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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Corrosion of Conformity - IX
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( 3201 letture )
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BRAVI… Con il ritorno della formazione di Animosity, il trentennale d’attività compiuto di recente e la mezza delusione dell’ultimo Mastodon, il terreno per questo disco era più che mai fertile. Impossibile, dunque, che non fosse un lavoro della madonna e la copertina sembra volerci togliere ogni dubbio in tal senso. Decido di farmi del male e mi metto a leggere i commenti dei fan che il disco lo stanno già ascoltando a ruota da settimane: entusiasti. E poi compro il disco, che, col senno di poi, avrei voluto ascoltare in modo meno condizionato perché, oltre a tutte le buone premesse, ho sempre nutrito una certa dose di simpatia per i Corrosion of Conformity: duri come il diamante, innovatori a modo loro di un genere e mai banali nella ricerca sonora. Insomma, stavolta è stata l’aspettativa a farmi da padrone.
Nessuna grossa/brutta sorpresa: IX dimostra subito di essere un lavoro di loro pugno. Le prime due tracce sono proprio come ce le potevamo aspettare: lente e pesantissime, palle demolitrici che gridano “Texas!” ad ogni colpo mettendoci sempre lo scarto di un’innovazione (la loro) che è poi l’unico verso senso del rivisitare generi e sonorità degli anni passati. I brani colgono l’essenza di tutto questo e la arricchiscono con il senso del tempo che è trascorso per la band, tra cambi e recuperi di formazione, svolte e rivolte stilistiche, l’apparizione delle rughe e la scomparsa dei capelli. Così proseguo l’ascolto, senza subire mai cali d’interesse significativi, mentre si fanno largo nella mia mente tutta una serie di considerazioni in merito ai brani nel loro specifico. The Nectar è un brano incalzante, certamente di mestiere, che richiama gli esordi del gruppo aggrappandosi in buona parte alle sonorità della Bay Area dei primi anni ottanta, abile nel far convergere tutte le esperienze della band all’interno di una summa maxima estremamente consapevole e ragionata. Altre prove di maestria sono concesse nei brani più “sottili”, come Trucker o The Hanged Man, dove è possibile notare con maggior facilità il grande lavoro armonico e melodico svolto alle corde da Weatherman e Mullin. Ma il vero pezzo forte è Tarquinius Superbus, brano decisamente meno nostalgico del resto del lotto, che riesce a mescolare in modo sapiente la giusta dose di velocità e di rabbia all’interno di uno scheletro impeccabile, variegato e mai stucchevole. Le ripetizioni sono minime e qualvolta ci siano aggiungono sempre quel qualcosa in più e di diverso che permette al brano di procedere speditissimo per la sua strada. Innegabile: i Corrosion of Conformity al martello pneumatico preferiscono lo scalpello e confezionano un lavoro che nel suo essere volutamente grezzo nasconde una ricerca sonora finissima e di grandissimo livello; alla faccia di chi calca le scene da così tanti anni e non riesce più a da tempo a fare qualcosa di buono.
…PERÒ… …Però IX non ti colpisce in pieno e ti passa a fianco con tutto il suo carico, con tutto il suo blues e con tutta, ma proprio tutta, la nomea che i nostri si portano dal 1983 a questa parte; scivola via come crema sulla pelle e avviene così proprio l’ultima cosa (o forse la prima) che ci si poteva aspettare dai Corrosion of Conformity: che facessero un disco antologico. D’altra parte, se le canzoni di cui è costituito un album sono macchine (per quanto meravigliosamente costruite) che eseguono le funzioni di un disegno preciso, ciò che ne rimane alla fine non è nulla più che la volontà del tutto cerebrale degli artisti. Una prova di forza che agisce all’interno di una struttura esemplare, che forma una strettoia da cui passano moltissime intenzioni e non proprio tutti i risultati sperati. Questo perché IX è fondamentalmente un disco che si rivolge ad un pubblico già di per sé saldo, quello dei fan, e manca di quel piglio d’inventiva capace di creare quello spontaneo interesse per chi non segua già il gruppo da almeno vent’anni. Ed è soprattutto questo che frega i Corrosion of Conformity: l’essere imprigionati in sé stessi e in ciò che per anni si è continuato a fare sulla linea dura, diventando inevitabilmente avvezzi nei confronti di un ambiente, quello del metal, che è cambiato e che non è più lo stesso di quando hanno iniziato a farne parte. Lungi dal doversi adattare tacitamente alle richieste del mercato (e non sia mai), credo che ciò normalmente oggi venga chiesto ai gruppi di ieri, come loro, è quello di andare oltre ciò che si è stati e di non nascondersi dietro sé stessi.
Ma nonostante tutto, quando la musica è fatta bene è sempre grande musica ed è questo il caso di IX, un disco che sicuramente piacerà a chi ama e ha amato la band per tanti anni, ma che in un contesto più ampio funziona e convince poco. L’ennesima prova a tesi che i Corrosion of Conformity ci sanno fare, ma non si sa ancora per quanto.
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"le prime due tracce... gridano TEXAS!" infatti i CoC sono del North Carolina, try again |
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La differenza era che 'Deliverance' era un gran disco, mente 'Load' era proprio "a load of shit"...usando un termine anglofono Fatto sta, per me sono scesi un bel po qualitativamente, poi da quando Pepper se n'è andato...comunque lo ascolterò. Ho consumato dischi come "Blind", "Deliverance" e "Wiseblood" a tempo dovuto. |
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PS. In realtà ho sempre pensato che si accostassero i Metallica ai COC per cercare di dare un senso alla loro svolta, se mi perdonate la provocazione. |
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Se ascoltate in sequenza Deliverance, Wiseblood e America's Volume Dealer, capirere perché si dice che i Metallica ne sono stati influenzati. Non perché gli album si assomiglino in senso stretto (anche perché i dischi dei COC sono bellissimi, quelli dei Metallica proprio no), ma per le idee che i COC hanno messo a disposizione in senso evolutivo per tenere insieme gli elementi compositivi. |
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Che i metallica si siano ispirati a i coc per load mi giunge nuova...secondo me si sono ispirati più alla musica tradizionale americana tipo Bob seger, skynyrd e il country rock, per il discorso suono cercherò comunque di indagare a caccia di similitudini. Comunque i coc si sono fatti un nome fuori dall'underground più per le magliette che sfoggiavano metallica, anthrax, nuclear Assault...loro assieme ad altri gruppi come dri, gbh, samhain, misfits... |
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@Galileo ,ho capito cosa intendi, non sapevo che i Metallica si fossero ispirati a loro per Load, so della passione per l'hardcore di tutti e 4, infatti mi sono simpatici per questo, anche se l'ultimo che ho comprato dei Metallica è stato il black album appena era uscito, poi rivenduto , anzi svenduto a un mio amico perché tutti gli stereo di casa mia -e della mia macchina- lo rifiutavano... |
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Disco che non mi è piaciuto...massimo 55. Concordo con il Lambru che hanno sempre attirato le masse e quindi sono sempre stati osannati più del dovuto. |
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Lambruscore....Non ho fatto nessun paragone coi Metallica. Ho detto che questi si sono ispirati a loro per creare il sound da cui è nato LOAD e se li sono portati pure in tour, ma nonostante tali dichiarazioni e un tour di supporto ai Metallica non hanno minimamente sfondato. Appartengono alla schiera di quei gruppi osannati dalla critica e mai cagati più di tanto dal pubblico. Qualche altro esempio? Gorefest, Warrior Soul..... |
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e bè lambru so più famosi si, contando che per esempio i negative fx si son sciolti dopo un disco era gente fusa e fissata con le militanze e cose simili i F.U.S o come se scrive erano passati al metal se non sbaglio , è perché loro hanno continuato a fare roba e si erano un po' diversificati come fecero a loro tempo pure i bad brains , o sia chiaro non li metto a confronto co loro non ce penso proprio ma questo ha fatto si che uscissero poi dal giro prettamente hardcore per ampliare il loro pubblico. diciamo che come nome so conosciuti e rispettati di certo so tra i più conosciuti anche se molti non tengono conto o non conoscono proprio il loro passato hardcore. |
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Sentito un paio di volte, non troppo entusiasta.... ma sono un po' come Lambru, non ho mai legato particolarmente col loro sound. Non che manchi il rispetto per i decenni attraversati tutto sommato dignitosamente, però applicherei allla loro intera carriera l'impianto della rece, "BRAVI.....", "PERO'...."  |
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Chi conosce la scena hc dell'epoca sa bene che i C.O.C. sono molto famosi rispetto a gruppi tipo Antidote, Negative fx, Urban Waste, Damage, The F.U. 'S -questi qua non ho mai capito come si scrivono correttamente, ahah - e altri 1000 ,che secondo molti meritavano più attenzione ma sono rimasti underground, certo se me li paragonate ai Metallica...dai ragazzi, era inteso in quel senso lì, non li paragonavo certo alle rockstars..... |
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aspè labru loro so stati molto importanti però perché già dal primo disco hanno iniziato a creare quel sound preso dai sabbath con tempi molto lenti e cadenzati adatti al Mosh se pensi che poi un botto di gruppi hardcore metal successivi al loro soprattutto nel 90 utilizzavano sti mid tempo Mosh noti che l'influenza loro è molto forte anche nel primo periodo. di questo disco ascoltai un paio di tracce e mi erano sembrati si buoni ma comu nque di mestiere, gente che oramai è scaltra e suona semplicemente quello che vuole senza varianti perché oramai preferisce cosi , rispettabili secondo me. |
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Sopravvalutati? Ma non li ha mai cacati nessuno, suvvia. I Metallica li copiarono spudoratamente per creare il sound di Load e se li portarono pure in tour ma nessuno se li cacò lo stesso. Sfigatissimi altrochè. |
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Per me non hanno mai fatto grandi album, sopravvalutati anche quando facevano hardcore, c'era di meglio negli states e in europa anche all'epoca, a loro vantaggio posso dire che sanno variare bene i pezzi, passando dall'hc allo stoner o al rock in genere, sicuramente sanno suonare, solo che io non riesco a farmi piacere un solo loro album, ahah, salvo in pieno solo il mini six songs... del 1985.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Brand New Sleep 2. Elphyn 3. Denmark Vesey 4. The Nectar 5. Interlude 6. On Your Way 7. Trucker 8. The Hanged Man 9. Tarquinius Superbus 10. Who You Need to Blame 11. The Nectar (Reprise)
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Line Up
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Mike Dean (Voce e Basso) Woody Weatherman (Chitarra) Reed Mullin (Batteria)
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