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TRA ROCK E LETTERATURA - Led Zeppelin
07/01/2010 (12360 letture)
Dopo la Rime degli Iron Maiden, e le citazioni letterarie contenute nei testi dei Queen, questa volta il nostro cammino si arresta di fronte a un'altra monumentale rockband inglese: i Led Zeppelin.

In realtà, non sono così frequenti i riferimenti letterari nei testi dei Led, ma l'interesse del gruppo è evidente e intenso soprattutto nei confronti della mitologia celtica e delle storie fantasy medievaleggianti. Dunque, quale miglior punto d'incontro se non The Lord of the Rings di J.R.R. Tolkien? Infatti, nella maggior parte dei casi, si tratta di rimandi all'opera di Tolkien che emergono quà e là nei testi della band. Riferimenti voluti soprattutto da Robert Plant: era lui l'appassionato e l'esperto in materia.

A Jimmy Page, invece, viene ricondotto un terzo filone d'interesse, più strisciante e ambiguo, ovvero la passione per l'occulto. Questo interesse emerge soprattutto nell'arcinota Stairway to Heaven che qui toccheremo solo en passant. Concentriamoci, invece, sui primi due aspetti, partendo dal secondo album della band.

LED ZEPPELIN II
Ramble On. É l'unica canzone dell'album che fa al caso nostro. Dopo il secondo ritornello, in Ramble on (letteralmente: "girovagare", "vagabondare", anche con il pensiero) sono espliciti i riferimenti al Signore degli Anelli:

Mine's a tale that can't be told,
My freedom I hold dear.
How years ago in days of old
When magic filled the air
It was in the darkest depths of Mordor
I met a girl so fair,
But Gollum and the evil one
Creapt up and slipped away with her.
Ain't nothin'
I can do no.


Questa strofa, in italiano suonerebbe all'incirca così:

Mia è la storia che non può essere raccontata,
Tengo cara la mia libertà,
Parecchi anni fa nei tempi antichi
Quando la magia riempiva l'aria
Nei tenebrosi abissi di Mordor
Incontrai una ragazza molto bella,
Ma Gollum e la sua parte malvagia
Si avvicinarono a lei e se la portarono via.
Non c'era nulla che potessi fare


Plant si riferisce al viaggio di Frodo Baggins (l'hobbit) nel regno di Mordor (darkest depths of Mordor), luogo in cui regna Sauron e verso il quale il nanerottolo si dirige per distruggere l'anello. Durante il viaggio, avvengono un paio d'incontri, tra cui quello con Gollum, il mostriciattolo chiamato anche Sméagol, che sbarella se vede l'anello (Gollum and the evil one). Ma la canzone fa riferimento anche al dilemma di Aragorn (nel film è il personaggio interpretato da Viggo Morthensen): restare col suo amore Arwen (I met a girl so fair) o aiutare Frodo a distruggere l'anello?
Per alcuni, perfino l'inizio della canzone è debitrice nei confronti di Tolkien. In questo caso, non si tratta del Signore degli Anelli, ma di un poema dello scrittore inglese, intitolato Namárië (ovvero, "Addio"). Il poema inizia così:

Ah! like gold fall the leaves in the wind,
long years numberless as the wings of trees!
The years have passed like swift draughts
of the sweet mead in lofty halls beyond the West,
beneath the blue vaults of Varda
wherein the stars tremble in the song of her voice, holy and queenly.


Incipit che, come detto, avrebbe influenzato la prima strofa di Ramble On. A voi il giudizio:

Leaves are fallin' all around,
It's time I was on my way,
Thanks to you, I'm much obliged
For such a pleasant stay
But now it's time for me to go
An' the autumn moon lights my way,
For now I smell the rain
And with it pain and it's headin' my way.
Ah, sometimes I grow so tired,
But I know I've got one thing I gotta do.


LED ZEPPELIN III
Immigrant Song. Ah Ah Aaah, Aaaaah! L'inconfondibile grido di guerra che apre il pezzo echeggia le spedizioni vichinghe del 900-1000 d.C. Il testo si riferisce, in particolare, alle guerre di conquista di Leif Ericson e dei suoi soldati. Salpato dall'attuale Islanda (the land of the ice and snow / From the midnight sun where the hot springs blow), alla testa di una flotta di navi, Leif guidò il proprio popolo all'occupazione di nuove terre a occidente (Hammer of the gods will drive our ships to new lands [...]Our only goal will be the western shore), vitali per la sopravvivenza. Il testo di Immigrant Song cita anche il Valhalla (To fight the horde, sing and cry: Valhalla, I am coming!). Secondo la mitologia scandinava, il Valhalla era il luogo in cui, scelte dal dio Odino e guidate dalle Valchirie, finivano le anime dei guerrieri morti in battaglia. Di questo luogo si parla diffusamente nel Poetic Edda, una raccolta di poemi scritti durante il XIII secolo, nonché la più importante fonte della mitologia scandinava.

Gallows Pole. La sterzata folk voluta dal gruppo con il terzo album è chiara anche dal punto di vista tematico. Infatti, anche Gallows Pole (in italiano, il patibolo) si rifà al folklore, britannico questa volta. La storia del condannato che chiede pietà al carnefice, promettendogli ricchi doni in cambio, ha in realtà ancora una volta origini scandinave (finlandesi, per la precisione), anche se di questa vicenda esistono molte versioni, soprattutto in lingua inglese. Nata come storia orale, essa viene fissata alla carta dallo studioso americano Francis James Child (1825-1896) con il titolo The Maid Freed from the Gallows. In questa versione, la condannata è una donna (maid) graziata in extremis, mentre nel testo dei Led il protagonista è un uomo: "Brother, I brought you some silver", dice, infatti, il fratello al condannato. Nella canzone, inoltre, dopo aver offerto al boia tutto quello che possedeva (oro, argento e perfino le grazie della sorella!), alla fine il poveretto viene impiccato senza la minima riconoscenza!

LED ZEPPELIN IV
Black Dog. Metaforicamente, il Cane Nero in letteratura inglese è un'immagine che suggerisce depressione e stati d'animo turbati. In effetti, se guardiamo da vicino il testo della canzone, sembra parlare di un individuo che non riesce a togliersi dalla testa (eyes that shine, burnin' red, Dreams of you all through my head) una donna che l'ha mollato per seguire sogni di gloria:

Didn't take too long 'fore I found out
What people mean by down and out.
Spent my money, took my car,
Started tellin' her friends she gon' be a star.


Ergo: il poveretto, piantato di punto in bianco, si sente depresso. Sospira e spera di trovare una donna che gli voglia bene:

All I ask for all I pray,
Steady rollin' woman gon' come my way.
Need a woman gonna hold my hand,
Won't tell me no lies, make me a happy man.


Per tornare all'espressione black dog, essa curiosamente non viene mai ripetuta nel testo della canzone. Con il connotato sopra descritto, l'espressione è arrivata nella letteratura inglese contemporanea dalla tradizione celtica. Le immagini del black dog sono abbondanti nel folklore britannico, la prima di queste risale, addirittura, a un manoscritto dell'856 d.C. Queste immagini erano a loro volta legate a una credenza, diffusa soprattutto nelle midlands inglesi e nel nord del paese, secondo la quale l'apparizione improvvisa di un cane nero era segno di sventura, presagio di sfighe future o addirittura di morte! Il cane nero era allora un simbolo del male, testimonianza dell'esistenza di Satana.
L'associazione tra black dog e stati depressivi avvenne per la prima volta per opera di Walter Scott (1771-1832), in particolare in Ivanhoe e Waverly, che contribuirono a rendere popolare quest'immagine e il suo nuovo significato. Il "black dog" ritorna, infatti, anche in alcuni romanzi di Robert Louis Stevenson e di Arthur Conan Doyle (quello di Sherlock Holmes).

The Battle of Evermore.
The Queen of Light took her bow
And then she turned to go,
The Prince of Peace embraced the gloom
And walked the night alone.
Oooh dance in the dark of night,
Sing to the morning light.
The Dark Lord rides in force tonight
And time will tell us all.
Ohhh throw down your plow and hoe,
Rest not to lock your homes.
As side by side we wait the might
Of the darkest of them all.


Così inizia questa lunga e affascinante cavalcata musicale piena zeppa di rimandi al testo di Tolkien. Quindi, se non si capiscono i riferimenti, non si capirà nulla della canzone. Anche se, più genericamente, la canzone potrebbe essere interpretata come l'infinita lotta tra il bene e il male, simboleggiati, rispettivamente, dalla luce (Queen of Light) e dall'oscurità (dark Lord). Se invece accettiamo un'interpretazione più particolareggiata, la Queen of Light che prese il suo arco e partì, altro non è che Galadriel, la regina degli Elfi. Galadriel compare in Lord of the Rings, ma anche in altri testi di Tolkien. Questo personaggio è di grande aiuto alla Compagnia dell'Anello e insieme a questa (Elrond, Gandalf, Círdan, Bilbo e Frodo Baggins), una volta sconfitto Sauron, attraversa il Great Sea: ciò sta a significare che la Terza Era sta finendo e l'Era degli Uomini sta per iniziare.
Invece, il Principe della Pace, che abbracciò le tenebre e attraversò la notte da solo, sarebbe proprio Frodo. Questi, infatti, a un certo punto della vicenda narrata da Tolkien, abbandona la Compagnia dell'Anello e si dirige verso il Regno di Mordor (il regno del male, quindi dell'oscurità), solo con il suo servitore e l'amico Samwise Gamgee.
Secondo un'altra interpretazione, invece, The Prince of Peace si riferirebbe ad Aragorn, colui che, alla fine della vicenda diventerà il ventiseiesimo Re di Arnor, trentacinquesimo Re di Gondor e il primo Re del Regno Riunito. The Dark Lord è naturalmente il nemico supremo, vale a dire Sauron.
I primi due versi della strofa successiva:

I hear the horses thunder
Down in the valley below.
I'm waitin' for the angels of Avalon,
Waitin' for the eastern glow.


si rifarebbero agli eventi raccontati nel Silmarillion, un'altra opera di Tolkien. "Avalon", invece, è un luogo citato nei racconti del cosiddetto Ciclo Bretone, quello con protagonisti Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda, per intenderci. Avalon è l'isola leggendaria dov'è stata forgiata l'invincibile spada Excalibur e dove Artù si reca per farsi curare le ferite dopo una battaglia. Nel Ciclo Bretone, Avalon è famosa anche per le sue mele speciali. Difatti, i versi successivi della canzone recitano:

The apples of the valley hold,
The seeds of happiness.
The ground is rich from tender care,
Repay, do not forget.


Alla fine, naturalmente, saranno le armate del bene a trionfare su quelle del male: At last the sun is shining.

Misty Mountain Hop. Questo pezzo, almeno in apparenza, non sembra avere a che fare col Signore degli Anelli, né con il folklore nordeuropeo. Infatti, nel testo si parla di un ragazzo che s'imbatte in un gruppo di fricchettoni:

Walkin' in the park just the other day baby,
What da ya, what da ya think I saw?
Crowds of people sittin' on the grass
With flowers in their hair


Questi gli chiedono di fermarsi, e il protagonista non se la sente di rifiutare. Così si unisce a loro e insieme si sconvolgono:

Hey boy, do you wanna score?
An' ya know how it is.
I really don't know what time it was,
Hoh-hoh-hoah.
So I asked 'em if I could stay a while


Proprio sul più bello, quando tutti sono fuori di testa, un poliziotto arriva (Just then a policeman stepped up) e rovina la festa all'allegra combriccola. Così, il protagonista, deluso e probabilmente ancora in preda ai fumi della droga, decide di fare fagotto e andarsene verso le Montagne Nebbiose:

So I'm packin' my bags for the Misty Mountains
Where the spirits go now.
Over the hills where the spirits fly.


Le Montagne Nebbiose (The Misty Mountains): è proprio questo l'unico riferimento della canzone al Signore degli Anelli. The Misty Mountains è il nome di una grande catena montuosa che estende dal regno di Eriador, a occidente, fino al fiume Anduin a oriente. Tolkien ne parla nel romanzo The Hobbit, nel Silmarillion, e, naturalmente, in Lord of the Rings. Stando a quest'ultima opera, sotto le Montagne Nebbiose si trovano il Regno di Moria e le miniere degli orchi.

Stairway to Heaven. Compito per casa: per i riferimenti alla tradizione celtica contenuti in questa canzone epocale, cercate il libro di Lewis Spence, The Magic Arts in Celtic Britain. Per quanto riguarda invece gli inserti occulti, voluti da quel mago nero di Page, ascoltate la canzone al contrario e capirete. Forse...

PRESENCE
Achilles last stand. Dal punto di vista degli spunti letterari e biografici, questa canzone fa storia a se'. E' chiaro, fin dall'incipit, che l'autore delle liriche (Plant), fa riferimento a un'esperienza personale:

It was an April mornin' when they told us we should go
and as I turned to you, you smiled at me
How could we say no


La canzone, infatti, prende spunto da un viaggio che il biondo cantante e sua moglie Maureen fecero all'epoca di Presence, quando attraversarono Grecia, Marocco e Spagna. Non a caso, nel finale, il testo ripete For the mighty arms of Atlas / hold the heavens from the earth, alludendo alla catena montuosa che attraversa l'Africa settentrionale. Inoltre, nella mitologia greca, Atlas (Atlante) era uno dei titani, raffigurato nella posa di sostenere l'universo sollevato dai monti Atlas. Da qui il verso della canzone. In quel periodo, Robert Plant stava probabilmente leggendo qualche poesia inglese, poiché i versi:

Oh Albion remains, sleeping now to rise again

sembrano rifarsi alla Dance Of Albion di William Blake (1757-1827), in cui si legge, appunto:

Albion remains
sleeping now to rise again


E ancora:

Albion rose from where he labour'd at the Mill with Slaves.
Giving himself for the Nations he danc'd the dance of Eternal Death.


Promemoria: secondo la mitologia greca, Albione è il gigante fondatore delle Isole Britanniche.
Tornando al viaggio di Plant e consorte, si trattò di un'esperienza che i due non avrebbero dimenticato, poiché furono coinvolti in un grave incidente che lasciò Maureen in coma e provocò la frattura dell'anca del biondo cantante.
Il nostro viaggio, almeno per ora, si è concluso invece senza incidenti. Almeno spero!

E non preoccupatevi, dopo una breve pausa, la nostra esperienza ai confini tra rock e letteratura riprenderà. Nel frattempo, mi raccomando: fate i compiti!



Renaz
Sabato 9 Gennaio 2010, 11.39.31
7
E' tutta colpa dell'università!
AndreaR
Sabato 9 Gennaio 2010, 11.06.48
6
Ah, l'ho capita adesso! vedi come sono rimbambito a volte?
Renaz
Sabato 9 Gennaio 2010, 1.13.53
5
Ma sì, Andrea, stavo scherzando
AndreaR
Venerdì 8 Gennaio 2010, 23.04.02
4
Credo che Pùlaster volesse alludere al fatto che le due foto si assomiglino. 4 sono i Led, 4 gli hobbit, anche la disposizione è simile, così come le acconciature. Forse ) Comunque, grazie 1000 per i messaggi.
Renaz
Giovedì 7 Gennaio 2010, 18.30.35
3
perchè, non sono loro?
Pùlaster
Giovedì 7 Gennaio 2010, 17.55.10
2
bellissimo, davvero! ..ma osservando bene e confrontando le foto degli hobbit e degli Zeppelin, non sono pressochè identiche???
Hellion
Giovedì 7 Gennaio 2010, 11.32.03
1
....articolo bellissimo, sono queste le cose che mi esaltano, aspetto con ansia altre perle....grazie!
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