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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Dizastor - After You Die We Mosh
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( 2235 letture )
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Questi truci e grezzi metallari, vogliosi propositori di un thrash d’impatto e chiaramente ispirato ai Vio-lence, Testament ed Exodus ottantiani, non potevano che essere originari della zona della Bay Area di San Francisco. Cresciuti in quell’habitat naturale, particolarmente prolifico per la riproduzione di esseri umani provvisti di barba, capelli lunghi e falangi pronte a impugnare plettri a velocità supersonica, i nostri cinque ragazzi hanno formato i Dizastor nel 2012, ispirandosi agli storici gruppi che, trent’anni or sono, hanno infiammato quella stessa zona di mondo con la loro proposta rabbiosa e schizofrenica. Dopo due EP pubblicati nel 2013 con i titoli di Bonded by Beer e I’ll Eat Your Children, giungono nel 2014 a un accordo con l’etichetta polacca Defense Records per la pubblicazione di After You Die We Mosh, primo album ufficiale della band che contiene nuove tracce, materiale proveniente dai due EP e alcuni estratti live del gruppo durante uno dei loro concerti nella Bay Area.
La lunghezza dei brani supera raramente i tre minuti, concentrandosi su una media scarna intorno ai centoventi secondi. Nulla di male, direte voi: in fondo gruppi come Terrorizer e Napalm Death hanno creato un genere grazie a grandi capolavori costituiti da piccole dosi di pura violenza sonora. Ebbene, il problema principale di questo disco non è la breve durata dei pezzi, quanto la mancanza di spunti realmente interessanti e di una personalizzazione sonora di livello sufficiente. Ci troviamo di fronte a un disco di brani fotocopia, talvolta differenziati solamente da un coro rabbioso che snocciola il titolo; gli assoli di leva, le caotiche pennate alternate e le vocals crude e rabbiose richiamano esclusivamente quanto messo in mostra decine di volte negli anni ottanta e novanta, senza dare minimamente sfoggio di una propria personalità; più di una volta sembra di trovarsi di fronte a una copia grezza e scadente degli Slayer. L’unico pezzo dove si può trovare un accenno di differenziazione dal minestrone complessivo è Down and Out, dove la velocità viene contenuta e pare esserci un po’ più di cura nel songwriting e negli assoli: stiamo comunque parlando di tre minuti e mezzo sul totale, un’inezia ai fini della valutazione e della qualità finale. Se la maggior parte delle volte, le band emulatrici cercano di curare comunque il proprio songwriting nei minimi dettagli per strappare una sufficienza abbondante nella loro pedissequa riproposizione, i Dizastor fanno l’esatto opposto, ostentando una produzione di basso livello -stile garage days- che, tuttavia, non fa altro che rendere ancora più omogeneo e insapore il risultato finale. Tralasciando ulteriori commenti su una copertina a dir poco caotica e scadente, anche per un gruppo truce e grezzo come questo, non ci resta che portare alla fine l’ascolto con non pochi sforzi, malgrado la scarsa durata.
Dopo aver ascoltato questo After You Die We Mosh non ci rimane molto tra le mani. I pezzi sono veloci, aggressivi e sparano riff semplici e derivativi in faccia all’ascoltatore; se questo, da un lato, può essere un fattore positivo per gli amanti del genere, dall’altro lato abbassa sensibilmente l’interesse e la longevità di quanto proposto che, già di suo, non raggiunge mai un livello sufficiente. Il fatto che, per discostarsi dai venticinque minuti scarsi di durata “in studio”, ci sia stata la necessità di inserire tracce live dal basso livello qualitativo la dice lunga su quanto questo disco appaia forzato e poco ispirato nel songwriting. Di buono si può riscontrare solamente la rabbiosa voglia di mettersi in gioco che viene sputata nel microfono sia in studio, sia dal vivo anche se tutto questo non è assolutamente sufficiente per raggiungere una valutazione positiva; probabilmente, se non fossero in ritardo di ben tre decadi con la loro proposta, la situazione sarebbe diversa. In sede live, come opening-act di qualche altra band thrash, i Dizastor potrebbero attirare l’attenzione, creare moshpit e costruire uno show piacevole ma, al momento, la trasposizione su disco del truce quintetto è decisamente tralasciabile. Forse la strada dei live è quella più giusta da percorrere, tenendo a distanza gli studi di registrazione sino a quando non si avranno le idee più chiare.
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4
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Veramente scadenti con in più un'incisione scadentissima. |
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3
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non li ho sentiti ma solo x il nome orripilante mi verrebbe un 40 |
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2
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Li ho sentiti sul tubo, rispetto alle ultime uscite di giovani band un passo indietro. Voto forse un po' troppo basso un 60 di incoraggiamento lo do. |
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1
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"...prolifico per la riproduzione di esseri provvisti di barba...etc..." ahah...non male questa, li sentirò anche la recensione è negativa... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Beer and Baloff Attack 2. Drain Babies 3. Ziptied 4. Scientifically Impossible 5. Down and Out 6. Masters of Death 7. After You Die We Mosh 8. President Evil 9. Feast then Felony 10. Carpool Drive By 11. I’ll Eat Your Children/Sober Insane 12. No Ma’am (live) 13. Initiation (live) 14. Birds of Prey (live) 15. Hell’s Pass (live) 16. Kill Posers (live)
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Line Up
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Rob (Voce) Derek (Chitarra) Bart (Chitarra) Spoon (Basso) Weez (Batteria)
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RECENSIONI |
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