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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Nocturnal Breed - Napalm Nights
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( 2609 letture )
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Ogni tanto, mi dimentico proprio che esiste questo particolare genere di black metal, o almeno questi generi che vanno a mischiarsi con un certo tipo di black metal. Giustamente, sia a livello filologico che storico, è perfettamente comprensibile che ci siano centinaia di band che vanno a richiamare e ad appoggiarsi allo stile dei fondatori del black metal, ai fondatori di quella prima ondata ibrida che prendeva a piene mani dal thrash, dallo speed e dal death. Bisogna dire che raramente questo genere di black si è rinnovato o ha subìto le contaminazioni di altri stili. Senza togliere alcun peso storico ai Nocturnal Breed, formazione di Oslo attiva dal '97 su Hammerheart Records, per poi approdare all'Agonia Records (dove militano tutt'ora), il songwriting di questo nuovo Napalm Nights si discosta davvero di un'inezia dalle precedenti produzioni. Già dai primi secondi di The Devil Swept the Ruins, riscopriamo il vecchio modo di comporre dei nostri norvegesi: le chitarre taglienti compongono riff thrash-black a raffica, mentre le urla (spesso filtrate da vari effetti sonori) di Destroyer riempiono in modo classico la metrica dei brani. Le band da citare come influenze principali sono soprattutto i Venom, gli Slayer, i primissimi Bathory, i Sepultura degli albori e i conterranei Aura Noir, il tutto incanalato in una potente produzione che svela certi lati decisamente heavy metal che, soprattutto negli assoli, acquistano una dimensione stranamente melodica. Frangenti dell'album riescono a cavalcare l'ondata heavy per produrre tutta una serie di sfumature epiche, che differenziano la proposta sonora; per esempio in Cursed Beyond Recognition e nella lunghissima, quanto poco utile, Napalm Nights, dove la lunga coda del brano si caratterizza per registrazioni guerrigliere su accenni di chitarre semiacustiche, il tutto enfatizzato da un pathos guerreggiante che si innalza sulle rullate della batteria. Il lungo brano spezza in due l'album, per poi rivelarne una seconda parte che differisce poco dalla prima; se fosse possibile indicare dei cambi di gioco, direi che la piega di questa "seconda parte" diventa decisamente più veloce con Dawn Champaign...Flamethrower e Thrashiac che fungono da arieti di sfondamento su un portone però già bello che spalancato. Un risvolto interessante si trova nella più atmosferica quanto heavy Dragging the Priest, dove i movimenti del basso e certi riff death melodico possono far risalire la soglia dell'attenzione a chi la perde facilmente su questo genere di black metal. Inutile dire che il sottoscritto appartiene a questa categoria di ascoltatori e se ogni volta si sforza di accostarsi a questi stili (anche con una sorta di ammirazione per quanto riguarda la voglia, l'oltranzismo e un certo tipo di purezza sterilizzata nei confronti di altri generi), puntualmente si riconferma amante dei settori più atmosferici, più stratificati e più introversi. Se volete ascoltare qualcosa di diverso che però continua ad aleggiare in queste acque, vi consiglierei i conterranei Deathhammer, celebri per il loro thrash-black lo-fi con una maggiore attenzione ai suoni (soprattutto per quello che riguarda la produzione retrò e le influenze dei primissimi Slayer a livello vocale). Per tornare invece alla nostra recensione mi sentirei di consigliare i Nocturnal Breed a tutti i non amanti del black metal o a tutti quelli che prediligono sonorità veloci e pompate da buttare sull'autoradio della macchina.
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4
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D'accordo con rik bay area thrash, preferisco ' Fields of rot', era più veloce e con un sono migliore per noi nostalgici della old school thrash. Anche questo a me non dispiace e lo valuto 70. |
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3
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Gruppo che si rifà alle sonorità thrash/black old school, che di innovativo non hanno assolutamente niente, per fortuna !! Certo deve piacere questo tipo di proposta e a me piace. Ho trovato comunque che il precedente field of rot risulta essere per me, la loro migliore realizzazione. Su quell' album la produzione è lo-fi e grezza al punto giusto. Ma anche qui non dispiace. Trovo più veri loro che molte nuove proposte che suonano un pò artificiale, ma sarà che sono io un pò vetusto e mi piace l' old school thrash. |
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2
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@colica: è un buon album, anche se è obiettivamente il loro peggiore. 'Aggressor' resta il migliore. |
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1
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azz non è piaciuto io avevo ascoltato 2 o 3 canzoni e mi erano piaciuti abbastanza era comunque roba molto derivativa e non ci voleva certo un mago per suonare cose cosi. dovrò ascoltare tutto il disco in ogni caso dato che ero interessato a comprarlo, consiglio comunque anche io i deathhammer anche se pure con quelli va bene un disco massimo 2 e poi basta. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Devil Swept the Ruins 2. Speedkrieg 3. Cursed Beyond Recognition 4. The Bitch of Buchenwald 5. Napalm Nights 6. Thrashiac 7. Dawn Campaign... Flamethrower Ridge 8. Under the Whip 9. Dragging the Priests 10. Krigshisser (D.N.K)
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Line Up
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S. A. Destroyer (Voce, basso) Axeman I. Maztor (Chitarra) V. Fineideath (Chitarra, chitarra acustica) Tex Terror (Batteria, voce)
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RECENSIONI |
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