola andata nel cassonetto sotto casa.......tuttavia, se vogliamo considerare questo scempio un "passaggio obbligato" affinchè anni dopo potessimo avere due dischi grandiosi come The Blackening e Unto The Locust (anticipati dall'antipasto Through The Ashes Of Empire) allora Flynn e compagni vi perdono |
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Mi trovo perfettamente d'accordo con Freakindie. |
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Ecco cosa succede quando una band non fa "il suo mestiere". Disco ignobile. |
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x Freakindie, va bene non ti preoccupare non ho niente contro di te, sono troppo innamorato della musica. Secondo il mio modesto parere Burn my eyes & The more thing changes sono due c a p o l a v o r i da avere assolutamente! |
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X Luci di ferro:Ma chi ha detto che Burn my eyes & The more thing changes sono brutti?i voti più alti li ho assegnati proprio a questi due. Il primo a me piace moltissimo ancora oggi e quando uscì fu una bella sorpresa, non lo definirei un capolavoro però ci si avvicina. The more thing changes invece è un buon disco ma molto lontano dall'essere definito capolavoro. Il resto della discografia è trascurabilissima,agli ultimi album trovo molto più interessante The burning red che qualche brano carino invece c'è l'aveva. |
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@freakindie dare 50 e 40 a due album come gli ultimi dei machine head è un eresia...di che ti sta sui maroni la band e fai prima ma un minimo di oggettività... |
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mi dispiace Freakindie, Burn my eyes & The more thing changes sono due c a p o l a v o r i del thrash metal moderno. E qua ci mettiamo l'anima in pace (tutti) almeno lo spero, punto e basta. |
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Disco bruttino,ma secondo me hanno fatto molto peggio con gli ultimi due,poi de gustibus. SOno Daccordo con uatu quando dice che nel sito i recensori non ne hanno azzeccata una sul gruppo I miei voti: Burn in my eyes 80/100 The more thing changes 70/100 The burning red 65/100 Supercharger 50/100 Through the ashes of empire 60/100 The Blackening 50/100 Unto the locust 40/100 |
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Disco che non riesco ad ascoltare. Io voto 40. |
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Il meno riuscito dei Machine Head ma non così pessimo come lo si dipinge: direi che ad un 65 arriva. Il problema mi pare è che con i Machine Head non vi sia un solo voto azzeccato dai recensori del sito. A mio parere infatti Burn My Eyes merita 100, The More... 90, Burning Red 70, From The Ashes... 85, The Blackening 95 e Unto The Locust 80 |
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io di quest'album conosco la sola "bulldozer" e devo dire che mi ha sempre entusiasmato parecchio, forse perchè è davvero la migliore e il peggio del disco fortunatamente me lo sono perso... comunque ribadisco che secondo me chi cerca di fare qualcosa che non gli appartiene realmente 99 su 100 fa un buco nell'acqua... come ho sempre criticato i gruppi nu che tentavano di proporre qualcosa di molto distante dai loro standard non esito a fare lo stesso coi gruppi metal che hanno tentato la strada del nu... infine concordo anch'io sui voti di "burn my eyes" e "the more things change...", sono schifosamente bassi e vanno alzati tutti e due e anche di parecchio... il primo di sicuro rientra nella categoria degli album con voto "arancione", il secondo se non lo è poco ci manca... |
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incùles Flag, intendevo l'opposto !!  |
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C'hai ragione Billo, 'sto disco non se lo merita il 57, nel senso che non lo vede neppure col binocolo... 39/100, orrendo. |
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Sono assolutamente d'accordo invece circa il fatto che The More things meriti di più di un 65 . |
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De gustibus, Billo . Per quanto mi concerne, apprezzo i primi due ma poi potevano darci anche un taglio, questo e Burning red non li digerisco neanche con il brioschi, salvo giusto un paio di pezzi per disco. Come ha scritto Enry, 57 ad essere molto generosi. |
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57 è pure troppo...Flop completo per me, ci si può lamentare per le rece dei primi due, di sicuro non per questo. |
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ATTENZIONE: QUESTO POST PUO' CONTENERE LIGUAGGIO FORTE E SCURRILE!! Ma stra cazzi amari, ma sarà mai possibile che a questa band non avete dato un foto come cazzo merita?? ma puttanazza, 70-65-59-78 e 57 ma siete peggio della Disney vacca ladra, sono i Machine head mica i Modà.... |
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Disco di una inutilità che fa spavento, pur seguendo e amando molto il nu metal, pur concedendo al tempo il beneficio del dubbio ai Machine Head che per me avevano già toppato con il precedente del quale salvavo pochissimo, con questo hanno toccato realmente il fondo, si salvano solo la bonus-track "Hole In The Sky" cover dei Black Sabbath, "Bulldozer", in parte "Crashing Around You" perché suona particolarmente Mtv e magari la puoi ascoltare in radio e se non ricordo male "Trephination" il resto è veramente uno schifo. |
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e' un classico dei machine head che a seconda del trend del momento loro saltino sul carrozzone, questo vale sia x il periodo nu metal che quello del ritorno al groove thrash (e metalcore) degli ultimi anni....altro che esperimento,qui si contano i dollaroni...robb flynn e' sempre stato una volpe in queste cose. Comunque , precisando che io sono uno di quelli che ha gradito anche il nu metal, molto meglio the burning red rispetto a questo supercharger (ma i capolavori nu non passano certo da questi dischi) e anche rispetto all'ultimo unto locust, che, oltre ad essere inutilmente lungo, e' anche pacchiano e ruffiano come pochi...concludendo, sono sicuro che se dovesse tornare di moda il nu metal, mr. flynn ricomincerebbe a rappare, garantito.. |
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L'unico album dei Machine Head che considero un completo buco nell'acqua, tralasciando i primi due capolavori e gli ultimi tre capolavori, anche il molto criticato burning red lo apprezzo e considero uno dei platter più belli dell'epoca nu fine anni 90...questo invece zero, non se pò sentì  |
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