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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 2595 letture )
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Formazione del Massachusetts attiva ormai dal remoto 1987 e giunta al traguardo dell'ottavo studio-album, i Meliah Rage non sono mai riusciti per davvero a elevarsi a band di valore riconosciuto e conclamato, rimanendo confinati in una sorta di nicchia. Il nuovo Warrior non migliorerà di certo le cose, anzi: complice l'ingresso in line-up del nuovo singer Marc Lopes, la situazione sembra addirittura peggiorare per i power/thrasher americani, che offrono una buona solidità di base ma mostrano il fianco proprio dal punto di vista vocale, come vedremo a breve.
L'ugola del singer è monocorde e quasi irritante a volte, alle prese con refrain rallentati e scialbi in netto contrasto col nervosismo latente del riffing di matrice thrash. Un vero peccato, perché gli strumentisti non demeritano: drumming corposo e vario, composizioni ben articolate con accelerazioni, rallentamenti ed inserti melodici atmosferici -come nel caso della titletrack- caratterizzano il sound furioso dei Nostri, moderno ma rovinato dal taglio vocale soporifero di Lopes. Il profilo tenuto dal singer è spesso vagamente epico e solenne (When We Wake ne è un esempio), come nella tradizione della band; questo flavour evocativo è però storpiato da una timbrica non molto gradevole oltre che da linee vocali del tutto insoddisfacenti. Certo, talvolta ci si mette tutta la band a deludere: è il caso di certi episodi lenti e pesanti (I Am The Pain, In Hate) che rendono l'ascolto ancor più indigesto, a fronte di pochi passaggi davvero convincenti come la rabbiosa Stranger to Your Sympathy o la discreta A Dying Way, dotata di un riffing d'impatto. Il punto è che manca un elemento capace di fare la differenza, il quid che regala al tutto longevità e appeal: la classica marcia in più, insomma, che dona vivacità e fascino ad un disco.
Proprio A Dying Day potrebbe essere il pezzo migliore del lotto, mentre la strumentale Garden of Evil esibisce trame gradevoli in avvio ma poi deflagra in una ripetizione pedissequa delle medesime che non giova di certo. Gli assoli di chitarra sono quasi assenti ed impalpabili; riff e strofe sono ben suonate ma permane sempre e comunque quella zavorra legata alla voce, che purtroppo rende l'album un polpettone difficilmente digeribile. Lavoro dunque ampiamente evitabile: rivolgete tranquillamente altrove i vostri ascolti e i vostri risparmi.
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va beh a sto punto me li voglio ricordare gridando The Witchiiiiing souls are burning toniiiiiiiight. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Warrior 2. I Am the Pain 3. Stranger to Your Sympathy 4. When We Wake 5. A Dying Day 6. These Scars 7. Garden of Evil 8. In Hate
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Line Up
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Marc Lopes (Voce) Anthony Nichols (Chitarra) Jim Koury (Chitarra) Darren Lourie (Basso) Stuart Dowie (Batteria)
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RECENSIONI |
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